IGEA LABORATORIO DI PATOLOGIA CLINICA
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Gli esami di laboratorio nella diagnosi di ulcera gastrica

L'Helicobacter Pylori


Il muco gastrico è un materiale gelatinoso che riveste la superficie interna dello stomaco. Chimicamente è un polimero costituito da quattro subunità proteiche, che forma uno strato di gel viscoso ed impermeabile: esso rappresenta il mezzo con cui la mucosa gastrica si  difende dall'azione aggressiva esercitata dall'acido cloridrico e dalla pepsina. Vi sono fondati  motivi per ritenere che questa barriera possa essere interrotta da svariati agenti, tra cui  ricordiamo gli acidi biliari, i salicilati e l'alcool. Ad ogni modo, i meccanismi che  compromettono la funzione protettiva del muco e consentono lo sviluppo di ulcerazioni non  sono ancora perfettamente noti: in particolare non si conosce, o meglio non si conosceva bene fino ad alcuni anni fa, la patogenesi dell'ulcera gastrica.
Un notevole passo avanti è stato compiuto negli ultimi tempi, a seguito degli esperimenti di  un medico australiano, il dott. Barry J. Marshall.


Una mattina del luglio 1984 Marshall si  presentò in ospedale, indossò il camice, stette un po' sovrappensiero, poi bevve una specie di  cocktail, che egli stesso aveva preparato utilizzando una coltura contenente circa un miliardo  di Helicobacter Pylori, un germe che egli riteneva responsabile delle lesioni ulcerose dello  stomaco. "You're crazy, lei è pazzo!" esclamò un inserviente che aveva assistito alla scena con  comprensibile perplessità. "Here goes, si comincia", rispose Marshall, ed aggiunse: "Ha il  sapore dell'acqua di palude". 
Marshall era ben determinato, intendeva documentare un nesso causale tra Helicobacter ed  ulcera, ed andò dritto per la sua strada, facendo tutto da solo, senza avvertire nessuno: né il  comitato etico dell'ospedale, che non avrebbe dato il proprio consenso all'iniziativa, né  tantomeno sua moglie che si sarebbe decisamente opposta. Marshall ammalò di ulcera, si  curò con antibiotici di cui aveva preventivamente saggiato l'efficacia e guarì  perfettamente. Quindi tutto andò bene: il medico australiano aveva preso, come suol dirsi,  ben due piccioni con una sola fava, individuando nello stesso tempo, con un unico protocollo  sperimentale, l'agente patogeno e la terapia specifica dell'ulcera. 
L'Helicobacter pylori (anni orsono era nota come Campylobacter, ma ora la nomenclatura è  stata aggiornata) è un germe gram-negativo, a forma di cavaturacciolo, lungo circa 3 micron  e largo 0,5 micron; la sua superficie è liscia e provvista di numerosi flagelli. Questo  microrganismo rappresenta, per alcune sue caratteristiche metaboliche, un vero e proprio gioiello di ingegneria evoluzionistica. Possiede infatti tutti gli strumenti necessari per vivere  e proliferare in un ambiente estremamente ostile, il succo gastrico. La sua forma a spirale gli  consente di spostarsi con relativa facilità nel muco, di avvicinarsi alle cellule della mucosa e di agganciarsi ad esse, utilizzando i flagelli e le fruste di cui è dotato. L'immagine microscopica di questo fenomeno fa pensare ad una barca legata al pilone d'ormeggio:  l'Helicobacter rappresenta il natante, mentre la cime e il pilone sono rispettivamente il  flagello e la cellula della mucosa. Il germe si difende dall'acidità gastrica attaccando con un  enzima l'urea, che viene degradata ad ammoniaca ed anidride carbonica. L'ammoniaca serve  a neutralizzare, almeno in parte, l'acido cloridrico, mentre l'anidride carbonica circonda il  microbo con una miriade di bollicine isolandolo dal mezzo circostante. E' interessante  immaginare l'Helicobacter che avanza nel contenuto gastrico, agitando le fruste come  farebbe un cacciatore subacqueo con le pinne, avvolto in una nuvola di gas. E si tratta, in  effetti, di una caccia vera e propria, rivolta contro le cellule di rivestimento dello stomaco. Altri strumenti adatti allo scopo sono i numerosi enzimi di cui il microrganismo è provvisto;  oltre all'ureasi, di cui abbiamo fatto cenno prima, citiamo qui le proteasi acide, l'emolisina, la  catalasi e l'ossidasi. Il germe elabora anche una proteina che esercita direttamente effetti  lesivi a livello mucoso, la tossina vacuolizzante, nonché sostanze che attivano il complemento e la chemiotasi dei monociti e neutrofili. Sembra che i ceppi di Helicobacter che producono  notevoli quantità di tossina vacuolizzante provochino con maggiore frequenza lo sviluppo di  ulcerazioni. 

Tutte queste armi chimiche, così sofisticate ed efficienti, distruggono alcune zone di gel protettivo. Il germe trova la strada libera, penetra sotto lo strato mucoso, vacuolizza le  cellule ed elimina le giunzioni intercellulari. La mucosa perde la sua continuità, e  cominciano a presentarsi piccole aree erose. La reazione dell'organismo non si fa attendere:  la zona compromessa è invasa da macrofagi e linfociti, che costituiscono degli infiltrati  parvicellulari. L'attività fagocitaria è molto intensa, tale da compromettere anche le cellule  ghiandolari, con conseguente atrofia. I fibroblasti provvedono a riparare il danno, ma il  rimedio serve solo ad aggravare la distruzione della mucosa. A questa risposta immunitaria  di tipo cellulare si sovrappone una reazione umorale, con produzione di anticorpi specifici. Compaiono da prima, anche se fugacemente, le IgM, poi vengono sintetizzate le IgG. Il  significato funzionale della trasmissione in circolo di tali sostanze è semplicemente quello di una reazione ad uno stimolo. In altre parole, gli anticorpi non espletano alcuna funzione  protettiva, né servono ad immunizzare l'organismo contro l'Helicobacter. La concentrazione  di anticorpi circolanti è direttamente proporzionale all'entità della malattia ed al numero di  germi presenti nello stomaco. Se l'infezione viene affrontata con antibiotici specifici la  carica batterica si attenua fino a scomparire, lo stesso fenomeno si riscontra a livello  anticorpale: le IgG, che prima della terapia erano presenti nel sangue in concentrazione  elevata, gradualmente diminuiscono e dopo alcuni mesi non sono più riconoscibili. Il  pepsinogenol-1 (PG-1) si comporta in maniera sovrapponibile a quella degli anticorpi, nel senso  che in presenza di Helicobacter fa riscontrare valori sensibilmente elevati, che rientrano  nell'ambito della normalità a guarigione avvenuta. Secondo alcuni ricercatori, il dosaggio del  PG-1 rappresenterebbe una prova più sensibile, anche se meno specifica, del dosaggio degli  anticorpi anti Helicobacter. Occorre tenere nel debito conto queste indagini, perché esse  servono non solo a convalidare la diagnosi di lesione flogistica o ulcerosa, ma anche a  prevenire il carcinoma gastrico, di cui l'ulcera costituisce in molti casi il focolaio di partenza. 
La cura dell'infezione da Helicobacter, ossia la cura dell'ulcera e di alcune forme  infiammatorie del tratto gastro-duodenale, nonché la prevenzione del tumore, si basa sulla  somministrazione di antibiotici. E' opportuno far presente che dette sostanze, a causa  dell'acidità del contenuto dello stomaco, perdono buona parte della loro efficacia. D'altra  parte , non è agevole modificare l'ambiente gastrico; persino la ranitidina, un farmaco che  possiede un'elevata affinità verso i recettori H2 e compete selettivamente con l'istamina,  attenua solo in parte l'acidità, e non sempre riesce a consentire agli antibiotici di estrinsecare  i loro effetti sul germe. Un'ulteriore complicazione è rappresentata dal fatto che il  microrganismo si trova al di sotto dello strato di muco, e quindi non è facilmente  raggiungibile. 
Un protocollo diagnostico e terapeutico formalizzato recentemente prevede innanzitutto che  l'orientamento nosologico, che scaturisce dall' anamnesi e dell' esame clinico del paziente,  venga convalidato dalla ricerca degli anticorpi specifici anti Helicobacter. Se quest'indagine  dà esito positivo, nel senso che gli anticorpi sono presenti, si provvede alla somministrazione, per due settimane, di subcitrato di bismuto, metronidazolo ed amoxicillina. Le ultime due  sostanze hanno effetto antibiotico, mentre il subcitrato di bismuto agisce sia come  cicatrizzante che come antibatterico. 
Il dosaggio degli anticorpi viene ripetuto sei settimane, sei mesi e dodici mesi dopo l'inizio  della terapia: la loro definitiva scomparsa indica che la cura dell'infezione ha dato esito  favorevole. 
Fra le specialità che contengono subcitrato di bismuto (biskalammonio citrato) ricordiamo il  De-Nol della Brocades, in confezione da 40 compresse da 3000 mg. La posologia è di 2 cpr 2  volte al giorno, o di 4 cpr 4 volte al giorno, da assumere a stomaco vuoto. 
Fra le specialità che contengono metronidazolo ricordiamo: Deflamon (SPA), Flagyl  (Farmitalia) e Vagilen (Farmigea), tutte in confezione da 20 compresse da 250 mg. La  posologia è di 2 cpr al giorno, l'una al mattino, l'altra alla sera. 
Fra le specialità che contengono amoxicillina ricordiamo: Amox (Salus), Amoxipen (Gibipharma), Sintopen (Mitin), tutte in confezioni da 12 capsule da 500 mg. La posologia è  di 1 cps ogni 8 ore. 



Da un articolo del dott. Elio Rossi, pubblicato su Il Messaggero del 29/01/94 (rubrica: La nostra salute), aggiornato nel mese di aprile 1998 e successivamente rivisto con completezza nel luglio 2001.

Stomaco e duodeno: immagini e descrizioni di ulcere

461. ULCERE GASTRICHE ACUTE: Nella mucosa gastrica iperemica si osservano ulcere ovali, alcune pių allungate, altre ricoperte di sangue, altre ancora di colore giallastro a causa del materiale necrotico e della fibrina.

462. ULCERE GASTRICHE E DUODENALI ACUTE: Antro gastrico e prima parte del duodeno. Nella mucosa pilorica ed in quella duodenale si notano piccole ulcere acute ricoperte di sangue.

463. ULCERA GASTRICA ACUTA: Sezione istologica a piccolo ingrandimento che mostra i detriti cellulari della mucosa necrotica.

464. ULCERA GASTRICA CRONICA: Si osserva un reperto operatorio costituito da una parte del corpo e dell'antro pilorico (sezionato lungo la grande curvatura). Nella piccola curvatura, al limite tra corpo ed antro, un'ulcera circolare con bordi netti.

465. ULCERA GASTRICA CRONICA: A maggior ingrandimento, si osservano il bordo netto ed il fondo grigiastro per fibrina e detriti.

466. ULCERA GASTRICA CRONICA SANGUINANTE: Ulcera gastrica cronica ovale, con bordo nettp. Il fondo č ricoperto da fibrina ed aree emorragiche.


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