"PILLOLE DI SAGGEZZA"

LA RIPRESA DELLE IMMAGINI

A parte il titolo alquanto pretenzioso, lungi da noi l'idea di voler salire in cattedra e dirvi cosa fare per ottenere il meglio dalle vostre riprese. Non ne siamo in grado né vogliamo farlo, ma è nostro intendimento trasmettere quel piccolo bagaglio di esperienza derivante da tutti gli errori fatti (tanti!) e dai risultati (modesti!) ottenuti nel corso degli anni (non tanti, ma comunque anni!) passati a perder sonno (sempre con piacere!). Questo spazio sarà aperto a tutti quelli che vogliono dare una mano ai meno esperti, noi compresi; a quelli fra noi che solo da poco si sono avvicinati alla fotografia digitale; a tutti quelli che, sviati da pubblicità fuorviante ed ingannevole, hanno acquistato una camera ccd che prometteva miracoli; ai tanti che, dopo un paio di serate, sono molto vicini a buttare tutto e darsi all'ippica.

Eviteremo di usare termini complicati, non perché sottovalutiamo l'intelligenza di chi ci legge, ma perché troviamo più immediato un frasario semplice e, quando possibile, utilizzeremo i termini stranieri solo se strettamente necessario.

 Si comincia:

1) Mai credere alla frase che, più o meno, recita così: "30 secondi e vedrai ciò che hai inquadrato". BALLE!!!! 30 secondi sono buoni solo per perdere tempo ed il risultato è sempre e solo una pallida imitazione di ciò che, invece, si può ottenere.

2) Un buon telescopio automatizzato, montato in equatoriale e ben allineato al polo celeste, darà sempre buoni risultati.

2a) Anche un telescopio automatizzato e ben allineato non inseguirà mai bene per più di 45/60 secondi.

2b) Ergo: non credete mai alla frase "con questo modello potrete effettuare riprese anche di 2 ore (?!?!) perfettamente guidate".

3) Come ottenere immagini decenti (visti i punti 2a e 2b)?

3a1) Cercate la posa massima ottenibile con stelle puntiformi e, quindi, riprendetene il maggior numero possibile.

3a2) Avete due camere ccd, di cui una guida e l'altra riprende (il massimo dell'anti-economicità).

3a3) Avete una camera ccd che insegue e riprende (a seconda dei modelli una soluzione più o meno costosa).

3a4) Se, come probabile, operate sotto un cielo affetto da forte inquinamento luminoso, la soluzione 3a1) è forse la migliore. Un'ora di posa guidata (siete voi a guidare il telescopio tramite un telescopio in parallelo, ma visto il mal di schiena non l'abbiamo presa in considerazione) o auto guidata vi ritornerà sicuramente maggiori informazioni, ma assorbirà anche "dosi letali" del chiarore del fondo cielo. Posa da 30/45/60 secondi non faranno in tempo a saturarsi con l'inquinamento luminoso e, se pur povere, sarà il numero complessivo a dare "forza" al risultato finale. Avrete da lottare con il rumore di lettura della camera CCD (sapete cos'è, vero?), ma di necessità virtù e fra i due mali....

3b) Quando salvate le immagini, utilizzate:

3b1) Il formato proprietario della camera.

3b2) Il formato FITS.

I programmi di elaborazione immagini, oggi in commercio, aprono praticamente tutti i formati proprietari dei ccd ed il FITS. Otterrete ben altri risultati con questo sistema, in quanto le informazioni numeriche immagazzinate sono immensamente superiori a quanto non si riuscirebbe ad ottenere dagli altri formati commerciali.

4) Visto il punto 3a1, cosa farne delle immagini ottenute (mai meno di una trentina!!)? Vediamo, prima di tutto, i programmi specifici oggi in commercio:

4a) ASTROART, economico, italianissimo, versatile, potente, aggiornabile via internet.

4b) MAXIMDL, piuttosto caro, inglese, versatile, potentissimo, aggiornabile via internet.

4c) QMIPS, piuttosto caro, inglese, astruso, potentissimo, vecchiotto.

4d) IRIS, gratis, inglese/francese, versatile, potente, aggiornabile via internet.

4e) Sicuramente ce ne sono molti altri e qui ben vengano i suggerimenti!!!!!!

5) (3a1) Le immagini ottenute saranno, inevitabilmente, più o meno sfalsate fra loro, cosa non del tutto negativa, e quindi andranno allineate. I programmi di cui al punto 4 eseguono l'allineamento automatico in pochi secondi e quindi la media/somma di immagini, ovviamente già corrette di Dark e Flat (ma di Dark e Flat ne parleremo più avanti). Ma perché immagini sfalsate fra loro non sono da disdegnare? Se volessimo impegolarci in una discussione tecnica, dovremmo parlare inevitabilmente in termini astrusi e ben poco comprensibili. Diremo, più semplicemente, che sommando/mediando immagini allineate eviteremo di esaltare gli inevitabili difetti dei sensori delle nostre camere ccd, difetti che vengono impietosamente alla luce durante le riprese.

6) (3a1) Somma o Media di immagini? Qui, come si suole dire, casca l'asino! Quanti hanno provato a far la somma di trenta immagini e si sono ritrovati con una immagine del tutto bianca? Chi ha provato a far la media dello stesso numero di immagini e si è ritrovato, più o meno, con la stessa immagine di partenza? Ovviamente, tutto dipende dalla camera che si possiede e dai tempi di esposizione utilizzati; se la vostra camera digitalizza (più prosaicamente: "funziona") a 16bit e voi effettuate 30 riprese da 45 secondi, la SOMMA risultante sarà sicuramente un valore molto al di sopra dei canonici 65536bit, soglia oltre la quale ben difficilmente anche i programmi specifici riescono a restituire un'immagine visibile e, quindi, otterrete un bel bianco uniforme; se la vostra camera "funziona" a 14bit o meno, forse la SOMMA d'immagini potrà darvi buoni risultati, sempre che non eccediate nel numero di immagini; con "una" 14bit o meno, la MEDIA di immagini darà quasi sempre risultati mediocri, se i tempi di esposizione sono stati troppo brevi; con "una" 16bit e con un buon numero di immagini, esposte almeno per 45/60 secondi, la MEDIA vi ritornerà delle immagini da non disdegnare. Quanto sin qui detto, ha valore solo se il vostro programma di elaborazione (Astroart, Qmips) non supporta i 32 Bit; Maxim, ad esempio, somma e rende leggibili le immagini anche a 32 Bit (quest'ultima notizia, c'è sempre da imparare, ci è stata gentilmente passata dal buon Riccardo Renzi, facente parte della redazione di Coelum).

7) (3a2) Siete tra i fortunati che hanno i soldi per procurarsi due camere ccd? Buon per voi, ma mettete anche in conto l'acquisto di una guida fuori asse (diamo per scontato che conosciate questo accessorio) o di un secondo telescopio da mettere in parallelo al principale. La guida fuori asse è sicuramente la soluzione più economica, ma non la più semplice da utilizzare. Il secondo telescopio, non necessariamente di marca eccelsa a meno che non lo vogliate, a sua volta, utilizzare per delle riprese, è più costoso ma, sotto certi aspetti, più semplice ed intuitivo...sempre che l'idea di dover mettere a fuoco due camere ccd non vi getti nel panico più assoluto (ma con la guida fuori asse è anche peggio!). L'argomento MESSA A FUOCO la svilupperemo più avanti, prima del DARK e del FLAT (a proposito: è "il flat" o "la flat"?).

8) (3a3) Avete acquistato una camera ccd che riprende e guida in contemporanea? Bene, le possibilità sono solo due: una SBIG o una MX della Starlight (delle Lisaa se ne parla da tempo, ma crediamo che ancora nessuno le abbia provate)! Le Sbig sono decisamente costose, ma sicuramente molto valide e dotate di due sensori, uno dei quali destinato esclusivamente alla guida. Le Starlight, tutte quelle della serie MX, utilizzano lo stesso sensore per guidare e riprendere, sono relativamente economiche ed assolvono il loro compito egregiamente, eccettuata, forse, la MX5-C (ma quest'ultima affermazione deriva dalla nostra personale esperienza ed è aperta a tutte le contro prove in senso positivo). Unico difettuccio delle MX consiste nel fatto che il sensore, assorbito contemporaneamente nella guida e nella ripresa, pretende tempi di esposizione doppi a parità di risultati. Ovviamente, facendo tutto da solo ed in maniera egregia, i tempi di esposizione possono essere prolungati a piacere.

9) LA MESSA A FUOCO: cominciamo con le dolenti note! Ci saremo tutti resi conto che la cosa più difficile da ottenere, con qualsiasi camera ccd, è la messa a fuoco del sensore. Quando sembra che ci siamo riusciti, facciamo la prima ripresa di prova di un campo stellare ed ecco che le stelle ci appaiono come delle piccole ciambelle...carine, ma decisamente antiestetiche. A questo punto ricominciamo a smanettare con la manopola di messa a fuoco e, il più delle volte, tutto quel che otteniamo è peggiorare la situazione. Ricordiamoci che il punto ottimale di messa a fuoco è qualcosa di veramente aleatorio, oseremmo dire che rasenta l'impalpabilità fisica, per cui i movimenti da effettuare sulla manopola devono essere il più possibile micrometrici (l'optimum sarebbe una messa a fuoco elettrica), almeno quando si è arrivati molto vicini al fatidico "punto critico". Personalmente, dopo tante prove, abbiamo trovata utile la soluzione del tappo a tre fori da anteporre all'obiettivo: dopo la prima ripresa di una stella non particolarmente luminosa, nella quale appariranno inevitabilmente tre stelle, si farà in modo di ottenere una sola stella ed in una visione la più puntiforme possibile. Una volta levato il tappo a tre fori (si può fare anche con un cartone rigido, non è assolutamente necessario acquistarlo!), saremo così vicini al fuoco ottimale da dover dare solo dei piccolissimi ritocchi.

10) IL DARK: dando per scontato che tutti sappiamo cosa sia il dark (l'immagine di buio, in parole povere), non lesiniamo nel riprendere queste immagini, sopratutto se utilizziamo il metodo delle immagini multiple. Trenta immagini da 45/60 secondi necessitano di non meno di 7/9 dark di pari durata, obbligatoriamente, in questo caso, da mediare successivamente per poter sottrarre il risultato finale ad ogni singola ripresa prima della media/somma. I dark devono essere in numero dispari per un motivo semplicemente matematico: una vera media si ottiene solo da numeri dispari!

Due differenti dark, a seconda della camera usata.

11) IL FLAT: più precisamente "flat field" (letteralmente: "campo piatto"), un termine che pretenderebbe una spiegazione molto lunga ed un maggior rispetto, in quanto molto importante e decisamente fondamentale per ottenere delle immagini degne di nota....ma non tutti effettuano la ripresa del flat field! Alle volte, ma non sempre, si riesce ad ottenere lo stesso risultato grazie ai programmi di elaborazione (Astroart e MaximDl), che hanno la possibilità di ricreare un'immagine artificiale di flat basandosi sulle differenze di luminosità delle immagini, differenze rilevate mediante l'evidenziazione tramite mouse di svariati punti sulle immagini stesse. Non disdegniamo l'adozione di questo sistema, in quanto l'abbiamo a volte utilizzato e ne abbiamo riscontrato, pur nei suoi limiti, la validità ed efficacia. Viene da se che la miglior cosa è riprendere il vero flat, con relativo dark, ma non sempre è una cosa semplice. Un buon sistema, fra i tanti, e che vi assicuriamo funziona, ci è stato trasmesso dal Giuseppe Sala, ex titolare delle Starlight ed attuale rappresentante italiano delle camere Lisaa ed Apogee: un telo bianco (pulito!!) appoggiato d'avanti l'obiettivo (ben tirato, magari con un elastico, per evitare pieghe ed eventuali ombre che ne falserebbero il risultato finale), si riprende l'immagine fino a saturare il 50/60% del sensore, gli si sottrae una media di 3/5 dark con pari durata di posa, ed il gioco è fatto! Vi assicuriamo che funziona! Ovviamente l'unica accortezza da seguire, e non solo in questo caso, è che il flat vale solo se non muoviamo più la nostra camera ccd.

Due flat diversi, questa volta condizionati anche dalla sporcizia presente sulle ottiche!

Bene, a questo punto abbiamo ottenuto un'immagine "decente", che sia la somma/media di più riprese o una singola immagine auto guidata poco importa, ma ora, inevitabilmente, dobbiamo tirar fuori il massimo dalle nostre fatiche. Quanto fin'ora scritto è e sarà sicuramente soggetto a critiche, ma la parte più difficile deve ancora venire...e qui non temiamo smentite: l'elaborazione successiva, quella che renderà le nostre immagini degne di nota, sempre che ci sia sufficiente informazione da tirar fuori.

Sarà questo il tema del prossimo capitolo: l'elaborazione delle immagini.     

 

PILLOLE DI SAGGEZZA - L'ELABORAZIONE IMMAGINI 

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