difetto di sensibilità: il valore della sensibilità finita
del rivelatore di zero per cui valgono le stesse considerazioni del
caso precedente;
parametri residui: nella realtà anche quando si usano campioni
non si ha mai a che fare con componenti puri. Si deve tener conto
del modello equivalente del componente reale. Si deve conoscere prima
il modello rappresentativo di quel dato componente che è legato alla
frequenza delle grandezze elettriche con cui si sta operando;
resistenza di dispersione e di contatto: E' l'analogo discorso
del caso in c.c.: valgono le stesse considerazioni per i ponti in
c.c.;
capacità di dispersione: esistono elementi capacitivi tra il
ponte ed il mondo esterno dovuti alle diversità di potenziale tra
quest'ultimo ed i vari punti del ponte;
accoppiamenti induttivi: sono dovuti agli avvolgimenti con
i quali si realizzano le resistenze e le induttanze, le quali poste
in vicinanza tra di loro, interagiscono;
contenuto armonico: in genere questo problema non si pone nei ponti
in c.c..
Per un componente qualsiasi di cui non si conosce nulla, la prima
cosa da fare è applicare il metodo volt-amperometrico con il wattmetro:
in tal modo si può avere un'idea grossolana del componente stesso.
In secondo luogo si passa alla misura tramite i ponti in modo da evitare
l'effetto di eventuali risonanze.