MOSTRI GENTILI

nonsuoni

* Doni del mare

* Il giardino di diecimila fiori

* Nere e tremule

* Zia

 


DONI DEL MARE                                    Torna su

Quando il mare è in burrasca,i pescatori
restano a fumare a casa,
o camminano per le strade del paese
con le gambe a ferro di cavallo. Poi
torna il sole e il mare
è piatto e turchino
come un prato di fiordalisi
e su quello splendore
escono le barchette bianche,
avide di pesce. Sulla spiaggia il mare
ha lasciato legni scuri e conchiglie, i bambini
le toccano con le loro manine, talvolta
le raccolgono. Uno più fortunato
trova una stella marina con la punta biforcuta,
amuleto di grande potere. Se il mare
lascia un tronco d'albero,
questo appartiene a chi lo trova per primo,
e lo segna; per questa priorità i pescatori
ogni tanto litigano tra loro. La vecchina
che percorre il lungomare
sulla sua carrozzella
spinta dalla badante nera
guarda il mare con l'occhio azzurro
di pura razza ariana
e sorride: la vita di spiaggia
le ha lasciato vispi ricordi, e il sole
le manda la luce
attraverso i rami delle palme.


IL GIARDINO DI DIECIMILA FIORI                                   Torna su

Esiste, in Cina,
un giardino di diecimila fiori,
dove si va, in un giorno d'autunno,
per celebrare la Festa della Luna.
Il giardino ha mura altissime, scure,
sormontate da guglie e grifoni.
Quando la luna appare, dall'alto,
tutti si volgono a lei, i fiori
con le loro corolle, i cinesi
con le facce rotonde. La luna
li inonda tutti con la sua luce soave,
ad uno ad uno li bacia
stringendoli in un unico abbraccio:
in quel momento, fiori e cinesi
sono un tutto inscindibile, un corpo solo.
Poi la luna tramonta,
e il giardino si svuota,
i fiori si rinserrano nelle loro corolle,
i cinesi, nelle loro anime remote.


NERE E TREMULE                               Torna su

 

Ci sono momenti in cui sto quieta
in questa casa di transito,
dimentico che troppi libri
sono rimasti lì,
nelle stanze abbandonate e fredde.
Qui c'è il sole quasi sempre,
dal terrazzo si tocca il mare.
Gli amici telefonano,
mandano messaggi, insomma
c'è aria di consolazione.
Ma nei pranzi ufficiali,
nelle riunioni d'impegno, dovunque
si parli, si rida,si ascolti,
improvvisamente divento sorda,
muta, assente: è il lutto
che bussa alla mia porta
e mi spiega intorno
le sue garze nere e tremule, percorse
dalla polvere degli astri ostili.


ZIA                              Torna su

 

Sei passata attraverso il coacervo
di pazzi e imbecilli che
comunemente- va sotto il nome solenne
di famiglia.
Umile e generosa, troppo intelligente
per essere amata,
non hai mai chiesto niente
a nessuno: ti bastava l'amore che tu davi.
Alta sulle teste di tutti,
come quelle statue di santi
che sfilano in processione,
eteree contro il cielo,
in realtà tanto pesanti
da piegare i robusti portatori,
hai attraversato questa terra arida,
indegna dei fiori che spargevi.
Prima di morire,
all'età di una parca,
sempre uguale, prima
che finalmente ti confinassero
in un loculo sprofondato
in una tomba sotterranea,avevi dato già tutto, per cui
privasti i superstiti
della gioia della spartizione. A me
avevi regalato un tegamino
di alluminio, che appendo sempre
nella mia cucina.
E questa pagina.

 


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