Memorie
Domenicane 1986, Nuova Serie n. 17
FEDE
E CONTROVERSIA NEL '
PANELLA
E.O.P., Presentazione p. V; MERIGOUX
J.-M. O.P., L'ouvrage d'un Frère
Prêcheur florentin en Orient à la fin du XIII siècle. Le "Contra
leges Saracenorum" de Riccoldo da Monte Croce
p. 1; CAMPOREALE
S.I. O.P., Giovanmaria
dei Tolosani O.P. (1530-1546). Umanesimo, Riforma e Teologia controversista p. 145; PANELLA E.O.P., Priori di Santa Maria Novella di Firenze (1221-1325)
p. 253; POLIZZOTTO L.,
Confraternities, conventicles and political dissen:. The case of che savonarolan
"Capi rossi". Documents p. 285; Tra
i libri p. 301; Indice dei nomi p. 333. - 20,50
Memorie
Domenicane 1987, Nuova Serie n. 18
TRADIZIONE
MEDIEVALE
E INNOVAZIONE UMANISTICA A FIRENZE
NEI
SECOLI XV - XVI
VERDE A.F.O.P., Libri tra le pareti domestiche. Una necessaria
appendice a Lo Studio
Fiorentino 1473-lS03 p. 1; PANELLA E.O.P., Quel
che la cronaca conventuale non dice. Santa Maria Novella 1280-1330 p. 227; MARINO E. O.P., L'affresco trecentesco 'Via Paradisi' di Giovanni di
Bartolomeo Cristiani in San Domenico di Pistoia. Iconoteogia
della partecipazione regale di Maria alla 'Tradino Regni' di
Cristo al Padre p.329; CAMPOREALE
S.I.O.P., Lo
Studio Fiorentino e la vita universitaria (1473-1503). Cronache di cultura a Firenze
nel '400 p. 347; VERDE A.F. o.p., Questioni savonaroliane
aperte. A proposito della pubblicazione de "Le Giornate" di Lorenzo Violi p.
368;
VERDE O.P., Ser Lorenzo Violi "secretario"
del Savonarola? p. 381; Tra
i libri p. 401; Indice dei nomi p. 435. - Esaurito
Memorie
Domenicane 1988, Nuova Serie n. 19
IMMAGINE
E PAROLA
RETORICA
FILOLOGICA - RETORICA PREDICATORIA
(Valla
e Savonarola)
VERDE
A.F. o.p., Le
lezioni o i sermoni sull' "Apocalisse" di Girolamo Savonarola (1490) p. 5;
GIACONI E., Il volgarizzamento toscano dei
"Sermoni sopra la Prima Lettera di s Giovanni" di Frate Girolamo Savonarola. Impianto
linguistico ed elementi stilistici p. 111; CAMPOREALE S.I. o.p., Lorenzo Valla e il " De falso credita donazione ". Retorica,
libertà ed ecclesiologia nel '400 p. 191; MARINO E. o.p., Il museo immaginario di Maria "Madre
di Gesù - Madre della Chiesa". Reciprocità
delle " immagini-acustiche " della mariologia con le
" immagini-visive " dell'iconomariologia p. 295;
PANELLA E. o.p., Iacopo
di Ranuccio da Castelbuono OP testimone dell' "Alia lettura fratris Thome" p. 369;
PANELLA E. o.p., Uno
sconosciuto capitolo elettivo in Siena 1312 p. 396;
LUNARDI R., La ristrutturazione vasariana
di Santa Maria Novella. I
documenti ritrovati p. 403; Tra i libri p. 421;
Indice dei nomi di persona p. 489.
- 31.00
Memorie
Domenicane 1989, Nuova Serie n. 20
FERMENTI
DI SPIRITUALITÀ DOMENICANA
Vita
claustrale femminile
Esordio
della predicazione profetica del Savonarola
RUGGIERO
G., Il monastero di Sant'Anna
di Nocera. Dalla
fondazione al Concilio di Trento p. 5; VERDE A.F. o.p., Girolamo Savonarola: il quaresimale di S. Gimignano (1486).
"Rationes flagellorum" e
"Rationes fidei" p. 167;
SANTAGOSTINO BARBONE A., Il Giudizio
Universale del Beato Angelico per la chiesa del monastero
camaldolese di S. Marza degli Angeli a Firenze p. 255;
PAOLETTI J.T., The Strozzi altarpiece
reconsidered p. 279;
CAMPOREALE S.I. o.p., Umanesimo,
Riforma e origini della Controriforma. Alla
ricerca di interrelazioni e differenze p. 301; MARINO E. o.p., Il Concilio di Firenze del 1439
e la celebrazione del Sinodo Fiorentino del
1989.
Linee d'interpretazione della memoria storica: Concilio Fiorentino - Savonarola - La Pira
e riferimenti testuali p. 309; Tra i libri p. 337;
Indice dei nomi di persona p. 405. 31.00
Memorie
Domenicane 1990, Nuova Serie n. 21
LA
" CRONACA " DEL CONVENTO DOMENICANO
DI
S. ROMANO DI LUCCA
a cura di
ARMANDO
F. VERDE O.P. - DOMENICO CORSI
VERDE
A.F. o.p., Presentazione
p. VII;
CORSI D., Introduzione p. XXXII;
Aóbreviazioni p. LIX;
Fonti manoscritte p. LX;
Bibliografia p. LXVII;
Testo della "Cronaca" p. 1; Note p.
85.
- Appendice I, Le liste
capitolari (1246-1688)
p.369; Appendice IL Il patrimonio del Convento
S. Romano p. 509; Appendice III, La descrizione della peste a Lucca nel 1630-1631 p. 537; Appendice IV,'Annotazioni biografiche sul p. Ignazio Manardi da Ferrara O.P p.
551; Appendice V, Descrizione del Codice Redi
78 della Biblioteca Laurenziana di Firenze p. 557; Appendice VI, Il "disgusto" dei domenicani lucchesi
verso i savonaroliani di S. Marco p. 563; Indice
dei nomi p. 573; Indice dei nomi di persone e di autori citati p. 628; Indice dei nomi dei notai lucchesi utilizzati p. 633.
- 41.30
Memorie
Domenicane 1991, Nuova Serie n. 22
GLI
ORDINI RELIGIOSI MENDICANTI:
TRADIZIONE
E DISSENSO
CAPPET'UTT G. O.P.,
Soppressione dei Domenicani in Puglia (1809) p. 7; MARINO E. O.P., Il "Diluvio" di Paolo Uccello in S. Maria
Novella ed il Concilio di Firenze (1439-1443). Saggio d' iconoteologia storica p. 241; CAMPOREALE S.I. O.P., Lorenzo Valla: Etica umanistica e prassi cristiana. Il De professione religiosorum del 1441 p. 345; CAMPOREALE S.I. O.P., La morte, la proprietà e il "problema delle
salvezza". Testamenti e ultime volontà a Siena dal 1200 al 1800 (Considerazioni di stona
e storiografia) p.381; MOFFIT WATTS P., Hieroglyphs of conversion. Alien Discourses in Diego Valadés's
Rhetorica christiana p. 405; Tra i libri p. 435; Indice
dei nomi p. 523. - 41.30
Memorie
Domenicane 1992, Nuova Serie n. 23
EPISTOLARIO
DI FRA VINCENZO MAINARDI DA SAN GIMIGNANO
DOMENICANO
(1481-1527)
a cura di ARMANDO F.
VERDE O.P. - ELETTRA GIACONI
Premessa
p. VII; Abbreviazioni p. VIII; Fonti
p. X; Bibliografia p. XVII; Presentazione p. XXV; Biografa di Fra Vincenzo Mainardi da S. Gimignano p. .~YIV;
Cronologia della vita di fra Vincenzo Mainardi da S. Gimignano p. LXVII. - EPISTOLARIO:
I. Lettere contenute nel Codice Magl. XXXV 225 della BNCF p. 1; II. lettere contenute nel Codice MagL VI 166
della BNCF p. 143. - dolore
p. 1 95. - APPENDICI: 1. Lettere vane p. 425; II. Documenti vari: a) Documenti relativi
a singoli frati e loro famiglie p. 489;
b) Documenti relativi alla presenza di frati nei diversi conventi della Congregazione di
San Marco di Firenze p. 9. -
Tra i libri p. 729; Indice dei nomi di persona p. 789; Indice
degli autori citati p. 833. - 52.00
Memorie
Domenicane 1993, Nuova Serie n. 24
MEMORIE
DOMENICANE (1921-1969)
Indice
generale
a cura di FRANCESCO
CUBELLI O.P.
Memorie
Domenicane 1994, Nuova Serie n. 25
MOVIMENTI
SAVONAROLIANI
E RIFORMISTICI
VERDE A. F. o.p., Il movimento spirituale savonaroliano fra Lucca-Bologna-FerraraPistaia-Perugia-Prato-Firenze
p. 5; MONTANARI E.,
Integrazioni all'edizione critica dell'Oratio ad beatum Dominicum
di Giordano di Sassonia p. 207; MONTANARI E., Due citazioni dell'enciclica del 1233 del b.
Giordano di Sassonia p. 223; CAMPOREALE
S.I. o.p., Institutio Oratoria,
Lib. I, cap. 6,3 e le
variazioni sul tema di Lorenzo Valla: Sermo e Interpretatio p.
233; HOWARD P., Entrepreneurial
ne'er-do-wells: Sin and fear in
Renaissance Florence p. 245; TURI P., Un disegno settecentesco del "Ratto di'
Dina" di Fra Bartolomeo p. 259; TURI P., Il
viaggio verso Roma di Fra Bartolomeo nel l513: L'affresco di Ponzano e la tavola di
Viterbo p. 293; POLIZZOTTO L., Codici savonaroliani e anti-savonaroliani
inediti p. 299; VERDE A. F. o.p., Codici savonaroliani: Schede p. 304; BRUSCHI M., Le Carte Ricci nell'Archivio Vescovile di Pistoia. Inventario p. 331; Tra i libri p. 471; Indice dei nomi p. 519. - 41.30
Memorie
Domenicane 1995, Nuova Serie n. 26
DISPUTA
TEOLOGICA
DEVOZIONE
E UTOPIA
(sec.
XIV-XVI)
PICCARI P., La Opinio de difficulutibus contra doctrinarn fratris Thome
di Erveo di Nédellec p. 5; BAGGLANI F., Statuti cinquecenteschi di Confraternite del Rosano in
Toscana p. 195; PANELLA E. o.p., Libri di ricordanze di Santa Maria Novella in Firenze
(XIV-XV sec) p. 319; EAMON W., Natural magic and utopia in the Cinquecento: Campanella the Della
Porta circle and the revolt of
Calabria D. 369; VERDE A.F. o.p., Note sul movimento savonaroliano p. 403; TURI P., Il Ratto di Dina" di Fra
Bartolomeo - Addenda p. 453; Tra i libri p. 459; Indice degli autori citati p. 523; Indice dei nomi di
persona p. 526. - 41.30
Memorie
Domenicane 1996, Nuova Sene n. 27
CONTRIBUI1
DI STORIA DOMENICANA
Cronache
e Arte
MELE M. o.p. I problemi delle corporazioni religiose nella seconda
metà dell'Ottocento. L'esempio ari Domenicani del Mezzogiorno nel carteggio li Gaetano Capasso 0.P (1833-1907) p. 5;
PANELLA E. o.p., Cronica
di Santa Caterina in Pisa; Copisti autori modelli p. 211; Marino E. o.p., Estetica, Fede e
Critica d'arte. L'Arte poetica
di Savonarola,
I'Estetica di Ficino e la Primavera di Botticelli p. 293; COLI M., La lettera su S. Michele di Guamo
del maestro generale Vincenzo Bandello ai frati di S.
Romano di Lucca e i rapporti tra loro e con i lucchesi laici e religiosi p. ;45; SCHLEBUSCH K., Fra Bartolomeo Della Porta. Nuove note biografiche p. 603;
Tra i libri p. 623; Indice degli autori
citati p. 649; Indice dei nomi di persona p. 653. - 41.30
Memorie
Domenicane 1997, Nuova Serie n. 28
LIBRI
DI VITA, LIBRI DI STUDIO,
LIBRI
DI GOVERNO
(Savonamla e Giorgio
Antonio Vespucci)
BENAVENT J.A., El
Tratado de milagros de fra Girolamo
Savonarola. El codice de Valencia y la tradición
manuscrita p. 5, SCHISTO E. Nota sulla diffusione della Vita Savonarolae di Gianfrancesco Pico della Mirandola p. 147;
SCHLEBUSCH K., Per una biografia di Giorgio Antonio
Vespucci p. 152; GALLORI F.-NENCIONI S., I libri greci e latini dello scrittoio e della
biblioteca di Giorgio Antonio Vespucci Introduzione e Catalogo
p. 155; PANELLA E. O.P., Un vademecum dei
provinciali romani (secoli xiv-xv) p. 361; FERRUA V. O.P.,
L'abito dei Frati Predicatori (spunti per una
storia) p. 413; D'AMATO A. O.P., L'Ordine di s.
Domenico. Qual è il suo vero nome? p. 435; TURI P., Alcuni ritratti Giustiniani
e un quadro perduto del Caravaggio p. 441; TURI P., Fra Bartolomeo e il Redentore benedicente per Lucrezia Borgia
Un'ipotesi p. 467; SCLAFANI G., Il significato storico di uno scorcio del
"Cappellone degli Spagnoli" in Santa Maria Novella p. 475; Tra i libri P. 481; Indice degli autori citati p. 551; Indice dei nomi di persona p. 554. - 41.30
Memorie Domenicane 1998, Nuova Serie n. 29
V
Centenario della morte di Girolamo Savonarola
FRATE
GIROLAMO SAVONAROLA E IL SUO MOVIMENTO
Memorie Domenicane 1999, Nuova Serie n. 30
CRISI
'MENDICANTE' E CRISI DFELLA CHIESA
"Encomia
sancti Thomae" e riforma savonaroliana
CAMPOREALE S.I. o.p., Mito di Enea e crisi
mendicante. Il Liber
dierum (1460-62) di
Giovanni Caroli O.P.
TRA VECCHIO E NUOVO MONDO
Retorica, immagini, prassi missionaria
PATRICK PROVOST- SMITH, José de Acosta:
The rhetorical category of dicere aptius as moral
discourse and missionary praxis in De procuranda Indorum salute, Liber secundus: de iure et iniuria belli p. 5, SALVATORE I. CAMPOREALE, Lorenzo Valla. Adnotationes in Novum Testamentum ed Encomium S. Thomae. Alle origini della teologia
umanistica nel primo 400 p.
71;.NICOLETTA LEPRI ANTONIO PALESATI, Prolegonzeni allo studio delle xilografie negli incunaboli savonaroliani. Dal Convento di S. Marco di Firenze a quello di S.
Domenico di Quito p.85; EUGENIO MARINO O.P., 11 Beato
Angelico. Saggio sul rapporto persona-opere
visive ed opere visive-persona p. 135; DOMENICO DI AGRESTI, Fra Silvestro di Evangelista
da Marradi Fondatore, riformatore, predicatore p.337; DEBORAH
BIANCHI, La soppressione leepoldina del convento San
Domenico di Pistoia nelle Ricordanze
di Domenico Forzini, 0.P. p. 425. Tra i libri p. 455;
Indice degli autori citati . 519; Indice dei nomi di persona,
p. 525. - 41.30
AGIOGRAFIA E ICONOGRAFIA
DALLA CITTA' AL CHIOSTRO
ARMANDO F. VERDE O.P. - CARMELA Di AGRESTI, In memoria di
Domenico Di Agresti p. 1; DOMENICO Di
AGRESTI, Le prime prediche del Savonarola (14821485)
p. 9; JULIA BENAVENT, Las biografías
antiguas de Fra Girolamo Savonarola. E] códice de Valencia p. 63; MONICA BIANCO, Una inedita Reportatio di tre sermoni savonaroliani (Quaresimale sopra Giobbe XXV1-XXV111) p. 217;
NICOLETTA LEPRI-ANTONIO PALESATI, Teofania e
colore. Spunti del percorso formativo di fra Girolamo Savonarola p. 251; EUGENIO MARINO O.P., Savonarolian and Lapirian reviviscence in painting 'Florence utopia of the City of God' by
Gianfranco Mello p. 261; MIRIAM BUCARE', Camilla Battista Varano da Camerino: Istruzioni al
discepolo. - Dos dominicos testigos
de un texto de espiritualidad franciscana a principio de la edad moderna p. 263; MASSIMILIANO COLI, Il monastero di San Nicolao Novello di Lucca. Fondazione
e crescita (sec. XIV) p. 339; ASSUNTA M. ADORISIO, Capitelli gotici della chiesa di Santa Maria Novella
in Firenze p. 383; GUIDO SCLAFANI, «Il trionfo della morte» del Camposanto di Pisa. La Verna. La posizione di Buffalmacco.
Un'aristocratica coppia: Castruccio Castracani e Pina degli
Streghi p. 421; EUGENIO MARINO O.P., Mostra della Apocalisse di Laura Lanzini
p. 429; Tra i libri p. 443; Indice degli autori citati p. 469; Indice dei nomi di persona p. 475. - - 41.30
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1952, 195;, 1954, 1955, 1956, 1957, 1958, 1959, 1960, 1961, 1962, 1963, 1964, 1965, 1966,
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AA.W., Letture domenicane tenute in Lucca negli anni 1921 e 1922. Lucca 1927, pp. VII-305.
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10.00.CAMPOREALE Salvatore I., Lorenzo Valla e il "De falso credita donatione ". Retorica libertà ed ecclesiologia nel '400 (estrado), Pistoia 1988, pp. 102.
7,75.CAPPELLUTTI Gerardo , Marie-Jean-Joseph Lataste O.P. La vita e l'Opera. Documenti. Pistoia 1997, pp. 592.
25.00.CARDERI Benedetto, Testimonianze domenicane. Dal fondo notarile dell'archivio di Stato di Teramo. Teramo 1970, pp. 285.
12.50.CARDERI Benedetto, I domenicani a L'Aquila. Prima parte. Teramo 1971, pp. 164.
10.30.CARDERI Benedetto, San Severo Maggiore in Napoli: una chiesa da salvare. Note storiche e archivistiche. Teramo 1971, pp. 167.
12.50.CARDERI Benedetto, Carrellata notarile. Dai protocolli dell'Archivio di Stato di Teramo. Teramo 1973, pp. VII-192.
10.30CARDERI Benedetto, I domenicani nella diocesi di Penne. Teramo 1976, pp. 290.
12.50..CARDERI Benedetto, Scrittori domenicani della Provincia Aprutina "S. Caterina da Siena" (sec. XVI-XIX). Teramo 1981, pp. 31.
7.75.CARDE.RI Benedetto, S. Domenico di Teramo: chiesa e convento. Teramo 1990, pp. 182.
12.50.MARINO Eugenio, L'affresco " La Vergine dalla radice di Iesse
" di Andrea Bonaiuti in San Domenico di Pistoia. Saggio metodologico su iconografia e
teologia. Pistoia 1982, pp. VI-240. 12.50.
MARINO Eugenio, Il museo immaginario di Maria "Madre di Gesù -
Madre della Chiesa". Pistoia 1989, pp. 112 con 18 tavoie fuori resto. 10.00.
MARINO Eugenio, Il "Diluvio" di Paolo Uccello in S. Miaria Novella ed il Concilio di Firenze (1439-1443~. Saggio d'iconoteologia storica. Pistoia 1992, pp. 136 con 18 tavole fuori resto. 12.50.
MARINO Eugenio, Estetica, Fede e Critica d'arte. L'Arte poetica di
Savonarola, l'estetica di Ficino e la Primavera di Botticelli. Pistoia 1997, pp.
280, con 37 tavole fuori testo. 12.50.
ORLANDI Stefano, S. Pietro Martire da Verona. Firenze 1952, pp.
XIII-82. .5.00.
ORLANDI Stefano, Il beato Lorenzo da Ripafratta, campione della riforma
domenicana nel sec. XV (1373-1456). Firenze 1956, pp. XVI110. 5,00.
ORLANDI Stefano, Bibliografia Antoniniana. Città del Vaticano 1962,
pp. XLVII-368. 25.50.
ORLANDI Stefano, Libro dì Rosario della gloriosa Vergine Maria. Studi
e testi. Roma 1965, pp. XVI-240, con 15 tavole fuori testo. 10.00.
RUGGIERO Gerardo, Il monastero di Sant'Anna di Nocera. Dalla fondazione
al Concilio di Trento. Pistoia 1989, pp. 178, con 24 tavole fuori testo a colori. 15.00.
VELA Raffaele, Parola e Fede. Pistoia 1987, pp. 172.
7.75.VELA Raffaele, Figure ed episodi biblici. Pistoia 1992, pp. 142.
7.75.VELA Raffaele, In ascolto della Parola Pistoia 1996, pp. 158.
7.75.VERDE Armando F., Libri tra le pareti domestiche. Una necessaria Appendice a Lo Studio Fiorentino 1473-1503. Pistoia 1988, pp. 225.
13,00.Gerardo Cappellutti O. P., Marie-Jean-Joseph Lataste O. P. La vita e l'opera. Documenti.
Diamo qui di seguito gli stralci delle recensioni apparse nella rivista in
occasione della recente pubblicazione di alcune opere con le quali due illustri domenicani
si sforzarono di combattere il
razzismo e l'oppressione.
Bartolomeo Las Casas, infaticabile
evangelizzatore delle Indie Occidentali,
dedito alla difesa degli indi d'America,
si interessò altresì delle situazioni di
oppressione e di schiavitù non meno gravose
dei negri africani: questo insolito aspetto
dell'opera di fra Bartolomeo Las Casas
è documentato in un libro pubblicato
nel 1989 e recensito in "Memorie
Domenicane", n.s. 22, 1991, pp. 450-452.
"Nessuno stato, né re, né imperatore può alienare territori o
cambiare il regime politico senza il consenso espresso dei suoi abitanti ": è questa
la tesi geniale che viene sistematicamente svolta dal Las Casas nel De regia
potestate o derecho de autodetenninación per convincere il Re e il Consiglio delle
Indie sul diritto degli Indios all'autodeterminazione.
Di seguito alla recensione della Brevisima relación de la destrucción de Africa riteniamo
per tanto utile dare quella del De regia potestate, pubblicato nel 1984, e una
breve informazione sulla conferenza De Indis, pronunciata da Francisco De Vitoria
nel gennaio del 1539 davanti all'uditorio dell'università di Salamanca, pubblicata nel
1989 in facsimile del manoscritto conservato nella biblioteca del Capitolo della
cattedrale di Palencia.
FRAY BARTOLOMÉ DE LAS CASAS, O.P.,
Brevisima relación de la destrucción de Africa. Estudio preliminar, edición y notas por Isacio Perez Fernandez, o.p., Editorial San Esteban, Salamanca, 1989, pp. 298.Avvicinandosi il quinto centenario della scoperta dell'America, si fanno ovviamente più numerosi gli studi sui protagonisti di quell'impresa, sui " conquistadores ", sulle civiltà pre-colombiane e sulle condizioni degli indi sottomessi. Il Padre Isacio Perez Fernandez, da specialista di Las Casas quale egli è, ci fa conoscere aspetti finora poco noti, ma non per questo meno interessanti, dell'infaticabile evangelizzatore delle Indie Occidentali. Dedito ad una causa settoriale, quella degli indisi dicevaegli non si interessò alle situazioni di oppressione e di schiavitù non meno gravose dei negri africani. Ora, è merito precipuo del presente libro aver fatto giustizia di questo luogo comune.
Certo, mentre sull'America si valse di documenti e di informazioni dirette, Las Casas dovette limitarsi, per quanto riguarda l'Africa, alla consultazione di fonti indirette, costituite in modo particolare dai cronisti. D'altra parte il libro-requisitoria del padre Las Casas, la Brevisima relación de la destrucción de las Indias, forse il più noto dl tutti i suoi scritti, è un'opera autonoma, pubblicata con il suo titolo, molto letto e tradotto in ogni epoca. Nulla di questo per lo scritto sull'Africa, che fa parte come un inserto a sé della Historia de las Indios, di cui occupa una decina di capitoli (dal XVII al XXVII) del primo libro, come ha scoperto nel 1980 padre Fernandez, il quale è arrivato alla conclusione che gli undici capitoli, omogenei fra loro, costituiscono una lunga digressione, scritta più tardi del resto dell'opera (probabilmente tra il 1553 e il 1554) e quindi interpolata. Egli l'ha intitolata Brevisima relación de la destrucción de Africa. La requisitoria di Las Casas è durissima, non meno intransigente di quella a favore degli indi che gli procurò tanti guai da parte delle autorità spagnole del Nuovo Mondo.
I "guanches" (ossia gli aborigeni delle Canarie) sono stati sottomessi dagli spagnoli nel secolo XV: questi " non avevano altro motivo, né causa, né giustificazione per invadere con violenza le loro terre e con guerre crudeli ucciderli, soggiogarli e renderli schiavi se non il fatto che essi erano infedeli; e ciò va contro la fede e contro ogni legge di ragione e di natura, contro la giustizia e contro la carità, per cui si commettevano dei gravi peccati mortali e vi era l'obbligo della restituzione, sia per i francesi che per i portoghesi e i castigliani " (pp. 7-8).
Come giunse Las Casas a giudicare così severamente i " conquistadores " precolombiani? La sua lunga esperienza americana gli fece prendere coscienza che, come gli spagnoli si erano comportati con gli indi, così essi e i portoghesi si erano comportati con gli aborigeni delle Canarie e con i negri d'Africa. La tesi di Vitoria, che pur nella sua moderazione considerava giusta la guerra combattuta contro gli infedeli in quanto tali, è rifiutata decisamente da Las Casas, fedele allo spirito dell'autentico tomismo.
Alla descrizione della conquista, fa seguito la riflessione morale sul carattere inumano di tali spedizioni contro gente pacifica e sconosciuta, di cui si conculcavano i diritti naturali: di qui la liceità degli autoctoni di difendersi con la forza. I castigliani prima e poi gli spagnoli (dopo l'unificazione della penisola iberica) facevano di quanto avrebbe dovuto essere un fine (la conversione e la salvezza) uno strumento, subordinato al vero fine, ossia alla conquista; così, malgrado l'opposizione dei francescani e dei vescovi, si operava una compromissione tra evangelizzazione e conquista, cui facevano seguito la depredazione e la vendita come schiavi degli aborigeni delle Canarie. E la stessa cosa facevano i Portoghesi nei confronti di alcune popolazioni dell'Africa Occidentale. Las Casas condanna la " cecità " di entrambi, che non si avvidero e lo stesso capiterà per l'America di avere a che fare con un mondo diverso: perché, se potevano semmai giustificarsi le violenze contro i musulmani, riferendosi alle ingiustizie precedentemente subìte a causa loro da popolazioni cristiane (quindi il caso rientrava nella " guerra di difesa "), qui si è di fronte ad una nuova realtà. È vero che anche le bolle papali erano ambigue: esse permettevano la sottomissione, in vista della Crociata, di popoli infedeli, e tale ambiguità fu strumentalizzata dai re, che amplificavano così l'ideologia della riconquista, considerando oggetto di sottomissione quanto si situava al di fuori della cristianità.
Las Casas rifiuta tali sofismi e ribatte che non vi sono giustificazioni alla conquista e tantomeno alla schiavizzazione: rifacendosi a san Tommaso, secondo il quale "gratia non destruit naturam, sed perficit " ("la grazia non distrugge la natura ma la perfeziona"), egli ribadisce i diritti naturali di ogni persona, sia essa fedele o infedele. Pertanto è un grave peccato trattar male gli infedeli in quanto tali, poiché tale comportamento è contrario alla giustizia. Ora, Colombo agirà nell'America come avevano agito spagnoli e portoghesi nelle Canarie e in Africa. E all'inizio del XVI secolo inizierà la tratta dei negri, che durerà per più di trecento anni.
C'è una " leggenda negra "scrive padre Fernandeznei confronti di Las Casas, e io pure mi ricordo di averla già sentita formulare: l'illustre domenicano, difensore accanito degli indi, sarebbe stato abbastanza indifferente alla sorte degli schiavi d'Africa; in realtà, pur non approvando in sé la schiavitù, in un primo tempo chiedeva che degli schiavi negri sostituissero gli indi in certi lavori (soprattutto nelle miniere), essendo più robusti e più adatti a lavori di fatica. Ma poi aprì gli occhi e ci fu la sua conversione, come egli stesso la chiamò. Per questo la " leggenda negra " sa di calunnia nei confronti di Las Casas: se è vero infatti che non protestò contro la deportazione dei neri, egli si attaccò alla causa e alla premessa di quella, cioè alla loro schiavizzazione, che condannò fermamente; pertanto può considerarsi l'unico difensore dei neri sino alla fine del Cinquecento.
La sua posizione è moto più radicale e molto più teologica di quella del vescovo delle Canarie, un francescano, che si lamentava che dei "guanches" convertiti fossero venduti schiavi. Questo discorso è interessato e di corta prospettiva, perché nel caso della schiavitù non si ha da discernere tra convertiti o no, il problema ha un'importanza ben più grande. La schiavitù è condannabile dal punto di vista dottrinale in quanto offende la fede, la legge naturale e razionale, la giustizia e la carità; ed è riprovevole nella prassi, specie se praticata da cristiani, perché gli schiavi sono indotti a odiare la religione dei loro padroni, ponendo così un ostacolo alla conversione. Certo e qui Las Casas concorda in sostanza con il vescovo delle Canarie il vero scopo degli schiavisti è il loro interesse, e la conversione dei soggetti non è che un misero alibi.
La "cecità" di cui parla spesso Las Casas non è soltanto una scarsa perspicacia intellettuale, è anche un'insensibilità di cuore: " Questa è la cecità, come si è detto, che riguarda i cristiani mondani, la quale consiste nel credere che coloro che sono infedeli, per il fatto che non sono battezzati, sia lecito derubarli, depredarli, catturarli e ammazzarli (p. 235). E i portoghesi in Africa non furono da meno degli spagnoli nelle Canarie: "Essi ritornarono alle navi gloriosi e trionfanti, ringraziando Dio per avere predicato il Vangelo a colpi di lancia " (p. 243). Non poteva esserci un sarcasmo più tagliente... La cecità riguarda i regnanti in primo luogo, ma si estende anche ai sudditi, in particolare per quanto riguarda le conquiste del Quattrocento ai portoghesi, i quali vedevano che le scoperte arrecavano ricchezza alla Nazione e se ne rallegravano.
La guerra contro gli infedeli non è lecita per Las Casas che in tre casi ben precisi: a) quando si tratta di difendersi da una aggressione; b) quando è perseguitata la fede; c) quando si tratta di recuperare i territori perduti. Sono i casi classici che motivavano la " guerra giusta" contro i musulmani, ma che sono inesistenti nei casi degli abitanti delle Canarie e dell'Africa Nera, ed in seguito dell'America. Il movente della conquista resta pertanto la rapina.
Ed anche nel caso che certi conquistatori sottomettessero dei popoli pacifici e non certo maldisposti nei loro confronti per " portare le loro anime a Dio "ossia per imporre loro la religione cristianal'impresa non sarebbe meno biasimevole, in quanto, per usare un detto usato e abusato, il fine non giustifica i mezzi.
L'importanza dell'argomentare di Las Casas, per quanto riguarda le conquiste d'Africa come a proposito di quelle d'America, consiste nell'affrontare il fenomeno da un punto di vista teologico. Molti infatti, tra i religiosi, criticarono i metodi usati dagli spagnoli nei confronti degli indi, considerati alla stregua delle bestie, e si prodigarono per rendere meno insopportabile la loro situazione. Egli, pur condividendo tale atteggiamento, va più in profondità e ricerca le cause di tale abbrutimento: di qui la condanna dei pilastri ideologici che stavano alla base della conquista e della conseguente schiavitù.
.ETTORE DE GIORGIS
BARTOLOMÉ DE LAS CASAS, O.P., De regia potestate o derecho de autodetenninación. Edición critica bilingiie por L. Perena, J. M. Perez-Prendes, V. Abril, J. Azcarraga. Consejo Superior des Investigaciones cientificas, Madrid, 1984, pp. 360.
L'opera, già pubblicata diversi anni fa, è stata ora ristampata nella collezione del Corpus hispanorum de pace. I curatori sono ben coscienti, e ce ne avvertono espressamente, dei limiti e delle deficienze della pubblicazione non essendo stato possibile accogliere, a motivo dell'urgenza e della fretta, gli ultimi risultati dell'indagine scientifica sulla polemica Lascasiana.
L'urgenza è stata provocata dal sopravvenire del quinto centenario (1484 - 1984) della nascita di Bartolomé de Las Casas, in occasione del quale il Corpus hispanorum de pace ha voluto proporre come omaggio la ristampa di questo volume così significativo nella produzione del grande domenicano e nella storia del pensiero politico.
Il trattato De regia potestate, che venne pubblicato per la prima volta in Germania nel 1571 dopo la morte del suo autore (dopo il 1522 Las Casas non poté più pubblicare nulla in Spagna a causa della proibizione " a stampare o vendere nel Regno senza esplicito permesso di Sua Maestà nessun libro che tratti delle Indie "), segna un momento fondamentale nella lotta per i diritti umani. " Nessun stato, né re, né imperatore può alienare territori o cambiare il regime politico senza il consenso espresso dei suoi abitanti ": è questa la tesi geniale che viene sistematicamente svolta da Las Casas in questo libro per convincere il Re e il Consiglio delle Indie sul diritto degli Indios all'autodeterminazione. Forse non è stato scritto niente di più straordinario e di più sensazionale nel sec. XVI in difesa della democrazia e sul rispetto e la promozione dei diritti civili e politici di quegli Indios di cui Las Casas fu sempre strenuo difensore.
Ancora oggi l'opera di Las Casas ci lascia un messaggio valido contro lo straripare del potere e al servizio della pace e della libertà dei popoli.
M. G., o.p.
FRANCISCO DE VITORIA, O.P., Doctnna sobre los Indios. Edición facsimilar, traducción y notas de Ramón Hernández Martin O.P., Editorial San Esteban, Salamanca, 1989, pp. 110.
Dal 28 marzo al 1° aprile del 1989 si è tenuto a Salamanca il secondo congresso internazionale su " I Domenicani e il Nuovo Mondo ", a cura del comitato degli storici domenicani per il Quinto Centenario dell'Evangelizzazione dell'America. Per accompagnare questo avvenimento è stata pubblicata l'edizione in facsimile della conferenza di Francisco De Vitoria De Indis, tradotta e annotata da Ramón Hernández Martin O.P. La conferenza fu pronunciata da Vitoria nel gennaio del 1539 davanti all'uditorio dell'università di Salamanca. Per questa edizione è stato scelto il migliore dei manoscritti, quello conservato nella biblioteca del Capitolo della cattedrale di Palencia.
La riproduzione in facsimile è accompagnata da una magistrale presentazione storica e dottrinale. L'introduzione illustra tre aspetti fondamentali: Salamanca e i problemi del Nuovo Mondo Francisco De Vitoria e la sua dottrina sull'America l'importanza di questo manoscritto di Palencia nell'opera del Vitoria e, infine. le caratteristiche della presente edizione.
Il De Indis fu il frutto più maturo del lavoro di Vitoria: dei suoi anni di insegnamento, della sua profondità intellettuale, della sua ricerca scientifica. Fu anche il risultato di un continuo scambio intellettuale non solo all'interno della scuola di Salamanca, ma più ancora dello scambio fra le informazioni, le esperienze, gli interrogativi che prevenivano dai confratelli domenicani missionari nelle Americhe e le idee teologiche e giuridiche dei Domenicani del convento di S. Esteban di Salamanca.
L'opera è una forte difesa dei diritti dell'uomo, diritti individuali sociali e politici, che portano a una dottrina politica di chiara impronta democratica, che in nome della libertà pone limiti ben definiti ai poteri pubblici, perfino al potere supremo. Sono le teorie che hanno fatto da supporto alla lotta a favore degli Indios da parte dei missionari domenicani e del più celebre fra di essi, Bartolomé de Las Casas, e sono le idee che fanno si che Francisco De Vitoria sia stato considerato il fondatore del diritto internazionale pubblico moderno.
M. G., o. p.