Memorie Domenicane 1986, Nuova Serie n. 17

FEDE E CONTROVERSIA NEL '300 e '500

PANELLA E.O.P., Presentazione p. V; MERIGOUX J.-M. O.P., L'ouvrage d'un Frère Prêcheur florentin en Orient à la fin du XIII siècle. Le "Contra leges Saracenorum" de Riccoldo da Monte Croce p. 1; CAMPOREALE S.I. O.P., Giovanmaria dei Tolosani O.P. (1530-1546). Umanesimo, Riforma e Teologia controversista p. 145; PANELLA E.O.P., Priori di Santa Maria Novella di Firenze (1221-1325) p. 253; POLIZZOTTO L., Confraternities, conventicles and political dissen:. The case of che savonarolan "Capi rossi". Documents p. 285; Tra i libri p. 301; Indice dei nomi p. 333. ­ -   20,50

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Memorie Domenicane 1987, Nuova Serie n. 18

TRADIZIONE MEDIEVALE

E INNOVAZIONE UMANISTICA A FIRENZE

NEI SECOLI XV - XVI

VERDE A.F.O.P., Libri tra le pareti domestiche. Una necessaria appendice a Lo Studio Fiorentino 1473-lS03  p. 1; PANELLA E.O.P., Quel che la cronaca conventuale non dice. Santa Maria Novella 1280-1330 p. 227; MARINO E. O.P., L'affresco trecentesco 'Via Paradisi' di Giovanni di Bartolomeo Cristiani in San Domenico di Pistoia. Iconoteogia della partecipazione regale di Maria alla 'Tradino Regni' di Cristo al Padre p.329; CAMPOREALE S.I.O.P., Lo Studio Fiorentino e la vita universitaria (1473-1503). Cronache di cultura a Firenze nel '400 p. 347; VERDE A.F. o.p., Questioni savonaroliane aperte. A proposito della pubblicazione de "Le Giornate" di Lorenzo Violi p. 368; VERDE O.P., Ser Lorenzo Violi "secretario" del Savonarola? p. 381; Tra i libri p. 401; Indice dei nomi p. 435. - Esaurito

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Memorie Domenicane 1988, Nuova Serie n. 19

IMMAGINE E PAROLA

RETORICA FILOLOGICA - RETORICA PREDICATORIA

(Valla e Savonarola)

VERDE A.F. o.p., Le lezioni o i sermoni sull' "Apocalisse" di Girolamo Savonarola (1490) p. 5; GIACONI E., Il volgarizzamento toscano dei "Sermoni sopra la Prima Lettera di s Giovanni" di Frate Girolamo Savonarola. Impianto linguistico ed elementi stilistici p. 111; CAMPOREALE S.I. o.p., Lorenzo Valla e il " De falso credita donazione ". Retorica, libertà ed ecclesiologia nel '400 p. 191; MARINO E. o.p., Il museo immaginario di Maria "Madre di Gesù - Madre della Chiesa". Reciprocità delle " immagini-acustiche " della mariologia con le " immagini-visive " dell'iconomariologia p. 295; PANELLA E. o.p., Iacopo di Ranuccio da Castelbuono OP testimone dell' "Alia lettura fratris Thome" p. 369; PANELLA E. o.p., Uno sconosciuto capitolo elettivo in Siena 1312 p. 396; LUNARDI R., La ristrutturazione vasariana di Santa Maria Novella. I documenti ritrovati p. 403; Tra i libri p. 421; Indice dei nomi di persona p. 489. -   31.00

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Memorie Domenicane 1989, Nuova Serie n. 20

FERMENTI DI SPIRITUALITÀ DOMENICANA

Vita claustrale femminile

Esordio della predicazione profetica del Savonarola

RUGGIERO G., Il monastero di Sant'Anna di Nocera. Dalla fondazione al Concilio di Trento p. 5; VERDE A.F. o.p., Girolamo Savonarola: il quaresimale di S. Gimignano (1486). "Rationes flagellorum" e "Rationes fidei" p. 167; SANTAGOSTINO BARBONE A., Il Giudizio Universale del Beato Angelico per la chiesa del monastero camaldolese di S. Marza degli Angeli a Firenze p. 255; PAOLETTI J.T., The Strozzi altarpiece reconsidered p. 279; CAMPOREALE S.I. o.p., Umanesimo, Riforma e origini della Controriforma. Alla ricerca di interrelazioni e differenze p. 301; MARINO E. o.p., Il Concilio di Firenze del 1439 e la celebrazione del Sinodo Fiorentino del 1989. Linee d'interpretazione della memoria storica: Concilio Fiorentino - Savonarola - La Pira e riferimenti testuali p. 309; Tra i libri p. 337; Indice dei nomi di persona p. 405  31.00

 

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Memorie Domenicane 1990, Nuova Serie n. 21

LA " CRONACA " DEL CONVENTO DOMENICANO

DI S. ROMANO DI LUCCA

a cura di

ARMANDO F. VERDE O.P. - DOMENICO CORSI

VERDE A.F. o.p., Presentazione p. VII; CORSI D., Introduzione p. XXXII; Aóbreviazioni p. LIX; Fonti manoscritte p. LX; Bibliografia p. LXVII; Testo della "Cronaca" p. 1; Note p. 85. - Appendice I, Le liste capitolari (1246-1688) p.369; Appendice IL Il patrimonio del Convento S. Romano p. 509; Appendice III, La descrizione della peste a Lucca nel 1630-1631 p. 537; Appendice IV,'Annotazioni biografiche sul p. Ignazio Manardi da Ferrara O.P p. 551; Appendice V, Descrizione del Codice Redi 78 della Biblioteca Laurenziana di Firenze p. 557; Appendice VI, Il "disgusto" dei domenicani lucchesi verso i savonaroliani di S. Marco p. 563; Indice dei nomi p. 573; Indice dei nomi di persone e di autori citati p. 628; Indice dei nomi dei notai lucchesi utilizzati p. 633. -   41.30

 

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Memorie Domenicane 1991, Nuova Serie n. 22

GLI ORDINI RELIGIOSI MENDICANTI:

TRADIZIONE E DISSENSO

CAPPET'UTT G. O.P., Soppressione dei Domenicani in Puglia (1809) p. 7; MARINO E. O.P., Il "Diluvio" di Paolo Uccello in S. Maria Novella ed il Concilio di Firenze (1439-1443). Saggio d' iconoteologia storica p. 241; CAMPOREALE S.I. O.P., Lorenzo Valla: Etica umanistica e prassi cristiana. Il De professione religiosorum del 1441 p. 345; CAMPOREALE S.I. O.P., La morte, la proprietà e il "problema delle salvezza". Testamenti e ultime volontà a Siena dal 1200 al 1800 (Considerazioni di stona e storiografia) p.381; MOFFIT WATTS P., Hieroglyphs of conversion. Alien Discourses in Diego Valadés's Rhetorica christiana p. 405; Tra i libri p. 435; Indice dei nomi p. 523. -   41.30

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Memorie Domenicane 1992, Nuova Serie n. 23

EPISTOLARIO

DI FRA VINCENZO MAINARDI DA SAN GIMIGNANO

DOMENICANO (1481-1527)

a cura di ARMANDO F. VERDE O.P. - ELETTRA GIACONI

Premessa p. VII; Abbreviazioni p. VIII; Fonti p. X; Bibliografia p. XVII; Presentazione p. XXV; Biografa di Fra Vincenzo Mainardi da S. Gimignano p. .~YIV; Cronologia della vita di fra Vincenzo Mainardi da S. Gimignano p. LXVII. - EPISTOLARIO: I. Lettere contenute nel Codice Magl. XXXV 225 della BNCF p. 1; II. lettere contenute nel Codice MagL VI 166 della BNCF p. 143. - dolore p. 1 95. - APPENDICI: 1. Lettere vane p. 425; II. Documenti vari: a) Documenti relativi a singoli frati e loro famiglie p. 489; b) Documenti relativi alla presenza di frati nei diversi conventi della Congregazione di San Marco di Firenze p. 9. - Tra i libri p. 729; Indice dei nomi di persona p. 789; Indice degli autori citati p. 833. -   52.00

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Memorie Domenicane 1993, Nuova Serie n. 24

MEMORIE DOMENICANE (1921-1969)

Indice generale

a cura di FRANCESCO CUBELLI O.P.

  25.50

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Memorie Domenicane 1994, Nuova Serie n. 25

MOVIMENTI SAVONAROLIANI

E RIFORMISTICI

VERDE A. F. o.p., Il movimento spirituale savonaroliano fra Lucca-Bologna-FerraraPistaia-Perugia-Prato-Firenze p. 5; MONTANARI E., Integrazioni all'edizione critica dell'Oratio ad beatum Dominicum di Giordano di Sassonia p. 207; MONTANARI E., Due citazioni dell'enciclica del 1233 del b. Giordano di Sassonia p. 223; CAMPOREALE S.I. o.p., Institutio Oratoria, Lib. I, cap. 6,3 e le variazioni sul tema di Lorenzo Valla: Sermo e Interpretatio p. 233; HOWARD P., Entrepreneurial ne'er-do-wells: Sin and fear in Renaissance Florence p. 245; TURI P., Un disegno settecentesco del "Ratto di' Dina" di Fra Bartolomeo p. 259; TURI P., Il viaggio verso Roma di Fra Bartolomeo nel l513: L'affresco di Ponzano e la tavola di Viterbo p. 293; POLIZZOTTO L., Codici savonaroliani e anti-savonaroliani inediti p. 299; VERDE A. F. o.p., Codici savonaroliani: Schede p. 304; BRUSCHI M., Le Carte Ricci nell'Archivio Vescovile di Pistoia. Inventario p. 331; Tra i libri p. 471; Indice dei nomi p. 519. -   41.30

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Memorie Domenicane 1995, Nuova Serie n. 26

DISPUTA TEOLOGICA

DEVOZIONE E UTOPIA

(sec. XIV-XVI)

PICCARI P., La Opinio de difficulutibus contra doctrinarn fratris Thome di Erveo di Nédellec p. 5; BAGGLANI F., Statuti cinquecenteschi di Confraternite del Rosano in Toscana p. 195; PANELLA E. o.p., Libri di ricordanze di Santa Maria Novella in Firenze (XIV-XV sec) p. 319; EAMON W., Natural magic and utopia in the Cinquecento: Campanella the Della Porta circle and the revolt of Calabria D. 369; VERDE A.F. o.p., Note sul movimento savonaroliano p. 403; TURI P., Il Ratto di Dina" di Fra Bartolomeo - Addenda p. 453; Tra i libri p. 459; Indice degli autori citati p. 523; Indice dei nomi di persona p. 526. -   41.30

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Memorie Domenicane 1996, Nuova Sene n. 27

CONTRIBUI1 DI STORIA DOMENICANA

Cronache e Arte

MELE M. o.p. I problemi delle corporazioni religiose nella seconda metà dell'Ottocento. L'esempio ari Domenicani del Mezzogiorno nel carteggio li Gaetano Capasso 0.P (1833-1907) p. 5; PANELLA E. o.p., Cronica di Santa Caterina in Pisa; Copisti autori modelli p. 211; Marino E. o.p., Estetica, Fede e Critica d'arte. L'Arte poetica di Savonarola, I'Estetica di Ficino e la Primavera di Botticelli p. 293; COLI M., La lettera su S. Michele di Guamo del maestro generale Vincenzo Bandello ai frati di S. Romano di Lucca e i rapporti tra loro e con i lucchesi laici e religiosi p. ;45; SCHLEBUSCH K., Fra Bartolomeo Della Porta. Nuove note biografiche p. 603; Tra i libri p. 623; Indice degli autori citati p. 649; Indice dei nomi di persona p. 653.­ -   41.30

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Memorie Domenicane 1997, Nuova Serie n. 28

LIBRI DI VITA, LIBRI DI STUDIO,

LIBRI DI GOVERNO

(Savonamla e Giorgio Antonio Vespucci)

BENAVENT J.A., El Tratado de milagros de fra Girolamo Savonarola. El codice de Valencia y la tradición manuscrita p. 5, SCHISTO E. Nota sulla diffusione della Vita Savonarolae di Gianfrancesco Pico della Mirandola p. 147; SCHLEBUSCH K., Per una biografia di Giorgio Antonio Vespucci p. 152; GALLORI F.-NENCIONI S., I libri greci e latini dello scrittoio e della biblioteca di Giorgio Antonio Vespucci Introduzione e Catalogo p. 155; PANELLA E. O.P., Un vademecum dei provinciali romani (secoli xiv-xv) p. 361; FERRUA V. O.P., L'abito dei Frati Predicatori (spunti per una storia) p. 413; D'AMATO A. O.P., L'Ordine di s. Domenico. Qual è il suo vero nome? p. 435; TURI P., Alcuni ritratti Giustiniani e un quadro perduto del Caravaggio p. 441; TURI P., Fra Bartolomeo e il Redentore benedicente per Lucrezia Borgia Un'ipotesi p. 467; SCLAFANI G., Il significato storico di uno scorcio del "Cappellone degli Spagnoli" in Santa Maria Novella p. 475; Tra i libri P. 481; Indice degli autori citati p. 551; Indice dei nomi di persona p. 554. ­ ­-   41.30

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Memorie Domenicane 1998, Nuova Serie n. 29

V Centenario della morte di Girolamo Savonarola

FRATE GIROLAMO SAVONAROLA E IL SUO MOVIMENTO

 GARIN   E., Savonarola e i Pico. Alle radici del grande dubbio p. 7; VERDE A.F., o.p. Girolamo Savonarola tra profezia e condanna p. 9; WEINSTEIN D., Il profeta come medico delle anime. Il Manuale per confessori  del Savonarola p. 21; CADONI G., La croce e la spada  p. 51; MARTELLI   M., Savonarola e Lorenzo  p. 75; BAUSI F., Umanesimo e agiografia. Il carme di Ugolino Verino in lode di Antonino Pierozzi  p. 99; BENAVENT J, Las reliquias de fra Girolamo Savonarola p. 159; MARINO  E. o.p. , Sul trattato Apologeticus de ratione poeticae artis  di fra Girolamo Savonarola  p. 179; VITI P., Note sul IV  libro dell' Apologeticus  p. 247;  VASOLI C., Stefano da Codiponte :una breve vicenda savonaroliana    p. 261; DI AGRESTI  D., L'interpretazione savonaroliana di s. Caterina de' Ricci  p. 281;  COLI M., "La grande et animosa  impresa di Sancto Georgio". Come e perché il monastero di S. Giorgio di Lucca nacque e crebbe savonaroliano p. 341;  SERVENTI S., Prediche per le monache di San Giorgio di Lucca. Il Manoscritto Palatino 836 della Biblioteca Palatina di Parma  p. 389;  MORISI GUERRA A., La Paraphrasis in beati Iohannis Apostoli canonicam epistolam di Nicolaus Schœnberg  p. 425; DALL'AGLIO S., Il Flagellum pseudo- prophetarum di Cosimo Favillla. Nota su un'opera antisavonaroliana del primo Cinquecento  p. 441;   CARDONA M., Un nuevo manuscritto de la Cronaca de Simone Filipepi  p. 485;   MIELE  M. o.p., Il movimento savonaroliano e la riforma dei Domenicani del Sud nel Cinquecento p. 503;  BARBUTO  G. M., De Sanctis e Savonarola. Ambivalenze rinascimentali riforma politica e riforma religiosa  p. 523; FUBINI R., Politica e profezia in Savonarola. . Considerazioni di uno studioso profano  p. 573;   PALESATI A-LEPRI  N., Iconografia savonaroliana: i casi del San Girolamo  p. 593; MARINO   E. o.p. , Santa Maria del Fiore "Chiesa sul Monte" … 'Visione' dell'utopia di Savonarola-La Pira  p. 617;  ROMANO V. o.p., Giordano Ansalone nel IV centenario della nascita (1598-1998)  p. 621; TUGWELL  S. o.p., Ordo praedicatorum diceretur et esset.  Un' amichevole risposta a P. D'Amato  p. 653; Tra i libri p. 661; Indice  dei nomi di persona  p. 701. -   42.00 

Memorie Domenicane 1999, Nuova Serie n. 30

CRISI 'MENDICANTE' E CRISI DFELLA CHIESA

"Encomia sancti Thomae" e riforma savonaroliana

CAMPOREALE S.I. o.p., Mito di Enea e crisi mendicante. Il  Liber dierum (1460-62) di Giovanni Caroli O.P.p. 5; CINELLI  L., I panegirici in onore di s. Tommaso d'Aquino alla Minerva nel XV secolo  p. 19;  AMERINI  F., La quaestio "Utrum subiectum in logica sit ens rationis" e la sua attribuzione a Francesco da Prato  p. 147; KRUPA  P. o.p., La communion fréquente à Prague au XIV siècle  p. 219;  HEINZER  F., Manoscritti savonaroliani a Stoccarda e le Praedicationes super Genesim  del codice Gondi  p. 279; VERDE A. F., o.p.-GIACONI E., I  Sermones super Genesim del Savonarola e le Praedicationes super Genesim del codice Gondi  p. 279; DI AGRESTI   D., L'interpretazione savonaroliana di s. Caterina de' Ricci. Lettere inedite - Documenti  p. 307; MARINO  E. o.p. , Le poesie del 'giovane' Savonarola . Rassegna critico-storiografica  p. 375; MARINO  E. o.p. , Il "Breviario" di fra Girolamo Savonarola  p. 447; GUERRA A., La Madonna della Scala. Un episodio del savonarolismo di Michelangelo  p. 471; MARINO   E. o.p., Il Beato Angelico maestro ed esemplare dell' arte iconoteologica  p. 479; GIORGETTI R., Orologi da torre in due chiese domenicane di Firenze  p. 487; Tra i libri p. 495; Indice  dei nomi di persona  p.532. -   41.30

 Memorie Domenicane 2000, Nuova Serie n. 31

TRA VECCHIO E NUOVO MONDO

Retorica, immagini, prassi missionaria

PATRICK  PROVOST- SMITH, José de Acosta: The rhetorical category of  dicere aptius  as  moral discourse and missionary praxis in De procuranda Indorum salute, Liber secundus: de iure et iniuria belli p. 5, SALVATORE I. CAMPOREALE, Lorenzo Valla. Adnotationes in Novum Testamentum ed Encomium S. Thomae. Alle origini della ‘teologia umanistica’ nel primo ‘400  p. 71;.NICOLETTA LEPRI – ANTONIO PALESATI, Prolegonzeni allo studio delle xilografie negli incunaboli savonaroliani. Dal Convento di S. Marco di Firenze a quello di S. Domenico di Quito p.85; EUGENIO MARINO O.P., 11 Beato Angelico. Saggio sul rapporto persona-opere visive ed opere visive-persona p. 135; DOMENICO DI AGRESTI,  Fra Silvestro di Evangelista da Marradi Fondatore, riformatore, predicatore p.337; DEBORAH BIANCHI, La sop­pressione leepoldina del convento San Domenico di Pistoia nelle Ricordanze di Domenico Forzini, 0.P. p. 425. Tra i libri p. 455; Indice degli autori citati . 519; Indice dei nomi di persona, p. 525. -   41.30

Memorie Domenicane 2001, Nuova Serie n. 32

AGIOGRAFIA E ICONOGRAFIA

DALLA CITTA'  AL CHIOSTRO

ARMANDO F. VERDE O.P. - CARMELA Di AGRESTI, In memoria di Domenico Di Agresti p. 1; DOMENICO  Di AGRESTI, Le prime prediche del Savonarola (1482­1485) p. 9; JULIA BENAVENT, Las biografías antiguas de Fra Girolamo Savonarola. E] códice de Valencia p. 63; MONICA BIANCO, Una inedita Reportatio di tre sermoni savonaroliani (Quaresimale sopra Giobbe XXV1-XXV111) p. 217; NICOLETTA LEPRI-ANTONIO PALESATI, Teofania e colore. Spunti del percorso formativo di fra Girolamo Savonarola p. 251; EUGENIO MARINO O.P., Savonarolian and Lapirian reviviscence in painting 'Florence utopia of the City of God' by Gianfranco Mello p. 261; MIRIAM BUCARE', Camilla Battista Varano da Camerino: Istruzioni al discepolo. - Dos dominicos testigos de un texto de espiritualidad franciscana a principio de la edad moderna p. 263; MASSIMILIANO COLI, Il monastero di San Nicolao Novello di Lucca. Fondazione e crescita (sec. XIV) p. 339; ASSUNTA M. ADORISIO, Capitelli gotici della chiesa di Santa Maria Novella in Firenze p. 383; GUIDO SCLAFANI, «Il trionfo della morte» del Camposanto di Pisa. La Verna. La posizione di Buffalmacco. Un'aristocratica coppia: Castruccio Castracani e Pina degli Streghi p. 421; EUGENIO MARINO O.P., Mostra della Apocalisse di Laura Lanzini p. 429; Tra i libri p. 443; Indice degli autori citati p. 469; Indice dei nomi di persona p. 475. - -   41.30

  

PRESSO LA NOSTRA AMMINISTRAZIONE

ANNATE ARRETRATE DELLE SERIE PRECEDENTI: 1884-1969

Sono disponibili le seguenti annate:

184, 1913~, 1917~, 1921~, 1925~, 1926, 1927, 1928, 1929, 1930, 1931, 1932, 1933, 1934, 1935, 1936, 1937, 1938, 1939, 1940, 1941, 1942 1943, 1944, 1945, 1946~, 1947, 1948, 1949, 1950, 1951, 1952, 195;, 1954, 1955, 1956, 1957, 1958, 1959, 1960, 1961, 1962, 1963, 1964, 1965, 1966, 1967, 1968, 1969.

Le annate contrassegnate con l'asterisco hanno delle pagine o dei fascicoli non originali ma fotocopiati

Prezzo di ogni annata arretrata     25.00.
Annate 1944 e 1945 (un solo fascicolo)
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Per i singoli fascicoli delle annate 1884-1969 rivolgersi alla nostra amministrazione.

Le. annate contrassegnate con l'asterisco hanno delle pagine o dei fascicoli non originali ma fotocopiati

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°°°

IL PIU ' RECENTE STUDIO SUL B. ANGELICO

AA.W., Letture domenicane tenute in Lucca negli anni 1921 e 1922. Lucca 1927, pp. VII-305.   10.00.

AA.W., Terza età e vita sociale. Ricerca psicosociale nella Provincia di Pistoia. Pistoia 1990, pp. 150.   10.00.

BERNINI Reginaldo, La vita consacrata. IV ed., Pistoia 1993, pp. XII-354.   10.00.

CAMPOREALE Salvatore I., Lorenzo Valla e il "De falso credita donatione ". Retorica libertà ed ecclesiologia nel '400 (estrado), Pistoia 1988, pp. 102.   7,75.

CAPPELLUTTI Gerardo , Marie-Jean-Joseph Lataste O.P. La vita e l'Opera. Documenti. Pistoia 1997, pp. 592.   25.00.

CARDERI Benedetto, Testimonianze domenicane. Dal fondo notarile dell'archivio di Stato di Teramo. Teramo 1970, pp. 285.   12.50.

CARDERI Benedetto, I domenicani a L'Aquila. Prima parte. Teramo 1971, pp. 164.   10.30.

CARDERI Benedetto, San Severo Maggiore in Napoli: una chiesa da salvare. Note storiche e archivistiche. Teramo 1971, pp. 167.   12.50.

CARDERI Benedetto, Carrellata notarile. Dai protocolli dell'Archivio di Stato di Teramo. Teramo 1973, pp. VII-192.   10.30

CARDERI Benedetto, I domenicani nella diocesi di Penne. Teramo 1976, pp. 290.   12.50..

CARDERI Benedetto, Scrittori domenicani della Provincia Aprutina "S. Caterina da Siena" (sec. XVI-XIX). Teramo 1981, pp. 31.   7.75..

CARDE.RI Benedetto, S. Domenico di Teramo: chiesa e convento. Teramo 1990, pp. 182.   12.50.

GORI Nicola, La Santa e il Cavaliere. Le lettere di s. Caterina de' Ricci al fratello fra Ridolfo, Cavaliere di Giustizia del Sovrano Militare Ordine di Malta. Pistoia 2000, pp. 150, ill.  -   7.75.

MARINO Eugenio, L'affresco " La Vergine dalla radice di Iesse " di Andrea Bonaiuti in San Domenico di Pistoia. Saggio metodologico su iconografia e teologia. Pistoia 1982, pp. VI-240.   12.50.

MARINO Eugenio, Il museo immaginario di Maria "Madre di Gesù - Madre della Chiesa". Pistoia 1989, pp. 112 con 18 tavoie fuori resto.   10.00.

MARINO Eugenio, Il "Diluvio" di Paolo Uccello in S. Miaria Novella ed il Concilio di Firenze (1439-1443~. Saggio d'iconoteologia storica. Pistoia 1992, pp. 136 con 18 tavole fuori resto.   12.50.

MARINO Eugenio, Estetica, Fede e Critica d'arte. L'Arte poetica di Savonarola, l'estetica di Ficino e la Primavera di Botticelli. Pistoia 1997, pp. 280, con 37 tavole fuori testo.   12.50.

ORLANDI Stefano, S. Pietro Martire da Verona. Firenze 1952, pp. XIII-82.   .5.00.

ORLANDI Stefano, Il beato Lorenzo da Ripafratta, campione della riforma domenicana nel sec. XV (1373-1456). Firenze 1956, pp. XVI110.   5,00.

ORLANDI Stefano, Bibliografia Antoniniana. Città del Vaticano 1962, pp. XLVII-368.   25.50.

ORLANDI Stefano, Libro dì Rosario della gloriosa Vergine Maria. Studi e testi. Roma 1965, pp. XVI-240, con 15 tavole fuori testo.   10.00.

RUGGIERO Gerardo, Il monastero di Sant'Anna di Nocera. Dalla fondazione al Concilio di Trento. Pistoia 1989, pp. 178, con 24 tavole fuori testo a colori.   15.00.

SBAFFONI Fausto, Ammokònia (romanzo), Pistoia 2001, pp. 238.   7.75.

VELA Raffaele, Parola e Fede. Pistoia 1987, pp. 172.   7.75.

VELA Raffaele, Figure ed episodi biblici. Pistoia 1992, pp. 142.   7.75.

VELA Raffaele, In ascolto della Parola Pistoia 1996, pp. 158.   7.75.

VERDE Armando F., Libri tra le pareti domestiche. Una necessaria Appendice a Lo Studio Fiorentino 1473-1503. Pistoia 1988, pp. 225.    13,00.


Pubblicazioni

Gerardo Cappellutti O. P., Marie-Jean-Joseph Lataste O. P. La vita e l'opera. Documenti.


Recensioni

Diamo qui di seguito gli stralci delle recensioni apparse nella rivista in occasione della recente pubblicazione di alcune opere con le quali due illustri domenicani si sforzarono di combattere il
razzismo e l'oppressione.

ritratto anonimo
Bartolomeo Las Casas, infaticabile
evangelizzatore delle Indie Occidentali,
dedito alla difesa degli indi d'America,
si interessò altresì delle situazioni di
oppressione e di schiavitù non meno gravose
dei negri africani: questo insolito aspetto
dell'opera di fra Bartolomeo Las Casas
è documentato in un libro pubblicato
nel 1989 e recensito in "Memorie
Domenicane", n.s. 22, 1991, pp. 450-452.

"Nessuno stato, né re, né imperatore può alienare territori o cambiare il regime politico senza il consenso espresso dei suoi abitanti ": è questa la tesi geniale che viene sistematicamente svolta dal Las Casas nel  De regia potestate o derecho de autodetenninación per convincere il Re e il Consiglio delle Indie sul diritto degli Indios all'autodeterminazione.
Di seguito alla recensione della Brevisima relación de la destrucción de Africa riteniamo per tanto utile dare quella del De regia potestate, pubblicato nel 1984, e una breve informazione sulla conferenza De Indis, pronunciata da Francisco De Vitoria nel gennaio del 1539 davanti all'uditorio dell'università di Salamanca, pubblicata nel 1989 in facsimile del manoscritto conservato nella biblioteca del Capitolo della cattedrale di Palencia.


FRAY BARTOLOMÉ DE LAS CASAS, O.P., Brevisima relación de la destrucción de Africa. Estudio preliminar, edición y notas por Isacio Perez Fernandez, o.p., Editorial San Esteban, Salamanca, 1989, pp. 298.

Avvicinandosi il quinto centenario della scoperta dell'America, si fanno ovviamente più numerosi gli studi sui protagonisti di quell'impresa, sui " conquistadores ", sulle civiltà pre-colombiane e sulle condizioni degli indi sottomessi. Il Padre Isacio Perez Fernandez, da specialista di Las Casas quale egli è, ci fa conoscere aspetti finora poco noti, ma non per questo meno interessanti, dell'infaticabile evangelizzatore delle Indie Occidentali. Dedito ad una causa settoriale, quella degli indi—si diceva—egli non si interessò alle situazioni di oppressione e di schiavitù non meno gravose dei negri africani. Ora, è merito precipuo del presente libro aver fatto giustizia di questo luogo comune.

Certo, mentre sull'America si valse di documenti e di informazioni dirette, Las Casas dovette limitarsi, per quanto riguarda l'Africa, alla consultazione di fonti indirette, costituite in modo particolare dai cronisti. D'altra parte il libro-requisitoria del padre Las Casas, la Brevisima relación de la destrucción de las Indias, forse il più noto dl tutti i suoi scritti, è un'opera autonoma, pubblicata con il suo titolo, molto letto e tradotto in ogni epoca. Nulla di questo per lo scritto sull'Africa, che fa parte — come un inserto a sé — della Historia de las Indios, di cui occupa una decina di capitoli (dal XVII al XXVII) del primo libro, come ha scoperto nel 1980 padre Fernandez, il quale è arrivato alla conclusione che gli undici capitoli, omogenei fra loro, costituiscono una lunga digressione, scritta più tardi del resto dell'opera (probabilmente tra il 1553 e il 1554) e quindi interpolata. Egli l'ha intitolata Brevisima relación de la destrucción de Africa. La requisitoria di Las Casas è durissima, non meno intransigente di quella a favore degli indi che gli procurò tanti guai da parte delle autorità spagnole del Nuovo Mondo.

I "guanches" (ossia gli aborigeni delle Canarie) sono stati sottomessi dagli spagnoli nel secolo XV: questi " non avevano altro motivo, né causa, né giustificazione per invadere con violenza le loro terre e con guerre crudeli ucciderli, soggiogarli e renderli schiavi se non il fatto che essi erano infedeli; e ciò va contro la fede e contro ogni legge di ragione e di natura, contro la giustizia e contro la carità, per cui si commettevano dei gravi peccati mortali e vi era l'obbligo della restituzione, sia per i francesi che per i portoghesi e i castigliani " (pp. 7-8).

Come giunse Las Casas a giudicare così severamente i " conquistadores " precolombiani? La sua lunga esperienza americana gli fece prendere coscienza che, come gli spagnoli si erano comportati con gli indi, così essi e i portoghesi si erano comportati con gli aborigeni delle Canarie e con i negri d'Africa. La tesi di Vitoria, che pur nella sua moderazione considerava giusta la guerra combattuta contro gli infedeli in quanto tali, è rifiutata decisamente da Las Casas, fedele allo spirito dell'autentico tomismo.

Alla descrizione della conquista, fa seguito la riflessione morale sul carattere inumano di tali spedizioni contro gente pacifica e sconosciuta, di cui si conculcavano i diritti naturali: di qui la liceità degli autoctoni di difendersi con la forza. I castigliani prima e poi gli spagnoli (dopo l'unificazione della penisola iberica) facevano di quanto avrebbe dovuto essere un fine (la conversione e la salvezza) uno strumento, subordinato al vero fine, ossia alla conquista; così, malgrado l'opposizione dei francescani e dei vescovi, si operava una compromissione tra evangelizzazione e conquista, cui facevano seguito la depredazione e la vendita come schiavi degli aborigeni delle Canarie. E la stessa cosa facevano i Portoghesi nei confronti di alcune popolazioni dell'Africa Occidentale. Las Casas condanna la " cecità " di entrambi, che non si avvidero — e lo stesso capiterà per l'America — di avere a che fare con un mondo diverso: perché, se potevano semmai giustificarsi le violenze contro i musulmani, riferendosi alle ingiustizie precedentemente subìte a causa loro da popolazioni cristiane (quindi il caso rientrava nella " guerra di difesa "), qui si è di fronte ad una nuova realtà. È vero che anche le bolle papali erano ambigue: esse permettevano la sottomissione, in vista della Crociata, di popoli infedeli, e tale ambiguità fu strumentalizzata dai re, che amplificavano così l'ideologia della riconquista, considerando oggetto di sottomissione quanto si situava al di fuori della cristianità.

Las Casas rifiuta tali sofismi e ribatte che non vi sono giustificazioni alla conquista e tantomeno alla schiavizzazione: rifacendosi a san Tommaso, secondo il quale "gratia non destruit naturam, sed perficit " ("la grazia non distrugge la natura ma la perfeziona"), egli ribadisce i diritti naturali di ogni persona, sia essa fedele o infedele. Pertanto è un grave peccato trattar male gli infedeli in quanto tali, poiché tale comportamento è contrario alla giustizia. Ora, Colombo agirà nell'America come avevano agito spagnoli e portoghesi nelle Canarie e in Africa. E all'inizio del XVI secolo inizierà la tratta dei negri, che durerà per più di trecento anni.

C'è una " leggenda negra "—scrive padre Fernandez—nei confronti di Las Casas, e io pure mi ricordo di averla già sentita formulare: l'illustre domenicano, difensore accanito degli indi, sarebbe stato abbastanza indifferente alla sorte degli schiavi d'Africa; in realtà, pur non approvando in sé la schiavitù, in un primo tempo chiedeva che degli schiavi negri sostituissero gli indi in certi lavori (soprattutto nelle miniere), essendo più robusti e più adatti a lavori di fatica. Ma poi aprì gli occhi e ci fu la sua conversione, come egli stesso la chiamò. Per questo la " leggenda negra " sa di calunnia nei confronti di Las Casas: se è vero infatti che non protestò contro la deportazione dei neri, egli si attaccò alla causa e alla premessa di quella, cioè alla loro schiavizzazione, che condannò fermamente; pertanto può considerarsi l'unico difensore dei neri sino alla fine del Cinquecento.

La sua posizione è moto più radicale e molto più teologica di quella del vescovo delle Canarie, un francescano, che si lamentava che dei "guanches" convertiti fossero venduti schiavi. Questo discorso è interessato e di corta prospettiva, perché nel caso della schiavitù non si ha da discernere tra convertiti o no, il problema ha un'importanza ben più grande. La schiavitù è condannabile dal punto di vista dottrinale in quanto offende la fede, la legge naturale e razionale, la giustizia e la carità; ed è riprovevole nella prassi, specie se praticata da cristiani, perché gli schiavi sono indotti a odiare la religione dei loro padroni, ponendo così un ostacolo alla conversione. Certo — e qui Las Casas concorda in sostanza con il vescovo delle Canarie — il vero scopo degli schiavisti è il loro interesse, e la conversione dei soggetti non è che un misero alibi.

La "cecità" di cui parla spesso Las Casas non è soltanto una scarsa perspicacia intellettuale, è anche un'insensibilità di cuore: " Questa è la cecità, come si è detto, che riguarda i cristiani mondani, la quale consiste nel credere che coloro che sono infedeli, per il fatto che non sono battezzati, sia lecito derubarli, depredarli, catturarli e ammazzarli (p. 235). E i portoghesi in Africa non furono da meno degli spagnoli nelle Canarie: "Essi ritornarono alle navi gloriosi e trionfanti, ringraziando Dio per avere predicato il Vangelo a colpi di lancia " (p. 243). Non poteva esserci un sarcasmo più tagliente... La cecità riguarda i regnanti in primo luogo, ma si estende anche ai sudditi, in particolare — per quanto riguarda le conquiste del Quattrocento — ai portoghesi, i quali vedevano che le scoperte arrecavano ricchezza alla Nazione e se ne rallegravano.

La guerra contro gli infedeli non è lecita per Las Casas che in tre casi ben precisi: a) quando si tratta di difendersi da una aggressione; b) quando è perseguitata la fede; c) quando si tratta di recuperare i territori perduti. Sono i casi classici che motivavano la " guerra giusta" contro i musulmani, ma che sono inesistenti nei casi degli abitanti delle Canarie e dell'Africa Nera, ed in seguito dell'America. Il movente della conquista resta pertanto la rapina.

Ed anche nel caso che certi conquistatori sottomettessero dei popoli pacifici e non certo maldisposti nei loro confronti per " portare le loro anime a Dio "—ossia per imporre loro la religione cristiana—l'impresa non sarebbe meno biasimevole, in quanto, per usare un detto usato e abusato, il fine non giustifica i mezzi.

L'importanza dell'argomentare di Las Casas, per quanto riguarda le conquiste d'Africa come a proposito di quelle d'America, consiste nell'affrontare il fenomeno da un punto di vista teologico. Molti infatti, tra i religiosi, criticarono i metodi usati dagli spagnoli nei confronti degli indi, considerati alla stregua delle bestie, e si prodigarono per rendere meno insopportabile la loro situazione. Egli, pur condividendo tale atteggiamento, va più in profondità e ricerca le cause di tale abbrutimento: di qui la condanna dei pilastri ideologici che stavano alla base della conquista e della conseguente schiavitù.

.ETTORE DE GIORGIS


BARTOLOMÉ DE LAS CASAS, O.P., De regia potestate o derecho de autodetenninación. Edición critica bilingiie por L. Perena, J. M. Perez-Prendes, V. Abril, J. Azcarraga. Consejo Superior des Investigaciones cientificas, Madrid, 1984, pp. 360.

L'opera, già pubblicata diversi anni fa, è stata ora ristampata nella collezione del Corpus hispanorum de pace. I curatori sono ben coscienti, e ce ne avvertono espressamente, dei limiti e delle deficienze della pubblicazione non essendo stato possibile accogliere, a motivo dell'urgenza e della fretta, gli ultimi risultati dell'indagine scientifica sulla polemica Lascasiana.

L'urgenza è stata provocata dal sopravvenire del quinto centenario (1484 - 1984) della nascita di Bartolomé de Las Casas, in occasione del quale il Corpus hispanorum de pace ha voluto proporre come omaggio la ristampa di questo volume così significativo nella produzione del grande domenicano e nella storia del pensiero politico.

Il trattato De regia potestate, che venne pubblicato per la prima volta in Germania nel 1571 dopo la morte del suo autore (dopo il 1522 Las Casas non poté più pubblicare nulla in Spagna a causa della proibizione " a stampare o vendere nel Regno senza esplicito permesso di Sua Maestà nessun libro che tratti delle Indie "), segna un momento fondamentale nella lotta per i diritti umani. " Nessun stato, né re, né imperatore può alienare territori o cambiare il regime politico senza il consenso espresso dei suoi abitanti ": è questa la tesi geniale che viene sistematicamente svolta da Las Casas in questo libro per convincere il Re e il Consiglio delle Indie sul diritto degli Indios all'autodeterminazione. Forse non è stato scritto niente di più straordinario e di più sensazionale nel sec. XVI in difesa della democrazia e sul rispetto e la promozione dei diritti civili e politici di quegli Indios di cui Las Casas fu sempre strenuo difensore.

Ancora oggi l'opera di Las Casas ci lascia un messaggio valido contro lo straripare del potere e al servizio della pace e della libertà dei popoli.

M. G., o.p.


FRANCISCO DE VITORIA, O.P., Doctnna sobre los Indios. Edición facsimilar, traducción y notas de Ramón Hernández Martin O.P., Editorial San Esteban, Salamanca, 1989, pp. 110.

Dal 28 marzo al 1° aprile del 1989 si è tenuto a Salamanca il secondo congresso internazionale su " I Domenicani e il Nuovo Mondo ", a cura del comitato degli storici domenicani per il Quinto Centenario dell'Evangelizzazione dell'America. Per accompagnare questo avvenimento è stata pubblicata l'edizione in facsimile della conferenza di Francisco De Vitoria De Indis, tradotta e annotata da Ramón Hernández Martin O.P. La conferenza fu pronunciata da Vitoria nel gennaio del 1539 davanti all'uditorio dell'università di Salamanca. Per questa edizione è stato scelto il migliore dei manoscritti, quello conservato nella biblioteca del Capitolo della cattedrale di Palencia.

La riproduzione in facsimile è accompagnata da una magistrale presentazione storica e dottrinale. L'introduzione illustra tre aspetti fondamentali: Salamanca e i problemi del Nuovo Mondo — Francisco De Vitoria e la sua dottrina sull'America — l'importanza di questo manoscritto di Palencia nell'opera del Vitoria e, infine. le caratteristiche della presente edizione.

Il De Indis fu il frutto più maturo del lavoro di Vitoria: dei suoi anni di insegnamento, della sua profondità intellettuale, della sua ricerca scientifica. Fu anche il risultato di un continuo scambio intellettuale non solo all'interno della scuola di Salamanca, ma più ancora dello scambio fra le informazioni, le esperienze, gli interrogativi che prevenivano dai confratelli domenicani missionari nelle Americhe e le idee teologiche e giuridiche dei Domenicani del convento di S. Esteban di Salamanca.

L'opera è una forte difesa dei diritti dell'uomo, diritti individuali sociali e politici, che portano a una dottrina politica di chiara impronta democratica, che in nome della libertà pone limiti ben definiti ai poteri pubblici, perfino al potere supremo. Sono le teorie che hanno fatto da supporto alla lotta a favore degli Indios da parte dei missionari domenicani e del più celebre fra di essi, Bartolomé de Las Casas, e sono le idee che fanno si che Francisco De Vitoria sia stato considerato il fondatore del diritto internazionale pubblico moderno.

M. G., o. p.