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DEZZA Giuseppe


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Giuseppe Dezza, tenente generale, nato a Melegnano nel 1830 e morì in Milano il 14 maggio 1898. Poco più che giovanetto ed ancora studente combattè la ,prima volta per l’indipendenza d’Italia nel 1848, dopo che l’università di Pavia, chiusa nel 1847 per ordine austriaco, non potè più ricevere gli studenti (Dezza era iscritto nella facoltà di matematica). Nel 1859 fu tenente del battaglione dei Cacciatori delle Alpi , il corpo speciale militare creato da Garibaldi . Dezza era con Nino Bixio , comandante maggiore, ed in quell’anno si guadagnò la sua prima medaglia al valore. Quando la brigata garibaldina dei Cacciatori delle Alpi fu incorporata nell’esercito regolare, Dezza vi prestò servizio per pochi mesi, poi ne uscì per andare con la spedizione dei Mille, nella quale fu accettato come tenente della prima compagnia di Bixio . All’assalto di Palermo era già capitano e comandava un battaglione. Ad ogni combattimento Dezza è tra i primi e tra i più attivi. Al Pianto dei Romani, di fronte a Calatafimi, il primo scontro con i Borbonici, accorre presso Garibaldi che gli avevano detto in pericolo. Garibaldi lo accoglie sorridente e gli dice: « Siete qui, ingegnere? », e gli ordina di attaccare il nemico. Ancora Garibaldi , durante questo scontro, ad altra truppa sopravvenuta ordina « Seguite il capitano ». Ad una sosta durante la marcia, il capitano Dezza viene chiamato nella tenda di Garibaldi che era con Bixio , Sirtori, Türr ed altri. Garibaldi lo accoglie con un sorriso e gli dice: « Lasciate che io stringa la mano ad uno dei più valorosi che io abbia conosciuto ». L’emozione è tale che a Dezza manca la parola. Dopo l’assalto al Ponte dell’Ammiraglio ed a Porta Termini in Palermo, Dezza è sulle barricate. Conquistata la città, Garibaldi lo chiama e lo saluta dicendo; « Caro maggiore!...». Quando i garibaldini sbarcarono a Reggio tratta con Garibaldi la resa dei Borbonici. Poi la marcia si avvia verso Napoli, dove i garibaldini entrano il 7 settembre 1860 tra la folla in delirio. Bixio passa al comando della divisione e Dezza è nominato colonnello, ed a Maddaloni passa dal comando del reggimento al comando della brigata dove una mossa strategica contro il nemico assicura la vittoria. Il 26 ottobre Garibaldi ordina alla divisione di Bixio di passare il Volturno, Bixio cade da cavallo e si rompe una gamba: il comando è affidato a Dezza, mentre Garibaldi gli dice: « Bixio desidera che siate voi a sostituirlo. Abbiate fiducia in voi stesso, caro ingegnere ». Dezza riceve il re Vittorio Emanuele II° sulla strada di Teano per il famoso incontro con Giusepe Garibaldi
. Da quel giorno incomincia la stima e l’amicizia del re per Dezza. Dezza lascia Napoli e a Natale è a Melegnano con la divisa di colonnello garibaldino, uno dei famosi Mille. Nel 1862 è al comando di un reggimento, il 290, di stanza a Casalpusterlengo e contemporaneamente riceve la Croce Ufficiale di Savoia: Dezza ha 32 anni, entra nell’esercito regolare, come ufficiale. Proprio nel 1862 Garibaldi , in giro di propaganda per l’istituzione dei tiri a segno, di ritorno da Lodi, si ferma, il 26 marzo, a Melegnano, espressamente per salutare la famiglia di Dezza; e nella ressa di tante autorità e personaggi Garibaldi si china a baciare la mano della madre di Giuseppe Dezza , Carolina. Scoppiata la terza guerra per l’indipendenza il Dezza è al fronte, dove gli fu necessario prendere il comando di divisione in località Oliosi, Campagna Rossa, Montevento, Mongabbia. Qui Dezza dovette riparare agli sbagli altrui e ritirarsi al di qua del Mincio, dopo aver ordinato una carica a Campagna Rossa, un episodio che fu celebrato dal poeta Giovanni Pascoli. Dopo questo conflitto Dezza fu nominato maggiore generale ed insignito della commenda di Savoia, e nel 1872 è nominato aiutante di campo del re. Fu al seguito del re nel 1873 a Vienna ed a Berlino e rimase accanto al sovrano fino al 1877. Inoltre preparò a Roma l’incontro tra Vittorio Emanuele II° e Garibaldi al Quirinale. Garibaldi , quasi immobilizzato dall’artrite, si trovò con il re per circa una mezzora, ed il Dezza dava l’annuncio ai giornali. Questo incontro, preparato e voluto dal Dezza, portò un grande servizio alla pacificazione degli animi repubblicani intemperanti che ancora erano in Roma e che volevano organizzare proteste e disordini contro la monarchia. Dopo il 1877 Dezza fu nominato comandante di corpo d’armata ad Ancona, poi a Bologna, ed infine a Milano. Partecipò alla vita politica come deputato di Codogno nella XIII° e XIV° legislatura. Gli venne offerto dal primo ministro Cairoli il ministero della guerra, ma egli rifiutò. Fu nominato senatore del regno e collocato in riposo con il grado di comandante di corpo d’armata. Alla sua morte ebbe funerali grandiosi. Oggi riposa nella cappella cimiteriale di famiglia in Melegnano. Milano e Melegnano gli hanno dedicato una via ed un busto. Il busto in Melegnano è posto sotto il porticato del palazzo comunale. Nel 1963 era stampato un libro dal titolo Memorie autobiografiche e carteggio per cura dell’editrice Renon di Milano.

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Creato da: Astalalista - Ultima modifica: 25/Apr/2004 alle 19:46 Etichettato con ICRA
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