AER SIA SP-4

1916 - Ricognizione

Nella primavera del 1916 gli ingg. Savoia e Pomilio completavano il progetto del bimotore SP-4. I due progettisti presero a modello il Caudron G-4 dotato di due eliche trattive e doppio trave di coda. La sua costruzione era affidata alla AER che stava terminando in quel periodo la costruzione dei Caudron G-4. Terminata la costruzione del primo esemplare, i primi collaudi furono effettuati da Cesare Cervetti, pilota collaudatore della ditta, alla fine di novembre del 1916. Durante i primi giorni di dicembre il nuovo aereo era provato in volo dal Capo della Sezione Esperienze di Volo della DTAM (Direzione Tecnica dell'Aviazione Militare) di Torino ing. Guido Guidi che ne riportava un'impressione molto favorevole. Dopo una settimana il prototipo non riusciva a riprendersi da uno stallo e si fracassava al suolo causando la morte di uno dei passeggeri a bordo. La produzione era immediatamente sospesa ed era nominata una commissione d'inchiesta. La conclusione era che non si poteva accertare nessun difetto ne di progetto ne di costruzione.
All'inizio dell'autunno del 1917 gli SP-4 giungevano al fronte ed erano assegnati alla 62^ Squadriglia. Nel riordinamento seguito alla ritirata sul Piave, servirono ad equipaggiare la 31^ e la 61^ Squadriglia che avevano perso molti mezzi durante il ripiegamento. Gli SP-4 rimanevano in servizio sin verso il termine del conflitto.
Lo SP-4 era inteso originariamente per il bombardamento, dato la sua configurazione bimotore, e passato invece alla ricognizione. Era costruito dalla AER; 123 velivoli nel 1917 e 29 nel 1918, per un totale complessivo di 152. L'aereo si rivelava molto più sicuro dei predecessori. Nel 1917 un esemplare era esposto alla Mostra Aerea di Milano. Alcuni esemplari erano impiegati per il trasporto di sabotatori dietro le linee avversarie.

 

Dati e caratteristiche

Aereo

AER SIA SP-4
Motore

2 Isotta Fraschini V4B da 190 cv.
Apertura alare

19,8 m.
Lunghezza

10,7 m.
Altezza
Superficie alare

78 mq.
Peso a vuoto

1.700 kg.
Peso totale

2.300 kg.
Velocità massima

150 km/h.
Salita a 3.000 m.

18'
Autonomia

4 ore
Tangenza

4.000 m.
Armamento

2 mt.
Equipaggio

2 persone

Descrizione Tecnica
Il biplano SP-4 aveva la classica formula dei Farman da cui derivava: la carlinga era centrale e gli impennaggi, a tre derive, erano sorretti da sottili travature che partivano dai longheroni della struttura alare. Le ali avevano struttura bilongherone ed erano irrigidite da una serie di montanti e tiranti. All'interno della carlinga vi erano due seggiolini: quello anteriore riservato all'osservatore (che aveva a disposizione una mitragliatrice brandeggiabile) e quello posteriore destinato al pilota ed armato con una seconda arma. I due motori Isotta Fraschini V 4 B da 150/190 cv. erano sorretti da montanti ed erano posizionati a circa metà strada tra le due ali ed azionavano eliche bipala trattive in legno. Il carrello era a due elementi con due ruote ciascuno ed era corredato da pattini per evitare i capottamenti.

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