V CICLO: PROGETTI STRATEGICI, DATA DRIVE / L’ORGANIZZAZIONE DELLE INFORMAZIONI. IL DATA-BASE. |
26 – 05 – 04 / XIV LEZIONE
B. MODELLO
Ricordando la domanda della volta
scorsa: Come faccio a trasmettere dei dati
"strutturati"? Sia se essi siano di tipo A (cioè
informazioni testuali) oppure se essi siano di tipo N (cioè di tipo numerico) a
distanza e se sono ai tempi di Leonardo? E cioè senza fax, elettricità o mezzi
fisici. Come faccio cioè effettivamente a "trasmettere" se voglio
trovare un sistema efficiente, più rapido, del precedente.? Come si risponde a
questa domanda? se soprattutto interviene una nuova componente o parola chiave.
Soluzione: Il MODELLO, lo spread-sheed (= foglio di
calcolo) ecco il modo!
Una
invenzione rivoluzionaria (Visicalc, Multiplan, Lotus 1,2, 3, Excel): ma il
modello che rapporto ha con la ricerca architettonica? Per un architetto il
modello è legato alle decisioni.
Esistono
quattro tipi di modelli:
1.
MODELLO DECISIONALE:
E’
un modello di studio che parte da bisogni oggettivi, in cui vengono congelati dei
dati di partenza, per arrivare a soluzioni alternative di tipo oggettivo.
Un esempio estremo di questo modello è il manuale, in cui i dati sono
estremamente statici.
Risponde
al quesito della funzionalità dell’architettura.
Parola chiave à funzionale.
2.
MODELLO PRESTAZIONALE :
E’
un modello in cui si analizza un numero molto grande di esigenze e solo dopo aver
esaminato molte prestazioni si può fare un lavoro oggettivo. E’ una
evoluzione di quello decisionale ed è di tipo narrativo.
Il
matematico-architetto Alexander Klein non smentisce questo approccio ma lo
allarga. Egli afferma che si devono suddividere i requisiti funzionali di un
dato oggetto, "esplictarli" sino al grado più basso e poi attraverso
una struttura a lattice complessa si può decidere e operare delle scelte. Il
modello diventa così prestazionale.
Parola chiave à
concettuale
3. MODELLO
STRUTTURALE O STRUTTURALISTA:
Il
concetto di questo di modello fa riferimento alla filosofia e antropologia a
partire da Levi-Strauss(che lo include semplicemnte come una sottocategoria), e
non al fatto costruttivo. In particolare Habraken e Del Sar proponevano, per la
prima volta, una "gerarchia delle scelte": alcune che formavano le strutture
fisse, altre le variazioni delle forme e dei comportamenti "entro"
quelle strutture fisse, che Habraken chiamava Supports.
I
comportamenti possibili rispettano, quindi, le strutture primarie ma possono
generare varianti all’interno della regola base. Questo perchè il progetto non
si può muovere solo con dati oggettivi bensi' attraverso dati variabili e
flessibili
Parola chiave à strutture fisse, gerarchia.
4. MODELLO DIAGRAMMATICO:
Banalizzando
verrebbe voglia di paragonarlo ad uno schizzo, ovvero una prefigurazione di
un'idea finale ma è la prefigurazione di un processo. E’ la prefigurazione delle relazioni che intercorreranno
nell'architettura e un codice dna generatore e regolatore di uno sviluppo;
gli esiti dipenderanno da una serie di elementi o accidenti che intervengono
come variabili per modificare quel diagramma. Esso è dunque intrinsecamente
dinamico: questo fa entrare in gioco due cose: A. l'elettronica e i computer, e
B. l'uso dinamico "dei dati".
Parola chiave à processo, relazioni future, sinteticità,
codice DNA generatore.