Le
cose stanno andando di male in peggio laggiù nella vecchia Gotham, la grande città.
Hanno costruito grattacieli sopra altri grattacieli, strade sopra altre strade; in effetti
circolano un bel po' di soldi e in mezzo al cielo impazzano le mega insegne di un sacco di
roba nuova da comprare. Ma non si vede gente allegra in giro: musi lunghi dappertutto,
invece. Anche il sole tira dritto quando passa dalle parti di Gotham: sopra la città
crepuscolare si fermano solo la nebbia e i fumi maligni. E nelle ombre nere delle sue vie
se la cavano bene solo le bande dei teppisti e i poliziotti più duri: cosa sta corrodendo
Gotham, dove sta il male causa di tutti i mali? Eccolo lì il delinquente del secolo,
l'assassino schizofrenico, due criminali in uno: l'orrendo e invincibile Duefacce; mezza
faccia da, si fa per dire, bravo ragazzo, l'altra mezza devastata dall'acido. Lui tira una
moneta in aria e, se viene croce, prevale la metà cattiva di Duefacce, morte e sterminio,
e se viene testa, vince quella, si fa per dire, buona, e allora sono sfracelli di ogni
genere e disordine a non finire. Ora come ora si è impadronito della più grande banca
della città, e a furia di tirar monete in aria, ha rapinato quello che poteva, ha
ammazzato quanto ha voluto, e si è tenuto in ostaggio pure un padre di famiglia, l'esca
prelibata per il pescione che vuole catturare. Colui che solo da morto ammazzato potrà
dargli un po' di pace, il topaccio alato che, secondo la sua mente contorta, si è reso
responsabile dello stato deplorevole del suo grugno e conseguentemente, della sua anima:
Batman, l'uomo pipistrello, l'ultimo baluardo dell'infelice città contro la morte e il
caos. E Batman, generosamente, è sempre pronto a intervenire per cercare di mettere fine
alla tragedia della città. Basta accendere nel cielo il Batsegnale. L'unica cosa del
resto che rimanga da fare a quei poveracci del sindaco e del commissario quando le cose si
mettono male; dopo che le hanno provate tutte, persino quella di ingaggiare una psicologa
criminale. La quale dottoressa Chase Meridien, invece di applicarsi a convincere Duefacce
a darci un taglio con le sue malefatte, non trova di meglio da fare che innamorarsi di
Batman. Ecco fatto: al pipistrellone è bastato entrare con la sua Batmobile, scampare per
un pelo a una micidiale trappola all'acido solforico, liberare l'ostaggio con due tiri ben
assestati delle sue magiche funi, che la dottoressa è lì che gli sbava davanti. Ma
Batman non si fida un granchè dei benefici influssi dell'amore; lui è un solitario e non
sopporta nessuno tra i piedi. Più possibilista al riguardo è ivece Bruce, il bello,
fascinoso e benevolo industriale, idolo mondano di Gotham. Lui un pensierino ce lo farebbe
per la bella Chase; ma a nulla valgono feste di gala, intime cenette accanto al camino,
dotte discussioni di psicologia: lei non ha occhi che per l'eroe mascherato. Una via
d'uscita ci sarebbe, visto che si dà il caso che Bruce altri non sia che la versione in
borghese di Batman. Peccato che anche il buon Bruce ha i suoi tormenti e i suoi traumi: è
un po' schizzato pure lui, insomma. Ha avuto un'infanzia infelice e ancora non sa
raccapezzarsi per quale profonda ragione si veda costretto a travestirsi in quel modo
così buffo per sentirsi davvero in forma. Insomma, anche lui come Duefacce è diviso in
due, e non c'è modo di mettere insieme i cocci per fare un uomo adulto e tranquillo. Per
fortuna gli eventi precipitano. Un certo Ed Nygma, un giovane e geniale tecnico della
fabbrica di Bruce, fa una scoperta straordinaria: un marchingegno che, attraverso la
televisione, manipola la mente della gente in modo da catturare le onde celebrali e
convogliarle tutte in un unico cervello. Così mentre la folla rincitrullisce, c'è uno,
uno solo, che diventa un ipercervelluto padrone del mondo. Di tutta questa faccenda Bruce,
che è un umanitario, non ne vuole proprio sapere: troppi problemi etici, così che a Ed
Nygma, arrabbiatissimo con quello stupido sentimentale del padrone, non resta che cercare
i capitali necessari alla produzione della sua infernale invenzione, là dove sono più
abbondanti e meno schizzinosi. Con il nome d'arte di l'Enigmista si mette in società con
Duefacce: assieme possono davvero impadronirsi del mondo! E finalmente far fuori l'uno
Bruce e l'altro Batman! Di lì in poi per Gotham è vera disfatta. Il succhia-pensieri,
travestito da tv tridimensionale, entra nelle case della brava gente desiderosa di nuove
emozioni, la rincretinisce tutta e lascia solo soletto Bruce-Batman a cercare di mettere
una pezza allo sfascio di omicidi, rapine e prepotenze che il duetto criminale mette in
atto indisturbato. Il nostro eroe è lì lì per soccombere; ma a questo punto che la
dolce psicologa torna finalmente utile: con una bella strizzatina alla psiche turbata di
Bruce e una vigorosa strigliata all'amor proprio di Batman, rimette assieme l'uomo
perfetto, la soluzione finale alle angosce di Gotham. Ecco così che Batman si prende
anche lui un socio: Robin, orfanello trapezista con cui lanciare la sfida decisiva alla
coppia Duefacce-Enigmista. Bat-razzo e Bat-scafo non bastano a penetrare la mirabolante
fotezza del male. Per vincere la battaglia ci vuole ben altro: l'innocente coraggio di
Robin e la forza astuta del topone volante. Niente e nessuno, naturalmente, può farcela
contro tutto questo bendiddio. Duefacce si inabbissa nel mare, l'Enigmista si inabissa
nella cella di un manicomio e Chase si porta via Bruce-Batman finalmente riuniti in un
maschio solo. E Robin? Robin deve crescere ancora un poco per queste cose |