Tutti gli anni i Masesi organizzano la festa campestre dedicata alla loro Santa patrona, tributandole tutti gli onori dovuti e rispettando un cerimoniale che si rifà alla tradizione.

Il giorno stabilito, che dovrebbe essere il lunedì dopo Pentecoste, il Comitato con il suo presidente e i suoi membri, chiamati "obrieri", danno il via ai festeggiamenti caratterizzati da momenti puramente religiosi e da occasioni esclusivamente civili, che si snodano in maniera tale che la festa sia grande per tutti, tanto per i giovani che per i vecchi, tanto per le donne che per gli uomini. Il lavoro del Comitato, costituito da persone di buona volontà che hanno sacrificato il loro tempo libero per dedicarsi alla festa di Santa Caterina, è stato lungo e la festa rappresenta il culmine di tutta una serie di attività preparatorie, tra cui la questua, che ha coinvolto l'intero paese di Elmas.

Il simulacro della Santa, che si trova nel sagrato della chiesa di San Sebastiano in Elmas, è in legno decorato a mano e sta all'interno di una portantina circondata da vetri. Per la festa la statua viene ornata con dei gioielli offerti dai fedeli come segno di riconoscenza per qualche grazia ricevuta, mentre la portantina viene riccamente addobbata e ornata con dei fiori.

Il primo giorno dei festeggiamenti la statua di Santa Caterina, trainata dai buoi, anch'essi "vestiti" a festa, viene portata in processione dal paese verso la chiesetta campestre. Tutto avviene secondo un rituale consolidato: il sacerdote e i chierici pregano ed intonano i canti, le associazioni religiose sfilano dietro antichi stendardi recitando il rosario, il corteo canta "Is goccius di Santa Caterina", i bimbi vestiti con il loro abito di prima comunione fanno da cornice alla Santa, i giovani con i costumi sardi danno un tocco di colore, mentre dietro il simulacro uomini e donne onorano la Patrona con la loro composta presenza.

Arrivati nella chiesetta di Santa Caterina, il sacerdote celebra la messa. Ma il "momento forte" di tutta la festa è la predica, durante la quale un predicatore, chiamato da fuori, stando su un piano leggermente sollevato rispetto al pavimento, e con una potente voce, richiama la storia della Santa e invita tutti gli uomini a convertirsi e a credere al Vangelo.

In passato si svolgeva una corsa di cavalli che suscitava grande interesse tra i paesi vicini e garantiva una grande partecipazione anche da parte dei forestieri.

Durante la sera nel cortile ci sono degli intrattenimenti per coloro che vegliano la Santa e non mancano i torroni di Tonara che "addolciscono" i grandi ed i piccini!

Il giorno dopo, sempre in processione, la statua ritorna nella parrocchiale di San Sebastiano. Al suo ingresso in paese viene accolta dai fuochi d'artificio e la sera non manca una grande festa in piazza con canti e balli.

L'affetto e la devozione per Santa Caterina trova origini antiche e si è consolidata nel tempo. Si pensi che nel 1841 su 29 persone morte ad Elmas 9 vennero sepolte, su loro esplicita richiesta, a Santa Caterina. Non si parli poi delle numerose giovani che nell'Ottocento e nei primi decenni del Novecento portavano con orgoglio il nome di Caterina.

Cavallo
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Costumi
 
 
Foto di Armando Ruggeri
Processione
Festa
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