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Ma vogliamo allora analizzare il termine "motoguzzi"?

Qual'è la sua lontana origine etimologica e semantica? Quale ceppo etnico ha usato per primo questo termine?

La maggior parte degli studiosi è convinta, dai ritrovamenti effettuati su alcuni galeoni svizzeri recuperati sul fondo del Lago di Lario, che la parola misteriosa abbia una lontana provenienza di radice sassone. La scritta era impressa, con una tecnica tuttora sconosciuta, sul fondo di alcuni piccoli recipienti di un materiale metallico di bassa qualità che una

targhetta trovata nelle vicinanze sembra descrivere come "teste serie piccola". Questi recipienti dovevano quindi essere dei vasi che facevano parte del corredo funebre di qualche contadino (da qui la scelta del materiale povero) che il resto della popolazione doveva considerare un po' come lo scemo del villaggio (per l'appunto "testa piccola").

Un'altra corrente di studio da per certa invece un'origine egiziana. Questa tesi è avvallata dal simbolo pittorico di un volatile spesso trovato nelle vicinanze del termine in oggetto. Lo stile grafico con cui è disegnato il volatile fa chiaramente pensare ad un graffito egizio, e serviva evidentemente per identificare una qualche divinità animale. A questo proposito (scusate la divagazione sul simbolo, visto che ci stiamo occupando del termine "motoguzzi", ma ci sembra rilevante, vista la stretta correlazione che sembra esserci fra i due elementi) gli studiosi hanno notato, dopo lunghe prove di datazione effettuate con il carbonio C14, che in epoche più lontane il simbolo pittorico aveva una valenza simmetrica, ovvero veniva raffigurato sia disegnando la testa del volatile a destra che a sinistra.

Dopo un certo periodo invece, improvvisamente e inspiegabilmente, il volatile veniva raffigurato solo con la testa volta a sinistra. Perchè questo cambiamento? Era solo una nuova abitudine? una comodità fattasi convenzione? o si tratta invece di un sintomo di una grave crisi sociale ed economica dei popoli che utilizzavano quel simbolo? Come a dire "poichè il nostro dio volatile non ci protegge più, lo disegneremo solo in un modo... per risparmiare sugli stampi". Questo mistero è rimasto tale fino a quando gli studiosi non sono riusciti ad associare un nome a questa divinità. Dagli

archivi imperiali, nello scaffale "aziende regalate", si sono trovati degli antichi papiri la cui decifrazione ha portato alla scoperta di un documento sensazionale. Si tratta di una cronaca dell'epoca che narra come, per un triste e lungo periodo, i popoli guzzisti fossero governati da un sovrano totalmente incapace che aveva portato alla rovina già altri imperi. Egli portò sull'orlo dell'estinzione anche le popolazioni guzziste, con scelte politiche-economiche dettate da una evidente demenza senile. Aveva sprecato ingenti risorse in progetti utopistici come il "quattro in linea" ( a questo

punto il narratore si interrompe, ma si deduce, dalle ultime frasi, che doveva trattarsi dell'opera di una mente dissoluta). Tale sovrano, nei sui deliri di potenza, prese possesso dell'effige del nobile volatile e ne fece impropriamente uso per rivendicare la sua origine divina, per cui si faceva chiamare, appunto, DeoTomaso.

Improvvisamente scompare anche questo tiranno, sparendo chissà dove, forse a distruggere qualche altro regno, ma sicuramente lasciando profonde ferite nei popoli guzzisti.

La tesi egizia è avvallata anche da altri ritrovamenti. Antichi documenti riportano le diciture "motoguzzicalifornia", "motoguzzinevada", "motoguzziflorida". Se escludiamo la radice comune dei termini, è possibile trovare dei riferimenti nascosti a terre d'oltreoceano e, come tutti sanno, gli egiziani avevano scoperto le Americhe molto prima di Cristoforo Colombo.

Tornando tra l'altro al nostro dissoluto sovrano-divinità, pare che egli si nominasse DeoTomaso proprio per nascondere le sue vere origini, che in realtà erano argentine.

Radice sassone? Radice egizia? Come sia nato "motoguzzi" resta un mistero. Una piccolo gruppo di studiosi a provato a ricondurre l'origine del termine ad una paternità greca: "centauro" e "ippogrifo" compaiono in documenti di epoca molto recente, ma proprio per questo motivo è da scartare questa ipotesi, tanto più che "ippogrifo" non ha mai avuto un riscontro in alcun ritrovamento archeologico, per cui restano un mistero tanto la sua origine quanto la sua applicazione.

Lasciamo stare ora l'origine del nome per occuparci dell'aspetto semantico del termine "motoguzzi".

Qui, assieme ad archeologi e linguisti, sono entrati in campo i matematici. Si è infatti provato ad associare il termine alle serie numeriche che spesso apparivano su alcuni reperti, in particolare dei pesanti contenitori di metallo identificati come "blocco motore". Essi dovevano essere un strumento bellico di difesa, utilizzato dai popoli guzzisti per fermare la corsa dei nemici (appunto "bloccare il moto" degli avversari). I migliori matematici internazionali hanno provato a dare un senso a questi numeri definiti NSBM (Numero di Serie del Blocco Motore), ricorrendo anche all'utilizzo di potenti computer (così scriviamo noi puristi della lingua italiana), ma dopo innumerevoli ed inutili tentativi, si è giunti alla conclusione che la sequenza di questi numeri era dettata dalla più totale casualità, per cui si suppone che avessero un fine puramente decorativo.

La conclusione è che non esiste alcun rapporto logico tra la parola "motoguzzi" ed i numeri che l'accompagnano. Ovviamente questo vale se ragioniamo con una logica lineare. Se utilizziamo invece una logica monovalente in cui ciò che è vero ciò che è vero anche se è falso, si giunge alla conclusione che tutti i numeri sono uguali, per cui il blocco PA345683 è uguale al bolcco PA879128. Ma queste sono solo masturbazioni mentali dei matematici che sono giunti al delirio durante gli studi, poichè gli antichi popoli guzzisti non potevano ragionare per logica monovalente (di origine aliena estremo-orientale), ma solo per logica lineare; ovvero se A è uguale a B e B è uguale a C, allora scrivere AB è come scrivere ACI (supponendo A = 1, A = B per cui B = 1, B = C per cui C = 1, C si pronuncia "ci" , I = 6, fa 116). Non fa una piega.

Ma allora... chi diceva "motoguzzi"? E quando lo diceva, cosa voleva dire? Sperimentiamo con le sillabe.

"Mo'... to guzzi" = "Adesso... tu guizzi", ovvero fai un salto in avanti. Lo dicevano i boia ai condannati sulle rive a strapiombo del lago di Lario. Originale forma di condanna capitale, se consideriamo che all'epoca il lago era circondato da chilometri di splendide spiagge di sabbia bianca frequentate da ballerine brasiliane in tanga, senza il minimo dirupo o

scoglio.

"Motògu? Zzì!" = "Motogu? Si!". La domanda veniva rivolta ai lavoratori neri prima dell'assunzione negli stabilimenti di Mandello. Quelli che appartenevano alla tribù dei Motogu rispondevano in maniera affermativa. Ci fu una grande campagna di assunzione di lavoratori extracomunitari poichè il Ministero dei Trasporti aveva stabilito che la velocità della produzione doveva dipendere dalle condizioni meterologiche. Quando pioveva, i lavoratori neri si fermavano al canto di "Deo Tomaso, don't let the sun go down on me" (Dio Tomaso, non far sparire il sole, perchè se facciamo i

collaudi sulla nostra pista bagnata, con l'asfalto tipo mosaico bizantino, ci schiantiamo tutti).

"Mmmm.... Hot Hog! ...Uuuu ....Zzzzz" = "Mmmm... Maialona bollente! ....Uuuu ...Zzzzz" (onomatopeico, un ululato libidinoso seguito dal russare). Faceva parte del rituale di corteggiamento dei conquistadores svizzeri (quelli dei

galeoni) nei confronti delle ragazze lariane. Essi, con un sensuale mugugnare, le appellavano con termini volgari per invitarle ad andare a letto con loro... per dormire. "Hot Hog" rinforza la tesi della radice anglosassone del termine. Inoltre nella località di Beura sono stati ritrovati degli indumenti riportanti la scritta "Ti la fonna... mi la güsi" ovvero "Tu hai la donna, io la guzzo". Solo i cremonesi sanno cosa significa. Questo indumento faceva probabilmente parte del corredo dei conquistadores svizzeri.

"Motto! Ghù? ziiii!!!" = "E' morto! chi? siii!!!". La notizia della scomparsa del DeoTomaso fu data da un funzionario palermitano. Dopo un attimo di sgomento ci furono esclamazioni di gioia da parte del popolo guzzista.

"MOTO - guzì" = "Mail Order Telephone Order - così". Urlo di guerra dei cavalieri della New Economy che spiegano come effettuare le transazioni con Carta di Credito via internet. Interpretazione improbabile, in quanto l'unica a vendere una moto tramite internet è stata la Ducati. All'epoca tali tecnologie non erano alla portata dei popoli guzzisti. "Mo' togu? Zi." = "Adesso vuoi un Togo? Si, grazie". I lariani offrivano agli stranieri in visita un delizioso biscottino ricoperto di cioccolato. I visitatori non potevano far altro che accettare la golosa offerta, ma per poterne fruire dovevano arrampicarsi sull'albero cardanico, impresa non facile dato che era completamente cosparso d'olio (un versione ancestrale del moderno albero della cuccagna). L'impresa comportava anche dei rischi, in quanto talvolta l'albero si seccava e si rompeva.

Queste sono solo alcune delle interpretazioni che gli studiosi hanno dato all'espressione "motoguzzi". Il dibattito resta aperto, ma ai BIKERS non importa perchè sanno che possono andare a fare SHOPPING senza AUTOBUS e fare

dei fantastici TRIP non le loro BIKE. Tutto questo perchè nel BOX hanno una "motoguzzi"... qualunque cosa essa

sia.

Eruditamente

Sgriso