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ATTUALITA' SALESIANA: In Memoria di MONS. CARLO CHENIS sdb
   
SEGNI PARTICOLARI? IL SORRISO

Un sacerdote e vescovo dal cuore gioioso e giovane, con il vizio del sorriso. Un uomo di grande cultura. Parliamo di mons. Carlo Chenis, o meglio don Carlo, come lo chiamavano i suoi tanti amici, torinese doc e salesiano. Un sorriso che non si è spento mai, neanche quando lo scorso dicembre, gli diagnosticarono un tumore che se l’è portato via in tre mesi.

Tutti si resero subito conto di avere a che fare con un vescovo che avrebbe lasciato un segno indelebile nella storia della città. “Era il 24 febbraio 2007 quando fece il suo ingresso – ricordano alcuni fedeli – rimanemmo colpiti da ciò che disse ai giovani: «La Chiesa siete voi, vincendo la sfida del pessimismo e del disagio»”.

Parole che infiammarono il piazzale dello storico oratorio gremito di giovani. E proseguì: «Dovete essere ragazzi C.I.A.O.: Ciao come il saluto festoso e fraterno ma anche come Caritatevoli, Impegnati, Allegri ed Obbedienti». La missione giovanile è stata per lui un impegno irrinunciabile.

Culmine del suo episcopato, i festeggiamenti per l’arrivo in città dell’urna con le spoglie di Don Bosco: tantissimi fedeli accorsero al porto e varcarono insieme al santo dei giovani la storica Porta Livorno, antica via d’accesso alla città che Don Bosco attraversò il 21 febbraio del 1858 nel corso del suo primo viaggio a Roma.

“Aveva una salesianissima passione per i giovani” – ricordano i responsabili della pastorale della diocesi – la porta del suo ufficio era sempre aperta. A Civitavecchia avviò un calendario di “Buonenotti”, il tradizionale pensiero spirituale con il quale Don Bosco salutava i ragazzi al termine di ogni giornata. Don Carlo pensò di rispolverarlo e farlo diventare un appuntamento mensile ed itinerante nelle varie parrocchie della diocesi.

“È stato un vero Homo Apostolicus” – ha detto il card. Tarcisio Bertone, suo amico di sempre, che lo scorso 23 marzo ha presieduto le solenni esequie nel porto di Civitavecchia alle quali hanno partecipato oltre 10 mila fedeli, tre cardinali, 60 vescovi, 200 sacerdoti e 200 suore. Durante la celebrazione è stato letto un brano del testamento spirituale di mons. Chenis: «Non ho gustato il Paradiso, ma l’ho pregustato nel sorriso delle persone che mi hanno voluto bene. Chiedo scusa per gli errori e se a volte ho brontolato tanto com’è nel mio carattere. Ho trovato tanti amici, ho amato questa Chiesa, felice di essere stato chiamato qui. Ho amato tutte le persone qualunque fosse stato il loro ceto di appartenenza, perché ho potuto frequentare e godere la sapienza di tutti».

Le sue spoglie ora riposano presso il cimitero di Allumiere, ma presto verranno trasferite nel vicino Santuario della Madonna delle Grazie.
                                                                                                         
Matteo Marinaro


          ++++    Venticinquesimo-Grazia-X

Mons. Carlo Chenis era nato a Torino il 20 aprile 1954. Nel luglio 1995, Giovanni Paolo II lo aveva nominato segretario della Pontificia commissione per i Beni culturali della Chiesa. È stato consacrato vescovo di Civitavecchia-Tarquinia dal card. Tarcisio Bertone il 10 febbraio 2007.
È morto il 19 marzo 2010. Tutti ricordano il suo sorriso sincero.


IMMAGINE:
1 © Foto di Tino Romano archivio Seapress - La Provincia.

      RIVISTA MARIA AUSILIATRICE  2010 - 5
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