Circolare n° 87
La politica che vuole dimenticare i temi etici
Secondo  Sentiero

 

Il sociologo di origine polacca Zygmunt Bauman definisce la società postmoderna come una società “liquida”. Dopo aver scritto diversi libri sulla liquidità di questa società (fra cui Società liquida), ha recentemente scritto Paura liquida, pubblicato in Italia da Laterza nel gennaio scorso.

Al di là delle tesi di Bauman è innegabile che il relativismo su cui si fonda la postmodernità causi un’instabilità e paura diffuse. Siamo convinti che tale paura sia l’esito del fallimento dell'illusione moderna e si traduca in una continua volontà di dissolvere ciò che si è costruito per sperare di ri-costruire in maniera davvero vera e duratura.

Quello che sta avvenendo (per esempio da un punto di vista politico) è proprio il continuo costruire e dissolvere punti e simboli di riferimento. Pensiamo a quanti partiti sono sorti e sono morti in Italia in pochi anni.

C'è bisogno, però, a riguardo di fare due precisazioni. La prima è che questo discorso della continua dissoluzione dei partiti riguarda soprattutto l'Italia. La seconda è che questo discorso non intende affatto esprimere un giudizio positivo sull'organizzazione "partito" così come si è andata costituendo nella storia ovvero sostituendosi alle cosiddette elite tradizionali.

Dunque, una grande liquidità. Ora fino a quando tale fenomeno riguarda l'aspetto più specificamente politico la cosa può interessarci fino ad un certo punto. Il fenomeno, invece, è più grave perché interessa anche le cosiddette questioni etiche.

Prendiamo l'aborto. Tranne il caso della lista di Ferrara (di cui se ne può discutere l'opportunità e certe contraddizioni non sanate), i partiti per i quali si prevede una più consistente forza parlamentare (PDL e PD) si sono sforzati di dire che l'aborto deve rimanere fuori dell'agone politico. Ugualmente diventa patetica la pretesa di rappresentare i valori cristiani da parte della stessa UDC (ora sembra: Costituente di Centro), allorquando anche il suo leader Casini ha tenuto a precisare che la 194 non si tocca.

Prima di tutto chiediamoci: se i temi etici non devono riguardare le scelte politiche, cosa devono riguardare?

Insomma, è evidente che siamo di fronte al tentativo di trasferire sempre più il nichilismo e il relativismo nelle dinamiche politiche.

Ciò non vuol dire che tra le forze politiche ci sia omogeneità di relativismo, ovvero che tutte le forze politiche siano relativiste allo stesso modo. Tutt'altro. Anzi è proprio questo che ci spingerà a scegliere la forza politica che più probabilmente eviterà la vittoria a chi con più evidenza desidera una sorta di "zapaterizzazione" o di "semi-zapaterizzazione" dell'Italia.

Ricordiamo ciò che dice la Nota dottrinale della Congregazione per la Dottrina della Fede su alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica, documento del 24 novembre del 2002, firmato dall’allora cardinale Ratzinger. In tale Nota si invitano i fedeli a prendere ogni decisione politica tenendo presenti quei «principi non negoziabili» che il Papa ha ricordato anni dopo, il 30 marzo 2006, incontrando partecipanti a un convegno promosso dal Partito popolare europeo. Essi sono principi precisi e hanno un ordine gerarchico altrettanto preciso, anche se naturalmente non esauriscono il bene comune di una nazione: 1. «Tutela della vita in tutte le sue fasi, dal primo momento del concepimento fino alla morte naturale» 2. «Riconoscimento e promozione della struttura naturale della famiglia, quale unione fra un uomo e una donna basata sul matrimonio, e sua difesa dai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che, in realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale» 3. «Tutela del diritto dei genitori di educare i propri figli» (Benedetto XVI, 30 marzo 2006). «Questi principi non sono verità di fede anche se ricevono ulteriore luce e conferma dalla fede – aggiunge il Santo Padre – Essi sono iscritti nella natura umana stessa e quindi sono comuni a tutta l’umanità».

Dinanzi a questo sconquasso, dinanzi a questo disorientamento (nel senso più letterale del termine) non dobbiamo perdere la bussola. Ovvero dobbiamo prenderci almeno tre impegni.

1: Continuare a testimoniare la presenza della Verità. Quando parliamo di "presenza della Verità" intendiamo che la Verità di Cristo e della Sua Chiesa non è solo un vessillo ideologico da innalzare, ma l'unica possibilità vera e realisticamente giusta per il presente e per il futuro dell'uomo.

2: Avere la capacità di evidenziare ogni contraddizione dell'errore. Non perdersi d’animo nella formazione e quindi nell’apostolato conseguente. Pronti senz’altro a subire qualsiasi umiliazione verso la propria persona, ma mai permettendo l’offuscamento della Verità.

3: Pregare e offrire ogni sacrificio, individualmente compatibile, per il trionfo della Verità. Ciò l’abbiamo posto come terza cosa, ma solo per una questione di elencazione. E’ invece la prima cosa!..convinti come dobbiamo essere che nulla dipende dai nostri sforzi e che eventuali successi che la Provvidenza vorrà donarci non saranno l’esito né dei nostri meriti né della nostra generosità, ma solo della Grazia di Dio mediata sempre attraverso il tenerissimo amore della Sua Santissima Madre.

 

 

 

 

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