La Storia

“ L’Arte conosciuta oggi come Aikido, appare a prima vista come un metodo altamente dinamico e ricco di possibilità strategiche per difendersi efficacemente da attacchi violenti, derivato da una sintesi intelligente e sistematica delle antiche arti del guerriero nipponico. Ad un esame più accurato l’Aikido si rivela anche come un metodo per rafforzare il corpo e la mente, come un mezzo funzionale per fondere le loro rispettive energie, in maniera coordinata e unitaria, al fine di sviluppare una personalità equilibrata ed integra. Il nome stesso, infatti, significa la via o metodo (DO) per il coordinamento, la fusione o armonia (AI) dell’energia vitale (KI). Un metodo d’autodifesa, ma che è anche – ai livelli più alti – un “sentiero” da seguire per giungere all’armonia di tutti i poteri vitali dell’uomo, unite a motivi morali ed etici. Quest’arte marziale presentata al mondo dal M° Ueshiba, fu da lui adottata da movimenti ed azioni d’autodifesa derivanti dalle discipline del ken-jutsu, aiki-jutsu, ju-jutsu e altri metodi più esoterici, elevando a disciplina “spirituale” queste arti del combattimento. Questo metodo, sul piano fisico, offre molte tecniche per neutralizzare attacchi di uno o più avversari e si basa su tecniche e strategie efficaci, a volte complesse e difficili, ma accessibili a persone d’ogni età e sesso. Ma perché l’Aikido è unico? Quasi tutte le arti marziali tradizionali affermano d’essere metodi di autodifesa efficacissimi. La differenza va trovata nei motivi essenziali e negli aspetti caratteristici che ne identificano la sua pratica. Innanzi tutto, dal punto di vista della sua applicazione pratica, l’Aikido si proclama un’arte di difesa puramente riflessiva, attivata eticamente da un attacco violento, non provocato. Nella sua metodologia pratica e quale proponimento etico, ricerca la neutralizzazione dell’avversario causando danni minori possibili e non irreparabili. Sul piano tecnico l’Aikido raccoglie le migliori tecniche di leve, proiezioni, strategie del movimento potenziate dai principi di centralizzazione ed estensione, prodotti dallo studio dell’HARA, il centro addominale dell’uomo, nella sua funzione di punto di coordinamento mentale e fisico, e del KI, l’energia che risulta da una fusione intima e completa dei vari aspetti della personalità. Entrambi questi concetti vanno intesi in senso più ampio che abbraccia l’esistenza umana oltre i confini temporali e spaziali di un evento violento, singolo, per determinare le finalità dell’azione umana. Infine quella stessa pratica, in tutte le sue strategie, tattiche, movimenti preparatori e tecniche conclusive di neutralizzazione, si rivela come singolarmente rilassata, priva di tensioni ed irrigidimenti, tipicamente circolare, fluida, ampia…rigenerante.”