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Il
diabete
Il diabete mellito è una malattia
cronica caratterizzata da aumento della glicemia (e cioè della
percentuale di glucosio nel plasma ematico) e da glicosuria (presenza di
glucosio nell'urina). La causa del diabete è una deficienza relativa o
assoluta di insulina e pertanto esiste una alterazione generalizzata del
metabolismo non solo dei glucidi, ma anche delle proteine, dei grassi ed
idroelettrolitico.
La glicemia, nel soggetto normale, è compresa fra 70 e 105 mg/100 dl.
Si parla di "iperglicemia" quando i valori plasmatici di
glicemia a digiuno superano i 140 mg/dl.
Diabete ed attività
fisica
L'attività fisica può essere utile
anche nel soggetto diabetico che può praticarla qualora non sussistano
controindicazioni.
Ne consegue che atleti con diabete ben controllato possono essere
autorizzati a praticare Judo.
Una particolare attenzione dovrà però essere rivolta alla dieta
pre-allenamento ed al dosaggio dell'insulina, al fine di evitare episodi
di "ipoglicemia" (cioè un calo rilevante dei valori di
glicemia).
L'ipoglicemia è caratterizzata dai seguenti sintomi:
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- intensa astenia (senso di
fiacchezza)
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Al contrario, si sconsiglia di
praticare Judo a quegli atleti il cui diabete non sia sotto controllo
medico.
Durante ogni esercizio fisico si abbassano i valori della glicemia: è
quindi consigliabile programmare opportunamente i tempi degli
allenamenti (Uchi-komi, Randori, ecc.), modificare la dieta, ridurre il
dosaggio dell'insulina o degli ipoglicemizzanti orali.
Inoltre, nell'atleta diabetico insulino dipendente è sempre presente il
rischio di episodi di ipoglicemia.
Per questo motivo è necessario iniziare l'allenamento dopo 3 ore dalla
somministrazione di insulina "pronta" e dopo 8 ore dalla
somministrazione di insulina ad azione "intermedia".
Per programmare l'intensità dell'allenamento, sarebbe necessario
misurare la percentuale del consumo massimo di ossigeno che tale
esercizio richiede in un determinato atleta, mediante la misurazione dei
gas espirati durante l'esercizio fisico massimale.
Ciò può essere ottenuto ricorrendo al metodo a circuito aperto che
permette di misurare la quantita di ossigeno consumata e la quantità di
anidride carbonica prodotta e di calcolare il quoziente respiratorio
(QR) dal cui valore si può risalire alla percentuale di grassi e di
carboidrati ossidati.
Per una valutazione più approssimativa si può utilizzare la frequenza
cardiaca raggiunta durante l'allenamento, che è correlata al consumo di
ossigeno.
In questo modo l'intensità di un esercizio fisico verrà espressa come
percentuale della frequenza cardiaca massima che esso richiede. Questa
frequenza dovrebbe essere misurata mediante un "test ergometrico
massimale".
Se l'intensità dell'allenamento è misurata in base alla frequenza
cardiaca richiesta per compierlo, si può estrapolare
approssimativamente la percentuale del consumo massimo di ossigeno
corrispondente.
Ad esempio, un esercizio fisico che richieda una frequenza cardiaca pari
al 60% di quella massima corrisponde al 50% del consumo massimo di
ossigeno.
Nel caso di un allenamento di durata prolungata (oltre 40-60 minuti),
con rilevante e prolungato impegno muscolare (ad esempio esercizi di
ginnastica seguiti da Uchi-komi e poi da 3-4 Randori, sia di Ne-Waza che
di Nage-Waza), le calorie aggiuntive vanno somministrate sotto forma di
cibi o bevande, ad intervalli di 30 minuti durante tutta la durata
dell'allenamento.
Ad esempio, spuntini di 35-40 grammi di carboidrati (un panino, una
banana, ecc.) se l'esercizio è al 50% del consumo massimo di ossigeno.
Per limitare il rischio ipoglicemico, può essere ridotta la dose
insulinica successiva all'allenamento.
Raccomandazioni per gli
atleti che praticano Judo
È auspicabile che i soggetti diabetici
che intendano praticare Judo in modo non agonistico presentino i
seguenti requisiti:
- siano istruiti all'autocontrollo
glicemico ed all'autogestione del diabete, e quindi abbiano ricevuto
precise e dettagliate istruzioni sull'adeguamento delle dosi
insuliniche e dell'apporto alimentare in caso di allenamento;
- siano atleti psicologicamente
stabili e con buone capacità di controllare la propria emotività;
- siano soggetti metabolicamente
stabili e con accettabile equilibrio glicemico;
- siano assenti tutte le patologie
rientranti nelle seguenti controindicazioni:
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- Neuropatia sensitiva
periferica
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- Nefropatia diabetica
clinicamente evidente
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- Episodi ipoglicemici
tardivi non correggibili con opportuno trattamento
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Ogni judoka che sia affetto da diabete
deve necessariamente avere sempre a disposizione (anche nel Dojo)
qualche zolletta di zucchero, da ingerire in eventuali episodi di
ipoglicemia.
Per quanto riguarda invece gli atleti diabetici che intendano praticare
Judo in maniera agonistica è assolutamente necessario che ogni
decisione in merito venga rimandata al medico curante e ad
un'approfondita visita d'idoneità effettuata da uno specialista in
Medicina dello Sport.
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