INTRODUZIONE AI VANGELI
PREMESSA INTRODUTTIVA

Il termine "vangelo" deriva dalla parola greca "euanghelion". "Eu" ha il significato di buono e "anghelion" annunzio. La traduzione italiana corretta sarebbe pertanto "buona notizia" oppure anche semplicemente una buona novità.

Gli studiosi sono concordi nell’affermare che fu l’apostolo Paolo ad usare per primo questo termine greco quando cominciò a predicare il messaggio cristiano. Abbiamo l’equivalente ebraico di "euanghelion" anche nell’Antico Testamento, ma la radice del termine non è molto sicura. Si trattava infatti della buona notizia recata dai messaggeri in seguito ad una vittoria conseguita dall’esercito contro il nemico (2 Sm 18, 25.27.31) oppure del termine usato nelle profezie messianiche (Is 52, 7) per annunziare la vittoria del futuro re messianico e la liberazione del popolo.

Possiamo quindi quasi certamente affermare che il termine "evangelo", così come lo troviamo nel Nuovo Testamento fu una delle più grandi intuizioni che l’apostolo Paolo ci ha lasciato su quanto Gesù è stato, ha detto ed ha fatto. Le statistiche relative a questa parola sembrerebbero confermare questa tesi. La parola vangelo ricorre nel Nuovo Testamento 76 volte di cui 60 nelle lettere paoline, 8 volte in Marco, 4 in Matteo, 2 negli Atti di Luca, 1 volta in Pietro e 1 volta nell’Apocalisse.

Usando questo termine Paolo intendeva comunicare ai suoi uditori o lettori la novità sorprendente che Gesù ha rappresentato per l’umanità, per ciò che è stato, per ciò che ha detto e per ciò che ha fatto.

Novità rispetto a che cosa? Novità rispetto:

1) Al cammino e all’esperienza dell’uomo nel mondo.

2) Al dialogo di rivelazione dell’Antico Testamento:

La rivelazione nell’Antico Testamento si è sviluppata essenzialmente attorno a tre grandi parole:

a) TORAH. La Torah comprende i primi cinque libri della Bibbia quelli che noi chiamiamo il Pentateuco. In questi libri il tema centrale non è tanto quello della legge, quanto piuttosto quello della libertà. Tutto ruota ed è in funzione della liberazione del popolo ebraico dall’Egitto.

b) PROFEZIA. La profezia è sostanzialmente un dialogo sull’intervento di Dio nella storia.

c) SAPIENZA. La Sapienza è un’indagine sul senso dell’esistenza umana.

La Libertà, la storia e l’uomo sono quindi i temi fondamentali dell’Antico Testamento. Ma Gesù è stato una novità anche rispetto a questi grandi temi.

La novità che Gesù ha portato riguardano soprattutto Dio e l’uomo:

1) Dio non è più così lontano, inaccessibile, irraggiungibile. Dio è ora "Abbà" nel senso più umano di questo termine.

2) L’uomo è sempre ricuperabile. Per quanto lontano, per quanto abbrutito dal peccato c’è ora sempre una speranza di salvezza per lui, a meno ché non opponga un lucido e netto rifiuto all’offerta di Dio.

C’è da precisare che con il termine vangelo non sono identificati soltanto i sinottici e Giovanni, ma nel senso più ampio questo termine comprende tutti i 27 libri del Nuovo Testamento che diventano a pieno titolo Parola di Dio. Il Vangelo è quindi Parola di Dio espressa nei libri del Nuovo Testamento da Matteo fino all’Apocalisse.

Vediamo ora alcuni testi che precisano meglio questa Parola di Dio fattasi carne nella persona di Gesù di Nazaret:

1) Ebrei 1, 1-2 =  Dio parla ora per mezzo di un figlio

2) Giovanni 1. 1-18  = La Parola di Dio si è fatta carne ed è entrata nella storia dell’uomo

3) Atti 10, 36-38. Universalità della buona notizia di pace per mezzo di Gesù Cristo, consacrato in Spirito Santo e potenza da Dio e quindi dichiarato Signore di tutti.

A questo punto assume fondamentale importanza chiederci: come noi dobbiamo leggere ed ascoltare questa Parola di Dio ed in particolar modo i vangeli dal momento che essi rappresentano l’oggetto del nostro esame.

Primo ambito o luogo di lettura

Ci sono vari tipi di lettura e di ascolto: Può esserci una lettura superficiale e distratta che non lascia traccia dentro di noi, oppure una lettura devozionale riservata solo ad alcuni momenti della nostra vita religiosa durante le riunioni di chiesa, ma anche questa lettura è una forma di bigotteria perché non lascia tracce nella nostra vita quotidiana. Ci sono alcuni che leggono la Bibbia soltanto per soddisfare un bisogno culturale e basta.

La Bibbia ed in particolar modo i vangeli non sono dei libri comuni che noi leggiamo e poi mettiamo da parte dimenticandone spesso il contenuto. Non si tratta di libri di storia, di geografia, di filosofia, di teologia, di letteratura amena o di altre materie della conoscenza umana. Non sono stati scritti a tavolino come un qualsiasi documento storico della chiesa. I vangeli prima ancora di essere stati scritti erano predicati a voce dagli apostoli e dai loro collaboratori. I vangeli quindi sono sostanzialmente delle prediche che venivano fatte dagli apostoli e dai loro collaboratori sulla memoria di quanto Gesù aveva detto e fatto. Non si tratta quindi di espressioni intellettuali, ma piuttosto di un dialogo in cui l’interlocutore che ascolta o legge viene continuamente interpellato e deve rispondere. La lettura e l’ascolto va quindi fatta dentro questa tradizione vivente che da Gesù è arrivata direttamente a noi per mezzo degli apostoli. Dobbiamo quindi avvicinarci a queste pagine del Vangelo, dobbiamo leggerle ed ascoltarle con lo stesso sentimento e la stessa attenzione con la quale ascolteremmo la viva voce di Gesù che ci sta parlando. Una cosa del genere è detta anche nel libro di Ebrei 4, 12-13.

Non possiamo inoltre accostarci alle pagine del vangelo senza fare riferimento a pagine di vita vissuta. Senza questo riferimento ad una vita vissuta le pagine del vangelo diventano soltanto una bella utopia. Il migliore commento al vangelo infatti non sono tanto le belle parole di una predica, ma è soprattutto il vangelo vissuto e praticato. Gesù stesso infatti ammonisce i suoi ascoltatori dicendo loro che non serve nulla ascoltare le sue parole se poi non ci si preoccupa di metterle in pratica (Mt 7, 23-27).

L’atteggiamento di colui che si accinge a leggere o ad ascoltare il vangelo deve essere quello della fede nei confronti del Signore che è presente e che ci sta parlando. Senza questa consapevolezza che ciò che stiamo leggendo od ascoltando è Parola di Dio, il nostro ascolto e la nostra lettura si limiterà ad influenzare soltanto la nostra sfera intellettuale senza toccare a fondo la nostra anima (Ebrei 11, 6).

Ascoltare e leggere il vangelo inoltre richiede un contatto vivo e permanente con certe azioni che sono la ripetizione dei gesti stessi di Gesù. Sto parlando della Cena del Signore con la quale il credente rievoca la morte e la resurrezione di Gesù ed annunzia la certezza del suo ritorno. Il Battesimo con il quale il cristiano rivive la morte e la resurrezione di Cristo per essere unito a lui nella sua gloria. Dentro questi gesti il vangelo vive e prende significato.

Secondo ambito o luogo di lettura

Luogo o ambito di lettura del vangelo può essere anche quello del tavolino dello studioso. Dal tempo di Richard Simon in poi (quasi due secoli fa), la Bibbia in generale ed il Vangelo in particolare sono usciti dal loro contesto ecclesiale e liturgico per approdare nel tavolo dello studioso razionalista che ha esaminato il testo sacro alla stessa stregua di una qualsiasi opera letteraria.

L’aver portato la Bibbia ed i vangeli fuori dall’ambiente naturale in cui erano nati ha suscitato l’interesse per alcuni temi che poi sono risultati utili per un maggiore approfondimento della Parola di Dio.

Questi temi sono:

a) L’autenzia umana (Interesse per l’autore umano, chi era, perché ha scritto, dove è vissuto, ecc).

b) Dipendenza delle pagine bibliche da altre pagine della cultura del tempo (contatti tematici con altri scritti dell’epoca).

c) La filologia (ricerca del significato dei termini).
d) Il genere letterario

e) I destinatari e l’ambiente storico.

L’aver portato la Bibbia ed i Vangeli fuori dal loro naturale contesto ecclesiale ha provocato due risultati:

a) Uno negativo, in quanto chi fa soltanto indagine scientifica prescindendo dal contesto ecclesiale, si trova di fronte a pagine sconcertanti e paradossali.

b) Uno positivo, in quanto chi fa indagine, ma dentro ad un ascolto ecclesiale fa attenzione si alla lettera, ma nello stesso tempo cerca il senso di quella lettura da chi l’ha vissuta. In questo caso la comprensione sorprendente non è più paradossale.

Terzo ambito o luogo di lettura

Due sono quindi i modi fondamentali di avvicinarsi ai vangeli e per conseguenza abbiamo un terzo ambito di lettura e di ascolto del Vangelo per una comprensione più matura e consapevole.

Da una parte c’è l’esperienza vissuta dai primi protagonisti del messaggio cristiano ed il Vangelo va capito dentro questo quadro. Dall’altra parte c’è l’aspetto letterario che non può essere ignorato perché Dio ha parlato agli uomini per mezzo di uomini. Questi sono i due livelli a cui dobbiamo fare attenzione per una corretta lettura del vangelo.

La Parola di Dio deve essere considerata in questa sua duplice dimensione di parola di uomini e di Parola di Dio.

A questo punto dopo questa premessa introduttiva necessaria vediamo come può essere articolato il nostro studio sui vangeli per capitoli e per sottocapitoli:

1) Gesù di Nazaret all’origine dei vangeli.
2) l’ambiente palestinese nel quale Gesù visse ed operò.
3) I tempi dell’esistenza terrena di Gesù.

a) Nazaret (30 anni).
b) Il deserto (alcuni mesi presso il Battista).
c) La predicazione del regno in Galilea ed a Cafarnao
d) L’esilio (in giro per alcuni mesi)
e) Gerusalemme (gli ultimi mesi prima della crocifissione).
4) Dal Vangelo predicato ai Vangeli scritti
f) Il vangelo di Gesù redatto per iscritto
g) La predicazione apostolica
h) I vangeli presinottici
5) Il Vangelo secondo Matteo
6) Il Vangelo secondo Marco
7) Il Vangelo secondo Luca
8) Il Vangelo di Giovanni e le sue problematiche
9) Studio più approfondito di alcune pagine evangeliche.