B.1 Le
indicazioni per il curricolo
Nell’orizzonte
del nuovo scenario di una società caratterizzata da molteplici cambiamenti e
in trasformazione, la scuola italiana affronta la sfida di offrire percorsi
formativi adeguati e rispondenti alle esigenze dei bambini e degli
adolescenti che le vengono affidati.
Le “Indicazioni
per il curricolo” proposte dal Ministero della Pubblica Istruzione
rappresentano il quadro di riferimento nazionale entro il quale i docenti
progettano il percorso formativo nell’ambito dell’autonomia scolastica e
del contesto culturale, sociale e territoriale in cui è inserito il nostro
Istituto Comprensivo.
La scuola è
chiamata a realizzare percorsi formativi sempre più rispondenti alle
inclinazioni personali degli studenti, nella prospettiva di valorizzare gli
aspetti peculiari della personalità di ognuno. [.....]
Alla scuola
spettano alcune finalità specifiche: offrire agli studenti occasioni di
apprendimento dei saperi e dei linguaggi culturali di base; far sì che gli
studenti acquisiscano gli strumenti di pensiero necessari per apprendere a
selezionare le informazioni; promuovere negli studenti la capacità di
elaborare metodi e categorie che siano in grado di fare da bussola negli
itinerari personali; favorire l’autonomia di pensiero degli studenti,
orientando la propria didattica alla costruzione di saperi a partire da
concreti bisogni formativi.
La scuola realizza appieno la propria
funzione pubblica impegnandosi, in questa prospettiva, per il successo
scolastico di tutti gli studenti, con una particolare attenzione al sostegno
delle varie forme di diversità, di disabilità o di svantaggio. Questo
comporta saper accettare la sfida che la diversità pone: innanzi tutto nella
classe, dove le diverse situazioni individuali vanno riconosciute e
valorizzate, evitando che la differenza si trasformi in disuguaglianza;
inoltre nel Paese, affinché le situazioni di svantaggio sociale, economiche,
culturali non impediscano il raggiungimento degli essenziali obiettivi di
qualità che è doveroso garantire.
In entrambi i casi con la finalità
sancita dalla nostra Costituzione di garantire e di promuovere la dignità e
l’uguaglianza di tutti gli studenti “senza distinzione di sesso, di razza,
di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e
sociali” e impegnandosi a rimuovere gli ostacoli di qualsiasi natura che
possano impedire “il pieno sviluppo della persona umana”.
CENTRALITÀ DELLA PERSONA
Le finalità della scuola devono essere
definite a partire dalla persona che apprende, con l’originalità del suo
percorso individuale e le aperture offerte dalla rete di relazioni che la
legano alla famiglia e agli ambiti sociali.[......]
Lo studente è posto al centro dell’azione
educativa in tutti i suoi aspetti: cognitivi, affettivi, relazionali,
corporei, estetici, etici, spirituali, religiosi.
In questa prospettiva, i docenti dovranno
pensare e realizzare i loro progetti educativi e didattici non per individui
astratti, ma per persone che vivono qui e ora, che sollevano precise domande
esistenziali, che vanno alla ricerca di orizzonti di significato.
PER UNA NUOVA CITTADINANZA
La scuola persegue una doppia linea
formativa: verticale e orizzontale.
La linea verticale esprime l’esigenza di
impostare una formazione che possa poi continuare lungo l’intero arco della
vita; quella orizzontale indica la necessità di un’attenta collaborazione
fra la scuola e gli attori extrascolastici con funzioni a vario titolo
educative: la famiglia in primo luogo.
Insegnare le regole del vivere e del
convivere è per la scuola un compito oggi ancora più ineludibile rispetto al
passato, perché sono molti i casi nei quali le famiglie incontrano
difficoltà più o meno grandi nello svolgere il loro ruolo educativo.
La scuola non può interpretare questo
compito come semplice risposta a un’emergenza. Non è opportuno trasformare
le sollecitazioni che le provengono da vari ambiti della società in un
moltiplicarsi di microprogetti che investano gli aspetti più disparati della
vita degli studenti, con l’intento di definire norme di comportamento
specifiche per ogni situazione. L’obiettivo non è di accompagnare passo dopo
passo lo studente nella quotidianità di tutte le sue esperienze, bensì di
proporre un’educazione che lo spinga a fare scelte autonome e feconde, quale
risultato di un confronto continuo della sua progettualità con i valori che
orientano la società in cui vive. [......]
L’obiettivo è quello di valorizzare
l’unicità e la singolarità dell’identità culturale di ogni studente. La
presenza di bambini e adolescenti con radici culturali diverse è un fenomeno
ormai strutturale e non può più essere considerato episodico: deve
trasformarsi in un’opportunità per tutti. Non basta riconoscere e conservare
le diversità preesistenti, nella loro pura e semplice autonomia. Bisogna,
invece, sostenere attivamente la loro interazione e la loro integrazione
attraverso la conoscenza della nostra e delle altre culture, in un confronto
che non eluda questioni quali le convinzioni religiose, i ruoli familiari,
le differenze di genere. [......]
Oggi la scuola può porsi il compito più
ampio di educare alla convivenza proprio attraverso la valorizzazione delle
diverse identità e radici culturali di ogni studente. La finalità è una
cittadinanza che certo permane coesa e vincolata ai valori fondanti della
tradizione nazionale, ma che può essere alimentata da una varietà di
espressioni ed esperienze personali molto più ricca che in passato.
PER UN NUOVO UMANESIMO
Le relazioni fra il microcosmo personale
e il macrocosmo dell’umanità e del pianeta oggi devono essere intese in un
duplice senso. Da un lato tutto ciò che accade nel mondo influenza la vita
di ogni persona; dall’altro, ogni persona tiene nelle sue stesse mani una
responsabilità unica e singolare nei confronti del futuro dell’umanità.
La scuola può e deve educare a questa
consapevolezza e a questa responsabilità i bambini e gli adolescenti, in
tutte le fasi della loro formazione. A questo scopo il bisogno di conoscenze
degli studenti non si soddisfa con il semplice accumulo di tante
informazioni in vari campi, ma solo con il pieno dominio dei singoli ambiti
disciplinari e, contemporaneamente, con l’elaborazione delle loro molteplici
connessioni. È quindi decisiva una nuova alleanza fra scienza, storia,
discipline umanistiche, arti e tecnologia, in grado di delineare la
prospettiva di un nuovo umanesimo. [......]
L’elaborazione dei saperi necessari per
comprendere l’attuale condizione dell’uomo planetario, definita dalle
molteplici interdipendenze fra locale e globale, è dunque la premessa
indispensabile per l’esercizio consapevole di una cittadinanza nazionale,
europea e planetaria. Oggi la scuola italiana può proporsi concretamente un
tale obiettivo, contribuendo con ciò a creare le condizioni propizie per
rivitalizzare gli aspetti più alti e fecondi della nostra tradizione.
Questa, infatti, è stata ricorrentemente caratterizzata da momenti di
intensa creatività - come la civiltà classica greca e latina, la
Cristianità, il Rinascimento e, più in generale, l’apporto degli artisti,
dei musicisti, degli scienziati, degli esploratori e degli artigiani in
tutto il mondo e per tutta l’età moderna - nei quali l’incontro fra culture
diverse ha saputo generare l’idea di un essere umano integrale, capace di
concentrare nella singolarità del microcosmo personale i molteplici aspetti
del macrocosmo umano.
L’ORGANIZZAZIONE DEL CURRICOLO
Nel rispetto e nella valorizzazione
dell’autonomia delle Istituzioni scolastiche, le Indicazioni costituiscono
il quadro di riferimento per la progettazione curricolare affidata alle
scuole. Sono un testo aperto, che la comunità professionale è chiamata ad
assumere e a contestualizzare, elaborando specifiche scelte relative a
contenuti, metodi, organizzazione e valutazione. La costruzione del
curricolo è il processo attraverso il quale si sviluppano e organizzano la
ricerca e l’innovazione educativa. Il curricolo si delinea con particolare
attenzione alla continuità del percorso educativo dai 3 ai 14 anni. Ogni
scuola predispone il curricolo, all’interno del Piano dell’offerta
formativa, nel rispetto delle finalità, dei traguardi per lo sviluppo delle
competenze, degli obiettivi di apprendimento posti dalle Indicazioni.
Il curricolo si articola attraverso i
campi di esperienza nella scuola dell’infanzia e attraverso le discipline
nella scuola del primo ciclo.
Campi
di esperienza
I campi di esperienza sono luoghi del
fare e dell’agire del bambino orientati dall’azione consapevole degli
insegnanti e introducono ai sistemi simbolico-culturali. Le scuole,
all’interno della loro autonomia didattica, articoleranno i campi di
esperienza al fine di favorire il percorso educativo di ogni bambino,
aiutandolo a orientarsi nella molteplicità e nella diversità degli stimoli e
delle attività.
Discipline e aree disciplinari
Nella scuola del primo ciclo la
progettazione didattica promuove l’organizzazione degli apprendimenti
in maniera progressivamente orientata ai saperi disciplinari; promuove
inoltre la ricerca delle connessioni fra i saperi disciplinari e la
collaborazione fra i docenti. Il raggruppamento delle discipline in aree
indica una possibilità di interazione e collaborazione fra le discipline
(sia all’interno di una stessa area, sia fra tutte le discipline) che le
scuole potranno delineare nella loro autonomia con peculiari modalità
organizzative.[.....]
L’insegnamento della Religione Cattolica
è disciplinato dagli accordi concordatari in vigore. I traguardi per lo
sviluppo delle competenze e gli obiettivi di apprendimento saranno definiti
d’intesa con l’autorità ecclesiastica, come da disposizione concordataria.
Traguardi per lo sviluppo delle competenze
Al termine della scuola dell’infanzia,
della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado, per i campi
di esperienza e per le discipline, vengono individuati traguardi per lo
sviluppo delle competenze. Tali traguardi, posti al termine dei più
significativi snodi del percorso curricolare, dai tre a quattordici anni,
rappresentano riferimenti per gli insegnanti, indicano piste da percorrere e
aiutano a finalizzare l’azione educativa allo sviluppo integrale
dell’alunno.
Obiettivi di apprendimento
Gli obiettivi di apprendimento sono
definiti in relazione al termine del terzo e del quinto anno della scuola
primaria e al termine del terzo anno della scuola secondaria di primo grado.
Sono obiettivi ritenuti strategici al fine di raggiungere i traguardi per lo
sviluppo delle competenze previsti dalle Indicazioni.
Valutazione
Agli insegnanti compete la responsabilità
della valutazione e la cura della documentazione didattica, nonché la scelta
dei relativi strumenti nel quadro dei criteri deliberati dai competenti
organi collegiali. La valutazione precede, accompagna e segue i percorsi
curricolari. Attiva le azioni da intraprendere, regola quelle avviate,
promuove il bilancio critico su quelle condotte a termine. Assume una
preminente funzione formativa, di accompagnamento dei processi di
apprendimento e di stimolo al miglioramento continuo.
Alle singole istituzioni scolastiche
spetta poi la responsabilità dell’autovalutazione, che ha la funzione di
introdurre modalità riflessive sull’intera organizzazione dell’offerta
educativa e didattica della scuola, ai fini del suo continuo miglioramento,
anche attraverso dati di rendicontazione sociale o dati che emergono da
valutazioni esterne.
LA SCUOLA DELL’INFANZIA
[......]Per ogni bambino o bambina, la
scuola dell’infanzia si pone la finalità di promuovere lo sviluppo
dell’identità, dell’autonomia, della competenza, della cittadinanza.
Sviluppare l’identità significa imparare
a stare bene e a sentirsi sicuri nell’affrontare nuove esperienze in un
ambiente sociale allargato. Vuol dire imparare a conoscersi e a sentirsi
riconosciuti come persona unica e irripetibile, ma vuol dire anche
sperimentare diversi ruoli e diverse forme di identità: figlio, alunno,
compagno, maschio o femmina, abitante di un territorio, appartenente a una
comunità.
Sviluppare l’autonomia
comporta l’acquisizione della capacità di interpretare e governare il
proprio corpo; partecipare alle attività nei diversi contesti; avere fiducia
in sé e fidarsi degli altri; realizzare le proprie attività senza
scoraggiarsi; provare piacere nel fare da sé e saper chiedere aiuto;
esprimere con diversi linguaggi i sentimenti e le emozioni; esplorare la
realtà e comprendere le regole della vita quotidiana; partecipare alle
negoziazioni e alle decisioni motivando le proprie opinioni, le proprie
scelte e i propri comportamenti; assumere atteggiamenti sempre più
responsabili.
Sviluppare la competenza
significa imparare a riflettere sull’esperienza attraverso l’esplorazione,
l’osservazione e l’esercizio al confronto; descrivere la propria esperienza
e tradurla in tracce personali e condivise, rievocando, narrando e
rappresentando fatti significativi; sviluppare l’attitudine a fare domande,
riflettere, negoziare i significati.
Sviluppare il senso della cittadinanza
significa scoprire gli altri, i loro bisogni e la necessità di gestire i
contrasti attraverso regole condivise, che si definiscono attraverso le
relazioni, il dialogo, l’espressione del proprio pensiero, l’attenzione al
punto di vista dell’altro, il primo riconoscimento dei diritti e dei doveri;
significa porre le fondamenta di un abito democratico, eticamente orientato,
aperto al futuro e rispettoso del rapporto uomo-natura. [.....]
LA SCUOLA DEL PRIMO CICLO
Il primo ciclo d’istruzione comprende la
scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado, già elementare e
media. Esso ricopre un arco di tempo fondamentale per l’apprendimento e per
la costruzione dell’identità degli alunni, nel quale si pongono le basi e
si sviluppano le competenze
indispensabili per continuare ad
apprendere a scuola e lungo l’intero arco della vita.
La finalità del primo ciclo è la
promozione del pieno sviluppo della persona. Per realizzarla la scuola
concorre con altre istituzioni alla rimozione di ogni ostacolo alla
frequenza; cura l’accesso facilitato per gli alunni con disabilità, previene
l’evasione dell’obbligo scolastico e contrasta la dispersione; persegue con
ogni mezzo il miglioramento della qualità del sistema di istruzione.
In questa prospettiva la scuola
accompagna gli alunni nell’elaborare il senso della propria esperienza,
promuove la pratica consapevole della cittadinanza attiva e l’acquisizione
degli alfabeti di base della cultura.
IL
SENSO DELL’ESPERIENZA
Fin dai primi anni del percorso
formativo, la scuola svolge un fondamentale ruolo educativo e di
orientamento, fornendo all’alunno le occasioni per capire se stesso, per
prendere consapevolezza delle sue potenzialità e risorse, per progettare
percorsi esperienziali e verificare gli esiti conseguiti in relazione alle
attese.
La scuola favorisce lo sviluppo delle
capacità necessarie per imparare a leggere le proprie emozioni e a gestirle,
per rappresentarsi obiettivi non immediati e perseguirli.
Promuove inoltre quel primario senso di
responsabilità che si traduce nel fare bene il proprio lavoro e nel portarlo
a termine, nell’avere cura di sé, degli oggetti, degli ambienti che si
frequentano, sia naturali sia sociali.
Sollecita gli alunni a un’attenta riflessione sui comportamenti di gruppo al
fine di individuare quegli atteggiamenti che violano la dignità della
persona e il rispetto reciproco, li orienta a sperimentare contesti di
relazione dove sviluppare atteggiamenti positivi e realizzare pratiche
collaborative.
Segue con attenzione le diverse
condizioni di sviluppo e di elaborazione dell’identità di genere, che nella
preadolescenza ha la sua stagione cruciale.
Facilita le condizioni di fruizione e
produzione della comunicazione tra coetanei e dei messaggi provenienti dalla
società nelle loro molteplici forme.
Crea contesti in cui gli alunni sono
indotti a riflettere per comprendere la realtà e se stessi, diventano
consapevoli che il proprio corpo è un bene da rispettare e tutelare, trovano
stimoli al pensare analitico e critico, coltivano la fantasia e il pensiero
divergente, si confrontano per ricercare significati ed elaborare mappe
cognitive.
Di fronte alla complessa realtà sociale,
la scuola ha bisogno di stabilire con i genitori rapporti non episodici o
dettati dall’emergenza, ma costruiti dentro un progetto educativo condiviso
e continuo. La consapevolezza dei cambiamenti intervenuti nella società e
nella scuola richiede la messa in atto di un rinnovato rapporto di
corresponsabilità formativa con le famiglie, in cui con il dialogo si
costruiscano cornici di riferimento condivise e si dia corpo a una
progettualità comune.
L’ALFABETIZZAZIONE
CULTURALE DI BASE
Il compito specifico del primo ciclo è
quello di promuovere l’alfabetizzazione di base attraverso l’acquisizione
dei linguaggi simbolici che costituiscono la struttura della nostra cultura,
in un orizzonte allargato alle altre culture con cui conviviamo.
Si tratta di una alfabetizzazione
culturale e sociale, che include quella strumentale e la potenzia con un
ampliamento e un approfondimento della prospettiva attraverso i linguaggi
delle varie discipline.
La scuola primaria
mira all’acquisizione degli apprendimenti di base, come primo esercizio dei
diritti costituzionali. Ai bambini e alle bambine che la frequentano va
offerta l’opportunità di sviluppare le dimensioni cognitive, emotive,
affettive, sociali, corporee, etiche e religiose, e di acquisire i saperi
irrinunciabili. Si pone come scuola formativa che, attraverso gli alfabeti
delle discipline, permette di esercitare differenti potenzialità di
pensiero, ponendo così le premesse per lo sviluppo del pensiero riflessivo e
critico. Per questa via si formano cittadini consapevoli e responsabili a
tutti i livelli, da quello locale a quello europeo.
La padronanza degli alfabeti di base è
ancor più importante per bambini che vivono in situazioni di svantaggio: più
solide saranno le strumentalità apprese nella scuola primaria, maggiori
saranno le probabilità di inclusione sociale e culturale attraverso il
sistema dell’istruzione.
La scuola secondaria di primo grado
rappresenta la fase in cui si realizza l’accesso alle discipline come punti
di vista sulla realtà e come modalità di interpretazione, simbolizzazione e
rappresentazione del mondo.
La valorizzazione delle discipline
avviene pienamente quando si evitano due rischi: sul piano culturale, quello
della frammentazione dei saperi; sul piano didattico, quello della
impostazione trasmissiva. Rispetto al primo, le discipline non vanno
presentate come territori da proteggere definendo confini rigidi, ma come
chiavi interpretative. I problemi complessi richiedono, per essere
esplorati, che i diversi punti di vista disciplinari interessati dialoghino
e che si presti attenzione alle zone di confine e di cerniera fra
discipline. Le esperienze interdisciplinari sono finalizzate a trovare
interconnessioni e raccordi fra le indispensabili conoscenze disciplinari e
a formulare in modo adeguato i problemi complessi posti dalla condizione
umana nel mondo odierno e dallo stesso sapere. La comprensione di specifici
temi e problemi, infatti, non si realizza soltanto con l’introduzione ai
quadri teorici e metodologici propri di ciascuna disciplina, ma anche
mediante approcci integrati, atti a meglio focalizzare la complessità del
reale e a promuovere modalità di elaborazione progressivamente più
complesse.
Nella scuola secondaria di primo grado
vengono favorite una più approfondita padronanza delle discipline e una
articolata organizzazione delle conoscenze, nella prospettiva della
elaborazione di un sapere integrato.
Le competenze sviluppate nell’ambito delle
singole discipline concorrono a loro volta alla promozione di competenze più
ampie e trasversali, che rappresentano una condizione essenziale per la
piena realizzazione personale e per la partecipazione attiva alla vita
sociale, nella misura in cui sono orientate ai valori della convivenza
civile e del bene comune. Le competenze per l’esercizio della cittadinanza
attiva sono promosse continuamente nell’ambito di tutte le attività di
apprendimento, utilizzando e finalizzando opportunamente i contributi che
ciascuna disciplina può offrire.
LA
CITTADINANZA
È compito peculiare di questo ciclo
scolastico porre le basi per l’esercizio della cittadinanza attiva,
potenziando e ampliando gli apprendimenti promossi nella scuola
dell’infanzia.
L’educazione alla cittadinanza viene
promossa attraverso esperienze significative che consentano di apprendere il
concreto prendersi cura di se stessi, degli altri e dell’ambiente e che
favoriscano forme di cooperazione e di solidarietà. Questa fase del processo
formativo è il terreno favorevole per lo sviluppo di un’adesione consapevole
a valori condivisi e di atteggiamenti cooperativi e collaborativi che
costituiscono la condizione per praticare la convivenza civile.
Obiettivi irrinunciabili dell’educazione
alla cittadinanza sono la costruzione del senso di legalità e lo sviluppo di
un’etica della responsabilità, che si realizzano nel dovere di scegliere e
agire in modo consapevole e che implicano l’impegno a elaborare idee e a
promuovere azioni finalizzate al miglioramento continuo del proprio contesto
di vita.
Gli allievi imparano a riconoscere e a
rispettare i valori sanciti nella Costituzione della Repubblica Italiana, in
particolare i diritti inviolabili di ogni essere umano (art. 2), il
riconoscimento della pari dignità sociale (art. 3), il dovere di contribuire
in modo concreto alla qualità della vita della società (art. 4), la libertà
di religione (art. 8), le varie forme di libertà (articoli 13-21).
Parte integrante dei diritti
costituzionali e di cittadinanza è il diritto alla parola (art. 21).
Attraverso la parola si negoziano i significati e si opera per sanare le
divergenze prima che sfocino in conflitti.
È compito ineludibile del primo ciclo
garantire un adeguato livello di uso e di controllo della lingua italiana,
in rapporto di complementarità con gli idiomi nativi e le lingue
comunitarie. La lingua italiana costituisce il primo strumento
di comunicazione e di accesso ai saperi. La lingua scritta, in particolare,
rappresenta un mezzo importante per l’organizzazione del pensiero e della
riflessione e per l’accesso ai beni culturali.
Così intesa, la scuola diventa luogo
privilegiato di confronto libero e pluralistico.
L’AMBIENTE DI APPRENDIMENTO
Il primo ciclo, nella sua articolazione
di scuola primaria e secondaria di primo grado, persegue efficacemente le
finalità che le sono assegnate nella misura in cui si costituisce come un
contesto idoneo a promuovere apprendimenti significativi e a garantire il
successo formativo per tutti gli alunni.
A tal fine è possibile individuare, nel
rispetto della libertà di insegnamento, alcune impostazioni metodologiche di
fondo:
-
Valorizzare l’esperienza e le conoscenze degli alunni, per ancorarvi nuovi
contenuti.[...]
-
Attuare interventi adeguati nei riguardi delle diversità per fare in modo
che non diventino diseguaglianze[...]
-
Favorire l’esplorazione e la scoperta, al fine di promuovere la passione
per la ricerca di nuove conoscenze[....].
-
Incoraggiare l’apprendimento collaborativo[...]
-
Promuovere la consapevolezza del proprio modo di apprendere al fine di
“imparare ad apprendere”[....]
-
Realizzare percorsi in forma di laboratorio per favorire l’operatività e
allo stesso tempo il dialogo e la riflessione su quello che si fa.[....]
Sintesi
tratta dalle “Indicazioni per il curricolo per la scuola dell’infanzia e per
il primo ciclo d’istruzione”. Ministero della Pubblica
Istruzione agosto 2007.
B.2 Continuità
educativa
Al fine di garantire agli alunni
dell’istituto un percorso formativo unitario, il collegio dei docenti è
impegnato nella realizzazione della continuità educativa, condivisa dai
docenti dei tre gradi di scuola.
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