MARIO VILLANI

Durante una vacanza autunnale passata in Orte, lo stesso Eritreo così scrivevagli da Roma: " Se ben ricordo, allorchè partisti da Roma promettesti che ti saresti costi trattenuto solamente per il tempo della vendemmia e non oltre 15 giorni, onde ricreare 1'animo affaticato, nella serenità della tua villa. Ma son già trascorsi sei mesi e tu non ritorni. So che la tua città nobilissima fu sempre per uomini chiari nella milizia e nelle cose civili, e prestantissimi per dottrina; ma, ne converrai, non potrà mai paragonarsi alla grandezza di Roma.
Ora, più che alle nostre comodità, è d'uopo pensare alla dignità della Santa Sede, alla salvezza dell'Urbe ed alla sua incolumità. Qui, da vario tempo, vi sono grandi contese, litigi e tumulti tra il popolo; nè io trovo persona, a ristabilire l'ordine e la quiete, migliore di te che sei un giureconsulto tra i primi, prudente e dottor nelle cose di maggiore importanza, atto a reggere convenientemente la cosa pubblica.
Affretta quindi il ritorno: lo desiderano i tuoi amici che sentono il dolore della tua lontananza.
Vale. Roma, 6 Febbraio 1644 ".

(Storia ricavata dal Sito web: www.hortae.it)