La fede si propone, non si impone
 
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Alla fine del mese di luglio dello scorso anno (26/07/2003) questo sito ospitò un sondaggio dal titolo "Costituzione europea e cristianesimo". Lo stesso, accompagnato da un forum, prendeva spunto da un'accesa discussione, in corso all'epoca, fra i rappresentanti dei paesi membri dell'Unione europea. Motivo: la proposta, avanzata da alcuni paesi fra cui l'Italia, di inserire nel testo del nuovo Trattato di Costituzione europea, in corso di stesura, il riferimento alle "radici cristiane" dell'Europa. Quello che successe, nel corso della Presidenza italiana dell'Unione è oramai storia: la bozza della futura Costituzione europea, preparata dalla Presidenza italiana, fu inviata ai Governi comunitari per l'analisi, prima del successivo vertice di Bruxelles. Nel testo non fu inserito alcun riferimento alle "radici cristiane", perché sulla questione avrebbero dovuto decidere i primi ministri dei paesi dell'Unione. Dopo mesi di trattative, coordinate dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il successivo summit di Bruxelles, che avrebbe dovuto dar vita alla Costituzione europea, fallì. Non si trovò l'accordo sul meccanismo di voto dei paesi membri dell'Unione e la Presidenza italiana fu costretta a prendere atto dell'impossibilità di un'intesa, preferendo rinviare il negoziato sotto la presidenza dell'Irlanda, attualmente al vertice dell'Unione. Il sondaggio "Costituzione europea e cristianesimo" si è concluso il 2 febbraio 2004. Nel corso dello stesso, questo sito è stato visitato da 1.050 visitatori. Il 57,69% di chi ha votato ha categoricamente detto "NO" a qualsiasi riferimento, nella Costituzione, a "origini cristiane" dell'Europa; il 23,08% di chi ha votato ha subordinato tale "riconoscimento" solo alla possibilità di citare anche le altre fedi presenti in Europa; infine, il 19,23% ha detto "SI" alla menzione delle "radici cristiane". Sembra chiaro che chi è decisamente convinto nella "giustezza" della proposta risulta largamente minoritario. Infatti, quel 23,08% che ha detto "...a patto che..." ha espresso il suo pensiero chiaramente: il riferimento alle "radici cristiane" è giusto se lo stesso concetto viene allargato a tutte le religioni presenti in Europa! Altrimenti, è "NO"! Quindi, sostanzialmente, quelli che a vario titolo non sono affatto convinti di citare le "origini cristiane" dell'Europa nel testo della Costituzione europea sono l'80,77% di chi ha votato, contro un esiguo 19,23% che ha detto, in maniera convinta, "SI". Chissà se i Governi e i loro rappresentanti sapranno interpretare fedelmente il pensiero dei popoli che rappresentano! Rimane il fatto che, in Italia, sul progetto di Costituzione Europea vi fu un'intensa polemica, amplificata da TV e giornali che, di continuo, citavano le invocazioni del Papa ad inserire nel testo della Costituzione le "radici cristiane" dell'Europa. Le stesse, rilanciate da alcuni esponenti di Governo del centro destra, hanno diviso l'opinione pubblica la quale, indubbiamente, ha pesato nelle decisioni finali della Presidenza italiana dell'Unione che, appunto, non ha inserito tali riferimenti nella bozza che dovrà essere approvata. E' chiaro che menzionare tali valori significa discriminare qualsiasi paese che pratichi o discenda da una religione diversa. E, a pensarci bene, sarebbe in netto contrasto con le dichiarazioni di appoggiare l'ingresso della Turchia nell'Unione! Le origini "religiose" di questo paese, infatti, vengono da tutt'altra direzione! Adesso si sussurra da più parti che il richiamo alle "radici cristiane" o "giudaico - cristiane" potrebbe essere inserito nel preambolo del Trattato costituzionale, per ricordare l'identità europea e menzionare un dato qualificante della sua storia. Tuttavia, i fautori di questa soluzione, dovrebbero ricordare che anche i preamboli fanno parte dei testi costituzionali. Dovrebbero tenere presente che, questi, vanno presi sul serio nella loro interezza; che ogni loro parola è impegnativa per le Istituzioni chiamate a governare uno Stato con una Costituzione; che ai principi costituzionali occorre essere scrupolosamente fedeli. Quindi, se è comprensibile che il Papa formuli simili richieste, peraltro provenienti dal Capo dell'unico Stato europeo che non potrebbe essere ammesso nell'Unione perché non applica i principi dello Stato di diritto, non si giustifica la stessa richiesta se proveniente da altra direzione. Si potrebbe obiettare che le "radici cristiane" dell'Europa sono una verità "parziale": il cristianesimo non si diffuse in eguale misura in tutta l'Europa e non tutti i paesi che sono entrati o entreranno a far parte dell'Unione europea hanno conosciuto il "cristianesimo" come fondamento di fede! Si potrebbe sottolineare che il fatto che una circostanza sia storicamente vera non giustifica la pretesa che venga menzionata in un testo costituzionale. Le costituzioni non sono fatte per scrivere la storia e dire chi eravamo ma per stabilire chi vogliamo e dobbiamo essere nel futuro. E' questo il carattere proprio di un testo costituzionale: guardare al futuro, in contrasto con un passato da superare. Così è successo con la Costituzione italiana dopo la caduta del fascismo, con la Costituzione spagnola dopo la caduta del franchismo, con la Costituzione portoghese dopo Salazar, con la Costituzione greca dopo i colonnelli. E, così dovrà essere per la Costituzione della Comunità Europea, sorta per superare un passato che si è spesso distinto per le guerre disastrose e fratricide che sul suo territorio si sono svolte. Conflitti che, altrettanto spesso, sono state guerre di religione. Nella storia d'Europa, è bene ricordare che la religione ha diviso, spesso atrocemente, e non unito. E poi, che senso ha attribuire un rilievo particolare a origini differenti da quelle di altre religioni o convinzioni quando, a norma della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea e dell'ONU meritano uguale rispetto, a garanzia dell'uguaglianza di tutti i cittadini, tutte le opinioni e le fedi professate? Oltre a queste obiezioni, rivolte a chi ha ritenuto giusto sostenere la pretesa del Governo italiano, andrebbe fatta anche una domanda: il richiamo costituzionale alla religione cristiana o alle tradizioni giudaico - cristiane non potrebbe causare l'accentuarsi della contrapposizione, già esistente, con le correnti più integraliste dell'Islam in un momento in cui, invece, è necessario dialogare per combattere le stesse e diffondere la tradizione europea della separazione tra la religione e i poteri pubblici? Il principio della libertà di pensiero, di religione e la laicità delle istituzioni, costituiscono valori fondamentali della civiltà europea e non sono necessari altri riferimenti, nei quali non può riconoscersi chi non crede o crede diversamente. (febbraio 2004)