Capodanno nel deserto
 
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Racconto di Alessandra

Capodanno nel deserto

 

Quella sera il cielo era un telo azzurro trasparente e tangibile.

Intensità evidente e racchiusa nella grande compostezza di un paese arabo fiero.

Gli occhi si sollevavano con leggerezza, con grazia.

Noi eravamo un gruppo attento, felice e pieno di speranze.

Compagni di viaggio in un’avventura di pochi giorni, intensi, indimenticabili e pieni di significati, di profumi, di cibo, di abiti colorati, di volti meravigliosi.

Mi sono fermata a pensare che soltanto poco tempo prima nessuno di noi conosceva gli altri, avevamo scelto un viaggio ma la scelta era caduta per tutti in quel luogo, in quel medesimo periodo dell’anno ed esattamente a questo punto della vita.

Ci sono cose che restano perfette, osservo i miei amici casuali e penso che non mi deluderanno mai perché ricorderò solo questo momento di tutti i momenti che verranno.

Incontriamo, nel nostro andare, una moltitudine di visi sorridenti, persone gentili e rumori assordanti.

Nelle vie confuse del paese il frastuono delle vecchie macchine, animali, gente frettolosa, tutti hanno un sorriso per noi.

Gli occhi dei bambini mi ricordano che l’innocenza e la grazia sono figlie della stessa madre silenziosa. Sensazioni dimenticate dal tempo occidentale.

La sera arriva con il lamento delle preghiere della moschea, una musica lontana dalla nostra cultura, così affascinante e mistica.

Ci allontaniamo da queste suggestioni. Siamo diretti con le nostre jeep nuove di zecca verso una meta ambita, da noi tutti.

Il tramonto del sole, rosso fiammante, arriva ad incendiare il cielo quando noi abbiamo raggiunto le più alte dune sabbiose del Wadi Rum, il deserto giordano. Al di là delle rocce tagliate dal vento lo spettacolo supera qualunque fantasia.

La stanchezza ci abbandona con un senso di sollievo inaspettato, è troppo grande il piacere di restare in ascolto di un silenzio surreale, morbidamente seduti sui tappeti all’ombra della roccia di basalto, intorno al fuoco dei beduini, una tenda berbera, un tè nel deserto, i volti illuminati dal sole che muore.

L’aria che ci avvolge è pura poesia, il calore che ancora ci scalda carezza piena, ci attende una notte perfetta, viva.

La memoria mi fa ancora sentire quell’odore di legno arso, di cenere, di carni profumate, deliziose. Capodanno di persone in fuga dalle convenzioni, alternanza di racconti notturni ora fantasiosi ora reali, ricordi maltrattati di altre notti come questa, lontane nel tempo.

Gioia discreta di un sentirsi appagati da quell’atmosfera sognante, da una passeggiata infinita, immersa nella sera limpida, al chiaro di luna.

Sotto le stelle dipinte sul velluto nero, il tempo scivola via distorto da attimi veloci o eterni, ci addormentiamo senza rendercene conto.