Cammino Real Perù

Inca Trail

 

 

Racconto di Alessandra

Macchu Picchu 18/08/2002

 

Sto contando tutti i miei passi, cercando di calcolare i tempi della strada ancora da fare, evito di guardare avanti o indietro, conosco solo esattamente il punto in cui mi trovo adesso. Il respiro cresce e sento chiaramente i battiti del cuore. Sono stanca.

Questo luogo è meraviglioso, immerso nella foresta amazzonica, il verde inebria lo sguardo e quasi ci si dimentica dello sforzo a cui siamo sottoposti. Devo conquistarmi la vetta, tenere duro. Non devo fermarmi, non devo perdere il passo, la meta è là che aspetta me, che aspetta tutti noi.

Devo dedicarmi un momento per riflettere, giungere alle conclusioni, so che quest’istante rimarrà per sempre nella mia memoria, congelato. Il cielo sopra di me è così vicino, sono quasi sulle nuvole, voglio imprimere in me questi odori, questa sensazione di mancamento continuo, l’esaltazione.

La sete non mi lascia tregua, perdo continuamente liquidi ed ho poca acqua ancora a disposizione, devo gestire bene i pochi sorsi che potrò permettermi. Fermati un attimo, sono sola, completamente sola sul sentiero infinito e in questo momento potrei anche pensare che sono l’unica a conoscere la bellezza di questo spettacolo, ora sono un punto in mezzo alle Ande, se gridassi nessuno se ne accorgerebbe, se mi sdraiassi potrei forse sentire il respiro degli Incas, i muscoli sono tutti in tensione, ed ho dolori ovunque. Devo respirare profondamente, nessuno può reggere a tanto, al rifugio potrò distendere i nervi, però io ci devo arrivare, vorrei portare a casa questa giornata, ricordare proprio tutto, anche questo senso di sconforto, vorrei avere la forza di ripartire, so che non potrò restare a terra ancora per molto.

Riprendo il cammino. Ora sono più forte, devo resistere alla tentazione di bere o resterò senza acqua più avanti. Qualcosa mi bagna la fronte, e solo ora mi accorgo che sono un bagno di sudore, non posso fermarmi ancora o l’aria della montagna mi bloccherà completamente. Non sento più le gambe e le labbra sono sempre più aride, ma io mi sento viva come non mai, ho sognato di farlo per tanto tempo, per me sarà una grande vittoria, l’ingresso a Macchu Picchu dalla Porta del Sol. Il più bel trionfo sopra l’ultima città perduta.

Riesco a sentire delle voci in lontananza, hanno spezzato l’incanto della mia solitudine, siamo centinaia, condividendo la stessa magica esperienza ma allo stesso tempo profondamente soli, troppo presi dall’intimismo di questo posto per aver voglia di condividerlo con altri.

Qui il tempo si perde, perde senso. Sono continuamente combattuta tra l’estasi e la fatica. Non so quale delle due sensazioni predomina e sinceramente non mi interessa, vorrei che il tempo passasse e contemporaneamente che non finisse mai, vorrei sollevarmi dal dolore e contemporaneamente vorrei sentirlo e viverlo nella sua pienezza, silenzio. Vedo la meta, ora la vedo chiaramente, so che ce l’ho fatta, ormai è una certezza, ho conquistato il mio rifugio e sto per entrare in uno dei siti più belli, la città dominante. Voglio guardarla da qui per vederla interamente, solo da lontano è possibile farlo. Uno scatto con la mia Yashica e dentro al mio cuore per sempre. Chiudo gli occhi per essere sicura che ho memorizzato proprio tutto. Non avevo notato le orchidee selvatiche, sono di una bellezza sconvolgente, la mia cascata, potrei anche morire oggi. Sono piena di sensazioni dentro che non ne so parlare. Ancora uno sguardo a questo cielo straordinario, terso, azzurro che acceca. Non vedrò mai più nulla del genere.

Cosa ho fatto io per meritare questo mondo così bello? Pieno di cose che si perdono in tempi tanto remoti e sconosciuti? Bevo finalmente, e riesco a ragionare con più lucidità, devo ossigenarmi, lo sforzo mi abbandona, sento che adesso potrei davvero scalare una montagna, non ho più dubbi. Forse ora potrei permettermi qualsiasi cosa, sono davvero sola dall’altra parte del mondo, di fronte a questo posto dimenticato da Dio, e dal quale non posso staccare gli occhi, ipnotizzata, rapita.

Gli altri aspettano il mio arrivo, ed io attenderò l’arrivo degli altri senza fretta, oggi nessuno di noi ha fretta, siamo stanchi e felici e pieni di noi. Vivi.

Che Dio mi perdoni per non vivere così tutti i giorni della mia vita. Solo io so chi sono e perché amo essere quella che sono. Oggi sarà oggi per sempre.