la Polonia
 
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Racconto di Alessandra

Polonia, Natale 2002

 

Per chi sa apprezzare e vuole conoscere qualcosa di ancora inviolato dalle vacanze di massa e dal consumismo ecco un viaggio al di fuori dei normali circuiti turistici. La Polonia.

Ecco un paese ovattato, racchiuso nella sua nebbia e nel biancore dei suoi cieli, nella genuinità della sua gente, nella bellezza del suo artigianato, nella semplicità dei suoi sapori, nelle atmosfere tranquille e nei panorami dolci e aspri. La Polonia è un paese ricco di storia ma anche di quegli aspetti umani che non si dimenticano e restano nel cuore, perché la gente che si incontra conserva in sé quell’aspetto gentile e dignitoso che noi abbiamo perso. A chi mi chiedeva "perché la Polonia?" ho risposto al mio ritorno che la Polonia non è affatto il paese triste che alcuni possono immaginare.

Al nostro arrivo siamo stati colpiti dalle luci sgargianti e multicolori di migliaia di decorazioni appese qua e là, e l’aria di festa si sentiva ovunque, l’atmosfera era assolutamente diversa da quella delle nostre città, a Varsavia non c’era la minima traccia di vetrine sfavillanti, o gente affaccendata nell’acquisto degli ultimi regali, solo qualche sala da thè in pieno centro ospitava qualche passante infreddolito, ma la gente lì crede ancora nel Natale, è difficile spiegare come questo si lasciasse intuire, il fatto è che noi ce ne rendevamo conto con magica certezza. E poi la periferia di Varsavia, indimenticabile grigiore, squallida eredità del socialismo e della miseria. La mattina si può camminare per chilometri e chilometri senza incontrare un bar per fare colazione, e se si riesce a trovare una pasticceria ci si accorge che il commesso ti accoglie senza la falsa cortesia di chi deve venderti qualcosa, ci si mette un po’ a capire che lì il consumismo non solo non è arrivato ma non è nemmeno lontanamente sospettato.

Varsavia è l’altra faccia della stessa Praga, solo molto meno conosciuta e apprezzata, ricostruita da 20 anni fedele all’originale è un tripudio di colori e l’architettura è sorprendente, la splendida piazza di Starego Miasta né è l’esempio. Non è difficile, per gli amanti di localini sfiziosi, incontrare nel centro qualche delizioso ristorantino finemente arredato, ed è sicuramente piacevole apprezzarne la cucina squisita e semplice.

Meta obbligatoria per gli amanti dei paesaggi ampi è il piccolo centro di Zakopane, ai piedi dei Monti Tatra, scenario interminabile e meta amatissima di sciatori di tutte le età. Questa caratteristica località è un magnifico insieme di casette di legno dai tetti spioventi, e nel panorama perfettamente imbiancato dalla neve il legno dà un senso di calore e di allegria. Il centro di Zakopane offre uno spettacolo veramente gradevole a chi, oltre a fare sport, ama rilassarsi con qualche passeggiata curiosando qua e là, con il susseguirsi di localini e botteghe di artigianato locale molto ben curate, e arricchite da qualche decorazione natalizia.

Zakopane è una stazione sciistica che si trova appunto ai piedi dei Monti Tatra, il più alto massiccio dei Carpazi e l’unico di tipo alpino dell’Europa centrale, con un’escursione di un giorno è possibile fare una sgambata di circa 9 Km., il percorso non è particolarmente lungo ma se si va in questa zona in pieno inverno la temperatura può scendere fino a –16 gradi, ed il percorso può essere in gran parte ghiacciato. La passeggiata offre spunti a dir poco straordinari, il cielo e la terra a volte hanno lo stesso colore, un bianco candido, surreale. Ed alla fine di questo percorso si arriva a Mosky Oko, e non si può immaginare l’incanto dopo tanta fatica di arrivare in cima a questi monti e trovarsi di fronte un immenso lago ghiacciato: "Mosky Oko" ossia occhio di mare. Il fascino di questi luoghi è reso ancora più suggestivo dal susseguirsi delle slitte trainate da cavalli o da renne, la discesa può essere particolarmente piacevole oltre che meno faticosa.

Dopo una rigenerante escursione sulle montagne qualcuno può decidere di fare una bella gita in uno dei più importanti luoghi di culto della Polonia, Czestochowa. Qualcuno ritiene che la Madonna nera di Czestochowa sia la più importante meta di pellegrinaggi dei paesi dell’est, quello che Lourdes o Fatima rappresentano nell’Europa occidentale. Il convento fortezza di Jasna Gora risale al XIII secolo, l’interno è luminoso ed essenziale, le pareti sono interamente ricoperte da spille, medaglie e croci in oro, argento e metallo che simboleggiano i miracoli attribuiti alla Madonna Nera. Durante la messa è impossibile visitare la chiesa ma è questo l’unico momento in cui si può ammirare l’immagine della Madonna nera, poiché alla fine della funzione essa viene ricoperta e non è più visibile. Questa messa che è seguita da centinaia di persone, alcune delle quali per tutto il tempo inginocchiate e raccolte in preghiera, è per noi incomprensibile poiché la lingua polacca è di sicuro molto lontana da noi. La differenza sorprendente è costituita dal suono delle trombe del giudizio universale alla fine della funzione, questo rituale serve da monito a tutti per riflettere sul senso della cristianità e della vita. Non è facile descrivere il senso di solennità e la suggestione che si avverte all’interno di questo luogo sacro. C’è durante tutta la funzione un silenzio irreale, esempio di rispetto e devozione.

Il viaggio continua e la diversità di cose da vedere e fare è assolutamente stimolante. Visitiamo un altro luogo unico, la miniera di Wielicka, datata intorno al 3.500 a.C. (prima delle piramidi) è ovviamente la più antica d’Europa ancora in funzione. Ci sono oltre 300 km. di gallerie da visitare e la più antica con statue di sale naturali costruite dall’uomo, fino ad arrivare alla splendida Sala dei Cristalli, una vera e propria sala con pavimenti e scale di sale nel cui interno sono raccolti quadri e sculture realizzati con sale e ormai cristallizzati, riproduzioni di opere come "La Pietà" di Michelangelo e "L’ultima cena" di Leonardo. Arte, cultura, costume, religione e storia. E nella storia della Polonia c’è un luogo di orrore e morte: Auschwitz. Non ne parlerò in queste mie riflessioni, Auschwitz è un posto da andare a vedere in silenzio. Dirò soltanto che non tutti hanno la voglia o la forza di andare in questi luoghi, io ho scelto di farlo, fa parte della nostra storia.

Tappa conclusiva quanto doverosa: Cracovia. Diventata la capitale del regno di Polonia nel 1038, vi furono incoronati tutti i re polacchi fino alla caduta del regno e conserva nel castello e nella cattedrale del Wawel l’esempio eloquente del suo passato. Le vie di Cracovia sono poetiche, le chiese gotiche, le sue pareti di mattoni rossi, i fiocchi di neve che scendono copiosamente e lungamente durante le ore sornione del pomeriggio, le case borghesi color pastello, i suoi parchi candidi e bianchi. E sulla piazza un tripudio di colori e voci, un coloratissimo mercato coperto fa da cornice a questo scorcio, all’interno si può trovare veramente di tutto, ma in particolare si trovano i tre prodotti tipici del posto, ambra, artigianato in legno e vasetti di cristallo. Cracovia, con il suo vociare e le atmosfere festose è lontanissima da Varsavia, ma ogni luogo, si sa, conserva una sua prerogativa unica. Le persone ovunque sono cordiali e benché la lingua sia incomprensibile e nessuno sia in grado di parlare inglese c’è una voglia di dare indicazioni, consigli che ognuno come può si sbraccia e si arrangia per farsi comprendere. Non sono abituati ad accogliere stranieri è evidente, di stranieri nel loro paese se ne incontrano pochi, ed all’inizio noti una giusta diffidenza e un po’ di stupore, ma la cortesia, la loro cortesia è squisita e i loro sorrisi sono sinceri, inequivocabilmente. Prima che lì arrivi la macchina del turismo e qualche albergo modernissimo rovini l’atmosfera di questo posto che sembra incantato, credo sia interessante fare un salto in questa zona per conoscerla. E con un po’ di fortuna potrete pernottare in qualche casa privata ed assaggiare la migliore zuppa di patate e rape della vostra vita. Oppure trascorrere la notte in qualche rumorosa casa universitaria dove normalmente alloggiano anche gli insegnanti, e se non siete stati studenti fuori sede sarà l’ultima opportunità che avrete per vivere questa esperienza. Se conoscerete qualche polacco da frequentare per più giorni, una guida, un accompagnatore, un driver, questi non vi lascerà mai partire senza prima farvi un regalo, magari una bottiglina di vodka o un portafortuna, oggetti dai quali non vi separerete più. Dolci ricordi. I ninnoli ed il loro sorrisi. Non è facile con un soggiorno breve cogliere il senso e comprendere la storia di questo paese tanto complesso, questo sarà possibile soltanto se si percorrerà una strada, si pernotterà in un luogo, si organizzerà un viaggio sotto la guida delle persone del posto. E magari tra un parco ed una città, tra una montagna ed una miniera potremmo anche sentire nell’aria le note di Chopin.