LE ORIGINI E LE QUESTIONI DEI BENEFICI |
Come già riportato precedentemente, dalla bolla di papa Anastasio IV risulta
che nel 1153 a Poggiana esisteva la chiesa diaconale di S. Lorenzo.
"La parrocchia di S. Lorenzo di
Poggiana prima dell'anno 1457, era una semplice cappella soggetta alla Chiesa
Parrocchiale di Santa Maria delle Cendrole... Sopra istanza dei comunisti
(=cittadini) di Poggiana M. Marco Balbi vescovo di Treviso, con Decreto del 7
giugno di detto anno 1457, la eresse in nuovo Beneficio ed ordinò che un
sacerdote col titolo di Cappellano risiedesse presso quella Chiesa e
amministrasse i sacramenti ai detti comunisti di Poggiana". (34)
Ma il Decreto non sembrò avere
esito, per cui: "...Impetrarono i detti comunisti dal Sommo Pontefice Pio
II (1451 - 1464) le lettere apostoliche del dì 8 gennaio 1459 date da Mantova,
colle quali si commetteva al vescovo di Treviso di far consegnare al nuovo
cappellano di Poggiana due terze parti del quartese che i predetti Parrochi
riscuotevano dal comune di Poggiana..." (34)
Ma ahimè, anche questa volta nulla
di fatto: sicuramente la chiesa di Riese, per non perdere i benefici, tentò di
impedire la nascita della nuova parrocchia, o come minimo, di limitarla a "rettoria",
cioè con diritto di nomina del parroco e con riscossione parziale di benefici
(come abbiamo già visto, da Cendrole il fonte battesimale si spostò a Riese,
che inizia a formarsi come nuovo centro al posto delle Cendrole).
Il fatto è che alcuni anni dopo, i
poggianesi stanno ancora chiedendo alla Santa Sede il proprio curato. Una
lettera papale del 1459 ammoniva che i postulanti (cioè i pogianesi che
chiedevano parrocchia propria) si guardassero dal contrarre debiti dai paesi
vicini. (14,34)
"Finalmente alla presenza del
vescovo, e mediante la interposizione di comuni vicini, si venne alla
transazione il 15 gennaio 1462. Con tale solenne carta convennero unanimemente e
concordemente i comunisti di Poggiana da una, ed i Parrochi di Riese, di Loria,
(di Ramon), e di Spineda dall'altra, - giacchè non si fa più menzione di
Godego - che nella predetta Cappella e Chiesa di S. Lorenzo di Poggiana d'allora
in avanti fosse dal vescovo instituito un scerdote cappellano, coll'obbligo
della continua residenza, dell'amministrazione dei sacramenti ai comunisti di
Poggiana..." (34)
Più avanti, nella stessa lettera
troviamo: "essendosi questa curia occupata nella investigazione delle
ricerche della Parrocchia di Poggiana relativamente allo stato ecclesiastico di
quella chiesa, nulla altra cosa potè rilevare se non che nel 1598 era
riconosciuta per Parrocchia, e il rettore per parroco di proprio nome, come
risulta dalle Bolle di canonica istituzione rilasciate all'eletto parroco Don
Vincenzo Massono dal vicario capitolare di Treviso, sede vacante, Camillo dal
Corno Esecutore Apostolico di Clemente P.P. VIII" (1592
- 1605)
La questione dei benefici continuò a
interessare a più riprese i rapporti tra Riese come beneficiaria e Poggiana
debitrice da un lato e tra Poggiana come beneficiaria e Ramon, Loria, Bessica,
Spineda e per un periodo pure Godego come debitrici dall'altra. (vedi
cartina)
Fitta la corrispondenza tra parroci
di Poggiana, vescovi di Treviso, parroci di Riese e dei paesi vicini; verbali e
tentativi di mediazioni, richieste di pagamento di arretrati, richieste di
riduzione degli oneri, riduzioni del diritto di beneficio sul livello, a volte
reali ("corrisponderà in luogo delli staia 7 di frumento, soli staia 5,
cessando lo staio di fava, e del plaustro di vino continuerà a pagare li conzi
6" - Loria nella Canonica Parrocchiale li 26 Agosto 1804), a volte
riduzioni a condizioni ben pesanti ("...ma sentendomi sempre libero di far
valere il mio diritto in ogni momento... se la presente mia donazione potesse
tornare occasione di dispiaceri" - da una lettera a D. Dotto di D. Aug.
Brugnoli da Treviso del 20 luglio 1909 che riporta una lettera allo stesso
dell'arciprete di Riese).
C'è pure un altro beneficio che
compare senza che se ne sappia l'origine; ai tratta di una richiesta della curia
di Treviso del 9 settembre 1876 " ad infomare su un livello d'antica
istituzione, che si pagava dalla Fabbricieria di codesta chiesa Parrocchiale
alla Prebenda del sacrista d'Asolo". In risposta l'allora parroco di
Poggiana, Don Antonio Foscarini, dice che si pagava annualmente al sacrista di
Asolo "lire venete 21 ...pagate a D. Giuseppe Biliato... sino alla
separazione fatta dal Governo nel 1869... ma ora questo misero campo sta in
proprietà di Milani GioBatta di questa parrocchia, ed il prodotto lo dà alla
parrocchiale di Poggiana" (12 settembre 1876). (35)
Penso che sia d'obbligo spendere una
parola sulla nascita e significato di questi benefici e livelli. Con le
invasioni dell'Italia da parte delle tribù barbariche, il concetto e la pratica
del Diritto Romano andavano sostituendosi al cosidetto Diritto Barbarico: cioè
mentre il Diritto Romano partendo dalla somiglianza dei casi concreti arrivò a
leggi enunciate e scritte e universalmente utilizzate, il Diritto Barbarico
tolse questa universalità e, in pratica, chi al momento deteneva il potere,
poteva variare a suo uso e consumo le leggi.
La Chiesa, per difendere l'autonomia
dei sacerdoti e delle parrocchie dalle angherie e condizionamenti del potere
politico, stabilì che ogni parrocchia avesse un suo mezzo di sussistenza: i
"benefici e i livelli (attivi e passivi)". In pratica ogni chiesa,
grazie a questa rendita perpetua che ne garantiva la indipendenza economica,
risultava meno aggredibile e condizionabile dal potere politico. (36) Con
l'ultimo concordato tra stato e chiesa (18 febbraio 1984), tutti i benefici
delle singole parrocchie vengono rimessi alle curie vescovili con apposito
ufficio.
Come abbiamo visto si creò anche
l'altra faccia della medaglia, gli aspetti negativi dei Benefici: resistenza
alla creazione di nuove parrocchie, per la conseguente riduzione delle fonti di
sostentamento (e i periodi di carestie, guerre, o la necessità di costruire
nuove chiese acuivano il peso di questi oneri); altro aspetto negativo,
che insorse più tardi, fu l'assegnazione delle parrocchie solo in funzione del
beneficio, per cui il titolare "affitta" ad altri preti la cura
pastorale e percepisce il beneficio: sono tempi turbolenti e difficili della
Chiesa, tempi di decadenza con vescovi e parroci non residenti, ma per reazione
anche tempi di grandi santi.
Anche le neonata parrocchia di
Poggiana che finalmente il 15 gennaio 1462 riceve, da Marco Barbaro,
vescovo di Treviso, l'erezione a parrocchia, risente dei problemi dell'epoca:
- migrazione di sacerdoti dal sud o
dalla Dalmazia (non per mancanza di sacerdoti locali, ma per le ristrettezze
economiche dei luoghi d'origine di questi [come si può notare certi problemi
hanno origini ben antiche!], e la presenza di parroci di Poggiana provenienti
dal sud (Puglia, Urbino), o dalla Dalmazia (Cittanova: l'impossibilità di
accesso alla Biblioteca Capitolare di Treviso non mi permise di stabilire se è
Cittanova della Dalmazia o delle Marche) ne è testimonianza.
- parroci titolari non residenti, che "affittano"
ad altri preti che a loro volta "sub-affittano" ad altri ancora la
cura pastorale vera e propria (ad esempio nel 1542 Alessandro Orsi, vescovo di
Cittanova, è rettore di Poggiana
[possesso con lettera del cardinale Pisani, 28 marzo 1542] (23) ma in pratica
risiede p. Agostino de Bianchin da Villarazzo come "cappellano sostituto
conduttore")
- e altri problemi legati alle vicissitudini e agli usi e
costumi dell'epoca. (20,21,24,25,28)
Anche da altre annotazioni rileviamo
come Poggiana, pur nel suo piccolo risenta del clima dell'epoca: "nel 1467
ordinavasi di ornare il tabernacolo; nel 1521 il battistero mancava d'acqua; nel
1574 non piacendo certo parroco gli abitanti, gli fecero paura; al 1599 era
l'altare del Rosario, e il parroco mancando di zaghi, si serviva da sé la
Messa". (14)
Pochi risultati sortirono dal
Concilio di Roma (1515 - 1517), che stabiliva l'obbligo del celibato e della
residenza per vescovi e parroci: le direttive furono per lo più disattese.
Il Concilio di Trento (1542 - 1464),
molto criticato da chi non ne conosce il background storico, portò invece una
ventata di riforma che rinnovò radicalmente la Chiesa e ravvivò la fede.
Tra i vari provvedimenti consta:
ribadito l'obbligo della residenza per i vescovi e parroci; guida pastorale come
scopo di queste funzioni; preparazione culturale e teologica dei sacerdoti,
attraverso l'istituzione dei seminari; visite pastorali periodiche a tutte le
parrocchie da parte dei vescovi; relazioni scritte sullo "status"
delle parrocchie, obbligo di tenere documentazione scritta dei vari atti della
parrocchia (battesimi, cresime, matrimoni), irreprensibilità dei vescovi,
organizzazione dell'insegnamento della Sacra Scrittura ecc.
Meraviglia che, nell'archivio
parrocchiale di Poggiana, la prima documentazione sia già del 1593 (libro
manoscritto dei cresimati che inizia il 9 marzo 1593): in genere i primi
atti registrati nelle varie parrocchie (battesimi, cresime, matrimoni) iniziano
alcuni decenni dopo. E questa precocità denota non solo adesione, ma anche
serietà e impegno culturale da parte del parroco e della rinnovata vitalità
della parrocchia di Poggiana.
Durante il periodo della dominazione
Austro-Ungarica (vedi cartina d'Italia dopo la
restaurazione)(1815 - 1866), si ebbe particolare attenzione ai Benefici, in
quanto tale governo aiutò l'organizzazione delle parrocchie in cambio di una
funzione burocratico-sociale dei parroci.