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LE ORIGINI DELLA PARROCCHIA

       Ma il più antico documento che ci parla di Poggiana è una bolla di papa Anastasio IV (papa dal 1153 - 1154 - vai all'elenco dei papi) del 1153, che univa alla pieve di Santa Maria delle Cendrole, sorta sulle rovine di un tempio pagano, la "ecclesia S. Jo. Bapt. de Vallatum" (la chiesa di S. Giovanni Battista di Vallà) e la "ecclesia S. Laurentii de Pauliana" (la chiesa di S. Lorenzo di Poggiana), con diritto diaconale.
     Essendo scomodo alla popolazione di Poggiana il dover accedere alla pieve di Cendrole per i sacramenti (battesimi e cresime), non impartibili nella chiesa di Poggiana, perchè diaconale, si erano iniziate le lunghe pratiche per ottenere la erezione a parrocchia.
     Nel 1459 gli abitanti chiedevano alla Santa Sede un proprio curato assicurando che avrebbero devoluto al suo sostentamento due terzi dei quartesi riservati al pievano di Riese (per motivazioni non del tutto chiarite il centro si spostò da Cendrole verso Riese, dove, nel 1280 fu trasferito il fonte battesimale e che nel 1412 era dotata di un pievano). (13)
     Una lettera papale del 1459 ammoniva i postulandi (cioè i poggianesi che chiedevano la parrocchia propria) che si guardassero bene dal contrarre debiti con i paesi vicini. (14,34).
     Solo cinque anni più tardi, il 15 gennaio 1462, Marco Barbo, vescovo di Treviso, concesse completa autonomia (erezione a parrocchia), con parroco proprio, alla chiesa di Poggiana che eresse quindi il proprio fonte battesimale. (a destra l'attuale fonte battesimale)
     Una volta eretta parrocchia, Poggiana, anche per ottenere partecipazione al finanziamento dei lavori, espose al vescovo il desiderio di una costruzione nuova e più grande, che servisse pure alla vicina borgata di Ramon (di Loria); la prudenza dei superiori ecclesiastici sconsigliò il progetto, cosicchè Poggiana provvide alla propria chiesa, ampliandola e abbellendola nel corso del tempo, come vedremo più avanti, per sollecitudine dei vari parroci e con il generoso contributo della popolazione. Ma ben poco si sa della nuova chiesa che venne ricostruita.
     Come da accordo, la nuova parrocchia fornisce all'antica matrice "formento bello et secho et crivellato staja sette; una bote de vin nero [come si nota le sane tradizioni hanno radici profonde!]; un candeloto de cera et fava et segalla bona staja sei": questo il prezzo del balzello per la ottenuta indipendenza.
      Inoltre, in ricordo della dipendenza da Cendrole (poi Riese), il parroco di Poggiana viene chiamato "cappellano perpetuo" e la nomina del parroco poggianese viene fatta dalla chiesa madre fino al 1682, anno in cui cessa tale costume, come pure l'appellativo. 
     Rimase comunque anche un legame positivo, di fede, che si perpetua a tutt'oggi: le processioni al santuario delle Cendrole (qui a sinistra); nel 1641 furono addirittura mensili, nel 1725 si svolgono nei sabati di quaresima ("...si presenta a lei, rev.mo signore, Pietro Berno, primo fabbriciere di questa chiesa (di Poggiana), onde ottenere il placet per poter visitar ogni sabato di sera processionalmente il santuario delle Cendrole, avendo per costume questi miei parrocchiani di fare quella gitta tutto il tempo della santa quaresima..."
     Nel 1853, l'allora parroco di Poggiana, Don Savonitti, chiedeva di poter fare la processione "...il giorno dell'ottava, al dopo pranzo e così al Santuario sarà officiato anche alla sera...ecco la grazia che hic et nunc le si chiede, sicuro del placet." (15)
     Le processioni, dai ricordi dei nonni, incominciavano al mattino presto, partendo dalla chiesa di Poggiana al canto del Kyrie Eleison, con la croce e i candelieri in testa, gli uomini in doppia fila, i portabandiera con un vistoso cinturone dove poggiare la base dell'asta delle bandiere delle varie associazioni e confraternite, i porta- candelabri in veste bianca e cappa rossa, e tra questi il sacerdote in cotta e stola e i chierichetti ("i cotarui o zagheti") con turibolo, navicella e secchio dell'acquasanta, seguivano poi le donne che rispondevano al rosario alternato da canti. (qui sopra una processione anni '70)
     C'era un particolare rituale che è andato perduto: era costume che all'arrivo alle Cendrole, al ponte dell'Avenale, ci fossero tre uomini dell'antica chiesa madre, in camice bianco e cappa rossa, ad accogliere ufficialmente i pellegrini: due reggendo ciascuno un grosso candelabro, il terzo recante una lunga asta scannellata, color rosso oro, sulla cui sommità c'era un capitello corinzio che faceva da base a tre statuette in legno dorato raffiguranti la Vergine seduta (Patrona delle Cendrole), con ai lati San Lorenzo (patrono della parrocchia di Poggiana) e San Giovanni Battista (patrono della parrocchia di Vallà), riconoscimento dell'antica chiesa madre.
    A questo punto le campane del santuario cominciavano a suonare a festa e i tre personaggi accompagnavano la processione fino alle porte della chiesa.