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CAMPANILE E CAMPANE

     Nel 1852 inizia la costruzione del campanile ad opera di Bianco da Castelfranco e terminato 1864; viene riportata l'altezza di 36 metri; ha due campane, benedette nel 1858 (fuse nello stesso anno, pesano complessivamente libbre 1851); venne poi installata la maggiore di kg 450 fusa il 6 gennaio 1908 (fonderia De Poli, costo £ 589); fu poi aggiunta la campanella. Le due campane più vecchie furono poi sostituite da altre: al 1 ottobre 1942 le campane ("le tre da concerto presentano un timbro di suono particolarmente vivace e brillante") constano di:

         A proposito delle campane, c'è un avviso della curia di Treviso del 7 ottobre 1942 che avvisa i parroci della possibilità che le campane siano requisite: "in questa evenienza sarà bene che il doloroso provvedimento sia fatto conoscere nel modo più conveniente, affinchè sia accolto come una necessità dell'attuale stato di guerra".
         Come ultima annotazione, ricordiamo l'antica tradizione di suonare "el campanon", cioè suonare le campane a mano: nei giorni che precedono la festa del Santo Patrono i giovani si alternavano a gruppi e, sbattendo manualmente il battaglio  contro le campane, eseguivano una melodia caratteristica, usando le tre campane da concerto, GRANDE, MEDIA, PICCOLA, in questo ordine:MGG-MGG-MPP-MGG, bis, poi MP-MP, pausa, quindi PP-MM-PP-MG, bis e di nuovo da capo.
        La tradizione cessò per l'inagibilità delle scale interne (7 a pioli di legno; rifatte da tal Costante, che "un giorno le bruciò tutte perchè insicure e le rifece "de gadìa", testimonia Federico da Ramon, ma oggi sono nuovamente inagibili) e dei relativi pianerottoli (sei in tutto, pericolanti eccetto l'ultimo, rifatto di recente) e per la elettrificazione delle campane (1980, ditta Morellato); fu reintrodotta però dal sottoscritto nel 1980 usando i tasti elettrici.
        Non ci sono dati scritti, invece, riguardanti l'orologio del campanile: sembra vi sia stato collocato durante la costruzione del campanile stesso; sua antica caratteristica era il fatto di suonare oltre le ore e le mezze ore, anche "la meridiana" come veniva chiamato il tocco a tre toni delle ore 11:45 (e per un certo periodo anche delle 9:30); il signor Federico da Ramon fece pure le ruote dentate di moltiplica per i minuti, che caddero a terra molti anni dopo per l'usura e l'incuria.
        Attualmente l'orologio ha perso lo sfondo azzurro che ne caratterizzava il quadrante; fu elettrificato nel 1978, e l'antico meccanismo con pendolo e pesi si trova ancora sul barcollante pianerottolo all'altezza dell'orologio.