CAMPANILE E CAMPANE |
Nel 1852 inizia la costruzione del campanile ad opera di Bianco da Castelfranco e terminato 1864; viene riportata l'altezza di 36 metri; ha due campane, benedette nel 1858 (fuse nello stesso anno, pesano complessivamente libbre 1851); venne poi installata la maggiore di kg 450 fusa il 6 gennaio 1908 (fonderia De Poli, costo £ 589); fu poi aggiunta la campanella. Le due campane più vecchie furono poi sostituite da altre: al 1 ottobre 1942 le campane ("le tre da concerto presentano un timbro di suono particolarmente vivace e brillante") constano di:
maggiore: premiata fonderia De Poli in Vittorio Veneto, fusa nel 1908, con scritto "Soli Deo honor et gloria" e ancora "A fulgure et tempestate libera nos Domine"; ha le figure di San Lorenzo, Madonna del Carmine, Santa con palma, San Gregorio Magno, Crocefisso con la Madonna e San Giovanni ai piedi della croce, San Giorgio che uccide il drago, vari medaglioni con busti, cm 75 x 90.
media: stessa ditta, fusa nel 1927, iscritto "Poggiana di Riese 1927", vi sono raffigurati il Crocifisso con Pie Donne, S. Cecilia, S. Antonio abate, cm 65 x 80.
minore: stessa ditta, raffigura l'Immacolata, S. Pietro, S. Rocco, Crocefisso con Pie Donne, Santa con spada e ramoscello d'ulivo, cm 58 x 73; non si conosce la data di fusione.
campanella: con iscritto "opera di Pietro Colbacchini figlio di Gio: Bassano anno 1903 " e Soli Deo honor et gloria", raffigura la Madonna del Rosario, Angelo, Crocifisso e Angelo, cm 39 x 43. Presenta una saldatura laterale bassa sovrastata da un foro perfettamente circolare di due centimetri. Alberton Federico da Ramon mi raccontò che la saldatura fu eseguita nella sua bottega "di sabato, con due cannelli, uno che saldava all'interno e uno all'esterno; il foro fu praticato per impedire che la crepa continuasse il suo cammino; immergemmo poi la campana nella cenere, raccolta precedentemente dalle case vicine, per rendere graduale il processo di raffreddamento, per paura della rottura della campana. Il lunedì seguente la campana era ancora tiepida..." (42)
A proposito delle campane, c'è un avviso della curia di Treviso del 7 ottobre
1942 che avvisa i parroci della possibilità che le campane siano requisite:
"in questa evenienza sarà bene che il doloroso provvedimento sia fatto
conoscere nel modo più conveniente, affinchè sia accolto come una necessità
dell'attuale stato di guerra".
Come ultima annotazione,
ricordiamo l'antica tradizione di suonare "el campanon", cioè suonare
le campane a mano: nei giorni che precedono la festa del Santo Patrono i giovani
si alternavano a gruppi e, sbattendo manualmente il battaglio contro le
campane, eseguivano una melodia caratteristica, usando le tre campane da
concerto, GRANDE, MEDIA, PICCOLA, in questo ordine:MGG-MGG-MPP-MGG, bis, poi
MP-MP, pausa, quindi PP-MM-PP-MG, bis e di nuovo da capo.
La tradizione cessò per
l'inagibilità delle scale interne (7 a pioli di legno; rifatte da tal Costante,
che "un giorno le bruciò tutte perchè insicure e le rifece "de
gadìa", testimonia Federico da Ramon, ma oggi sono nuovamente inagibili) e
dei relativi pianerottoli (sei in tutto, pericolanti eccetto l'ultimo, rifatto
di recente) e per la elettrificazione delle campane (1980, ditta Morellato); fu
reintrodotta però dal sottoscritto nel 1980 usando i tasti elettrici.
Non ci sono dati scritti, invece,
riguardanti l'orologio del campanile: sembra vi sia stato collocato durante la
costruzione del campanile stesso; sua antica caratteristica era il fatto di
suonare oltre le ore e le mezze ore, anche "la meridiana" come veniva
chiamato il tocco a tre toni delle ore 11:45 (e per un certo periodo anche delle
9:30); il signor Federico da Ramon fece pure le ruote dentate di moltiplica per
i minuti, che caddero a terra molti anni dopo per l'usura e l'incuria.
Attualmente l'orologio ha perso lo
sfondo azzurro che ne caratterizzava il quadrante; fu elettrificato nel 1978, e
l'antico meccanismo con pendolo e pesi si trova ancora sul barcollante
pianerottolo all'altezza dell'orologio.