Racconti e Favole                                                                                                                                                                                

 

STRUDEL  Trash    

STRUDEL TRASH 2006

LA LUNGA NOTTE ALLA BANCA D'ITALIA. LEGGETE LE RIVELAZIONI  

                          I due governatori 

  Le dieci si sera. Una casa tutto sommato confortevole a Francoforte sul Meno.

  -Le cosce di pollo bollite sono nel ripiano di mezzo. Non mettetemi in subbuglio il frigo.-

 Il fruscio delle pagine di ‘Governatrici e Ambasciatrici alla moda ’ fa intendere che Madame Trichet desidera leggere senza essere disturbata.

 E’ un Trichet irrequieto e nervoso quello che passeggia per la stanza alle dieci di sera. Ora prende a guardare in giro grattandosi la testa.

 -Qualcosa sembra preoccuparvi signor Trichet, spero non ricomincerete a parlarmi dei tassi di interesse. Vorrei finire questo articolo sul ritorno del bustino con le stecche di balena.-

 -Stanotte devo andare in Italia, il paese delle fettuccine. Dove è finito il bastone?-

 -Il bastone di maresciallo? Mio caro non vorrete rifare una Campagna d’Italia. Intendete per caso portare la democrazia agli italiani?-

 -Il bastone di legno di quercia, quello che usiamo per le passeggiate in collina, dove diavolo si è cacciato?-

 -Volete varcare dunque le Alpi a piedi? Cosa volete farne del bastone?-  Una rassegnata madame Trichet si alza dal letto e comincia a preparare la solita valigetta. La lettura dell’articolo sul ritorno del bustino è rimandata a dopo la partenza del signor Trichet.

  Le due di notte. Roma, al portone di palazzo Koch, sede della banca d’Italia. Trichet batte col bastone per farsi aprire. Da uno spiraglio appare Bastiano, l’usciere di notte, che volge uno sguardo indagatore a Trichet.

 -Chi cerchi?-

 -Cerco il governatore.-

 -Ho capito. Ma è meglio che passi da dietro.- Bastiano accompagna l’invito con un gesto eloquente della mano destra aperta a conchetta, come colui che si aspetta venga riempita.

 La scorta fa luogo al governatore della banca centrale europea che si dirige verso gli ascensori serrando le mani sul bastone. Bastiano lo insegue.

 -Ma quel bastone è un regalo? È antico? Se è di valore è meglio che lo lasci qui. –

 Trichet si ferma, si volge a Bastiano, gli sorride, fa come per porgergli il bastone. Quali potranno essere gli ultimi pensieri di un fidato usciere colpito all’improvviso da una bastonata fatale in mezzo agli occhi? 

 La fuga.

Avvertito dell'improvviso arrivo di Trichet armato di bastone, Fazio si prepara a resistere nell'ultima ridotta. Si dirige allo scaffale che cela il passaggio segreto al caveau sotterraneo   Con mano febbrile tira a se un volume in marocchino rosso: 'Fede e moneta, del padre Anastasio da Siena.' Lo scaffale azionato da un meccanismo scivola lungo la parete e apre a Fazio la scala a chiocciola che accede al sotterraneo.

Il mistero della stanza chiusa.

Trichet batte con forza il bastone contro la porta dello studio di Fazio.

-Apri, ormai è finita.

Silenzio. La porta viene sfondata. Trichet irrompe. Ma lo studio è pieno solo di stupito silenzio. Manca Fazio e manca la sua poltrona. Che L’uomo in preda al delirio si sia suicidato? La stanza è vuota, le imposte della finestra sono serrate. Mentre volge lo sguardo perplesso attorno, Trichet sente un sussurro alle spalle.

-Guarda i segni sulla cera del pavimento.

E’ Bastiano l’usciere, miracolosamente ripresosi dalla bastonata di Trichet, che ha parlato, un uomo nella sua posizione deve essere pronto a girare la vela a ogni stormir di vento. Bastiano ha messo il timone nella scia di Trichet. Il quale ultimo scruta il pavimento. Due righe controluce, due solchi sulla cera lucida del pavimento, tracciano la via della poltrona di Fazio dalla scrivania allo scaffale. Ecco svelato il segreto della sua sparizione dunque.

-Abbattete quella parete.- Grida un infuriato Trichet.

Ma non occorre. Bastiano , l’uomo che conosce i mille e mille segreti, indica il libro che aziona il meccanismo del passaggio segreto e fornisce le necessarie istruzioni.

-Tirate questo libro rosso, io non ho parlato, voglio sapere niente.

Faccia a faccia finalmente.

Aperto il passaggio segreto, passi frenetici hanno disceso la scala a chiocciola  fino al massiccio cancello del caveau. E’ Trichet che precede la scorta che precede Bastiano. Ma dietro alle barre del cancello li arrende il ghigno beffardo di Fazio.

-Arrenditi,- grida Trichet.- Restituisci i gioielli che ti hanno regalato.

Ma Fazio ormai è prigioniero del suo demone. Egli indica rabbioso i lingotti d’oro, i dollari, i franchi svizzeri sui ripiani, infine gli orologi e i preziosi su un tavolinetto coperto di velluto verde .  

-E’ tutta roba mia. E’ il tesoro di San Antonio. Rimetti in Gola le tue parole sacrileghe, Trichet.

Trichet scuote il capo avvilito.

-Arrenditi, altrimenti ti prenderemo per fame.

A questa ultima minaccia il folle con un gesto rabbioso versa a terra una catasta di yen e agli occhi di un incredulo Trichet si manifesta un tripudio di damigiane, salsicce, caciocavalli e ogni altro ben di dio. Più indietro sacchi di farina circondano un forno a legna.

Ebbro d’orgoglio il folle fa un ampio gesto circolare con la mano nell’aria, a percorrere il suo spaccio alimentare.

-Questi sono i miei gioielli.