Racconti e Favole                                                                                                                                                                                

RACCONTI GIALLI       La vendetta di Patrizia Hardy

       La vittima sconosciuta 

    SHYLOCK BONES E IL MISTERO DELLA MUCCA PAZZA

    ASSASSINIO NON RICHIESTO

    I delitti della vedova nera

    sigaro avana

     RAMONCITO


 

Giovanni Di Cristofano  © 2008  J G Sapodilla 

                                                           La vittima sconosciuta 

-Una  persona chiede di voi, signore. L’ho fatta entrare nello studio, -   Wilson il maggiordomo ha parlato a bassa voce..

–Non gli avete chiesto di cosa si tratta?-

 Wilson era qualcosa di più di un semplice maggiordomo, conosceva gli affari di George Page e ne godeva la più completa fiducia.

 -Sembra una persona molto riservata, impenetrabile direi.-

-Rimandatelo indietro, sto per uscire, come sapete Lady Gloria mi attende. Stasera è fuori questione. Ditegli di tornare domani.-

La relazione tra la bellissima Lady Gloria Hannox e George Page é solo a pochi intimi. Alla coppia piace la riservatezza e vogliono mantenere  esclusiva la loro relazione.

-Questo è il suo biglietto da visita, sir.-

 Il maggiordomo porge a un biglietto da visita su un vassoio d’argento, regalo della moglie del ministro degli esteri in una circostanza particolare alcuni anni prima. George Page nota che sul biglietto sono state aggiunte alcune righe a penna senza firma, ‘Vi prego di assistere illimitatamente questo mio amico a cui siamo debitori di preziosi servizi, la sua riconoscenza ci è indispensabile.’ La persona che ha aggiunto di suo pugno quelle righe ha una calligrafia che George Page riconosce subito, si tratta di qualcuno che ricopre una carica importante in un ufficio di vitale importanza, una persona che si è servita più volte di lui. Legge il nome sul biglietto. 

 - Mustafà Seyan. Uuhm!  Questo tipo ha un nome turco. –

-Si, ha l’aria di uno straniero, anche se il suo inglese è corretto. Dietro la sua riservatezza mi è parso di vedere una grande eccitazione.-

-Al diavolo, devo uscire e sono in ritardo, ho un appuntamento con Lady Hannox, lo sai bene..  Ho promesso a Gloria che sarei assolutamente andato da lei stasera, ha cambiato tutto l’arredamento della casa e ci teneva a farmi una sorpresa e a sentire la mia opinione sul suo gusto nella scelta. Bene fai entrare questo tipo alla  svelta, vedrò di sbrigarmela.

Alcuni istanti più tardi si apre la porta del salotto e il maggiordomo sollecita l’ingresso dell’ospite.

- Buona sera-, dice George dopo che il maggiordomo  ha richiuso la porta. – Lei parla la mia lingua a quanto pare.-

-Sono nato a Istanbul, ma ho studiato a Oxford e mi occupo di Import-Export col vostro paese soprattutto.-

-Cosa posso fare per voi dunque? Vi prego di venire subito al punto, sono atteso e sono in ritardo. Sediamoci prego.-

-Dovete uccidere una persona per me stasera.  Il nostro comune amico mi dice che siete completamente affidabile e riservato. Naturalmente pagherò qualsiasi somma, qualsiasi.-

George Page è profondamente sorpreso e irritato. Si alza, respira profondamente e solleva le spalle.

-Mi spiace davvero, Mr. Seyan, ma non mi occupo di affari privati se non nei tribunali. Ora vi prego di scusarmi ma sono atteso, buonasera.-

L’ospite inatteso non si muove,  prende un sacchetto di velluto nero da un a tasca e ne mostra il contenuto sotto una lampada, una fortuna in diamanti purissimi.

-  Questi sono vostri. La questione non richiederà più di un’ora e non vi sono rischi. Mi si dice che siate molto sensibile ai principi morali del diritto naturale e alle ingiustizie.  E che siete insuperabile nello studio dei casi di omicidio.-

L’espressione del volto di George Page si fa intenta e interrogativa, l’ospite ha saputo quali corde toccare. La sua ostinazione per combattere quelle che egli ritiene ingiustizie è un argomento  di discussione che si accende sempre quando egli entra nelle aule dei tribunali, dove tutti lo temono come avversario quasi invincibile. Quelli che lo conoscevano a fondo erano consapevoli del fatto che avrebbe potuto avere successo in qualsiasi altro campo avesse tentato. Nella aule dei tribunali arrischiava conclusioni che nessun altro penalista si sarebbe azzardato a tentare di dimostrare. Egli era ormai famoso per i casi di omicidio nei quali riusciva a far assolvere gli imputati che l’accusa riteneva di avere ormai messo per sempre dietro le sbarre. La sua logica tagliava come un coltello ben affiliato, i suoi assistenti nelle aule dei tribunali impallidivano quando egli affrontava il giudice con una richiesta di assoluzione  che pareva quanto meno improbabile. Ma chiedere la clemenza del giudice e le attenuanti gli sarebbe parsa una offesa alle sue capacità e, infine, una cosa che lo avrebbe annoiato. Ottenere l’assoluzione del suo cliente era per lui una droga e quasi sempre riusciva nell’intento. La sua specialità consisteva nel fornire una ricostruzione attendibile del delitto, ma del tutto diversa da quella fornita dall’accusa, riusciva così a insinuare il dubbio nella giuria. I suoi avversari dovevano riconoscergli una incredibile abilità nello studio dei dettagli. ‘Sembra quasi che il delitto lo abbia commesso tu, George, in vece del tuo cliente.’ Gli aveva detto una volta un rappresentante dell’accusa al termine di una di queste stupefacenti ricostruzioni del delitto in aula. ‘Ti assicuro che siamo entrambi innocenti ’,  era stata la candida risposta di George Page.

Ma egli aveva un segreto. La sua conoscenza dell’animo umano si era spinta oltre il limite consueto. Più volte, parlando con un suo cliente accusato di omicidio,  che si riconosceva colpevole solo a lui, aveva scoperto che l’assassino era di elevata statura morale e intravisto in questo cliente un irrinunciabile dovere nell’assassinare la vittima e forse anche un freddo piacere. Non ha forse diritto di uccidere i colpevoli un uomo che si vede tradito dalla moglie e dal  suo socio fidato, lasciato all’improvviso senza denaro, amicizia, affetti? Non ha diritto di uccidere i colpevoli un uomo la cui vita viene rovinata dalle calunnie?

George Page era perfettamente consapevole che in molti casi un uomo non riesce ad avere giustizia. Quest’uomo deve rinunciare a rispondere alle offese anche quando queste sono gravi e i colpevoli certi senza dubbio?  Quando un suo cliente veniva condannato per aver commesso un omicidio in circostanze che lo giustificavano, egli provava il dolore che si prova nel perdere un amico. A poco a poco, caso dopo caso, egli aveva accettato i principio che in determinate circostanze un delitto è un diritto dell’offeso e forse anche un dovere morale, ma non sapeva che un giorno ne avrebbe tratto le conseguenze.

Era accaduto sul campo di golf, un suo avversario aveva ascoltato con grande interesse le sue teorie sull’omicidio giustificato dalle circostanze e poi aveva avuto parole di apprezzamento per il suo polso fermo. Erano diventati amici., Col tempo aveva intuito che il suo amico ricopriva un qualche incarico molto delicato nei servizi della corona. Finché un giorno non si era sentito dire qualcosa di veramente inatteso.

-Mi chiedo se avresti interesse a mettere in pratica le tue teorie, George. - Gli aveva detto.

-Che cosa intendi -,  aveva risposto stupefatto.

 E così si era trovato a uccidere i nemici del suo paese, spie che facevano il doppio gioco, finanzieri che agivano in modo disonesto per paesi stranieri, trafficanti d’armi, perfino banchieri corrotti. Tutte persone che aveva modo di conoscere nel suo ambiente, di studiarne le abitudini e i vizi senza sospetto. Naturalmente aveva dovuto imparare una quantità di nozioni sia teoriche che pratiche. Aveva imparato a preparare i piani di un delitto e a eseguirlo senza errori. Anno dopo anno le sue esperienze di assassino si erano sommate a quelle nei tribunali, ed era diventato sempre più difficile far condannare un suo cliente. 

George Page è già un uomo ricco ma non riesce a staccare lo sguardo dal sacchetto con i diamanti, il suo contenuto è più che sufficiente a una vita in cui potrebbe permettersi tutto; Gloria ama viaggiare, passerebbero la vita muovendo da un paese all’altro, potrebbe comprarsi dieci, venti case nei posti più belli d’Europa. Ma per ottenere tutto questo non può commettere un delitto senza motivo.

E chi dovrei uccidere per voi, Mr. Seyan? E in base a quali principi morali?-

-Dovete uccidere mia moglie.-

-Dovrei uccidere vostra moglie?  Davvero non crederete che io mi immischi in una questione tanto ordinaria. E quali sarebbero i principi morale che giustificano il delitto? Vostra moglie è per caso una pessima cuoca? Ebbene, Mr. Seyan vi darò una possibilità, ma se non sarete convincente, se quello che mi chiedete é contrario ai miei principi sarò costretto a deludervi. Parlate alla svelta dunque. -   

-L’ho vista la prima volta a Istanbul. Era bellissima, era seduta a un tavolo da gioco tutte le sere e perdeva sempre. Cercava di nascondere la sua irritazione, ma si capiva benissimo che non le faceva piacere separarsi dal suo denaro. Sono un giocatore esperto, mi resi subito conto della sua inesperienza al gioco d’azzardo, mi chiedo ora se non fingesse.  Ebbi l’intuizione che il tavolo da gioco potesse essere il campo di battaglia dove conquistarla, ma non potevo certo offrirgliene in modo aperto, si sarebbe  considerata insultata. Mi sono sempre chiesto da dove avesse preso il denaro che continuava a perdere.  -

-E così? – Interrompe un sempre più impaziente George Page.

- Uno dei suo avversari al tavolo da gioco era un mio amico e gli feci cenno che avrei voluto prendere il suo posto, infatti di lì a poco lui si alzò e io mi sedetti di fronte a quella che pareva una sprovveduta e ingenua giocatrice. Cominciai a fare in modo che la fortuna girasse dalla sua parte.  Mi sorrideva compiaciuta, forse pensava davvero di essere diventata brava e fortunata, forse mi ringraziava per averle risparmiato altre perdite umilianti, forse recitava una commedia ben preparata. Oggi mi chiedo se il nostro incontro sia stato davvero casuale. Presto seppi che era rimasta senza un soldo e aveva conti arretrati da pagare, fui ben lieto di aiutarla.-

George Page ascolta con impazienza la storia del ricco ingenuo e della bella avventuriera.  

Il turco riprende come assorto nei suoi ricordi.

-Non amava parlarmi di lei , del suo passato, mi disse solo che era nata e vissuta a lungo nel vostro paese.  Poco a poco entrò nella mia vita, la presentai alla mia famiglia che ne fu affascinata nonostante fosse una straniera non musulmana. La presenza di una donna di splendida bellezza, raffinata come una regina, accresceva il prestigio della mia famiglia. Siamo la famiglia, forse dovrei dire la tribù, più ricca della Turchia, forse non solo della Turchia. Una ricchezza che ho difficoltà a valutare, accresciuta nei secoli da mercanti che hanno condotto una vita spesso rischiosa  e spesso frugale, viaggiando nelle carovane e sulle navi, prima dei treni e gli aerei. La presenza di questa regina candida, coi i capelli biondi, sembrava darci qualcosa che ci mancava, che gli altri pretendevano da noi. Il nostro matrimonio sembrò un evento naturale. -

-Venite al punto, Mr. Seyan, ve ne prego, la nebbia si infittisce-

-Per qualche tempo tutto andò per il meglio, mia moglie aveva una forte passione per i gioelli, ma data la mia ricchezza non avevo difficoltà a procurargliene, ne ebbe dalla collezione provata della mia famiglia e dai migliori gioiellieri di Europa, feci tagliare molte pietre apposta per lei ad Amsterdam. Mai poi avvenne l’imprevisto, il destino è sempre dietro l’angolo. Come sapete stiamo attraversando un periodo di turbolenze nel Medio Oriente, la mia famiglia ne è preoccupata, con grande discrezione e grazie alle nostre amicizie abbiamo provveduto a trasformare in sterline e altre valute pregiate molte delle nostre proprietà. Tutto il denaro ricavato è depositato in alcune banche di Londra esclusivamente a mio nome, la mia famiglia e io siamo la stessa cosa, ma quel denaro non è solo mio, appartiene anche a qualche dozzina dei miei. Subito dopo queste operazioni finanziarie mia moglie cominciò a sentire una grande nostalgia per Londra, sapete come vanno queste cose, il desiderio di rivedere gli amici, di ritrovare i luoghi e le abitudini. In breve, per rivederla sorridere le presi una casa a Londra ed ella in effetti si mostrò molto grata. Lasciai dunque che si trasferisse, con l'accordo di farle visita ogni mese per alcuni giorni.  Questo mi consente anche di curare gli  affari di famiglia, di più per lei non avrei potuto fare. Mia moglie  portò con se tutti i suoi gioielli e un domestico, un certo Alì. Naturalmente speravo che dopo un certo periodo questa sua nostalgia le passasse e tornasse a Istanbul nella nostra casa. -

-Ancora una volta vi prego di venire al punto,- lo interrompe ancora George page che continua a guardare insoddisfatto l’orologio.-

-Bene, un giorno ricevo una busta piena di documenti dal più noto e costoso studio legale di Londra. Mia moglie chiedeva il divorzio al tribunale. Lamentava di sentirsi sola e trascurata, di essere sgradita alla mia famiglia. Mi accusava di averla scacciata e mandata a Londra in esilio. Affermava di essere in gravi difficoltà economiche dopo avermi affidato la sua dote. E infine aveva fatto congelare nelle banche di Londra tutto il denaro della mia famiglia e ne pretendeva la metà. Non so come vi sia riuscita, ma ella conosce ogni dettaglio dei miei movimenti finanziari a Londra, probabilmente sono stato ingenuo e imprudente, mai avrei pensato a un suo tradimento. E’ tutto.-

George Page è abituato a riflettere velocemente.

-Supponiamo che accetti il vostro incarico, qual’è il piano? -

 -Oggi pomeriggio ho invitato mia moglie al circolo del cricket con la promessa di discutere a suo favore le richieste di denaro che ha avanzato. Naturalmente le ho offerto da bere al bar del circolo e ho fatto in modo che bevesse un sonnifero insapore dalla potente azione progressiva, quindi l’ho riportata a casa non appena ha cominciato a sentire l’effetto della droga. L’ho lasciata adagiata sulla sua poltrona, il bel volto avvolto dal burka, con le spalle al corridoio che vi condurrà a lei senza possibilità di errore. –

-E i domestici?-

-Sono fuori fino a domattina, inoltre suo servitore autista Alì non è tanto fedele come lei crede, ci informa di tutto a vantaggio della sua famiglia rimasta in Turchia.-

-Capisco.-

Il turco riprende con voce sommessa. 

- Mia moglie aspetta una visita per stanotte, così ha mandato liberi la sua cameriera e questo Alì. Mi tradisce oltre a voler derubare la mia famiglia. Una cosa insopportabile.-

George Page rimane assorto, il turco capisce di aver colpito il bersaglio. Ha rappresentato sua moglie come un demonio avido e immorale. George Page paragona la moglie del disgraziato turco alla sua adorabile e ingenua Gloria e si ritiene un uomo tra i più fortunati. Ora però deve capire a fondo cosa ha in mente di fare il turco.

-Credo vi rendiate conto, Mr. Seyan, che sarete il primo a essere sospettato dell’omicidio di vostro moglie. Come pensate di cavarvela?-

-Sparirò dalla .scena mentre viene commesso il delitto. State a sentire il resto del mio piano.  Ora scenderemo in strada, il mio autista ci aspetta con la mia macchina. Ci seguirete con la vostra auto, il mio autista è molto esperto, conosce ogni strada e se la caverà  in questa notte di nebbia fitta. L’oscurità favorisce gli amanti e la vendetta. Ci fermeremo a metà strada per consentirmi di scendere al mio Club, che lascerò subito per imbarcarmi su un battello che mi attende al largo. Voi proseguirete, il mio autista vi farà strada fino alla casa di mia moglie e vi aprirà un cancello sul retro  dal quale potrete salire pochi gradini ed entrare da una porta di servizio che abbiamo lasciato aperta. Un breve corridoio vi condurrà dalla cucina alla porta della camera di mio moglie, che troverete addormentata come vi ho spiegato.

-Ma avete preparato un delitto senza sapere se l’assassino era disponibile. Potevate non trovarmi in casa. -

Il suo ospite annuisce.

-Forse ho tentato a caso. La casualità è un ingrediente essenziale del delitto perfetto.  Oppure questo pomeriggio il mio autista è entrato nel vostro garage con la scusa di una informazione e ha verificato che la vostra auto era al suo posto. La nebbia che si infittiva rendeva improbabile che sareste uscito. -

-Avete avuto fortuna e coraggio, come vedete stavo per uscire..-

-Compiere un delitto con successo richiede anche fortuna e nella vita la paura è cattiva consigliera.-

 -In effetti devo riconoscere che non mi sembra un piano mal congegnato, concludete vi prego.-  

-Le arriverete alle spalle, sarete silenzioso per precauzione ma non temete che vi possa sentire, il sonnifero che le abbiamo sciolto nel bicchiere sarà nel pieno effetto. Il suo voltò dovrebbe essere coperto dal burka e vi consiglio di non provare a guardarla in volto, piuttosto rimanete alle sue spalle. Il suo volto è divino, sareste ammaliato da questa sconosciuta addormentata e non riuscireste a portare a termine il vostro lavoro,  i demoni sono angeli, sapete.  E poi un delitto perfetto richiede che l’assassino non conosca la sua vittima. –

Una espressione di disgusto marca il volto di George Page nel sentirsi definire un assassino che potrebbe non riuscire a portare a termine il suo lavoro. Ma il suo interlocutore lo ignora e continua. – Il volto di quella donna non lascia trasparire nulla della volgarità del suo animo, purtroppo.-

La bella addormentata, pensa George Page. Solo che invece del bacio del principe le sarebbe toccato un laccio rosso attorno al collo. Il turco sembra non tenere conto della muta interruzione.

-Il mio autista rimarrà in strada ad attendervi, poi vi farà strada fino all’indirizzo che gli darete, egli conosce perfettamente ogni angolo della città vi assicuro, saprà guidare nella nebbia fitta che vi sarà complice. Quando sarete arrivato a destinazione egli si allontanerà con la mia  auto , non credo avrete mai modo di rivederlo. Ora c’è solo un ultimo problema. Il vostro maggiordomo tacerà sulla mia visita? Mi si dice che è un uomo completamente fidato. –

In effetti la devozione, le tacite complicità, e uno stipendio eccezionalmente elevato, hanno fatto di Wilson una persona di fiducia illimitata.  George Page lo chiama.

-Desiderate, signore?-

-Per favore Wilson, avvertite  il garage dabbasso di preparare la mia auto. Ah, Wilson, stasera non ho ricevuto visite.-

-Bene signore, buona serata.-

 

Viaggio nella nebbia

 Un autista silenzioso e abile si muove sicuro nella nebbia più fitta che si sia mai vista, George Page conosce le strade della sua città ma gli è impossibile distinguere dove si dirige l’autista, tiene gli occhi fissi sui fanalini rossi della macchina che lo precede e ha quasi la certezza che gli facciano compiere qualche giro per disorientarlo. Tanto meglio se non sa dove lo portano, dice a se stesso. L’auto in testa rallenta e si ferma per consentire al passeggero di scendere ed entrare nella porta illuminata di un Club. Le due auto riprendono i viaggio e si fermano di nuovo dopo pochi minuti. George Page vede scendere l’autista e scende a sua volta, in una tasca del soprabito stringe un sacchetto di velluto nero, nell’altra un laccio rosso.

 Tutto a posto

Un laccio rosso è stato lasciato accanto a una poltrona. Una donna avida e infedele ha ricevuto la sua punizione. Un sacchetto di diamanti è passato di mano. Tutto a posto. George Page è un uomo molto soddisfatto alla guida della sua auto che dirige verso l’abitazione di Gloria  seguendo le luci posteriori dell’auto che lo guida sicura nella nebbia sempre più fitta.  Egli immagina Gloria leggermente impaziente per il suo ritardo, lo sgriderà perché  la cena era ormai pronta ed è stata tenuta in apprensione per via della notte orribile. Ma egli le sorriderà, amabile e beffardo, le dirà dei loro progetti per il futuro. Immagina la sua sorpresa e di come gli occhi adirati di lei si riempiranno di miele. L’auto che precede si ferma, egli capisce di essere arrivato e scende mentre l’altra auto riparte e si allontana. Egli cerca di orientarsi, vede un portone illuminato che gli sembra quello della casa di Gloria, vi si dirige.

I fari di un’auto ferma illuminano il portone della casa di Lady Hannox. Molto strano, pensa George Page, chi può essere in visita da Gloria a quest’ora della notte? Un agente è sui gradini, George Page lo riconosce, è l’agente Brown di Scotland Yard. Davvero insolito. Egli cerca di nascondere strani presentimenti con il suo senso dell’umorismo.

 -Buona sera agente Brown, cosa succede. Un ladro forse? E’ una notte ideale per i ladri di case, credo che siano tutti fuori al lavoro, mi spiace per voi.-

Anche Brown lo riconosce. – Buona sera, signore. Si tratta di un assassino a quanto sembra, non un ladro. E’ successo qualcosa di terribile nella casa. Lady Gloria Hannox  è stata trovata strangolata. Un omicidio a quanto pare. Due nostri detective sono di sopra. –

La luce dei fari dell’auto riflessa dalle minuscole goccioline di nebbia deforma i volti dei due interlocutori, impossibile decifrare le espressioni.

-La vittima è stata strangolata con un laccio rosso di seta, qualcosa che ricorda un rito orientale, Mr. Page. -

E’ la voce di uno dei due detective che fa trasalire George Page.

-Voi la conoscevate, non è vero? La vostra fama nel fare lo studio della scena di un delitto ci è ben nota, ci aiuterete a trovare l’assassino spero.

-Si conoscevo Lady Hannox, ero un suo intimo amico potrei dire. Avrei dovuto vedermi con lei stasera. Potete contare su tutto il mio aiuto. -

 Il mattino dopo

-Qualcuno chiede di voi al telefono, signore. Qualcuno che conoscete, credo, il vostro amico con cui giocate sempre al golf a giudicare dalla voce, egli ha l’abitudine di non dire il suo nome . La colazione è pronta.  –

-Grazie, Wilson.-

George Page passa dalla stanza di letto allo studio per rispondere al telefono, Mai sonno fu più agitato del suo durante la breve notte. Prende in mano la cornetta.

-Salve.-

-Salve George. Avrai sentito del delitto credo. -

-.Sono arrivato sulla scena del delitto pochi minuti dopo.-

-Uno vero gioco del destino, se tu fossi arrivato pochi minuti prima avresti incontrato l’assassino.-

- E’ stato un succedersi di strani eventi ieri notte. Tutto è cominciato quando si è presentato da me quel turco con una tua presentazione. Come si chiama?  Seyan, ricordo bene? -

-Ricordi bene, ma dimentica di aver mai sentito questo nome, Gloria Hannox era sua moglie.-

George Page è diventato una pietra. Fortunatamente nessuno può vedere la trasformazione avvenuta in lui nel sentire la conferma al sospetto che lo ha tormentato tutta la notte.

- Scotland Yard sospetta certamente di lui allora, di questo Seyan voglio dire.-

No, ti sbagli. Il delitto è stato attribuito a un certo Alì, l’autista tuttofare della vittima. Questo Alì è sparito e con lui sono spariti i  gioielli tenuti in una cassaforte, a quanto ha detto la cameriera tornata stamattina presto. A quanto pare sia lei che Alì l’assassino avevano ottenuto un giorno libero. Il caso è chiuso ho parlato ora con Scotland Yard.-

- Capisco, vi risulta che Mr. Seyan avesse problemi con alcune banche qui, per un intervento della moglie?-

-Non so nulla. E non credo che una banca sia interessata a restare coinvolta in un caso di omicidio, non credo che vi saranno dichiarazioni non sollecitate. Mi sono congratulato con Scotland Yard per la rapidità con cui è stato risolto il caso. Mr. Seyan ha lavorato per noi con soddisfazione, sai. Ci fornisce ottime informazioni sulla situazione in Medio Oriente grazie alle amicizie della sua famiglia, spesso siamo stati messi in grado di prevedere gli eventi grazie ai suoi rapporti. -

-Ma Scotland Yard non lo cerca? Dopotutto era il marito della vittima, mi sembra davvero insolito che nessuno si interessi a lui. La cameriera non ha detto nullo al riguardo ai detectives ? -

-Mr. Seyan vive in Turchia, viaggia molto per affari, non è facile mettersi in contatto con lui. La cameriera ha affermato che i rapporti tra marito e moglie non erano eccellenti e che i due si incontravano per discutere del trattamento economico preteso da Gloria in seguito alla richiesta di divorzio, null’altro. Gloria era una donna privilegiata grazie alla generosità del marito e lo sarebbe rimasta anche dopo la separazione, non può essere certo questo un movente, le possibilità economiche della famiglia Seyan possono  permettersi un divorzio. Gli uffici dell’Interpol sono stati avvisati di ricercare l’autista, quel tale Alì,  per omicidio, forse si sarà imbarcato sotto falso nome su qualche nave compiacente, ha avuto tutto il tempo di organizzare il suo piano, da solo o con qualche complice. -

-Ma non sono state trovate lettere, documenti, nell’abitazione? Lo studio legale di Gloria non si è presentato?-

-Uno studio legale è interessato ai possibili clienti futuri, non a quelli che non possono più pagarli. Per il resto tieni presente che le indagini sono cominciate realmente solo nella mattinata, quando la cameriera si è ripresentata secondo le istruzioni ricevute il giorno prima, stranamente non si trovano documenti nell’abitazione della vittima, forse sono conservati in una cassetta di sicurezza che verrà fuori chissà quando, forse li ha portati via e distrutti questo Alì per maggior sicurezza.  La vita  privata della vittima era praticamente sconosciuta al giro dei nostri amici, a parte la vostra relazione. A quanto sembra, e per differenti motivi, Gloria e suo marito non si facevano vedere in giro. Rimarrebbe un punto da chiarire, ma ormai ha poca importanza.-

 -Il caso non può dirsi risolto del tutto, dunque.-

-Bene, come sai, ieri notte Scotland Yard ha ricevuto una breve telefonata concitata, subito dopo il delitto si presume, poche parole dette da una cabina probabilmente, con un accento straniero. Qualcuno voleva far sapere del delitto alla polizia. Ma chi ne era a conoscenza oltre l’assassino stesso? Un suo complice? Qualcuno che è arrivato sulla scena del delitto, forse mentre l’assassino usciva dal cancello sul retro?  In questo ultimo caso l’uomo che ha fatto la telefonata, l’ospite atteso o inatteso da Lady Hannox, doveva avere le chiavi della casa di Gloria, per poter salire e scoprire il delitto. Tui eri in rapporti eccellenti con Gloria, non è vero? –

-Si, davvero eccellenti, non troverei parola migliore. Forse il marito, l’autista e la cameriera avevano le chiavi.-

- Scotland Yard ha pensato per un momento di farti alcune domande, ma la fuga di Alì e la sparizione dei gioielli ha risolto ogni cosa. Dimentica tutto. L'assassinio di Gloria deve averti sconvolto, forse dovresti lasciare Londra, troppi ricordi.-

-Suppongo che non avremo motivo di rivederci per qualche tempo.-

-Verrà depositata una somma rilevante sul tuo conto, potresti concederti una lunga vacanza. Ma evita Istanbul è una città turbolenta e imprevedibile.-

 FINE

 

                                                 SHYLOCK BONES E IL MISTERO DELLA MUCCA PAZZA

Bones– Un delitto perfetto è un evento che avviene per caso,  mio caro Cowson.  Esci per la strada a comprare un giornale, tiri un colpo di pistola al primo che passa, continui per i fatti tuoi, se qualcuno ti chiede cosa è stato dici ‘mah, ho sentito un colpo ’. Poi te ne vai in giro tutta la mattina, torni a casa per il pranzo, vedi gente, policemen, donne, sfaccendati. Chiedi cosa è stato. Raccogli risposte confuse. Mah, par che abbiano ucciso un tale, una rapina, una vendetta, una gelosia. Tutti cercano il movente, nessuno ti sospetta mai per un delitto avvenuto a caso. Ci può essere una eccezione se la cosa,  raramente direi, capita in mano a un detective che legge, va a teatro, un filosofo magari. Ecco un detective così può pensare che questo caso non ha soluzione perché è un delitto perfetto, allora non resta che accusare uno a caso. In astratto dunque per colpire il colpevole di un delitto perfetto non resterebbe che prendere un colpevole a caso, e non è detto che questa soluzione non sia stata qualche volta applicata davvero.  Ma prendere un colpevole a caso non significa poi farlo condannare, bisogna aver la fortuna di sorteggiare un capro espiatorio mediocre ma dotato di insana ambizione. Perché se il colpevole scelto a caso è, diciamo, un salumiere o un notaio, insomma qualcuno non dotato di  ambizione e fantasia torbida, allora nessuna giuria lo condannerà.

Però è anche vero che un delitto a caso offre scarsi motivi di soddisfazione a qualsiasi persona di buonsenso. Che soddisfazione e vantaggio ci può essere nell’omicidio di una tale che non conosci, scelto solo perché ha la cravatta sbagliata, o neanche. Un buon vero delitto perfetto è quello che elimina un concorrente, un rivale, una moglie, senza che nessuno possa provarlo, anche se chiaramente non puoi essere stato che tu. Un modo concreto di realizzare questo delitto perfetto è che la vittima muoia in un momento futuro casuale, non preordinabile e inoltre in modo diciamo così naturale, per cui nessuno può essere incolpato al di là di ogni ragionevole dubbio. Un esempio? Un veleno che viene propinato oggi e una sola volta alla vittima senza sintomi immediati, ma agisce a una distanza di tempo variabile con l’apparenza di una intossicazione naturale, ecco questa potrebbe essere la realizzazione di un delitto perfetto. Ma si possono immaginare altre realizzazioni del delitto perfetto. Per esempio potrei dire alla nostra Mary Teapot ‘Siete una bastarda e il vostro tè è semplicemente disgustoso, lei ne morirebbe di crepacuore tra un anno o due lontano da qui.

Cowson – Ma il movente in tal caso Shylock?

Bones– Il modo abietto con cui tratta la mia miscela di Ceylon e Birmania per fare il nostro tè, direi. Ora mia caro Cowson vi ricordate di Ms Hardy, quella orribile donna che venne qui un paio di mesi fa? Una donna indubbiamente molto avara.

Cowson – Come avuto potuto fare alcuna deduzione sulla sua avarizia, Bones?

Bones – Quando la nostra Mary aprì la porta, assieme a Ms. Hardy entrarono alcune tipiche imprecazioni del vetturino che l’aveva condotta qui. Elementare Cowson.

Cowson – In effetti Bones trovai quella donna poco interessante a prima vista, sapete a volta basta sentire il tono di voce con cui dicono ‘Buona sera, perdonatemi il disturbo, ma si tratta di questione di vitale importanza ’ per capire che ci attende una conversazione noiosa, e poi c’era quel suo modo astioso di stringere contemporaneamente le labbra e la borsetta. Per questi motivi vi lasciai parlare da soli, col pretesto di dover pulire i fucili per una battuta di caccia.

Bones – In effetti Ms Hardy non aveva un aspetto particolarmente attraente, ma in quanto alla sua conversazione vi sbagliate, fu particolarmente interessante.

Cowson – E allora Bones, non vorreste ricordare quella conversazione qui ora per me?

Bones –  Ma sicuro, con molto piacere.

 La conversazione di Shylock Bones e Ms. Hardy

Ms. Hardy – Come potete vedere Mr Bones ho avuto qualche difficoltà a stringervi la mano. Il tremito è dovuto non tanto all’emozione di incontrare un uomo della vostra fama, quanto a una qualche misteriosa malattia che ha preso a tormentarmi da alcuni mesi. I medici non riescono a venirne a capo. Temo mio marito mi stia avvelenando lentamente Mr Bones.

Bones– Suppongo che abbiate qualche indizio in proposito, Ms. Hardy.

Ms. Hardy – Temo di no, Mr Bones, non c’è traccia di veleno nel mio corpo. Faccio sempre assaggiare ogni cibo al mio gatto, il quale sembra per altro trarne qualche giovamento. Ho ispezionato più volte con grande accuratezza la nostra casa e ho sempre avuto l’abitudine di frugare nelle tasche di Mr Hardy, anzitutto per controllare se egli non avesse sottratto qualcosa. Nulla di nulla. Più volte ho fatto seguire la nostra cuoca, Elisabeth, inoltre faccio sempre assaggiare il cibo a lei oltre che al gatto. Il risultato è stato zero, Mr Bones.   

Eppure, Mr Bones, sono certa che Mr. Hardy mi stia propinando qualche lento veleno.

Bones – Forse i rapporti con Mr. Hardy non sono attualmente i migliori possibili, Ms. Hardy? Perché mai lo giudicate colpevole di avvelenarvi deliberatamente?

Ms. Hardy – Quell’uomo è un fannullone, un buono a nulla capace di sperperare solo il mio denaro. Inoltre si è messo a fare gli occhi dolci alla cuoca, lo fa perfino alla mia tavola apertamente, capite? Ho minacciato di lasciare ogni cosa al nostro reverendo Laurel della chiesa metodista, ma non è servito a nulla.

Bones – Forse dovreste licenziare la vostra cuoca Ms. Hardy. La vostra salute potrebbe trarne qualche giovamento.

H – Non credo potrò che seguirò il vostro suggerimento, Elisabeth è l’unica donna della contea in grado di cucinare decentemente le polpette col rosmarino. Il padre di Elisabeth era sergente a Calcutta sapete, ha servito nella compagnia di mio zio, il colonnello Oliver Trepplewood. Ma tornando al mio caso, dimenticavo di dirvi, Mr Bones, che due mesi fa ho mandato mio marito, Mr Hardy, in Scozia col pretesto di certi affari di famiglia da sistemare. Nella assenza di Mr Hardy ho fatto interrogare Elisabeth dal reverendo Laurel e dal Sovrintendente Pecker. Tutto quello che si è ottenuto è un fiume di lacrime e una confessione dei suoi peccatucci con Mr Hardy, consistenti in una cera condiscendenza nel lasciarsi pizzicottare sui fianchi, soprattutto al momento di tirare fuori gli arrosti dal forno. Elisabeth non ha colpe riguardo al mio stato,  ne sono più che certa. Non mi resta che aggiungere che durante l’assenza di Mr Hardy, In Scozia, il mio stato di salute si è ulteriormente aggravato, eppure sono certa che mi stia avvelenando, deve aver trovato qualche sistema sconosciuto, un tempo studiava medicina, sapete.

 

 Il Club di George Hardy

Il Club degli ex-allievi del Bacon College è un luogo orribilmente arredato e del tutto noioso. George Hardy lo ha sempre aborrito, ma da qualche tempo ha preso a frequentarne la biblioteca, forse il luogo migliore del Club. Egli vi si reca ogni mercoledì pomeriggio e sembra interessato esclusivamente ai volumi più recenti di tossicologia. Peraltro la lettura di questi volumi pare non offrirgli alcuna soddisfazione e avrebbe sospeso le visite non fosse stato per l’eccellente porto del Club. Ma un mercoledì vi fu la coincidenza che cambiò la vita di George Hardy, una esclamazione proveniente da un tavolo vicino lo riscuote, sente due voci che si eccitano l’un l’altra. ..Finalmente qualcosa di nuovo sul Lancet…Sembra che il morbo che colpisce le nostre mucche sia contagioso per l’uomo…Una persona che mangiasse carne infetta sarebbe colpita da tremito progressivo, ma solo a distanza di anni….L’articolo è firmato da sir Archibald Moore…..Sir Archibald sta esaminando campioni di carne infetta nel suo istituto.

George Hardy strappa di mano ai colleghi il Lancet, si scusa, legge con grande attenzione l’articolo di Sir Archibald, esce di corsa dal Club, chiama una carrozza. La carrozza lo porta lungo viali alberati, si ferma davanti a un palazzo di architettura neoclassica. George Hardy scende dalla carrozza, bussa al portone, chiede di parlare a sir Archibald, fornisce il proprio biglietto da visita. Poco dopo una voce alta lo chiama dall’alto dello scalone di marmo bianco.

Sir Archibald – George, perdio sei proprio tu.

George Hardy – In persona Crookie, dopo dieci anni.

Sir Archibald scende i gradini di corsa, abbraccia il suo amico.

-Non puoi chiamarmi Cookie, non qui almeno, sono il direttore scientifico sai.

La voce che un tempo sir Archibald era Crookie si diffonde rapidamente in ogni angolo.

I due amiconi di un tempo al Bacon College sono adesso seduti nello studio del direttore.

Sir Archibald  – E come sta la piccola Mary, tua moglie, la figlia del maggiore Trepplewood non è vero? Se non ricordo male il maggiore era piuttosto contrario al vostro matrimonio.

 Già, ricordava George Hardy, il maggiore Trepplewood aveva fatto il diavolo a quattro. Il suo futuro genero, George Hardy, non portava altro al matrimonio altro che debiti di gioco mentre sua figlia Mary era erede della più grande tenuta dello Shropshire. Ma Mary era tanto sgradevole quanto testarda, l’aveva spuntata e aveva inoltre preteso che il suo George lasciasse gli studi promettenti di medicina. Non voleva che il marito la lasciasse sola per andarsene in giro a prendere infezioni, così diceva Mary. Da quel momento la vita di George era stata in discesa, ma si potrebbe anche dire che aveva cominciato a scendere.

George – Crookie ti ricordi di quella volta che feci l’esame di tossicologia al tuo posto?

Sir Archibald – Scherzi? Cosa ti viene in mente George, non ricordo assolutamente niente del genere. Sei rimasto sempre lo stesso burlone.

George – Gli studi di medicina erano il tuo forte Crookie, ma la tua ricca famiglia ci teneva moltissimo. A ogni esame borse piene di ghinee d’oro passavano dalle tue mani alle mie, dalle mie mani a quelle degli  assistenti emeriti, e infine…Tutto scorreva liscio, ma quando dovevi sostenere l’esame di Tossicologia il titolare si ammalò all’improvviso gravemente e venne sostituito all’ultimo momento da quel tipo di Dublino, un’anima inflessibile e incorruttibile. Pareva che un macigno si fosse messo di traverso sulla strada del tuo successo.

Sir Archibald – Ma tu mi sussurrasti come spostare il macigno: avresti fatto l’esame al mio posto. Il dannato irlandese non ci conosceva e gli assistenti avrebbero taciuto. Bene, George Hardy, fosti ben pagato allora, cosa sei venuto a cercare qui?  

George – Oh via Crookie, sono venuto a congratularmi per il tuo articolo sul Lancet (a proposito chi te lo ha scritto?). Sono venuto a visitare il tuo laboratorio, dover tieni i campioni di carne da esaminare, si dice che il sistema di refrigerazione sia unico in Europa.

Sir Archibald – E’ fuori questione, George, e non comprendo la ragione di questa insolita richiesta. Ma se ti serve un prestito ne possiamo parlare.

George – Crookie, su un certo registro dell’Istituto di Tossicologia al Bacon College c’è una firma che non assomiglia affatto alla tua mentre dovrebbe. La redazione del Times sarebbe desolata nel ricevere una lettera in tal senso. Vogliamo andare a visitare i locali refrigerati, Crookie? E’ vero che sono stati progettati da uno scienziato tedesco?  

 

Nella casa di campagna di Ms. Hardy

George Hardy  pizzicottava distrattamente i fianchi della cuoca.

 -Che ne diresti, piccolina, di sposarmi se alla signora capitasse, diciamo, un incidente?-

-Siete pazzo signor George, volete farmi licenziare, dove andrei? Lasciatemi andare, devo andare in giardino a prendere qualche rametto di rosmarino da aggiungere alla carne sul fuoco per stasera.

-Lo sai che detesto il rosmarino nella carne. –

-Ma la signora ne va pazza, guai se me ne dimentico.

Ora la cuoca è fuori in giardino. La cucina è sola col suo destino. Una mano guardinga estrae un sacchetto da una tasca, è un piccolo involucro impermeabile con dentro ghiaccio secco e un secondo sacchetto più piccolo, un sacchettino con dentro un pezzetto di carne. Il pezzetto di carne scivola nel tegame sul fuoco, si confonde nel sugo.

 Le ore passano, le polpette al rosmarino sono pronte per essere servite. E’ arrivato il momento del pranzo. Mary e George Hardy sono a tavola, uno di fronte all’altra.  

-George, dimmi una cosa con tutta sincerità.

-Si, cara.

-Se dovessi ammalarmi, resteresti al mio fianco? Voglio dire ti prenderesti cura di me?

-Come puoi dubitarne cara. Sono sempre rimasto accanto a te in ogni circostanza.

-Temo di non essermi sempre comportata bene nei tuoi confronti, a volta sono stata ingiustamente aspra e offensiva. Non vorresti perdonarmi?

-Negli ultimi tempi ti sei troppo preoccupata per il tuo stato di salute cara. Avrai semplicemente mangiato qualcosa di sbagliato, devi solo ricordarti dover e quando.

-Non vuoi assaggiare le polpette al rosmarino, George, la nostra Elisabeth è una cuoca insuperabile.

-Sai che le detesto Mary, è sempre stato così.

 La cuoca continuava a servire a tavola in silenzio. George osservava distrattamente i fianchi della cuoca. Era una giornata davvero splendida, i raggi del sole si riflettevano sui bicchieri, sugli occhiali di Gorge, sul candido grembiule della cuoca, per questo i fianchi della cuoca scintillavano per così dire oltre a essere ben tondi.

  La conclusione della storia

Cowson – E come è finita Bones?

Bones– Non avevo alcuna intenzione di andare a indagare in campagna nella casa di Ms. Hardy, era inverno e inoltre detesto le polpette al rosmarino. Mandai alcune lettere, al sovrintendente Pecker, al medico di Ms. Hardy, al reverendo Laurel. Il medico mi confermò onestamente che la scienza si era arresa di fronte al caso. Il sovrintendente mi descrisse minuziosamente i pedinamenti a cui aveva sottoposto per mesi e mesi Mr. Hardy, senza ottenere il minimo risultato o indizio, e di come lo avesse più volte inutilmente interrogato coi pretesti più vari, nulla di nulla insomma. Da ultimo mi scrisse il reverendo Laurel, mi faceva sapere che la domenica precedente aveva celebrato il matrimonio tra il vedovo Hardy e la cuoca Elisabeth, la coppia ora si trovava in India. Mi accennò poi di sfuggita al fatto che la coppia dei novelli sposi si era mostrata assai generosa con la chiesa Battista e questo aveva rappresentato per lui una gradevole sorpresa, non sono certo se aggiungesse che le vie del Signore sono davvero infinite, ma mi pare di si.    

            FINE


                                               ASSASSINIO NON RICHIESTO

-Signor Brown?

-Si, sono io. Chi parla?

-Dovete pagarmi signor Brown. La metà di tutto quanto possedete, compreso quello che la compagnia di assicurazioni vi sta per dare.

-Che diavolo state dicendo? Ci siete?

- Possiamo parlare apertamente signor Brown. Non credo che il vostro telefono sia più sotto controllo. L’inchiesta a vostro carico è stata archiviata da un anno. Non siete più sospettato di avere assassinato vostra moglie.

- Bene, vedo che siete ben informato. Non vi trattengo più a lungo, mi state facendo perdere tempo.

-Sapevo che eravate innocente, signor Brown.

- Che cosa intendete dire. Come facevate a saperlo?  Siete un detective, per caso? Lavorate per la compagnia di assicurazioni?

- Ho assassinato io vostra moglie. Non era questo che volevate? Nessuno meglio di me potrebbe sapere che siete innocente, almeno di fronte alla legge.

- Ero in ottimi rapporti con mia moglie. E ora mettiamo fine a questa assurda conversazione. Mi state minacciando per caso?

- Davvero no, signor Brown. Nessuna minaccia. Solo che ora dovete pagarmi quanto abbiamo stabilito. Non ricordate? Vi siete impegnato a dare la metà di tutto quello che possedete all’assassino di vostra moglie.

-Siete pazzo. Non vi conosco, non vi ho dato incarichi di alcun genere.

 FLASHBACK

- Ora siete a Miami, signor Brown, la spiaggia è piena di ragazze a cui voi e i vostri soldi siete simpatici. Ve la spassate avanti e indietro sulla barca a vela. Niente più lavoro noioso, signor Brown, niente più moglie che vi dia del buono nulla e vi rinfacci la sua ricchezza. 

- Come fate a sapere dove sono? Volete dirmi chi diavolo siete?

- Sono l’assassino di vostra moglie, signor Brown, su vostro incarico. Ricordate il Caffè sotto casa vostra? Venivate tutte le sere. Vostra moglie era insopportabile, tutta la serata davanti alla tv a vedere stupidi filmetti da quattro soldi. 'Mi porteresti qualcosa da bere, George? Renditi utile almeno in questo, George'. Vostra moglie aveva licenziato la cameriera cubana a cui davate lezioni di inglese. A casa era rimasta solo la grassa cuoca tuttofare, fedele a vostra moglie. Non potevate neanche telefonare che arrivava la cuoca dietro la porta.  Così scappavate giù al Caffè appena possibile.

- Non so come sappiate queste cose, e non mi interessa.  Siete un amico della cuoca per caso? Tutto ciò non ha niente a che fare con l’omicidio di mia moglie. Andate all’inferno.

- Al Caffè eravate diventato amico di un biondino. Giocavate al biliardo con lui. Gli parlavate di vostra moglie. Il biondino portava grandi occhiali gialli, per la luce artificiale diceva. E aveva anche la barba e i capelli lunghi. Un tipo insolito, ma forse vi piaceva per questo. La vita a casa vi era noiosa come una pioggia che non smette mai. Ora siete al sole Brown, pagatemi.

-Non mi ricordo di questo biondino, sono passati due anni.

- Non negate, se ne ricordano di sicuro tutti quelli che frequentavano il caffè la sera. Era una coppia indimenticabile, il biondino piuttosto grasso e voi magro e nero di capelli.

- Dove volete arrivare?

- Sono arrivato. Mentre giocavate al biliardo, una sera il biondino vi ha chiesto quanto eravate disposto a pagare per far assassinare vostra moglie, e poi ha detto che toccava a voi. Una frase fatta rotolare liscia per gioco, come un’altra palla di biliardo. Sapete quelle frasi innocenti tipo ‘Maledizione un freddo che uccide stasera, quanto pagheresti per essere in Africa?’. Ma voi , Signor Brown, avete risposto con aria seria. Avete offerto la metà di ogni cosa per l’assassinio di vostra moglie. E io ho accettato.

-Volete dire che siete il biondino del biliardo? L’assassino di mia moglie. Vi rendete conto che potrei farvi rintracciare. Comunque non credo una parola di quello che dite. Siete solo un piccolo ricattatore, presumo. State andando in cerca di guai.

-Adesso non sono più biondo, naturalmente. Ricordate l’anello di diamanti che vostra moglie portava sempre? La cuoca si sorprese di questa mancanza quando fu interrogata. Vi leggo l’incisione ‘Due passeri e un solo nido ’. Siete rimasto l’unico passero, signor Brown.

- Questa storia dell’anello non è una prova. Può averlo perso, glie lo avete rubato da qualche parte mentre era distratta. Se avete assassinato mia moglie è affar vostro. Guardatevi le spalle. 

- Vostra moglie avrebbe fatto un gran chiasso se avesse perso l’anello. Potrei fare in modo che gli investigatori delle assicurazioni trovassero l’anello al dito di una vostra amichetta, o qualcosa di simile. Sarebbe un indizio a vostro carico l’assicurazione non aspetta altro che qualche indizio per sollecitare la riapertura del caso e aspettare a pagarvi. Dopo tutto la cosa è a loro vantaggio, non siete d’accordo?  Potrei chiamare la compagnia di assicurazioni e raccontare tutta la storia. Perché destare inutili sospetti, proprio ora che la barca va al vento. 

- Ero lontano quando mia moglie è stata assassinata. Ero a un congresso di venditori in un’altra città.

- Lo so bene, signor Brown, ho scelto apposta quel giorno per assassinare vostra moglie. Non volevo cero che veniste coinvolto. Mi servite innocente, da colpevole mi sareste inutile. Ma sentite un’altra cosa, vi siete mai chiesto come ha fatto l’assassino a entrare in casa vostra di notte senza far rumore?  

- Vi sto ascoltando, ma badate a quello che dite, potrei riferire ogni cosa.

- Mi feci una copia delle vostre chiavi, lasciavate la giacca appesa nella sala del biliardo per ore fino a notte fonda. Ho un amico nel ramo casseforti e chiavi, sapete. Un lavoretto da cinque minuti.

- Non esistono indizi a mio carico. Il mio caso è stato chiuso. Vi consiglio di sparire.

- Le chiavi furono scambiate, signor Brown. Voi siete molto distratto. La copia fu messa nel vostro portachiavi. Ho le chiavi originali, quelle che vi furono vendute con la serratura. Suppongo che un esperto di chiavi avrebbe qualcosa da dire agli investigatori. Sarete chiamato a spiegare, signor Brown. Davvero una noia per voi dover lasciare la sabbia calda della spiaggia di Miami. Avete una bella barca, signor Brown, ma i soldi sono finiti. Che cosa succede se la compagnia di assicurazioni prende ancora tempo a pagarvi? Sono due milioni di dollari. Ve ne rimane uno, dopo avermi pagato.

- Finora avete solo provato che siete un assassino e un ricattatore. No avrete un solo dollaro. Potete sparire o finire dietro le sbarre, scegliete.

- Poi ci sarebbe la registrazione. Nella sala da biliardo il biondino aveva un piccolo registratore nascosto. Una meraviglia tecnologica. Giudicate voi stesso.

 CLICK

 Voce del biondino- Ti vedo nero stasera, George. Tira aria di tempesta in casa? Uno scambio di idee con la dolce signora Brown suppongo.

Voce di Brown - Maledetta, crede di avermi in pugno, mi ha messo al collo un laccio fatto con i suoi soldi. Mi ha licenziato Juanita, la cameriera. Dice che andavo in camera sua a giocare a carte e questo era disdicevole, la cameriera avrebbe avanzato pretese. Era un bocconcino cubano, svanita. Aveva portato la primavera in casa, la piccola. Un uccellino con la minigonna verde e gli stivali gialli, che sorride e cinguetta. Maledetta, pagherei qualsiasi somma a chi mi strangolasse quel manico di scopa.  

 Biondino - E così Manico-di-scopa ha aperto la gabbietta di Juanita. Una situazione davvero disdicevole, George. Mettiamo che qualcuno ti liberasse di Manico-di-scopa definitivamente, ma in maniera vantaggiosa per te, saresti disposto a dargli la metà di tutto quello che ti troveresti a possedere?  Intendo dopo la liberazione, se vogliamo definirla così.

 Brown - Ascoltami, Biondo, I sogni non hanno prezzo. Tornare a casa, Juanita che mi aspetta sorridente, la cuoca zitta in cucina. Oh, se pagherei

 Biondino - Manico-di-scopa non cinguetta? Forse la prendi dalla parte sbagliata.

 Brown - Quel maledetto manico d’ombrello mi ha sposato solo per avere qualcuno da tormentare, da mostrare agli amici e ai negozianti. Adesso si è messa in testa che dovrei portare un cappello come quello dei detective nei film. ‘Oh, George, avresti un’aria davvero così rispettabile e autorevole.’

 Biondino - Un cane con giacchetta e cappello. Manico-di-scopa non vorrebbe un cane trasandato al suo guinzaglio.  Dovresti essere contento di tutte queste attenzioni da parte sua. Cappello e guinzaglio.

Brown - Strangolarla lentamente, vedere la paura nei suoi occhi sbarrati, questo è il sogno che faccio ogni volta che rientro a casa. Stringere il suo collo da gallina  molto lentamente, magari con qualche intervallo per farla rifiatare, sarei molto deluso e insoddisfatto se durasse meno di mezz’ora.

Biondino - Allora affare fatto. Ti trovo uno che strangoli manico di scopa, per la metà di tutto quello che avresti.

 Brown - Procedi pure Biondo, hai la mia approvazione.

 CLICK

 - Hai sentito, George? Ti sei impegnato a pagare la metà di tutto per liberarti della signora Brown. Dovrei chiederti la metà di tutto quello che hai speso in questi due anni, gli arretrati. Metà dei soldi che hai speso erano miei. Ma voglio essere generoso. Mi contenterò della metà  di quello che ha ti sta per dare l’assicurazione. Mi sono permesso di dare uno sguardo alla polizza quella notte, dopotutto avevo un sacco di tempo. Ero sicuro che Manico-di-scopa ne avesse una, per qualsiasi cosa potesse succederle. Naturalmente se si scoprisse che sei coinvolto nell’incidente, non ti darebbero un solo dollaro.   

-Sono discorsi che si fanno al biliardo per passare il tempo. Cosa daresti per un cammello e un otre d’acqua nel deserto. Cosa daresti per far uccidere tua moglie.

-Ma io ho eliminato davvero la signora Brown,  altrimenti ora avresti una moglie in più e un milione di dollari in meno. Mi devi pagare quello che avevi promesso.

- Ma che senso ha tutto questo. Tu strangoli mia moglie e dopo mi chiedi di pagarti. E’ assurdo.

- Ascolta George, è il mio lavoro, sono uno specialista. Probabilmente l’unico al mondo nel mio campo. Tratto delitti perfetti. Un delitto perfetto prevede che l’assassino non conosca la vittima e che la uccida per caso, senza un movente apparente. Non conoscevo tua moglie e che motivo avrei avuto per ucciderla ? Nessuno. Ma tu avevi un buon motivo per farla assassinare. E avresti pagato. Solo che nessuno lo può dimostrare, era solo nella tua testa. Saresti subito sospettato, lo sapevo, ma avevi un alibi inattaccabile, eri a ore di distanza in mezzo a testimoni. Magari facevi un brindisi, raccontavi una barzelletta, mentre io ero al lavoro. Il fatto che tu fossi all’oscuro di tutto ha impedito che tu facessi un errore, ti tradissi in qualche modo.

- Ma al Caffè tutti ci avevano visti insieme per settimane. Potevano indagare su di te. Farti domande.

-Sono sparito dopo il delitto. Nessuno aveva sentito i nostri discorsi. Gli altri clienti del Caffè non avranno fatto caso alla nostra sparizione e avranno pensato che in ogni caso era meglio badare ai propri affari. Suppongo che neanche tu sia più andato al Caffè, non avrai avuto voglia di sentirti gli sguardi addosso e forse era meglio non incontrarmi. Tutti avranno pensato che era normale che tu non venissi più dopo la tragedia. Avrai cercato Juanita per spassartela, magari sulla tua barca c’è una brunetta che parla spagnolo. Avevi buoni motivi per uccidere tua moglie, ma per fortuna il tuo alibi era meraviglioso. I detective lo avranno controllato decine di volte, minuto dopo minuto.

-A quanto pare non temevi di essere rintracciato, collegato al delitto.

- Rintracciare chi, George? Il biondino grasso del Caffè, capelli a spazzola, un giaccone di pelle sulla camicia a quadri? Ma io porto baffetti neri e sono di corporatura regolare. Sono un operaio del gas in tuta, o forse ricordo male, lavoro in un ufficio commerciale, basette lunghe e nere, giacca e cravatta. Cosa ti avevo detto di me? Quasi niente. Avevo detto che ero disoccupato, mi arrangiavo con diversi lavoretti occasionali ma avevo ottenuto un lavoro fisso in un’alta città, stavo per trasferirmi. Dormivo da certi parenti, o da certi amici. Nessuno fa domande a un tipo così, per paura che chieda soldi o favori. Giocavo a biliardo e ti stavo a sentire mentre mi raccontavi le ultime novità su Manico-di-scopa, questo ti bastava. E poi, bada bene George, tu non mi avevi dato l’incarico di assassinare tua moglie. Difficile provare un fatto che non esiste. Delitto perfetto. Un estraneo senza movente uccide tua moglie. Però il movente c’era, tu mi avresti pagato, solo che non lo sapevi. Nessuno poteva accusarti di un evento che non conoscevi e che si sarebbe realizzato a tua insaputa. Solo una probabilità su un milione che un detective sarebbe riuscito a formulare una accusa. E’ anche in questo caso improbabile un avvocato da quattro soldi avrebbe fatto a pezzi l’accusa.

- Hai dimenticato un particolare biondo, un particolare o due. Per prima cosa potrei sparire e non pagarti, dopo aver preso i soldi dell’assicurazione.

- Ma non lo fari, non sei il tipo che passa la vita a nascondersi. Te ne starai qui sulla sabbia calda e quando si alza il vento sulla sabbia in barca con Juanita. Ma non per preoccuparti per me, sono un professionista, so come cautelarmi.

- Ma come facevi a essere sicuro che mia moglie avesse una polizza, se ti fossi sbagliato avresti commesso un omicidio per niente. E come facevi a sapere che ero suo marito e frequentavo quel Caffè.

- Sono un professionista, te l’ho già detto, sono il migliore nel ramo delitti perfetti. So come procurarmi informazioni sicure. Allora siamo d’accordo? Mi darai un milione di dollari, quando l’assicurazione ti paga.

- Non mi sembra di avere scelta. Hai messo insieme un piano diabolico, a quanto sembra. Ma forse c’è un punto debole. Hai previsto come farò a pagarti, a darti il denaro. Nel momento in cui ti pago si stabilisce una connessione tra noi due. Non hai pensato a questo, signor Delitto Perfetto?

-Lascia fare a me, George. Vuoi sapere come mi pagherai senza lasciare tracce?  Penso che andremo a Las Vegas, io tu e Juanita, faremo qualche tavolo di poker. Mi lascerai vincere. Ci vediamo appena l’assicurazione ti paga, ti tengo sotto controllo fino ad allora. Non chiedermi come,  sono un professionista, te lo devo ripetere?

 

 JUANITA E GEORGE BROWN

- George, mi spiace doverti parlare di questo, ma gli ultimi soldi che mi hai dato stanno per finire. E avrei anche bisogno di qualche vestito nuovo. Vuoi che provo a cercarmi un lavoro? Lo sai che sono abituata a lavorare. Faremo qualche sacrificio, fino a quando non avrai i soldi dell’assicurazione.

-Juanita, sei un angelo. Ma sai chi sta per arrivare stamattina? Arriva il signor Due-milioni-di dollari. Mi ha telefonato l’assicurazione, sono pronti a pagare, mandano qualcuno stamattina con l’assegno, un tizio di nome Redrum mi pare.

-Senti George. Cosa farai con quel biondino, gli darai un milione di dollari? Non ti nascondo che ho paura da quando mi hai parlato di quella orribile telefonata.

-Prepara le valige Juanita. Ce ne andiamo a Cuba. Avrai voglia di rivedere la tua casa, dopo tanto tempo. Ce ne andiamo con la barca. Credo che tutti saranno contenti di vederci se arrivi con qualche dollaro e sbarchi nel posto giusto. Non credo che il biondino e i detective dell’assicurazione riusciranno a trovarci in quel tuo paesino nella Sierra. Ho voglia di viaggiare, siamo stati fermi quasi due anni qui a Miami. Una lunga vacanza farà bene anche a te, passiamo da Cuba, poi magari andiamo in Colombia, vedremo. Coraggio fai le valige.

 DRIIIN

 -Suona il campanello alla porta, vai ad aprire per favore Juanita. Arriva il nostro Redrum con l’assegno, tra poco avremo due milioni di dollari. Sono pronte le valige?

- Sono pronte, George, vado ad aprire.

 ENTRA REDRUM

 - Mi manda l’assicurazione signor Brown, sono Redrum.

- Piacere di vedervi, ma sapete una cosa? La vostra voce è come se l’avessi già sentita. Me lo sono detto mentre parlavate alla porta con Juanita.

- Davvero strano. Conoscevo vostra moglie sapete. Ci siamo incontrati più volte nel mio ufficio. Era una donna esperta e accorta, volle essere sicura di ogni dettaglio legale nella polizza, soprattutto per quanto riguardava la possibilità che le accadesse una disgrazia, un incidente. Mi capite?

-Eppure sono certo di aver udito già la vostra voce prima d’ora. Avete con voi l’assegno?

- Certamente, eccolo. Volete firmare la ricevuta per due milioni di dollari, qui sotto ?

- Che scherzo è questo. Questo assegno è solo per un milione di dollari.

- Solo un milione di dollari infatti, l’altra metà non è più vostra. Siete  stato molto generoso a girare un assegno da un milione di dollari a quella piccola sconosciuta società di beneficenza in Bolivia._

                                                    FINE


 

                                   I delitti della vedova nera


Londra. Aeroporto di GATEWICK, novembre 199..

La Vedova Nera diede un ultimo sguardo al suo sedere roseo, riflesso dagli specchi nel bagno delle signore, le lunghe mutande di pizzo nero abbassate al ginocchio, la gonna rossa rovesciata all'indietro, in delizioso contrasto con i capelli rosso-oro.
I detectives dell'Interpol avrebbero pagato molto per avere una foto del suo sedere, sorrise compiaciuta, ma nessuno era mai stato in grado di descriverlo. Tutti quelli che lo avevano visto erano, come dire, spariti. Al loro posto era stata trovata una vedova nera, un ragno peloso e disgustoso, in una gabbietta di fili di cristallo.
Patricia Strongshield, la Vedova Nera, si rimise a posto le mutande e uscì per dare una ultima occhiata a Johnny, la sua prossima vittima la stava aspettando. Ma lei non gli avrebbe fatto vedere il suo sedere, come gli aveva promesso per convincerlo all'incontro, non questa volta gli avrebbe detto. Doveva attirarlo nella villa di Mondello. Adesso avrebbe finto di piagnucolare. Oh, Johnny, mi vergogno, è la prima volta che faccio una cosa del genere. Devi darmi più tempo. Perdonami se non mantengo la mia promessa.
Quante erano state le sue vittime? Non riusciva neanche più a ricordarlo. Tutto era cominciato a Southanpton molti anni prima, ricordava la prima vittima, un ricco commerciante, uno scozzese che importava salumi. Lo scozzese le aveva dato il suo biglietto da visita per impressionarla. Charles Scroogle, Import Export. Addio Scroogle.Allora era poco più di una ragazzetta con un culetto delizioso. Ogni volta si era detta questa é l'ultima. Ma non poteva smettere. Attirare lentamente la vittima nella sua ragnatela, scegliere e mettere da parte la vedova nera che gli era destinata. Allevare i suoi ragni nella gabbia cilindrica di cristallo, al sicuro nella soffitta della villa a Mondello. Il loro veleno uccideva in pochi secondi, erano selezionati, una varietà unica al mondo.
Mentre osservava compiaciuta Johnny, fu scossa da un brivido di paura, pensando al suo futuro. Che cosa avrebbe fatto quando il suo sedere non fosse stato più tondo e sodo? La ginnastica, lo sport al sole, le creme, i massaggi, la frutta e verdura, niente era stato risparmiato per mantenersi uno splendido sedere che le ragazze spesso ancora le invidiavano. Ma non sarebbe durato sempre, le cose vanno e vengono, maledizione. Forse avrebbe dovuto cercarsi una ragazza da addestrare, una complice da mandare avanti al suo posto. Lei, Patricia, avrebbe continuato a scegliere le vittime, ad attirarli, a giocare con loro fino a quando non sarebbe venuto il momento di mostrarsi. Allora sarebbe entrato in scena il sedere della giovane complice.

GUARDARE MA NON TOCCARE

Ma come è cominciato tutto questo? A 16 anni Patricia è già una ragazza assai graziosa.

-NON TIRARE TANTO ZIA MOLLY, NON SONO CERTO GRASSA.-
-UN BUSTINO BEN TIRATO TI FARA’ VENIRE IL SEDERE PIU’ TONDO E BEN MESSO SUI FIANCHI. UN TEMPO TUTTE LE RAGAZZE E LE SIGNORE FACEVANO COSI’. -
-MA NON POSSO RESPIRARE.-
-VINCERAI IL PRIMO PREMIO ANCHE STASERA. LA MIA PICCOLA PATRICIA TORNERA’ A CASA DA REGINA.-
-MALEDIZIONE ZIA MOLLY, ODIO FARE QUESTA COSA. L’ALTRA SETTIMANA TI HO PORTATO 2000 STERLINE, DOVREBBERO BASTARE PER QUALCHE TEMPO.-
-I SOLDI NON BASTANO MAI, PICCOLA. IL TETTO DA RIPARARE, LO STECCATO DA SISTEMARE, CI VORRANNO PROVVISTE PER L’INVERNO, LEGNA DA ARDERE E CARBONE. ABBIAMO ARRETRATI CON LA BANCA PER VIA DEL PRESTITO PER COMPRARE QUESTA CASA, E NON VORRAI NEGARE A PADRE BROWN IL CONTRIBUTO PER RIPARARE L’ORGANO DELLA CHIESA. NON VORRAI CHE ABBASSI LA TESTA OGNI VOLTA CHE LO INCONTRIAMO.-
-QUALCUNA DELLE RAGAZZE DICE DI AVER VISTO PADRE BROWN NASCOSTO DIETRO UNA TENDA, CI VIENE A GUARDARE ANCHE LUI A QUANTO PARE. CHIEDE I SOLDI PER RIPARARE L’ORGANO E LI SPENDE PER VENIRE A GUARDARCI. POI DOBBIAMO ANCHE SENTIRE LE SUE PREDICHE SULLE RAGAZZE CHE VANNO IN CITTA’. –

-TANTO MEGLIO SE VIENE ANCHE PADRE BROWN, SIAMO PIU’ SICURE CHE NON SUCCEDERA’ NIENTE DI MALE. E SONO CERTA CHE ANCHE LUI VOTERA’ PER TE.
-
VOTERA’ PER IL MIO SEDERE, non per me .

-VA TUTTO PER IL MEGLIO PICCOLA, A QUANTO SEMBRA HAI SAN GIACOMO E LA CHIESA ANGLICANA DALLA TUA PARTE.-
-DALLA PARTE DI DIETRO. ZIA MOLLY.-
-VUOI METTERE LE MUTANDE ROSA O QUELLE CELESTI? QUELLE ROSA MI SEMBRANO PIU’ ATTRAENTI, MA QUELLE CELESTI TI DANNO UN’ARIA DA PICCOLO ANGELO. -
-METTERO QUELLE CELESTI, PER ESSERE SICURA DEL VOTO DI PADRE BROWN. DOVREBBE STARE DALLA PARTE DEGLI ANGELI, NON E’ VERO ZIA MOLLY?-
-PIOVE CHE E’ UNA MERAVIGLIA, PER FORTUNA VENGONO A PRENDERTI IN CALESSE. LA REGINA IN CARROZZA. TI DARO’ UN OMBRELLO MOLTO GRANDE, BADA A NON BAGNARTI I CAPELLI. QUESTE FIERE DEL BESTIAME SONO UNA BENEDIZIONE, CI SARANNO ALMENO CENTO PERSONE A FARE SCOMMESSE SU VOI RAGAZZE STASERA.-
-ANCHE NOI RAGAZZE FACCIAMO PARTE DELLE FIERE DEL BESTIAME, ZIA MOLLY. NON POSSO SOPORTARE UNA COSA DEL GENERE. UCCIDEREI TUTTI QUELLI CHE VENGONO A GUARDARCI E A SCOMMETTERE.-
-NON MI SEMBRA UNA BUONA IDEA. DOPO TUTTO SONO PERSONE PER BENE, RICCHE, RISPETTABILI. MA PIUTTOSTO SPIEGAMI ANCORA COME FUNZIONA QUESTA COSA DELLE SCOMMESSE.-
-SEMPLICE ZIA MOLLY. GLI UOMINI PAGANO 25 STERLINE PER ENTRARE, QUANDO LA SALA E’ PIENA LE RAGAZZE VENGONO MESSE IN FILA, IN PIEDI CONTRO IL MURO DELLA PARETE LUNGA, IN MODO DA MOSTRARE IL SEDERE E NON LE FACCE. ALL’INIZIO SIAMO COMPLETAMENTE VESTITE, GLI UOMINI PASSANO E SCOMMETTONO QUALSIASI SOMMA SUL SEDERE CHE PREFERISCONO. OGNI RAGAZZA HA UN NUMERO, SCRITTO SUL MURO SOPRA SUA TESTA . LE SCOMMESSE SONO SEGRETE, LO SCOMMETTITORE METTE IL DENARO IN UNA BUSTA E CI SCRIVE SOPRA IL NUMERO DELLA RAGAZZA. POI METTE LA BUSTA IN UN CAPPELLO SUL TAVOLO DEL SEGRETARIO CHE RAPPRESENTA L’ORGANIZZAZIONE.-
-E POI COSA SUCCEDE? –

-QUANDO TUTTI HANNO FINITO DI SCOMMETTERE, LE RAGAZZE SI TOLGONO LA GONNA E SI FA UN ALTRO GIRO DI SCOMMESSE. INFINE LE RAGAZZE SI TOLGONO ANCHE LE MUTANDINE E SI FA L’ULTIMO GIRO DI SCOMMESSE. a QUESTO PUNTO IL SEGRETARIO FA LA VERIFICA, MENTRE NOI RAGAZZE RIMANIAMO LI FERME A FARCI GUARDARE, DOPOTUTTO GLI SCOMMETTITORI HANNO PAGATO E HANNO DIRITTO A QUALCOSA. VINCE LA RAGAZZA SULLA QULAE E’ STATO SCOMMESSO PIU’ DENARO. UN TERZO DEL DENARO VA ALL’ORGANIZZAZIONE, UN TERZO ALLA VINCITRICE, IL RIMANENTE TERZO VIENE DIVISO IN PARTI UGUALI SU TUTTE LE ALTRE RAGAZZE.-

-E GLI SCOMMETTITORI COSA VINCONO? -
QUELLO CHE HA PUNTATO DI PIU’ SULLA RAGAZZA VINCITRICE, SI PORTA VIA LE SUE MUTANDINE. E’ TUTTO.-
-E’ ARRIVATO IL CALESSE, PATRICIA, METTITI IL MANTELLO-

E da allora Patricia si é votata alla vendetta.

 
 IL GIARDINO A MONDELLO, IN SICILIA                                                            

-Signora, avremo bisogno di uno scozzese per i fagiolini. Questo Smith, l’australiano che ci mettemmo l’anno scorso, non sembra adatto.

-Vedrò cosa posso fare Gaspare. Lo sai, gli scozzesi sono difficile da trovare. Non hanno senso artistico.

DLING DLONG

 -Qualcuno suona al cancello, Gaspare. Vorresti andare a vedere? Dovrebbe essere il gentiluomo che stiamo aspettando.

-L’americano, signora? -

-Suppongo di si.-

-Buono per le patate. -

 

 MR. PENBLETON

 Al cancello un uomo di corporatura massiccia attende che gli venga aperto. Dal modo di vestire si intuisce un uomo di affari americano. Egli si rigira tra le dita con impazienza un foglietto stampato:

 Lady Inglese mostrerà il suo sedere nudo a un gentleman disposto a pagare euro 25.000 in contanti. Solo per un minuto, guardare ma non toccare.

 Seguivano le istruzioni per prendere contatto.

 Finalmente il cancello si apre e Mr. Penbleton viene ammesso.

-Sono venuto per l’invito sul vostro sito Internet. Vi ho telefonato, ricordate? Lasciate che mi presenti, sono George S. Penbleton.

-Patricia Strongfield. Come state?-

-Siete incantevole Ms. Strongfield. Non vedo l’ora di ammirare le vostre grazie.-

-Non siate così impaziente, prima una tazza di tè, mio caro Penbleton .-

-Purtroppo non ho molto tempo, mi fermerei volentieri in questo incantevole giardino. Il sole, il verde del prezzemolo, il rosso dei pomodori, una vera gioia. Siete una donna fortunata a vivere qui.-

-Il merito è tutto di Gaspare, in giardiniere, egli conosce i segreti. -

 

UNA TAZZA DI THE DI CEYLON

-Ditemi, Ms. Strongfield, ricevete molti gentlemen interessati a questo vostro avviso?

-Oh, certamente no. Sono molto esclusiva e riservata, poi fortunatamente non ho bisogno di denaro. Solo un paio di visite all’anno, non avrei posto per metterne altri, voglio dire i miei impegni non me lo consentirebbero.

-Devo ritenermi un uomo fortunato.-

-Certamente Penbleton, ma forse ora sarete impaziente. -

-Eccovi il denaro, 25.000 euro in contanti.-

-Bene. Ora sono pronta a mostrarvi quello che desiderate. Ma ricordate l’avviso, guardare ma non toccare. -

Lentamente Patrizia si alza dalla poltroncina in vimini, si gira e volge le spalle a Penbleton, solleva e rovescia lentamente la gonna, con malizia studiata si abbassa le mutandine alle ginocchia. Penbleton è estasiato alla vista di un sedere da sogno. Patricia si china, appoggia le mani a una piccola scrivania intarsiata.

-Vorreste rovesciare la clessidra sul tavolinetto davanti a voi, Mr. Penbleton? Ricordate l’avviso? Solo un minuto, guardare ma non toccare.-

-Pagherei qualsiasi somma per potere accarezzare il vostro culetto superbo.-

-Ebbene mi siete simpatico, ve lo consentirò per pochi secondi. Ma vi terrò la mano. Ora vi prego, tirate le tende e avvicinatevi. Il buio mi aiuterà a vincere la mia timidezza.-

Penbleton esegue la richiesta. E’ un uomo che va incontro a una gioia inattesa, quello che si avvicina a Patricia. Egli non ha notato la mossa furtiva con cui Patricia ha estratto qualcosa da un cassetto. Patricia ha preso la sua mano, la guida verso qualcosa che lo sconcerta, un dolore acuto, gli occhi sbarrati, poi il vortice lo trascina a fondo.

Patricia ripone la piccola scatola di vetro col coperchio a molla. La vedova nera ha fatto bene il suo lavoro. Si tira su le mutandine, riapre le tende, si affaccia alla finestra.

-Gaspare, vieni su. Credo di aver qualcosa per le tue patate. -

 

Un passo indietro

-Tu devi essere, Johnny.-

-Infatti Patricia, sono io.-

Siamo di nuovo all'aeroporto di Londra quella mattina di Novembre.
Patricia è sconcertata appena si rende conto che Johnny non ha l’aria di un uomo ricco. Per qualche ragione è abituata a pensare che solo ai ricchi possa piacere il suo sedere. Naturalmente è un pensiero sciocco. Perché ai poveri non dovrebbe piacere il suo delizioso culetto? Ma ella istintivamente pensava che fosse un lusso per ricchi, come il brodo di tartaruga e il caviale. Avete mai visto un povero sorbire brodo di tartaruga? A una donna della sua esperienza erano bastati pochi secondi per capire che Johnny non era ricco. Questo poneva qualche problema imprevisto.
Avevano conversato su Internet per quasi sei mesi. Nelle lunghe conversazioni su Internet, e in quelle brevi al telefono, più volte Johnny aveva insistito per avere una foto del suo sedere. Naturalmente Patricia si era sempre rifiutata e non aveva mai pensato di chiedergli del denaro per questo. Neppure si era minimamente preoccupata di chiedergli se era ricco o povero. Dopotutto desiderava che rimanesse una amicizia a distanza. Poi qualcosa aveva fatto nascere in lei il desiderio di incontrarlo, curiosità femminile, ma nello stesso tempo aveva detto a se stessa che lo avrebbe aggiunto alla lista della vedova nera. Alla fine era capitata questa occasione di un incontro di passaggio all’aeroporto di Pisa. Patricia gli aveva promesso di mostrargli il suo sedere nel bagno delle signore, ma naturalmente mentiva, era solo un modo per attirarlo. La vedova nera non poteva entrare in azione fuori della sua villa, troppo complicato e pericoloso. Lo avrebbe invitato nella villa a Mondello aggiungendo che ogni cosa ha un prezzo. Per vedere il suo prezioso culetto erano necessari 25.000 euro.
Ma ora il problema imprevisto, Johnny non sembrava ricco abbastanza da poter spendere 25.000 per ammirare il suo sedere. Bisognava decidere cosa fare, seguire il calcolo o l’istinto.
Johnny e Patricia ora sono seduti a un tavolo del bar. Una tazza di tè, un vassoio di cornetti. Ricordi delle conversazioni su Internet.
Quando mi mettevi nella lista nera perché ti dicevo dove ti avrei baciata, un bacio molto speciale davvero. Quando sei stata piacevolmente sorpresa nel vedere che mi preoccupavo per te se stavi male. Quando mi hai proibito di telefonarti perché ero stato troppo indiscreto.
Patricia ascolta e sorride, pensa che è tempo di cominciare a tessere la tela della vedova nera.
-Johnny, mi devi perdonare ma sono troppo timida. Mi vergogno a mostrarti il mio sedere qui. Verrai a Mondello nella mia villa, il mese prossimo.
Non si è parlato di denaro.


NELLA VILLA DI PATRICIA A DICEMBRE.  I CANDELIERI IN BRONZO

I candelieri in bronzo dorato erano esattamente come Patricia glie li aveva descritti, alti un palmo rappresentavano due amorini, portavano ognuno un corta candela, una rossa e una blu. Patricia si divertiva ogni tanto a girare i due candelieri  per fingere che i due amorini fossero in collera. Tra i due candelieri una piccola scatola in legno intarsiato, con un cassettino segreto, per nascondervi denaro, biglietti compromettenti, un segreto. Sulla scatola era posta la clessidra che misurava un minuto, l’ultimo minuto dei suoi sfortunati ammiratori.

 - I tuoi candelieri sono davvero preziosi, Patricia.


Johnny sta ammirando due piccoli candelieri di bronzo dalla base larga, posti accanto alla clessidra, le candele sono quasi del tutto consumate.


-Sono candelieri di scuola fiorentina, ti piacciono davvero?-
- Non sarei qui, altrimenti. Patricia, vorrei chiederti un piccolo favore, potremo accostare le tende e accendere le candele? Le tue forme di pallido rosa ne risulterebbero esaltate. La luce delle candele si addice alla bellezza di una lady.-
-Sai davvero come conquistare le donne Johnny. Permesso accordato, accosta le tende e accendi le candele. –

Con gesto lento e fiero Patricia solleva la gonna e si abbassa le mutandine, si gira e mostra il suo sedere in tutto il suo splendore. La sabbia scende nella clessidra. E’ passato un minuto, Johnny non dice una parola. Patricia diventa nervosa, tra poco sarà tutto finito, la vedova nera farà la sua vendetta ancora una volta, questo non la rende felice come le altre volte. Ma ora basta, è venuto il momento, non si può rinviare.

 -Sai una cosa Johnny? Sento una particolare simpatia per te, ti consentirò di accarezzarmi il sedere ma solo per pochi secondi, su vieni qui.

-Sei una imbrogliona, Patricia. La clessidra dura meno di un minuto, ho controllato.-
-Cosa dici, come osi?-

Patricia è furibonda, si tira su le mutandine e mette a posto la gonna con rabbia. –Cosa dici, non è possibile, come osi accusarmi, la mia clessidra è perfetta, fai controllare il tuo cronometro piuttosto.-

Johnny è rimasto impassibile. –Bene, allora rifaremo la prova col cronometro. Se la sabbia nella clessidra scende in meno di un minuto allora riceverai una reprimenda formale altrimenti ti darò altri 25.000 euro. Non credo che ti convenga fare obiezioni, non vorrai costringermi a far sapere ai tuoi rispettabili vicini alcune cose sul tuo conto che li lascerebbero molto sorpresi.


Patricia sorride beffarda, avrà un guadagno abbastanza facile, a questo cretino devono aver rifilato un cronometro sballato. Resta solo il problema di come far entrare in azione la vedova nera, ma Patricia si sente sicura delle sue risorse, troverà il modo di avvicinare Johnny alla gabbietta di vetro. Parla col sorriso canzonatorio sulle labbra.

-Ma dimmi, per curiosità, che cosa intendi per reprimenda formale? Un ammonimento solenne?-

 La risposta la lascia stupefatta, impaurita e profondamente irritata.


-Una sculacciata, ti sculaccerò sulle mie ginocchia, su quel divano. Ti sculaccerò fino a quando durano le candele accese. –


Patricia arrossisce e non riesce a nascondere la sua irritazione per l’impertinenza di Johnny, ma si trattiene al pensiero del guadagno imprevisto, ci penserà la vedova nera poi a vendicarla per l’umiliazione che Johnny le sta infliggendo.

 - D’accordo, accetto la scommessa, ma se non ti spiace useremo il mio cronometro.-
Patricia si slaccia il cinturino del suo cronometro d’oro e lo poggia sul tavolinetto. La luce delle candele illumina la clessidra e la scena imprevista.
-Gira la clessidra, io faccio partire il cronometro.-
Venti secondi, trenta, quarantacinque, la clessidra è vuota, la sabbia è scesa tutta nel cono inferiore della clessidra.

-Ebbene, piccola monella ?-
Johnny ha l’aria di essere davvero molto arrabbiato, afferra la clessidra per una estremità e la agita davanti al volto di Patricia.
Patricia è sconvolta, impaurita. Sentirsi chiamare ‘piccola monella ’ poi.

-Non so come possa essere una cosa del genere, ti giuro Johnny, ero sicura che la clessidra durasse un minuto devi credermi.-

-Non sei altro che una piccola imbrogliona, avrai la punizione che ti meriti. -

-Non dirai sul serio, non puoi fare una cosa del genere. Ascolta, ti assicuro che sono in buona fede. Ti restituisco i 25.000 euro che mi hai dato. Va bene? Non voglio soldi da te.-

-Troppo tardi, vieni qui sul divano. -

Patricia è tremante di vergogna e paura, sente di essere presa per un braccio e portata verso il divano, percepisce con orrore che la sua gonna è stata sollevata, le mutandine abbassate, non riesce a reagire, sopraffatta dall’umiliazione.

La prima sculacciata coglie Patricia di sorpresa, come assaggiare un dolce salato la prima volta. Dolore, piacere, sorpresa, un insieme di sensazioni contrastanti. Patricia non era mai stata sculacciata prima. L a seconda sculacciata la fa gridare per il bruciore, ma con sua sorpresa comincia a sentirsi eccitata. Questa sensazione di bruciore e  piacere aumenta man mano che le altre sculacciate le arrivano sul sedere. Ha perso il controllo di se stessa, perché non si ribella?

-Oh, Johnny, ti prego sono stata punita abbastanza per una colpa che non ho commesso. Mi brucia terribilmente. -

-Ti sculaccerò finché durano accese le candele, a meno che non accetti una condizione. -

Patricia piagnucola. -Quale condizione? -

-Devi accettare di essere mia moglie.-

E’ una sconosciuta quella che risponde, non è più Patricia.

-Accetto, Johnny.-

 

 Sulla spiaggia alle Western Islands

Due sedie  a sdraio aperte sulla sabbia si toccano

Patricia è pensierosa. –Johnny, il mio bicchiere è vuoto, ti ricorda niente?-

Johnny è assai premuroso in questi giorni. -Vuoi ancora succo di ananas con ghiaccio?-

Ma non si tratta di ananas. -No grazie, non sono si tratta di questo. Vorrei rifare la prova della clessidra adesso, qui. Per caso ho portato con me la clessidra in questa piccola scatola vimini intrecciata a mano, un lavoro non certo semplice. Ti dispiace se controlliamo la clessidra ancora una volta?-

Johnny si mostra poco interessato. –Dimentica quella clessidra, non avresti dovuta portarla con te. Fa parte ormai di un altro mondo.-

Patricia non sembra darsi per vinta.- Stanotte non riuscivo ad addormentarmi, qualcosa mi teneva sveglia.- 

-Cosa, zucchero?-

-Grazie Johnny, mi piace quando mi chiami zucchero, anche se non sono esattamente sottole come una canna. Non faccio che mangiare frutta e dolci da quando siamo qui. Ma cosa ti stavo dicendo a proposito della clessidra? -

-Non dovevi portarla qui, zucchero, dopotutto è una prova a tuo carico .- .

Patricia sorride maliziosa. -Si, ora ricordo, non riuscivo a prendere sonno stanotte, continuavo a pensare che qualcosa non mi convinceva in quella clessidra. Ho provato la clessidra con più cronometri mentre dormivi. Mi devi una spiegazione, credo.-

-Non sei contenta di essere qui, zucchero? Butta quella clessidra nel mare.-

La sedia a sdraio di Patricia ha qualche impercettibile sussulto.- Insisto per avere una spiegazione esauriente.-

Johnny si rende conto che lo zucchero non basta per addolcire Patricia. –Ebbene, nei lunghi viaggi per mare sui velieri, di notte poteva fare molto freddo, specie se c’era una burrasca. -

Patricia serra le labbra e poi sorride con gli occhi. –Davvero? Pensi che stia arrivando una burrasca forse? –

-Il marinaio di guardia non era affatto contento di fare un turno lungo, ore e ore sul ponte. Poteva anche succedergli una disgrazia senza che nessuno lo sapesse. La durata del turno era data da una clessidra. In circostanze del genere si aguzza l’ingegno. Il marinaio di guardia poteva essere tentato di avvicinare una torcia al vetro della clessidra che si riscaldava e si dilatava, la sabbia scendeva più velocemente, fine anticipata del turno di guardia.-

Patrizia si guarda le unghie affilate delle mani. – E’ per questo dunque che hai acceso le due candele accanto alla clessidra con la scusa di far risaltare meglio il mio sedere. Per far scorrere la sabbia in meno di un minuto e avere un pretesto per sculacciarmi. Torniamo nella nostra camera, credo che dovrò punirti come si faceva sulle  navi.-

Ma Johnny rimane ben disteso sulla sdraio. –Ti  ricordi quando mi sono fermato a parlare con Gaspare, prima di salire da te? Quell’uomo era tormentato, come se avesse avuto voglia di parlare finalmente con qualcuno. Ci siamo messi a parlare di piante, il tuo Gaspare è un uomo di grande talento in questo campo. Gli ho fatto notare che il basilico era di una varietà a foglioline piccole e scure, una cosa piuttosto insolita per il clima di Mondello, il basilico al sole caldo del tuo giardino dovrebbe avere foglie larghe e chiare. A questo punto è successo qualcosa di davvero sorprendente, Gaspare ha cominciato a dirmi cose incredibili, come se cercasse scuse assurde. Naturalmente non ho creduto una parola di quello che mi ha detto, il povero Gaspare comincia a uscire di senno, tutto il tempo trascorso a parlare da solo con le piante nel giardino deve esserne la causa. –

 Patrizia ha ascoltato attenta, sorride. –E’ strano, Johnny, non ci siamo fatte molte domande sulle nostre attività. E’ molto buffo che io non abbia capito bene quale sia il tuo lavoro esattamente. Mi hai detto che sei nel ramo assicurazioni, non è vero?-

Ora è Johnny che sorride. –E’ presto detto, zucchero, faccio il detective per le compagnie di assicurazione. Mi chiamano per i casi difficili, per esempio quando si sospetta un caso di omicidio, o quando qualche ricco tizio scompare senza lasciare tracce, lasciandosi dietro una vedova e una polizza sulla vita.-

 Patrizia annuisce comprensiva. –Oh, sei nel ramo sparizioni, diciamo così. Una cosa interessante.-

Johnny sospira.- Ma ora pensavo di sparire anch’io. Pensavo di ritirarmi, credo che mettendo insieme i nostri risparmi ne abbiamo abbastanza. –

 Patricia sospira a sua volta.- Credo proprio che tu abbia ragione, Johnny, la clessidra fa parte di un mondo che non esiste più, non vorresti andare a gettarla nel mare.-

Ma il sole dei tropici ha felicemente reso pigro Johnny. –Seppelliscila pure nella sabbia, dopotutto dovrebbe trovarsi più a suo agio. -

                                                                                                                         FINE                                                                                                                                                       


 

 

                              Sigaro avana 

Mi ero fermato solo per accendere il sigaro nel modo giusto. Ma la ragazza non lo aveva capito.

- Portami dove ti pare aveva detto -. La sua valigia nera sfondata aveva trascinato la ragazza e il suo vestitino corto giallo fino allo sportello della mia limousine scoperta.

Mentre saliva le avevo guardato il sedere. Lei aveva sorriso contenta.

- Mi chiamo Maria.-

All’improvviso la pioggia mi aveva trasformato in un pesce bollito. Il caldo faceva evaporare le gocce che rimbalzavano sulla strada. Le moto della polizia si erano fermati sotto i ponti. I poliziotti a terra senza casco erano di nuovo disgraziati da due soldi.

La ragazza aveva cominciato a cantare una storia di banane fritte nello sciroppo di zucchero.

-Siamo arrivati al distributore di benzina. Puoi fare quello che ti pare per dieci minuti.-

-Devi spegnere il sigaro.-

Prese con se la valigia, perché voleva cambiarsi.

Mi ero messo il sigaro spento nel taschino della camicia, con cura, prima di scendere alla pompa. –

 Dopo il pieno di benzina, avevo riacceso il sigaro e mi avviavo verso il bar in cerca della ragazza, quando la vidi uscire. Ma non era sola, due tipi uscivano con lei, il primo le teneva un braccio, l’altro portava la valigia. Entrai nel bar per bere qualcosa col ghiaccio.

Il barista raccontava a tutti di nuovo la storia: i due agenti si fermavano sempre a mangiare qualcosa a quest’ora, il loro piatto preferito erano le salsicce arrosto con patate e birra fredda.  Uno dei due aveva visto il rigagnolo denso  rosso scuro che usciva dalla valigia. Lei ha sorriso e ha spiegato che era suo marito fatto a pezzi. Ha detto che era scesa alla fermata dell’autobus nella strada per seppellire la valigia nei campi, ma aveva caldo e prima voleva rinfrescarsi.

 - Ehi, signore, dovete spegnere il sigaro, qui dentro non si può fumare. -                                                                                    Fine


                                     MORIRE E’ COME LASCIARSI

 -Guardate Klorinda piange di nuovo sui gradini della chiesa-

 Ha parlato un passante. La gente che si avvia a salire i gradini della chiesa fino alla grande porta di legno finalmente nota Klorinda. Si fermano e rimangono a guardarla con un sentimento di ammirazione. Più che piangere Klorinda è un coro greco, la trasfigurazione del lamento e della disperazione. Quasi tutti sanno perché Klorinda piange, ma è buona creanza chiedere.

-Perché sei venuta qui a piangere Klorinda, cosa succede?-

-Mi ha lasciata.-

-Ancora? Anche questo?-

-Si, definitivamente. Gli ho dato le melanzane preparate da me, apposta per lui, con le mie mani. Le ha finite tutte, ha fatto una smorfia, si è alzato da tavola. Se ne è andato. Adesso sono di nuovo sola.-

Voce consolatoria – Una donna con le tue virtù ne troverà subito un altro, non ti devi disperare, le cose vanno e vengono.-

 Voce di una buona donna – Adesso fai la brava, non stare qui a tormentarti su questi duri gradini. Vai in casa, devi mangiare qualcosa, che so un brodino caldo.-

 Klorinda cosparsa di lacrime annuisce, si leva e si dirige a casa.

 Qualche ora dopo.

 Klorinda è di nuovo sui gradini, ma non piange. Si lamenta, si contorce, soffre.

 Voci caritatevoli – Suvvia, Klorinda, la vita continua, devi dimenticare e riprendere il tuo cammino .-

Klorinda – Pareva tanto buono, comprensivo.-

 Klorinda si contrae per gli spasimi, si porta le mani le mani al ventre.

 Voce samaritana- Cosa hai piccola, cosa ti fa male?-

Klorinda – Lo stomaco, è un dolore insopportabile.-

Voce di psicologo astante – E’ un dolore psicosomatico, vuol dire che il dolore è immaginario, la causa è il dolore per essere stata abbandonata.-

Klorinda – E’ un dolore reale.-

Voci varie comprensive ma di rimprovero – Devi stare a sentire lo psicologo. Non essere testarda. E’ il dolore per l’abbandono. A proposito, cosa ne é stato di lui? Dopo che si é alzato da tavola?-

Klorinda – Pareva tanto tenero, me lo sono mangiato un’ora fa.-


 

 

                                         ROMANCITO

Mio cugino Juan Manuel è andato a casa di Mamama, ha trovato il frigo pieno di barattoli di estratti vegetali e tutti gli animali della casa morti. Mamama ha perso la ragione. Il cognato di Juan Manuel, un ragazzo, si è trasferito a casa di Mamama, Juan Manuel lo paga perché si prenda cura di lei. Mamama lo ha accolto con gioia, è convinta che sia Ramoncito, il figlio di suo marito con un’altra donna.

Ramoncito morì di aids. Era un ragazzo davvero molto timido e fu preso al gancio da una donna cattiva, una donna che andava con tutti e lo usò. Quella donna aveva l’aids e lui lo prese da lei, la prima e l’ultima donna di Ramoncito che era andato con lei per amore.

Mamama lo teneva come se fosse suo figlio, era anzi il preferito e lui si prendeva cura di lei incondizionatamente.

Ora Ramoncito è tornato a casa, grazie alla pazzia di Mamama.