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Georges Bataille - Marte

1.-Bataille_Lascaux

Ed eccoci a G. Bataille, di cui , nel 1955 , viene pubblicato, dalle "Editions d'Art A. Skira, a Ginevra, il testo di commento ai dipinti di Lascaux, col titolo: "Lascaux ou la naissance de l'art".

Bataille  posiziona i dipinti come "inizio" che segue:

 "Primavera" della glaciazione (Würm),

"Aurora":

"Tali sono le qualche parole che in principio è possibile dire della notte che l’aurora di Lascaux dissipa.Di questa aurora, non potevo dare il senso che parlando, dapprima, della notte che precede. Insisterei su questo elemento d’interdetto che, secondo l’apparenza, s’è deciso nel tempo della notte" da G.Bataille , op.cit.pag.30 (traduzione mia dal francese, anche per tutte le citazioni a seguire).

Ma cosa è questa "notte", di cui parla. :

"L’uomo si separò dall’animale nella misura in cui il pensiero umano gli fu dato dal lavoro. Il lavoro situa nell’avvenire, avanti, questo oggetto che non è ancora, che è fabbricato e in vista del quale, semplicemente, il lavoro si fa. Esistono, nello spirito (esprit) dell’uomo, due specie di oggetti, di cui gli uni sono presenti, e di cui gli altri sono da venire. L’oggetto passato completa subito questo aspetto già doppio e con ciò l’esistenza degli oggetti si profila da un capo all’altro nello spirito. Il linguaggio distinto è possibile, al di là del latrato del desiderio, a questo momento in cui, designando l’oggetto, esso si rapporta implicitamente alla maniera in cui è fatto, al lavoro che ne sopprime il primo stato e ne assicura l’impiego. Il linguaggio a partire da ciò lo situa durevolmente nella fuga del tempo…" Ibidem pag. 29.

Tra ciò che passa e ciò che dura nel tempo passa una piega che tiene uniti, come ( cfr. E. Husserl, in: "La coscienza interna del tempo") un pezzo reale di gessetto e l’immagine mentale di esso, che nella mia libertà, socchiudendo gli occhi, posso rendere discontinua.

Di tutti gli oggetti, il cranio spolpato è il più inquietante, con la sua testimonianza della vita che lo ha abitato:

"Ma la morte non ha ben potuto – e senza dubbio non ha dovuto- che apportare un elemento negativo.Questa sorta di incrinatura (felûre) immensa che non ha cessato di aprirci ad altre possibilità che l’azione efficace.." Ibidem, pag. 29.

continua.........