Capitolo 1
Addio
- Ti devo parlare, vieni con me -.
Lei lo seguì in silenzio.
-
Ho preso la mia decisione,
-
Lui era di spalle, si era ripromesso di
non guardarla negli occhi o non ci sarebbe riuscito.
Intanto lei lo osservava:
i capelli scuri, un po' lunghi, lasciati andare in modo selvaggio, le spalle ampie
e forti, le braccia scure di sole,dai muscoli ben torniti,le mani
Perché
stava stringendo i pugni con tanta forza?
-
non posso lasciare le cose
a metà
- fece lui ma si bloccò.
Le fredde mani di lei stringevano
la sua, si voltò con stupore.
Quegli occhi di ghiaccio fissavano i suoi
caldi occhi neri, come se cercassero una risposta ad una muta domanda.
Lui
cercava di controllare le sue emozioni ma non ci riusciva: sentiva il suo cuore
a mille e sentiva che se non avesse fatto qualcosa subito non sarebbe riuscito
a dirglielo, ma il suo corpo non reagiva, non riusciva a togliere la mano da quelle
di lei e quegli occhi erano come una calamita, non riusciva a staccarli.
Poi
lei lo lasciò e abbassò lo sguardo: che avesse trovato la risposta
che cercava?
Non poteva aver capito tutto senza che lui aprisse bocca!
-
Ti sto rendendo tutto più difficile, - fece lei - ma volevo che ti calmassi-.
Gli
morirono le parole in gola, non riuscì ribattere.
- Sai quando ti arrabbi
o sei nervoso, stringi i pugni a quel modo. Io volevo solo capire se eri arrabbiato,
ma a quanto pare è solo una brutta cosa quella che stai per dirmi - disse
lei con calma e serenità, poi sorrise.
Quel sorriso in circostanze diverse
avrebbe rischiarato la sua giornata ma ora
All'improvviso si fece scuro
in volto.
- Sto per partire e non ci rivedremo mai più -.
- Si lo
so! Non devi preoccuparti per me , non ti disturberò e non posso permettermi
di rivederti - sorrise.
- Cosa? - fece lui stupito.
- Non era quello che
stavi per dirmi? Io penso di si. I tuoi occhi sono tristi e non mentono: non mi
vuoi più vedere - sorrise di nuovo.
Silenzio.
Lui rimase senza parole:
l'amava con tutto se stesso e non volendolo ammettere non glielo aveva mai detto,
fra loro non c'erano state che parole, eppure lei lo aveva accettato subito e
senza diffidenza, lei lo aveva consolato e rassicurato, e ora aveva parlato per
lui.
La fissò senza parlare, poi si avvicinò e le accarezzò
il viso pallido: perché ora, che tutto era più semplice, stava così
male?
Non capì cosa fosse, ma sentì una forte fitta al petto
e quel sorriso lo stava facendo soffrire ancora di più.
- Mi odi? Io
non voglio farti soffrire, voglio solo rendere le cose più facili e il
non vederci mi era parsa la soluzione più logica, ma ora
- disse
lui.
- Perché dovrei odiarti? Perché sei stato sincero? - lo
guardò finalmente negli occhi.
Non capiva, lui credeva che lei gli volesse
un po' di bene, almeno come amica.
Spostò la mano da quel viso candido
e la lasciò cadere lungo il fianco.
- Perché
perché
mi fai questo? - fece lui - Se ti comporti così non capisco! -
Lei fece
finta di non sentirlo e gli si avvicinò, lo prese per il collo della maglia
e si portò il viso scuro di lui alla sua altezza, poi appoggiò la
sua fronte a quella di lui e chiuse gli occhi.
- Mi mancherai! Mi mancherà
la tua presenza, il tuo caratteraccio, il tuo viso e le tue parole, ma io ti voglio
bene e sarai sempre nel mio cuore -.
Riaprì gli occhi e sorrise.
-
Ricordami anche tu! -
Lei lasciò andare la maglia, ma lui rimase chino
a fissarla, poi si rialzò e la attrasse a sé in un abbraccio più
che fraterno.
- Avrai un posto speciale nel mio cuore, stanne certa! Sono sicuro
che prima o poi ci rincontreremo! -
- Dobbiamo rincontrarci! Non puoi lasciare
le cose a metà - rise lei.
CONTINUA...