Capitolo 4
Buon Natale!
- Ciao capo, ci vediamo domani! - fece la ragazza.
- Anche per
stasera è finita! - si stiracchiò.
All'improvviso sentì
un rumore alle spalle e si voltò.
Lui era lì che la fissava:
un piumino nero ed una sciarpa a righe.
- Ciao! Che ci fai qui? - fece lei.
-
Passavo! - disse lui - Cioè sono in vacanza per cui sono venuto a salutarti!
-
Lei lo guardò sbalordita, era davvero cambiato: prima non l'avrebbe
chiamata e tanto meno sarebbe andato a salutarla.
- Torni a casa? - chiese
lei cominciando a camminare.
- Si, è da un po' che non vedo la mia famiglia
perciò
- disse seguendola.
- Fai bene! Io parto tra qualche giorno
il tempo di finire la scuola. -
Il tempo non era bello e minacciava nevicate.
Dal
canto suo il ragazzo non amava affatto il freddo e la neve, ma lei sembrava essere
una creatura dei ghiacci.
Erano tanto diversi e non solo fisicamente: caldo
e freddo, neve e sole.
- Andiamo a prendere una cioccolata? - fece lei - In
fondo non è tanto tardi! -
- Ok, ma offro io! -
Lei non disse nulla
ma non avrebbe mai immaginato che avrebbe detto una cosa così.
- Tra
poco è Natale! - disse lui.
- Già! -
- Hai pensato hai regali?
-
- No! Io odio il Natale! - disse lei.
Lui non disse niente ma rimase sorpreso:
questo era uno degli aspetti freddi del suo carattere, anche se erano pochi.
-
Guarda! - fece lei indicando un locale. - E' carino, ci vengo con i miei amici!
- sorrise.
Dopo la risposta gelida di prima, era riuscita a passare a quel
sorriso caldo.
A volte non se lo spiegava ma riusciva a spiazzarlo.
Entrarono
e si sedettero ad un tavolino vicino alla vetrata ed ordinarono due cioccolate.
Fuori
faceva tanto freddo e lui non lo sopportava.
Si tolsero i cappotti.
Il locale
era carino: piccolo e accogliente.
- Come và la scuola? - domandò
lui.
- Come al solito, alti e bassi! - rispose lei - Tu invece? -
- Normale!
-
Nessuno dei due sapeva cosa dire perché vedersi era un caso eccezionale
e dopo l'ultima volta non si erano promessi niente.
Gli occhi di lei fissi
a guardare fuori, per un attimo sembrarono cercare qualcosa.
Lui la guardava
affascinato.
- Nevica - disse con molta calma lei.
- Preferisco il sole!
-
Lo aveva detto senza mai staccarle gli occhi di dosso.
Arrivò la
cameriera con le cioccolate.
- Lo sai, quando è inverno sembra quasi
che il mondo rallenti ed è bellissimo! - disse lei guardando la tazza.
-
Io preferisco l'estate! -
Erano proprio diversi e per questo andavano d'accordo.
-
D'estate la bellezza sta nella frenesia, - ribatte lei - ma per ogni stagione
c'è qualcosa di speciale e bello! -
Il maglione a collo alto a righe
orizzontali viola e azzurre le si addiceva proprio, i pantaloni in jeans blu scuri,
ampi, tipici della sua mentalità e un paio di scarpe simili a quelle da
calcio rosse, stonate con tutto il resto, ma per chi la conosceva quel colore
richiamava la sua voglia di vivere.
- Cosa farai a capodanno? - chiese lei.
-
Non so ancora. Tu? -
- In famiglia! Credo. -
Lui prese a sorseggiare la
sua cioccolata fumante.
Lei lo guardava estasiata: non erano uguali, non amavano
le stesse cose, erano di due paesi diversi, eppure
Doveva bastare? Per
che cosa?
Si volevano bene, ma fino a che punto?
Quegli occhi neri così
caldi e penetranti, erano la cosa più bella che avesse mai visto, sprigionavano
forza e coraggio di vivere.
Poi all'improvviso
- Cosa pensi di me?
- disse lei fissandolo.
Lui posò la tazza sorpreso.
Perché?
Cosa centrava?
- In che senso? - rispose lui.
- Cosa pensi di me come persona:
antipatica o simpatica, buona o cattiva, ecc. -
L'aveva spiazzato ancora.
-
Dunque fammi pensare
- e rimase a fissarla mentre lei era in agitazione.
-
sei simpatica, dolce, allegra, poi
- si fermò a pensare un
attimo.
- Ah! Ecco! Sei solare e spiritosa! -
Lei sospirò poi guardò
fuori.
- Tu sei la mia bussola, - fece lei - quando non so cosa fare penso
a te! -
Lui la guardò e vide la sua tristezza, poi fissò la sua
tazza.
- Se tu non mi volessi più vedere io
- fece lui.
Lei
si girò a guardarlo il volto, scuro e serio.
-
io penso che ne
morirei! - alzò lo sguardo in cerca di quello di lei.
Lei sorrise dolcemente.
-
Usciamo? - fece lei - Accompagnami a casa! -
Lui annuì e la seguì
in silenzio.
Non parlarono più per tutto il tragitto.
Lei sorrideva
e lui era contento di vederla felice.
Sotto casa della ragazza, lui si fermò
per salutarla.
Lei gli prese le mani stranamente erano calde.
- Vuoi salire?
I miei compagni sono già partiti! -
Lui la guardò, gli occhi
azzurri di lei sembravano un mare estivo: caldo.
Sentì un sentimento
caldo scivolargli nel cuore.
- Meglio di no! - rispose lui.
Lei gli sorrise
e dolcemente lo abbracciò.
- D'accordo, ma ora non parlare. Stringimi!
-
Nevicava ancora, ma a entrambi sembrò che il mondo si sciogliesse,
come il colore cola sulla tela, così la realtà si dissolveva.
Lei
alzò la testa e lo guardò.
I loro sguardi si incrociarono per
un istante che sembrò infinito.
Lei si alzò sulle punte dei piedi
e lo baciò sulle labbra poi corse via.
Davanti al portone si girò
e gli sorrise.
- Buon Natale! -
CONTINUA...