Cherry Blossom

PARTE PRIMA: ACHING HEARTS

SANAE

Quando uscì dagli spogliatoi vide che i ragazzi si erano fermati a discutere dei prossimi campionati Nazionali scolastici. che sarebbero cominciati da lì a poco. Tsubasa era con loro. Li guardò con una certa nostalgia: quello era un anno importante di cambiamenti per tutti, volenti o nolenti ognuno avrebbe dovuto prendere la proprio strada…Era la vita…Era il lato negativo del dover crescere quello di separarsi. Avevano conseguito il diploma tutti quanti e dopo quel Campionato Nazionale…nulla sarebbe stato più come prima:
- Ehi Sanae…- la voce di Ryo Ishizaki la riscosse distogliendola da quei pensieri che ormai la accompagnavano negli ultimi tempi.
La ragazza fece per avvicinarsi al gruppetto ma l'allenatore richiamò la sua attenzione:
- Sanae dovresti andare dal preside…- le disse mentre si allontanava richiamando i ragazzi perché si disponessero sul campo
- Mister dovrei parlarle…- lei si avvicinò
- Sì Sanae so già tutto, il preside me lo ha comunicato stamattina.Congratulazioni…- le indicò il gruppetto dei ragazzi che stavano ancora ridendo e scherzando con Tsubasa - Quando glielo dirai?
Sanae si morse il labbro:
- Credo che potrei farlo quando tornerò dall'ufficio del preside…Mi spiacerà non essere qui per le partite conclusive del Campionato Nazionale…Ci avrei tenuto tanto era l'ultimo…
Si diresse verso l'ufficio del preside con il cuore in gola.
Quando ne uscì Sanae si guardava intorno con aria un po' melanconica e stranita…e non riusciva a calmare i battiti del suo cuore…Quello che il sig Takamoto le aveva comunicato l'aveva a dir poco lasciata senza parole….
- Perché…mi sento così…
La voce di Tsubasa la riscosse:
- Ehi manager Nakazawa…-
- Oh Ozora kun…di cosa hai bisogno?…-
Tsubasa la osservò con attenzione c'era qualcosa di strano nel comportamento di Sanae di solito con lui era più attenta, gentile mentre in quei giorni era così distratta e svagata quasi come se avesse altri pensieri in testa:
- Volevo chiederti se potevi farmi un favore…
" Avrei bisogno di un favore"
" Se posso volentieri…"
Anche quella volta…I ricordi la sommersero voci, suoni, risate e quel batticuore…quel batticuore che tornava ma non era spiacevole, no, tutt'altro…
-…Manager…- la voce di Tsubasa le giungeva lontana come ovattata dal mondo dei ricordi in cui era sprofondata…Un anno fa …Primavera, i ciliegi in fiore…
- Dimmi Capitano…
- Cosa voleva il preside? Ti vedo pensierosa è successo qualcosa?-
Senza rispondere Sanae si incamminò verso il campo…avrebbe voluto dirglielo ma non ne aveva la forza, preferiva farlo con tutti gli altri stranamente si sarebbe sentita più forte…Tsubasa la seguì sempre più perplesso: da un po' di tempo Sanae era strana…
Quando li vide arrivare il mister chiamò i ragazzi attorno a sé e dopo aver scambiato uno sguardo d'intesa con Sanae si allontanò leggermente…La ragazza sospirò, era giunto il momento:
- Ecco ragazzi…io…- deglutì un paio di volte per cercare di sciogliere il nodo in gola - …Volevo dirvi una cosa…- si fermò, non sapeva come dirlo li guardò uno ad uno alcuni li conosceva da una vita, erano cresciuti assieme, avevano condiviso tutti quegli anni alla Nankatsu si fece coraggio - Io parto tra due settimane…. Ho vinto una borsa di studio… - Ryo e gli altri la guardavano stupiti ma Sanae evitava di guardare nella direzione di Tsubasa eppure poteva sentire il suo sguardo addosso come se la stesse trafiggendo - Vado a studiare all'estero.

Sospirò tirandosi indietro i capelli.
Anche quel giorno si era svolto come tutti gli altri giorni…Finì di sistemare gli asciugamani puliti per l'indomani. Mise a posto i palloni e si preparò a tornare a casa. Come sempre era rimasta da sola. Era sempre stato così da che era diventata la manager della Nankatsu: era la prima ad arrivare e l'ultima ad andare via da tanti anni ormai, i primi tempi lo faceva per Tsubasa pensava ingenuamente che forse vedendola così coinvolta nel suo sogno, così partecipe e attiva, forse avrebbe fatto breccia nel suo cuore…poi era diventato un impegno e lo svolgeva con l'attenzione e la metodicità che facevano parte del suo carattere…Anche quel giorno…No quello non era un giorno come tutti gli altri, si disse Sanae passandosi di nuovo la mano tra i capelli. Lei sarebbe partita sabato…Da lì a due settimane…Aveva vinto una borsa di studio di quattro anni in una prestigiosa Università… Dopo la comunicazione del preside e il primo senso di stupore e di paura, con il passare dei giorni un nuovo sentimento si era fatto strada in lei. Un senso di orgoglio misto all'aspettativa per quello che l'aspettava…Un sogno tutto suo…Non più Sanae all'ombra di Tsubasa " Boru wa Tomodachi" Ozora…
Quando il preside le aveva comunicato, un mese prima, che aveva vinto la selezione proprio per quell'Università, il suo primo pensiero non era stato rivolto a Tsubasa…Ormai si era rassegnata ad averlo perso…sorrise no non era esatto in realtà non lo avrebbe mai perso perché in fondo non lo aveva mai avuto. Lui aveva sempre e solo pensato al pallone e al suo sogno di andare i Brasile…Sorrise e questa volta il suo sorriso fu meno amaro di quando di solito pensava alla sua situazione con Tsubasa…Lui quell'anno era tornato per qualche tempo dal Brasile avendo deciso di fermarsi per prendere il diploma e giocare l'ultimo campionato Nazionale…ma le cose tra loro erano cambiate… O meglio per Sanae le cose erano cambiate da quando lui era partito da Parigi direttamente per il Brasile per seguire il suo mentore Roberto Hongou…per inseguire il suo sogno senza neppure voltarsi indietro…No, non era esatto, si disse Sanae…Tutto era cambiato dall'estate scorsa…sotto i ciliegi in fiore…Di nuovo quel batticuore…Si fermò ad ascoltarlo posandosi una mano sul petto, e sorrise, non era poi così brutta come sensazione. E la cosa strana era che non si era resa di conto di come tutto era cominciato…
Sanae uscì dallo spogliatoio sentendosi sfinita. Anche se era tardi decise di tornare a casa per la strada più lunga…Voleva vedere di nuovo il Viale dei Ciliegi…
Camminare per quel Viale era come rivivere i ricordi non come semplici immagini, ma come un film che si proiettava nella sua mente davanti a lei, come se tutto si stesse ripetendo un'altra volta. Quante volte era passata di lì in quel periodo rivivendo ogni gesto, ogni parola, ogni attimo, ogni sentimento di quei momenti, dell'estate di un anno prima.
I ciliegi non erano più in fiore come allora: la primavera era passata e anche l'estate, tra un po' sarebbe arrivato l'autunno ma lei si ritrovò persa nei suoi pensieri e fu come se fosse per magia riportata a quel giorno:
"Perché mi sento così?Mi sento confusa…ma anche eccitata…Già forse perché da quando so che dovrò andare ad Amburgo non faccio altro che pensare al fatto che lo rivedrò…Rivedere Wakabayashi - kun…Oddio se penso che il preside ha detto che chiederà a Tatsuo Mikami se possono ospitarmi…Eppure si tratta di Genzo Wakabayashi, l'amico che conosco da anni…Bhè non proprio amico…Non siamo mai stati in sintonia noi due non facevamo altro cha litigare quando eravamo piccoli…A dire la verità non avevamo scambiato più di due o tre parole prima della scorsa primavera…Come è strana la vita…E se non fosse stato per lui neppure ci avrei pensato a quest'idea di studiare all'estero…Ecco di nuovo quel batticuore come tutte le volte che mi ritrovo a pensare a lui…Forse il problema è che stavamo per baciarci quel giorno? Mi sono forse innamorata di lui? Oddio è un pensiero un po' assurdo forse…ma allora perché, perché ci sono rimasta male quando lui si è tirato indietro?"
Ricordava l'anno scorso…l'estate in cui tutto era cambiato per lei…Chissà se anche per Genzo…
"Solo amici…Siamo solo amici…" Questo aveva detto a Tatsuo Mikami. Quindi perché farsi stupide illusioni…Eppure nonostante tutto non poteva fare a meno di pensare a lui, ai suoi occhi, al suo sorriso e a quanto aveva fatto per lei, incoraggiandola a seguire i suoi sogni…Quando il preside le aveva comunicato che era stata accettata per la borsa di studio ad Amburgo la prima cosa che aveva fatto, prima ancora di dirlo alla sua famiglia, era stata scrivere a Genzo per comunicarglielo…Era rimasta delusa dal fatto che lui non le avesse risposto era passato un mese e lui non le aveva ancora scritto neppure una riga, per dirle che era contento…Ma sarà contento poi? In fondo lei gli piombava lì tra capo e collo e poi il preside aveva avuto questa brillante idea di chiedere anche se potevano ospitarla…Chissà i ragazzi quante chiacchiere avrebbero fatto su questa storia quando sarebbero venuta a saperla, perché di certo anche se lei non avrebbe detto nulla la notizia l'indomani sarebbe trapelata e lei si aspettava già battutine e commenti vari ma ormai c'era abituata, con tutti gli anni in cui l'avevano presa in giro per Tsubasa, ora la differenza stava solo nel soggetto vittima con lei di queste sciocchezze infantili…Già avevano lasciato correre la fantasia, dopo che li avevano incontrati assieme quel pomeriggio lontano di un anno prima…Dopo che Genzo era partito, poi, poche settimane dopo li aveva più volte colti ad osservarla con attenzione sicuramente per capire da un suo gesto o da una sua espressione un indizio che confermasse i loro sospetti e poi ci si era messa anche Yukari a farle delle domande, ma lei non aveva detto loro nulla su Genzo, cosa c'era poi da dire? Nulla…non era successo nulla…a parte quel pomeriggio…sotto i ciliegi, ma questo a maggior ragione era qualcosa che non avrebbe mai detto loro neppure a Yukari che pure era la sua migliore amica. Quello era qualcosa che era solo suo, un istante incompleto, un briciolo di sensazioni indefinite, un frammento di ricordo, qualcosa di impalpabile…Non aveva neppure accennato al fatto delle borse di studio…un po' per scaramanzia e un po' perché, non voleva in caso non ci fosse riuscita, dover affrontare i loro sguardi dispiaciuti, gli stessi che avevano quando si trattava di Tsubasa…
Tsubasa…Certo che era un bel tipo…Non le aveva detto nulla oggi per commentare la notizia…Gli altri avevano ampiamente commentato questo fatto, Ishizaki non le aveva risparmiato battute e prese in giro, ma lui nulla. Si era limitato a fissarla, aveva sentito il suo sguardo addosso mentre gli altri le si facevano attorno per congratularsi. Sembrava che non gli importasse…Oppure che ci fosse rimasto male? Forse si aspettava che lei glielo dicesse da soli, faccia a faccia…ma in fondo Sanae, si disse che tutto questo non aveva senso…lui non le aveva comunicato da Parigi che partiva per il Brasile…E poi tra loro non c'era quel tipo di rapporto per cui dovevano dirsi tutto…A dire la verità lei non ricordava una sola volta in cui avevano parlato di qualcosa che non fosse il calcio…O meglio era lui che parlava, parlava e parlava e lei sempre lì ad ascoltare: tattiche di gioco, schemi, strategie, i prossimi avversari, le prossime partite…In fondo le piaceva ascoltarlo era pieno di entusiasmo e di passione per ciò che lo coinvolgeva e lo interessava, e ciò era raro oggigiorno. A volte si era domandata se qualche volta pensasse a lei laggiù in Brasile, se si chiedesse cosa stesse facendo, se non stesse per caso studiando troppo, a come passava le sue giornate…o si era mai fermato a considerare anche solo la sua semplice esistenza?…Sorrise dicendosi che, no, non era possibile…Tsubasa non vedeva altro che una sfera bianca e nera che rotolava su un rettangolo verde…C'era stato un tempo in cui ripensare a tutto questo l'avrebbe fatta star male, avrebbe pianto lacrime silenziose mordendo il cuscino di notte come aveva fatto tante volte da sola in tutti questi anni, domandandosi se ne sarebbe mai uscita in un modo o nell'altro. Gli venne in mente Yayoi…quanto l'aveva invidiata: lei era felice con Jun Misugi nonostante le difficoltà della malattia di lui…Lei ci era riuscita a conquistarlo…e così Yoshiko, con Hikaru Matsuyama…addirittura loro avevano superato la lontananza… visto che lei era dovuta partire per gli Stati Uniti…
Bhè si disse Sanae evidentemente c'era una certa percentuale di casi in cui qualcuno ci riusciva e un'altra in cui no: si chiamava calcolo delle probabilità…E lei in questo caso era nella parte sbagliata…Sorrise di quel pensiero un po' sciocco e si affrettò verso casa, per non sentire i rimproveri del padre perché era arrivata in ritardo per la cena. Appena entrata in casa diede un'occhiata al mobiletto dove sua madre posava la posta, sperando ancora in una risposta di Genzo…nulla…Una fitta di delusione le trafisse il cuore…
"Amici…Solo amici…va bene però poteva almeno rispondere…"


GENZO

Stava correndo letteralmente da ore... Era uscito di casa alle 4... per scaricare i nervi, o almeno ci sperava, di solito correre riusciva a cancellargli l'ansia che aveva addosso, ma un'ansia così non l'aveva neppure prima di una partita importante, non così forte, almeno... La cosa peggiore, è che non riusciva a capire per quale motivo fosse tanto agitato…
"Ce ne sarebbero tante di ragioni da quale cominciamo?" gli mormorò una vocina ironica nelle sua testa.
Ripensò alla sua conversazione con Tastuo quella sera a cena:
- Sai Genzo mi ha chiamato il preside della Nankatsu…
- Cosa voleva? - lo aveva guardato sorpreso - Forse vuole che faccia come Tsubasa e vada a giocare per l'ultimo campionato? Gli avrai detto spero che…
- Non voleva quello…- aveva esitato un istante per ottenere la piena attenzione del ragazzo seduto davanti a lui - Sanae Nakazawa ha vinto la borsa di studio per l'Università di Amburgo e mi ha chiesto se fossimo disposti ad ospitarla…Ha pensato che visto che vi conoscete per Sanae potrebbe essere un modo per ambientarsi e per rassicurare la famiglia…
Genzo aveva cercato di mantenere il controllo se non altro del viso per non mostrare a Tatsuo quanto quella notizia lo avesse sconvolto:
- E così ce l' ha fatta…- aveva mormorato
- Pensavo lo sapessi già …- aveva osservato Tatsuo
- Non lo sapevo…
- Forse se avessi aperto quella lettera che è sulla tua scrivania da ben una settimana lo sapresti…-
Genzo aveva sussultato arrossendo…Beccato!Si era detto abbassandosi la visiera del cappellino:
- Tu cosa gli hai risposto? - aveva chiesto cercando di dare un tono casuale alla sua voce.
- Che per me poteva andare ma che ne avrei parlato con te…Visto che la casa è tua…
- Per me va bene…Sarà strano avere una ragazza per casa…- aveva osservato cercando di evitare lo sguardo indagatore di Tatsuo
- Sono un po' preoccupato…non vorrei che ti distraessi…- aveva cominciato
Genzo aveva adottato la tattica del silenzio ma Tatsuo Mikami non si era fatto certo scoraggiare:
- …Vorrei che tu prendessi in considerazione alcune cose…
- Non so a cosa ti riferisci…
- Genzo non stiamo a prenderci in giro…Ti conosco…La storia che mi hai propinato l'anno scorso sul " siamo solo amici Tatsuo" poteva andare bene visto che saremmo ritornati in Germania…Ma ora parliamoci chiaro…A te Sanae Nakazawa piaceva e molto anche…Non ti saresti comportato così se no. Di solito tu neppure le guardi le ragazzine che ti ronzano intorno…
- Sanae non è una di quelle oche che neppure sanno di che forma è fatto un pallone da calcio…- aveva sbottato lui con troppa enfasi e solo quando aveva visto il sorriso apparire fuggevole sul viso del suo preparatore atletico e tutore aveva capito di esserci caduto come un povero allocco…
- Lo so Genzo, conosco anche io Nakazawa…Quello che volevo dire è che non vorrei vederti mandare all'aria la carriera che ti si prospetta davanti per una ragazza con tutte le qualità di questo mondo - si era affrettato ad aggiungere vedendo che lui stava per ribattere - ma che però è notoriamente innamorata di un altro…
- Lo so, e secondo te perché alla fine sono voluto partire prima? - si era arreso Genzo sentendo un lama fredda penetrargli nel cuore quando Tatsuo aveva citato i sentimenti di Sanae per Tsubasa - ma non preoccuparti non butto al vento la mia carriera per lei, so benissimo che l'opportunità che mi ha dato il Presidente dell'Amburgo è importante… E poi - aveva aggiunto uscendo dalla sala da pranzo - Io non sono innamorato di lei…

Genzo si fermò come colpito da un'illuminazione:era la verità?Se sì, allora perché aveva così paura di rivedere Sanae? E perché dovrebbe dargli da pensare tanto da non dormirci la notte, e iniziare a correre alle 4 di mattina? Per non parlare del fatto che aveva buttato giù dal letto il suo capitano per chiedergli di fare due tiri all'alba al campo dell'Amburgo…Perché doveva sempre ritrovarsi a pensare sempre a lei dopo che era ritornato in Germania non gli era più uscita di mente…dopo quell'estate…
- Sanae… - mormorò
Era un anno che non la vedeva. Era un anno che non tornava in Giappone, apposta per non vederla
Respirò l'aria dell'alba a pieni polmoni…Ricordava tutto di quel periodo…Ogni gesto, ogni sorriso, ogni parola di Sanae. Rivedeva ogni cosa, mille flash…immagini oramai permanentemente fissate nella sua memoria…La sua risata cristallina… Il suo profumo particolare...il profumo di gelsomino di quel giorno…quel giorno lontano lungo il Viale dei ciliegi…con i ciliegi in fiore…Quando…
Genzo Wakabayashi sorrise a quel ricordo…in quel periodo erano stati molto tempo insieme…nulla di strano. L'allenatore gliel' aveva assegnata come assistente per i suoi allenamenti speciali visto che si era rotto il dito, avevano cominciato a parlare così per caso e lei si era un po' sfogata. Poi era quasi diventata un'abitudine aspettarla per accompagnarla a casa quando aveva scoperto che era sempre l'ultima ad andare via dal campo, se poteva la aiutava quando doveva portare dei pesi e parlavano, parlavano scoprendo con stupore di entrambi di avere più cose in comune di quanto pensassero…Com'era successo quel pomeriggio?Non lo ricordava davvero…forse a Sanae era finito qualcosa nell'occhio o forse era inciampata alzandosi, o forse si erano solo trovati troppo vicini…Sapeva solo che a un certo punto il viso di Sanae era vicinissimo al suo sentiva il suo respiro sul viso, mischiato al suo profumo… Sembrava profumare di gelsomini…Se solo si fosse chinato un pò…Sanae lo aveva guardato negli occhi pareva essere in attesa non si stava tirando indietro…aspettava fiduciosa e lui non sapeva cosa fare…si era perso nei suoi occhi all'infinito erano così belli…Fino a che le risate di un bambino lo avevano distratto…Si era voltato e la magia era come svanita…negli occhi di Sanae gli era parso di scorgere un fuggevole lampo di delusione, possibile? No non era possibile lei era innamorata di Tsubasa questa era la realtà come gli aveva ricordato Tatsuo quella sera a cena…E lui come uno sciocco si era innamorato di lei…Si fermò di scatto a quel pensiero…E d'un tratto la realtà della cosa era lì davanti a lui gli era piombata davanti così…a dire la verità non ne era poi tanto stupito, in fondo quella verità gli girava in testa già da un po', ma lui non voleva ascoltarla, prenderne coscienza…Aveva cercato di negarlo a sé stesso per tutta il tempo che era rimasto in Giappone e anche quando era tornato alla sua quotidianità fatta di allenamenti e le partite in prima squadra con l'Amburgo. Ora però…ora che lei sarebbe venuta a stare da lui cosa avrebbe fatto? Stava cominciando a piovere mentre entrava nel complesso che ospitava il campo di allenamento dell'Amburgo si tolse il cappellino e sollevò il viso per ricevere quella pioggerellina fine che cadeva quasi avesse la vana speranza che potesse lavar via i suoi tormenti…Sanae sarebbe arrivata la prossima settimana…Alla fine l'aveva aperta la lettera e l'aveva letta tutta di un fiato…Lei gli comunicava che aveva vinto la borsa di studio per l'Università di Amburgo e lo ringraziava per averla convinta a dare quella svolta alla sua vita…gli pareva quasi di vederla davanti a sé attraverso le righe degli ideogrammi tracciati con la calligrafia sottile di Sanae…Non le aveva risposto…chissà magari c'era rimasta male, ma lui aveva avuto paura ad aprire quella lettera…Lui il SGGK che in campo conservava un sangue freddo da fare invidia al più veterano dei portieri aveva avuto paura di leggere una lettera, e l'aveva tenuta sulla sua scrivania, in vista, guardandola ogni tanto come contenesse chissà quale pericolo, per quasi un mese…
- Dannazione Wakabayashi…- la voce di Schneider lo fece sussultare - Deve essere grossa stavolta se mi butti giù dal letto alle 6 del mattino per dirmi che ti vuoi allenare a parare i miei tiri e per di più sotto l'acqua…
- Non riuscivo a dormire…- bofonchiò Genzo sistemandosi il cappellino sugli occhi ed evitando di guardare Schneider in faccia.
Andò a sistemarsi tra i pali della porta cercando di concentrarsi …Non era abituato a mostrare agli altri quello che provava…Anche se giocava da anni nell'Amburgo non aveva legato molto con i suoi compagni di squadra. I primi tempi non erano stati facili inserirsi in un ambiente sconosciuto, una lingua nuova, compagni che lo guardavano di traverso per via della sua provenienza…e poi il suo carattere aveva fatto il resto, e piano, piano si era trovato da solo…Di nuovo quella parola…Ricordava quando aveva preso coscienza di quella condizione era stata la sera che aveva scoperto di sentire la mancanza di Sanae…ma quando era tornato ad Amburgo aveva continuato a vivere allo stesso modo…La mancanza di Sanae…Certo l'aveva sentita in quell'anno e forse più di quanto lui stesso volesse ammettere ma di certo non ne aveva parlato con nessuno. Raccontare i fatti suoi agli altri, non gli piaceva per niente. Si sentiva un lupo, un solitario. Cresciuto circondato da nessun amico e da gente che badava a lui, senza la vicinanza dei genitori, aveva sempre fatto a meno della confidenza e degli altri…Certo Tatsuo Mikami era la persona che più si avvicinava alla sua famiglia ma non sarebbe mai riuscito a confidarsi con lui sui suoi sentimenti per Sanae e, comunque, dal tono del discorso che gli aveva fatto quella mattina c'era da immaginare che sicuramente avesse capito qualcosa. Dopotutto si occupava di lui da anni e lo conosceva bene…Aveva sempre avuto come una barriera intorno a sé. Nessuno era mai riuscito a capirlo, a intuire i suoi pensieri, i suoi sentimenti. Si lasciò scappare un sorriso…No qualcuno lo aveva capito…Agli altri era sempre apparso un ragazzo viziato, prepotente, atteggiato, arrogante. Molto sicuro di sé anche troppo, forse, ma con Sanae non era stato così aveva riso e scherzato come non aveva mai fatto. Gli sembrava di conoscerla da sempre e che lei riuscisse a tirare fuori una parte di sé che non credeva neppure di avere come aveva detto quella volta?
"Ti nascondi dietro quell'immagine come celi le emozioni sotto la visiera del cappello"
E aveva sorriso…Gli sorrideva in un modo…come non aveva mai fatto nessuna. Il sorriso di Sanae non era quello di una che gli sorrideva solo per educazione…Di solito le ragazzine lo guardavano con ammirazione, certo ma lui si era sempre considerato al di sopra di quelle cose. No, nel senso che non stava al loro livello. Anche perché non frequentava tanto le ragazze, qualche volta i suoi compagni di squadra lo invitavano a bere qualcosa in qualche birreria e lui ci andava più per non guastare lo spirito di squadra che per vera convinzione, ma poi finiva che se ne stava in disparte seduto al tavolino ad osservarli mentre giocavano a freccette o corteggiavano le giovani clienti…Amici? Ma lo erano? Tsubasa, Taro, Ishizaki i suoi vecchi compagni della Shutetsu, Mikami…Ma come lo consideravano loro…solo come il portiere paratutto?Il SUPER GREAT GOAL KEEPER…Strano come in fondo gli importasse poco di cosa pensassero gli altri di lui….Ma LEI…Cosa pensava di Genzo Wakabayashi…E soprattutto cosa proverà?
"Io credo che sarebbe molto facile amarti…Una volta imparato a guardare oltre le apparenze " aveva detto un giorno coprendosi subito la bocca con una mano come avesse detto qualcosa di sbagliato…
"Come posso amarla sapendo quello che lei prova per Tsubasa…E' diventata una cosa talmente seria per me? Era questo che mi spaventava tanto…Già…Genzo non sei stato sincero nemmeno con te stesso, fino a questo momento…"
- Scheiße1! Sono un idiota. - disse a voce alta senza rendersene conto.
- Certo Wakabayashi…mi pare anche a me visto che sono dieci minuti che te ne stai fermo davanti a quella porta…dandomi le spalle…cos'è una nuova tattica per parare il Fire Shot? - la voce di Schneider lo richiamò alla realtà.
Si volse trovandoselo davanti mentre lo guardava con attenzione. I suoi occhi azzurri freddi come il ghiaccio parevano penetrarlo da parte a parte…ma Genzo non era il tipo da lasciarsi intimorire né tanto meno da abbassare per primo lo sguardo in questi frangenti.
- Allora che ti succede Wakabayashi…
- Non capisco a cosa ti riferisci…- si abbassò ancora di più la visiera sugli occhi
- Mi butti giù dal letto alle 5:30 del mattino chiedendomi di venire qui al campo per fare una sessione straordinaria di rigori…E poi ti trovo qui che pensi a tutt'altro fuorché al pallone…
Genzo rimase in silenzio non sapendo cosa rispondere ma Schneider pareva non aspettarsi una risposta e continuò:
- A me non interessa nulla dei tuoi problemi personali d'altronde sei tu il primo ad aver sempre messo in chiaro con il tuo comportamento " statemi lontano, tanto a me non piace nessuno"…che non vuoi approfondire i rapporti interpersonali…
Genzo sussultò quella frase…Le stesse parole di quel discorso:
"Molti dei tuoi atteggiamenti sono maschere che indossi per proteggerti dalla paura di soffrire…Non vuoi affezionarti agli altri e per questo li tieni lontani da te con battutine e osservazioni sarcastiche…Ti trinceri dietro l'immagine del "statemi lontani tanto a me non piace nessuno" ma in realtà hai bisogno dell'affetto e dell'appoggio degli altri più di quanto tu stesso voglia ammettere…"
Improvvisamente si ritrovò catapultato in quell'assolato pomeriggio estivo…Poteva sentire ancora il frinire delle cicale…i profumi e i battiti dei loro cuori…e il profumo della pelle di lei…gelsomini.
- Sanae…- si ritrovò a mormorare dimentico di Schneider che aveva smesso di parlare e lo osservava con attenzione visto che si era accorto che l'altro era perso in altri pensieri…
- Ah! Ma allora si tratta di una donna…Bhè Wakabayashi allora sei umano dopotutto…-
Genzo Wakabayashi sussultò arrossendo prepotentemente non si era accorto di aver parlato a voce alta…Schneider lo guardava sorridendo ma quella non era l'occasione per affondare ulteriormente il coltello, ci sarebbe stato tempo:
- Allora non volevi allenarti a parare i miei tiri?
Anche a lui dopo tutto quell'allenamento fuori programma faceva piacere in vista dei prossimi impegni di Champions Leagues…


TSUBASA

Tsubasa correva lungo il canale con la palla al piede come faceva tutte le mattine….Non sapeva perché ma quella mattina si sentiva un po' triste e poi aveva dormito male, continuando a pensare alla notizia data il giorno prima da Sanae prima degli allenamenti. I pensieri gli si affollavano in testa confusi e arruffati, un groviglio inestricabile
"Sanae se ne va…Non può lasciarmi così…No, non volevo dire questo…Volevo…Non capisco più niente…Non riesco a pensare…Ho solo una grande confusione in testa…forse posso convincerla a restare! In effetti, dopo tutti questi anni che stiamo insieme…Si è sempre presa cura di noi… di me quando mi sono infortunato…mi ha sempre sostenuto durante questi anni…E ora…Perché non me lo ha detto? Bhè però io non ci ho pensato due volte quando da Parigi sono andato in Brasile con Roberto…Sanae…Non sono stato capace di dirle niente ieri pomeriggio. Ma poi che avrei potuto dirle? A dire la verità non è che sia poi così facile parlare con lei c'è sempre qualcuno attorno a fare sempre " quelle" battute quando siamo insieme e ultimamente lei è molto sfuggente…Avrà pensato che non mi importi se se ne va così…E invece mi importa non voglio che Sanae parta, non voglio che non ci sia quando giocherò la finale con Koijiro per l'ultima volta…Che senso avrebbe se non ci fosse?Però sarebbe ingiusto chiederle di rinunciare a questa opportunità…Amburgo…Va ad Amburgo da Genzo…Perché questo pensiero mi è insopportabile? Sanae e Genzo…"
Gli tornarono alla mente le parole di Ishizaki il pomeriggio precedente mentre tornavano a casa tutti insieme commentando la novità:
- Allora, avevamo visto, giusto erano diventati molto uniti prima che lui partisse…Passavano molto tempo insieme…Sanae lo accompagnava alle visite per l'infortunio e si occupava dei suoi allenamenti…Correvano insieme nel parco…E anche quando li abbiamo incontrati quella volta al bar non hanno negato né ammesso nulla, anzi se ne sono andati via abbracciati…Poi lui è partito per la Germania prima del previsto. E non è più tornato. E' un anno che non si fa vedere…E Sanae sembrava così triste…più di quando Tsubasa non era tornato con noi dal torneo di Parigi…Ricordate?
- E' vero - aveva confermato Yukari - Anche io l'avevo notato, ma quando le facevo domande dirette, non mi rispondeva…Non mi aveva neppure detto di aver fatto domanda per una borsa di studio all'estero.
- Io ho sentito che andrà a stare da Genzo…- aveva detto a un certo punto Kumi lasciando tutti senza parole poi dopo il primo momento di sconcerto avevano ripreso a commentare anche questa novità, ma lui non li aveva più ascoltati.
Tsubasa si ritrovò ancora a chiedersi il perché di quella stretta al cuore…Perché doveva dargli così…fastidio pensare al rapporto che poteva esserci tra Sanae e Genzo? Certo Sanae era la Manager della Nankatsu, ma si era sempre occupata di lui con particolare sollecitudine e quando giocava in Brasile aveva sentito molto la mancanza di quella sua presenza attenta e premurosa…e quando lui era ritornato, qualche volta, lei era stata sempre gentile con lui… però gli era parsa così distante come se volesse tenerlo a distanza…E ora il pensiero che lei non ci sarebbe stata tutte le volte che lui fosse tornato gli risultava insopportabile…Non si era mai interrogato sui suoi sentimenti per Sanae…Non aveva tempo per queste cose…e poi Sanae era Sanae…Insomma lei…Forse aveva sempre dato per scontata la sua presenza al suo fianco… Il fatto era che lei…c'era sempre sin dall'inizio, accanto a lui ascoltandolo quando esprimeva i suoi sogni, incitandolo durante le partite del campionato, prendendosi cura di lui quando si era infortunato…Gli tornò alla mente l'ultimo campionato che aveva giocato con la Nankatsu prima del torneo di Parigi e della sua partenza per il Brasile…Un pomeriggio di ritorno dalla visita dal dottore per gli infortuni alla spalla e alla caviglia subiti nella partita contro il Meiwa, mentre camminavano nel Parco lei era di fianco a lui che ascoltava in silenzio a capo chino le sue previsioni sulle prossime squadre da battere: era piacevole averla accanto senza l'imbarazzo creato dalle battute di Ishizaki o degli altri compagni di squadra. Sanae sapeva capirlo così bene, come quella volta sotto l'albero della scuola quando lei gli aveva offerto i panini e avevano chiacchierato senza interruzioni, fino a quando lui non aveva detto qualcosa di sbagliato e lei si era allontanata un po' arrabbiata…e triste…sì triste…Con lei capitava sempre così finiva sempre per dire qualcosa che la rattristava o a fare qualcosa di sbagliato…anche quel giorno al Parco si era improvvisamente ricordato della partita della Furano e l'aveva lasciata indietro per correre allo stadio…Cosa sarebbe successo se lui non fosse corso via e per una volta avesse dimenticato il pallone…E poi durante la finale contro il Toho, quella finale che non pareva finire mai, quando aveva giocato con la forza della disperazione fino a sfinirsi per realizzare il suo sogno della terza vittoria consecutiva e di raggiungere Roberto in Brasile. Quella volta Sanae aveva supplicato piangendo il Mister e il Dottore di non sostituirlo di lasciarlo giocare, anche per i supplementari.
" Non toglietegli il calcio, vi prego! E' la cosa più importante della sua vita"
Gli aveva dato molto in tutti questi anni standogli vicino: gesti, sorrisi, attenzioni, sguardi e ora il pensiero di poterli più ricevere lo lasciava smarrito…
" Il vero valore di Sanae"
Così aveva detto Genzo quella volta quando Ishizaki gli aveva chiesto se Sanae fosse una schiavista. In Brasile gli era capitato più volte di aspettarsi che fosse lei a passargli l'asciugamano nella pausa degli allenamenti…oppure sentire la sua voce che lo incitava dalle tribune durante una partita…ma in realtà lei non era lì e molto spesso il sapore di una vittoria aveva lasciato quel certo senso di vuoto dopo l'entusiasmo o l'euforia…
Sussultò quando la vide ferma in quel punto…era lo stesso punto in cui si erano incontrati la prima volta tanti anni prima quando lui aveva inavvertitamente fatto cadere Manabu nel fiume, dopo aver sfidato Genzo lanciandogli il pallone dalla collina di fronte alla sua villa. Fermò il pallone con un piede, lo raccolse e le si avvicinò camminando. Non lo sentì arrivare pareva persa in chissà quali pensieri:
- Manager Nakazawa…
Sussultò non si aspettava di trovarselo di fronte così, loro due da soli…Il giorno prima aveva evitato di rimanere sola con lui, sentiva che lui voleva chiederle qualcosa ma lei non sapeva cosa, né sapeva che risposte poteva dargli, né tanto meno quali si aspettasse lui:
- Oh Capitano buongiorno…Ti mantieni in allenamento?-
- Certo…ma perché continui a chiamarmi Capitano? Ormai non lo sono più…
Si strinse nelle spalle:
- Abitudine credo…- gli sorrise dolcemente - E poi quest'anno lo sei di nuovo no? L'ultimo Campionato Nazionale…mi spiacerà non esserci…ma tu promettimi di vincere come sempre…
"Perché ora che so che non sarai sugli spalti a tifare per me non ha più molta importanza?"
- Complimenti per la borsa di studio…- buttò invece fuori lui tutto di un fiato.
- Grazie, è stata una sorpresa…non mi aspettavo di vincere proprio quella di Amburgo, lì i criteri di selezione erano molto più duri. Avevo fatto domanda alla fine della scorsa estate su consiglio di Wakabayashi - kun…
- Ah…Genzo ti aveva convinta? -
- Non proprio, mi aveva solo consigliato di capire cosa volevo fare della mia vita…Quali fossero le mie priorità ,le mie aspirazioni, i miei sogni…E così ho fatto. -
Tsubasa rimase in silenzio chissà perché in tutti quegli anni non si era mai posto il problema di quali fossero i sogni o le aspirazioni di Sanae…aveva dato per scontato che lei condividesse il SUO sogno…che sciocco che era stato…Genzo invece…cosa c'era tra loro? Per averle dato un consiglio del genere voleva dire che avevano parlato a lungo, che lei si era confidata…Il valore di Nakazawa forse Genzo lo aveva capito…E lui?
- Andrai a stare da Genzo…
Sanae sussultò e arrossì allora lo avevano saputo:
- Sì…il preside ha pensato che così per i primi tempi sarà più facile ambientarmi stando da persone amiche…Il sig Mikami è stato tanto gentile da accettare…
- Perché proprio Amburgo? - la sua voce aveva un tono che lei non gli aveva mai sentito
- Veramente è stato un caso…
- Fortunato direi…
- Già…- mormorò lei senza pensarci - un fortunato scherzo del destino…
- Allora vai per Genzo…E' così vero?
Lui la fronteggiava guardandola fissa e lei non sapeva cosa dire…Poi Tsubasa incapace di aspettare lasciò cadere per terra il pallone, gli diede un calcio e corse via…
- Tsubasa io…credo di essermi innamorata di Genzo…- mormorò Sanae guardandolo correre via
come per sfuggire a chissà cosa… Ma lui non poteva più sentirla e forse era meglio così si disse Sanae mentre lo guardava correre via dando calci al pallone quasi con disperazione…
Tsubasa correva a testa bassa, sentiva il cuore martellargli in gola pesante come un macigno.
Non capiva…non capiva perché ma quella cosa lo faceva soffrire più di quando Roberto era partito lasciandolo lì la prima volta…Era un dolore sordo che gli lacerava il cuore: Sanae…Sanae…perché, perché…
"Addio…"

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Note: 1Merda! in Tedesco

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