SANAE
Quando uscì dagli spogliatoi vide che i ragazzi
si erano fermati a discutere dei prossimi campionati Nazionali scolastici.
che sarebbero cominciati da lì a poco. Tsubasa era con loro.
Li guardò con una certa nostalgia: quello era un anno importante
di cambiamenti per tutti, volenti o nolenti ognuno avrebbe dovuto
prendere la proprio strada
Era la vita
Era il lato negativo
del dover crescere quello di separarsi. Avevano conseguito il diploma
tutti quanti e dopo quel Campionato Nazionale
nulla sarebbe stato
più come prima:
- Ehi Sanae
- la voce di Ryo Ishizaki la riscosse distogliendola
da quei pensieri che ormai la accompagnavano negli ultimi tempi.
La ragazza fece per avvicinarsi al gruppetto ma l'allenatore richiamò
la sua attenzione:
- Sanae dovresti andare dal preside
- le disse mentre si allontanava
richiamando i ragazzi perché si disponessero sul campo
- Mister dovrei parlarle
- lei si avvicinò
- Sì Sanae so già tutto, il preside me lo ha comunicato
stamattina.Congratulazioni
- le indicò il gruppetto dei
ragazzi che stavano ancora ridendo e scherzando con Tsubasa - Quando
glielo dirai?
Sanae si morse il labbro:
- Credo che potrei farlo quando tornerò dall'ufficio del preside
Mi
spiacerà non essere qui per le partite conclusive del Campionato
Nazionale
Ci avrei tenuto tanto era l'ultimo
Si diresse verso l'ufficio del preside con il cuore in gola.
Quando ne uscì Sanae si guardava intorno con aria un po' melanconica
e stranita
e non riusciva a calmare i battiti del suo cuore
Quello
che il sig Takamoto le aveva comunicato l'aveva a dir poco lasciata
senza parole
.
- Perché
mi sento così
La voce di Tsubasa la riscosse:
- Ehi manager Nakazawa
-
- Oh Ozora kun
di cosa hai bisogno?
-
Tsubasa la osservò con attenzione c'era qualcosa di strano
nel comportamento di Sanae di solito con lui era più attenta,
gentile mentre in quei giorni era così distratta e svagata
quasi come se avesse altri pensieri in testa:
- Volevo chiederti se potevi farmi un favore
" Avrei bisogno di un favore"
" Se posso volentieri
"
Anche quella volta
I ricordi la sommersero voci, suoni, risate
e quel batticuore
quel batticuore che tornava ma non era spiacevole,
no, tutt'altro
-
Manager
- la voce di Tsubasa le giungeva lontana come
ovattata dal mondo dei ricordi in cui era sprofondata
Un anno
fa
Primavera, i ciliegi in fiore
- Dimmi Capitano
- Cosa voleva il preside? Ti vedo pensierosa è successo qualcosa?-
Senza rispondere Sanae si incamminò verso il campo
avrebbe
voluto dirglielo ma non ne aveva la forza, preferiva farlo con tutti
gli altri stranamente si sarebbe sentita più forte
Tsubasa
la seguì sempre più perplesso: da un po' di tempo Sanae
era strana
Quando li vide arrivare il mister chiamò i ragazzi attorno
a sé e dopo aver scambiato uno sguardo d'intesa con Sanae si
allontanò leggermente
La ragazza sospirò, era giunto
il momento:
- Ecco ragazzi
io
- deglutì un paio di volte per
cercare di sciogliere il nodo in gola -
Volevo dirvi una cosa
-
si fermò, non sapeva come dirlo li guardò uno ad uno
alcuni li conosceva da una vita, erano cresciuti assieme, avevano
condiviso tutti quegli anni alla Nankatsu si fece coraggio - Io parto
tra due settimane
. Ho vinto una borsa di studio
- Ryo
e gli altri la guardavano stupiti ma Sanae evitava di guardare nella
direzione di Tsubasa eppure poteva sentire il suo sguardo addosso
come se la stesse trafiggendo - Vado a studiare all'estero.
Sospirò tirandosi indietro i capelli.
Anche quel giorno si era svolto come tutti gli altri giorni
Finì
di sistemare gli asciugamani puliti per l'indomani. Mise a posto i
palloni e si preparò a tornare a casa. Come sempre era rimasta
da sola. Era sempre stato così da che era diventata la manager
della Nankatsu: era la prima ad arrivare e l'ultima ad andare via
da tanti anni ormai, i primi tempi lo faceva per Tsubasa pensava ingenuamente
che forse vedendola così coinvolta nel suo sogno, così
partecipe e attiva, forse avrebbe fatto breccia nel suo cuore
poi
era diventato un impegno e lo svolgeva con l'attenzione e la metodicità
che facevano parte del suo carattere
Anche quel giorno
No
quello non era un giorno come tutti gli altri, si disse Sanae passandosi
di nuovo la mano tra i capelli. Lei sarebbe partita sabato
Da
lì a due settimane
Aveva vinto una borsa di studio di
quattro anni in una prestigiosa Università
Dopo la comunicazione
del preside e il primo senso di stupore e di paura, con il passare
dei giorni un nuovo sentimento si era fatto strada in lei. Un senso
di orgoglio misto all'aspettativa per quello che l'aspettava
Un
sogno tutto suo
Non più Sanae all'ombra di Tsubasa "
Boru wa Tomodachi" Ozora
Quando il preside le aveva comunicato, un mese prima, che aveva vinto
la selezione proprio per quell'Università, il suo primo pensiero
non era stato rivolto a Tsubasa
Ormai si era rassegnata ad averlo
perso
sorrise no non era esatto in realtà non lo avrebbe
mai perso perché in fondo non lo aveva mai avuto. Lui aveva
sempre e solo pensato al pallone e al suo sogno di andare i Brasile
Sorrise
e questa volta il suo sorriso fu meno amaro di quando di solito pensava
alla sua situazione con Tsubasa
Lui quell'anno era tornato per
qualche tempo dal Brasile avendo deciso di fermarsi per prendere il
diploma e giocare l'ultimo campionato Nazionale
ma le cose tra
loro erano cambiate
O meglio per Sanae le cose erano cambiate
da quando lui era partito da Parigi direttamente per il Brasile per
seguire il suo mentore Roberto Hongou
per inseguire il suo sogno
senza neppure voltarsi indietro
No, non era esatto, si disse
Sanae
Tutto era cambiato dall'estate scorsa
sotto i ciliegi
in fiore
Di nuovo quel batticuore
Si fermò ad ascoltarlo
posandosi una mano sul petto, e sorrise, non era poi così brutta
come sensazione. E la cosa strana era che non si era resa di conto
di come tutto era cominciato
Sanae uscì dallo spogliatoio sentendosi sfinita. Anche se era
tardi decise di tornare a casa per la strada più lunga
Voleva
vedere di nuovo il Viale dei Ciliegi
Camminare per quel Viale era come rivivere i ricordi non come semplici
immagini, ma come un film che si proiettava nella sua mente davanti
a lei, come se tutto si stesse ripetendo un'altra volta. Quante volte
era passata di lì in quel periodo rivivendo ogni gesto, ogni
parola, ogni attimo, ogni sentimento di quei momenti, dell'estate
di un anno prima.
I ciliegi non erano più in fiore come allora: la primavera
era passata e anche l'estate, tra un po' sarebbe arrivato l'autunno
ma lei si ritrovò persa nei suoi pensieri e fu come se fosse
per magia riportata a quel giorno:
"Perché mi sento così?Mi sento confusa
ma
anche eccitata
Già forse perché da quando so che
dovrò andare ad Amburgo non faccio altro che pensare al fatto
che lo rivedrò
Rivedere Wakabayashi - kun
Oddio se
penso che il preside ha detto che chiederà a Tatsuo Mikami
se possono ospitarmi
Eppure si tratta di Genzo Wakabayashi, l'amico
che conosco da anni
Bhè non proprio amico
Non siamo
mai stati in sintonia noi due non facevamo altro cha litigare quando
eravamo piccoli
A dire la verità non avevamo scambiato
più di due o tre parole prima della scorsa primavera
Come
è strana la vita
E se non fosse stato per lui neppure
ci avrei pensato a quest'idea di studiare all'estero
Ecco di
nuovo quel batticuore come tutte le volte che mi ritrovo a pensare
a lui
Forse il problema è che stavamo per baciarci quel
giorno? Mi sono forse innamorata di lui? Oddio è un pensiero
un po' assurdo forse
ma allora perché, perché ci
sono rimasta male quando lui si è tirato indietro?"
Ricordava l'anno scorso
l'estate in cui tutto era cambiato per
lei
Chissà se anche per Genzo
"Solo amici
Siamo solo amici
" Questo aveva detto
a Tatsuo Mikami. Quindi perché farsi stupide illusioni
Eppure
nonostante tutto non poteva fare a meno di pensare a lui, ai suoi
occhi, al suo sorriso e a quanto aveva fatto per lei, incoraggiandola
a seguire i suoi sogni
Quando il preside le aveva comunicato
che era stata accettata per la borsa di studio ad Amburgo la prima
cosa che aveva fatto, prima ancora di dirlo alla sua famiglia, era
stata scrivere a Genzo per comunicarglielo
Era rimasta delusa
dal fatto che lui non le avesse risposto era passato un mese e lui
non le aveva ancora scritto neppure una riga, per dirle che era contento
Ma
sarà contento poi? In fondo lei gli piombava lì tra
capo e collo e poi il preside aveva avuto questa brillante idea di
chiedere anche se potevano ospitarla
Chissà i ragazzi
quante chiacchiere avrebbero fatto su questa storia quando sarebbero
venuta a saperla, perché di certo anche se lei non avrebbe
detto nulla la notizia l'indomani sarebbe trapelata e lei si aspettava
già battutine e commenti vari ma ormai c'era abituata, con
tutti gli anni in cui l'avevano presa in giro per Tsubasa, ora la
differenza stava solo nel soggetto vittima con lei di queste sciocchezze
infantili
Già avevano lasciato correre la fantasia, dopo
che li avevano incontrati assieme quel pomeriggio lontano di un anno
prima
Dopo che Genzo era partito, poi, poche settimane dopo li
aveva più volte colti ad osservarla con attenzione sicuramente
per capire da un suo gesto o da una sua espressione un indizio che
confermasse i loro sospetti e poi ci si era messa anche Yukari a farle
delle domande, ma lei non aveva detto loro nulla su Genzo, cosa c'era
poi da dire? Nulla
non era successo nulla
a parte quel pomeriggio
sotto
i ciliegi, ma questo a maggior ragione era qualcosa che non avrebbe
mai detto loro neppure a Yukari che pure era la sua migliore amica.
Quello era qualcosa che era solo suo, un istante incompleto, un briciolo
di sensazioni indefinite, un frammento di ricordo, qualcosa di impalpabile
Non
aveva neppure accennato al fatto delle borse di studio
un po'
per scaramanzia e un po' perché, non voleva in caso non ci
fosse riuscita, dover affrontare i loro sguardi dispiaciuti, gli stessi
che avevano quando si trattava di Tsubasa
Tsubasa
Certo che era un bel tipo
Non le aveva detto nulla
oggi per commentare la notizia
Gli altri avevano ampiamente commentato
questo fatto, Ishizaki non le aveva risparmiato battute e prese in
giro, ma lui nulla. Si era limitato a fissarla, aveva sentito il suo
sguardo addosso mentre gli altri le si facevano attorno per congratularsi.
Sembrava che non gli importasse
Oppure che ci fosse rimasto male?
Forse si aspettava che lei glielo dicesse da soli, faccia a faccia
ma
in fondo Sanae, si disse che tutto questo non aveva senso
lui
non le aveva comunicato da Parigi che partiva per il Brasile
E
poi tra loro non c'era quel tipo di rapporto per cui dovevano dirsi
tutto
A dire la verità lei non ricordava una sola volta
in cui avevano parlato di qualcosa che non fosse il calcio
O
meglio era lui che parlava, parlava e parlava e lei sempre lì
ad ascoltare: tattiche di gioco, schemi, strategie, i prossimi avversari,
le prossime partite
In fondo le piaceva ascoltarlo era pieno
di entusiasmo e di passione per ciò che lo coinvolgeva e lo
interessava, e ciò era raro oggigiorno. A volte si era domandata
se qualche volta pensasse a lei laggiù in Brasile, se si chiedesse
cosa stesse facendo, se non stesse per caso studiando troppo, a come
passava le sue giornate
o si era mai fermato a considerare anche
solo la sua semplice esistenza?
Sorrise dicendosi che, no, non
era possibile
Tsubasa non vedeva altro che una sfera bianca e
nera che rotolava su un rettangolo verde
C'era stato un tempo
in cui ripensare a tutto questo l'avrebbe fatta star male, avrebbe
pianto lacrime silenziose mordendo il cuscino di notte come aveva
fatto tante volte da sola in tutti questi anni, domandandosi se ne
sarebbe mai uscita in un modo o nell'altro. Gli venne in mente Yayoi
quanto
l'aveva invidiata: lei era felice con Jun Misugi nonostante le difficoltà
della malattia di lui
Lei ci era riuscita a conquistarlo
e
così Yoshiko, con Hikaru Matsuyama
addirittura loro avevano
superato la lontananza
visto che lei era dovuta partire per
gli Stati Uniti
Bhè si disse Sanae evidentemente c'era una certa percentuale
di casi in cui qualcuno ci riusciva e un'altra in cui no: si chiamava
calcolo delle probabilità
E lei in questo caso era nella
parte sbagliata
Sorrise di quel pensiero un po' sciocco e si
affrettò verso casa, per non sentire i rimproveri del padre
perché era arrivata in ritardo per la cena. Appena entrata
in casa diede un'occhiata al mobiletto dove sua madre posava la posta,
sperando ancora in una risposta di Genzo
nulla
Una fitta
di delusione le trafisse il cuore
"Amici
Solo amici
va bene però poteva almeno
rispondere
"
GENZO
Stava correndo letteralmente da ore... Era uscito di
casa alle 4... per scaricare i nervi, o almeno ci sperava, di solito
correre riusciva a cancellargli l'ansia che aveva addosso, ma un'ansia
così non l'aveva neppure prima di una partita importante, non
così forte, almeno... La cosa peggiore, è che non riusciva
a capire per quale motivo fosse tanto agitato
"Ce ne sarebbero tante di ragioni da quale cominciamo?"
gli mormorò una vocina ironica nelle sua testa.
Ripensò alla sua conversazione con Tastuo quella sera a cena:
- Sai Genzo mi ha chiamato il preside della Nankatsu
- Cosa voleva? - lo aveva guardato sorpreso - Forse vuole che faccia
come Tsubasa e vada a giocare per l'ultimo campionato? Gli avrai detto
spero che
- Non voleva quello
- aveva esitato un istante per ottenere la
piena attenzione del ragazzo seduto davanti a lui - Sanae Nakazawa
ha vinto la borsa di studio per l'Università di Amburgo e mi
ha chiesto se fossimo disposti ad ospitarla
Ha pensato che visto
che vi conoscete per Sanae potrebbe essere un modo per ambientarsi
e per rassicurare la famiglia
Genzo aveva cercato di mantenere il controllo se non altro del viso
per non mostrare a Tatsuo quanto quella notizia lo avesse sconvolto:
- E così ce l' ha fatta
- aveva mormorato
- Pensavo lo sapessi già
- aveva osservato Tatsuo
- Non lo sapevo
- Forse se avessi aperto quella lettera che è sulla tua scrivania
da ben una settimana lo sapresti
-
Genzo aveva sussultato arrossendo
Beccato!Si era detto abbassandosi
la visiera del cappellino:
- Tu cosa gli hai risposto? - aveva chiesto cercando di dare un tono
casuale alla sua voce.
- Che per me poteva andare ma che ne avrei parlato con te
Visto
che la casa è tua
- Per me va bene
Sarà strano avere una ragazza per casa
-
aveva osservato cercando di evitare lo sguardo indagatore di Tatsuo
- Sono un po' preoccupato
non vorrei che ti distraessi
-
aveva cominciato
Genzo aveva adottato la tattica del silenzio ma Tatsuo Mikami non
si era fatto certo scoraggiare:
-
Vorrei che tu prendessi in considerazione alcune cose
- Non so a cosa ti riferisci
- Genzo non stiamo a prenderci in giro
Ti conosco
La storia
che mi hai propinato l'anno scorso sul " siamo solo amici Tatsuo"
poteva andare bene visto che saremmo ritornati in Germania
Ma
ora parliamoci chiaro
A te Sanae Nakazawa piaceva e molto anche
Non
ti saresti comportato così se no. Di solito tu neppure le guardi
le ragazzine che ti ronzano intorno
- Sanae non è una di quelle oche che neppure sanno di che forma
è fatto un pallone da calcio
- aveva sbottato lui con
troppa enfasi e solo quando aveva visto il sorriso apparire fuggevole
sul viso del suo preparatore atletico e tutore aveva capito di esserci
caduto come un povero allocco
- Lo so Genzo, conosco anche io Nakazawa
Quello che volevo dire
è che non vorrei vederti mandare all'aria la carriera che ti
si prospetta davanti per una ragazza con tutte le qualità di
questo mondo - si era affrettato ad aggiungere vedendo che lui stava
per ribattere - ma che però è notoriamente innamorata
di un altro
- Lo so, e secondo te perché alla fine sono voluto partire
prima? - si era arreso Genzo sentendo un lama fredda penetrargli nel
cuore quando Tatsuo aveva citato i sentimenti di Sanae per Tsubasa
- ma non preoccuparti non butto al vento la mia carriera per lei,
so benissimo che l'opportunità che mi ha dato il Presidente
dell'Amburgo è importante
E poi - aveva aggiunto uscendo
dalla sala da pranzo - Io non sono innamorato di lei
Genzo si fermò come colpito da un'illuminazione:era
la verità?Se sì, allora perché aveva così
paura di rivedere Sanae? E perché dovrebbe dargli da pensare
tanto da non dormirci la notte, e iniziare a correre alle 4 di mattina?
Per non parlare del fatto che aveva buttato giù dal letto il
suo capitano per chiedergli di fare due tiri all'alba al campo dell'Amburgo
Perché
doveva sempre ritrovarsi a pensare sempre a lei dopo che era ritornato
in Germania non gli era più uscita di mente
dopo quell'estate
- Sanae
- mormorò
Era un anno che non la vedeva. Era un anno che non tornava in Giappone,
apposta per non vederla
Respirò l'aria dell'alba a pieni polmoni
Ricordava tutto
di quel periodo
Ogni gesto, ogni sorriso, ogni parola di Sanae.
Rivedeva ogni cosa, mille flash
immagini oramai permanentemente
fissate nella sua memoria
La sua risata cristallina
Il
suo profumo particolare...il profumo di gelsomino di quel giorno
quel
giorno lontano lungo il Viale dei ciliegi
con i ciliegi in fiore
Quando
Genzo Wakabayashi sorrise a quel ricordo
in quel periodo erano
stati molto tempo insieme
nulla di strano. L'allenatore gliel'
aveva assegnata come assistente per i suoi allenamenti speciali visto
che si era rotto il dito, avevano cominciato a parlare così
per caso e lei si era un po' sfogata. Poi era quasi diventata un'abitudine
aspettarla per accompagnarla a casa quando aveva scoperto che era
sempre l'ultima ad andare via dal campo, se poteva la aiutava quando
doveva portare dei pesi e parlavano, parlavano scoprendo con stupore
di entrambi di avere più cose in comune di quanto pensassero
Com'era
successo quel pomeriggio?Non lo ricordava davvero
forse a Sanae
era finito qualcosa nell'occhio o forse era inciampata alzandosi,
o forse si erano solo trovati troppo vicini
Sapeva solo che a
un certo punto il viso di Sanae era vicinissimo al suo sentiva il
suo respiro sul viso, mischiato al suo profumo
Sembrava profumare
di gelsomini
Se solo si fosse chinato un pò
Sanae
lo aveva guardato negli occhi pareva essere in attesa non si stava
tirando indietro
aspettava fiduciosa e lui non sapeva cosa fare
si
era perso nei suoi occhi all'infinito erano così belli
Fino
a che le risate di un bambino lo avevano distratto
Si era voltato
e la magia era come svanita
negli occhi di Sanae gli era parso
di scorgere un fuggevole lampo di delusione, possibile? No non era
possibile lei era innamorata di Tsubasa questa era la realtà
come gli aveva ricordato Tatsuo quella sera a cena
E lui come
uno sciocco si era innamorato di lei
Si fermò di scatto
a quel pensiero
E d'un tratto la realtà della cosa era
lì davanti a lui gli era piombata davanti così
a
dire la verità non ne era poi tanto stupito, in fondo quella
verità gli girava in testa già da un po', ma lui non
voleva ascoltarla, prenderne coscienza
Aveva cercato di negarlo
a sé stesso per tutta il tempo che era rimasto in Giappone
e anche quando era tornato alla sua quotidianità fatta di allenamenti
e le partite in prima squadra con l'Amburgo. Ora però
ora
che lei sarebbe venuta a stare da lui cosa avrebbe fatto? Stava cominciando
a piovere mentre entrava nel complesso che ospitava il campo di allenamento
dell'Amburgo si tolse il cappellino e sollevò il viso per ricevere
quella pioggerellina fine che cadeva quasi avesse la vana speranza
che potesse lavar via i suoi tormenti
Sanae sarebbe arrivata
la prossima settimana
Alla fine l'aveva aperta la lettera e l'aveva
letta tutta di un fiato
Lei gli comunicava che aveva vinto la
borsa di studio per l'Università di Amburgo e lo ringraziava
per averla convinta a dare quella svolta alla sua vita
gli pareva
quasi di vederla davanti a sé attraverso le righe degli ideogrammi
tracciati con la calligrafia sottile di Sanae
Non le aveva risposto
chissà
magari c'era rimasta male, ma lui aveva avuto paura ad aprire quella
lettera
Lui il SGGK che in campo conservava un sangue freddo
da fare invidia al più veterano dei portieri aveva avuto paura
di leggere una lettera, e l'aveva tenuta sulla sua scrivania, in vista,
guardandola ogni tanto come contenesse chissà quale pericolo,
per quasi un mese
- Dannazione Wakabayashi
- la voce di Schneider lo fece sussultare
- Deve essere grossa stavolta se mi butti giù dal letto alle
6 del mattino per dirmi che ti vuoi allenare a parare i miei tiri
e per di più sotto l'acqua
- Non riuscivo a dormire
- bofonchiò Genzo sistemandosi
il cappellino sugli occhi ed evitando di guardare Schneider in faccia.
Andò a sistemarsi tra i pali della porta cercando di concentrarsi
Non era abituato a mostrare agli altri quello che provava
Anche
se giocava da anni nell'Amburgo non aveva legato molto con i suoi
compagni di squadra. I primi tempi non erano stati facili inserirsi
in un ambiente sconosciuto, una lingua nuova, compagni che lo guardavano
di traverso per via della sua provenienza
e poi il suo carattere
aveva fatto il resto, e piano, piano si era trovato da solo
Di
nuovo quella parola
Ricordava quando aveva preso coscienza di
quella condizione era stata la sera che aveva scoperto di sentire
la mancanza di Sanae
ma quando era tornato ad Amburgo aveva continuato
a vivere allo stesso modo
La mancanza di Sanae
Certo l'aveva
sentita in quell'anno e forse più di quanto lui stesso volesse
ammettere ma di certo non ne aveva parlato con nessuno. Raccontare
i fatti suoi agli altri, non gli piaceva per niente. Si sentiva un
lupo, un solitario. Cresciuto circondato da nessun amico e da gente
che badava a lui, senza la vicinanza dei genitori, aveva sempre fatto
a meno della confidenza e degli altri
Certo Tatsuo Mikami era
la persona che più si avvicinava alla sua famiglia ma non sarebbe
mai riuscito a confidarsi con lui sui suoi sentimenti per Sanae e,
comunque, dal tono del discorso che gli aveva fatto quella mattina
c'era da immaginare che sicuramente avesse capito qualcosa. Dopotutto
si occupava di lui da anni e lo conosceva bene
Aveva sempre avuto
come una barriera intorno a sé. Nessuno era mai riuscito a
capirlo, a intuire i suoi pensieri, i suoi sentimenti. Si lasciò
scappare un sorriso
No qualcuno lo aveva capito
Agli altri
era sempre apparso un ragazzo viziato, prepotente, atteggiato, arrogante.
Molto sicuro di sé anche troppo, forse, ma con Sanae non era
stato così aveva riso e scherzato come non aveva mai fatto.
Gli sembrava di conoscerla da sempre e che lei riuscisse a tirare
fuori una parte di sé che non credeva neppure di avere come
aveva detto quella volta?
"Ti nascondi dietro quell'immagine come celi le emozioni sotto
la visiera del cappello"
E aveva sorriso
Gli sorrideva in un modo
come non aveva
mai fatto nessuna. Il sorriso di Sanae non era quello di una che gli
sorrideva solo per educazione
Di solito le ragazzine lo guardavano
con ammirazione, certo ma lui si era sempre considerato al di sopra
di quelle cose. No, nel senso che non stava al loro livello. Anche
perché non frequentava tanto le ragazze, qualche volta i suoi
compagni di squadra lo invitavano a bere qualcosa in qualche birreria
e lui ci andava più per non guastare lo spirito di squadra
che per vera convinzione, ma poi finiva che se ne stava in disparte
seduto al tavolino ad osservarli mentre giocavano a freccette o corteggiavano
le giovani clienti
Amici? Ma lo erano? Tsubasa, Taro, Ishizaki
i suoi vecchi compagni della Shutetsu, Mikami
Ma come lo consideravano
loro
solo come il portiere paratutto?Il SUPER GREAT GOAL KEEPER
Strano
come in fondo gli importasse poco di cosa pensassero gli altri di
lui
.Ma LEI
Cosa pensava di Genzo Wakabayashi
E soprattutto
cosa proverà?
"Io credo che sarebbe molto facile amarti
Una volta imparato
a guardare oltre le apparenze " aveva detto un giorno coprendosi
subito la bocca con una mano come avesse detto qualcosa di sbagliato
"Come posso amarla sapendo quello che lei prova per Tsubasa
E'
diventata una cosa talmente seria per me? Era questo che mi spaventava
tanto
Già
Genzo non sei stato sincero nemmeno con
te stesso, fino a questo momento
"
- Scheiße1! Sono un idiota. - disse a voce alta senza rendersene
conto.
- Certo Wakabayashi
mi pare anche a me visto che sono dieci minuti
che te ne stai fermo davanti a quella porta
dandomi le spalle
cos'è
una nuova tattica per parare il Fire Shot? - la voce di Schneider
lo richiamò alla realtà.
Si volse trovandoselo davanti mentre lo guardava con attenzione. I
suoi occhi azzurri freddi come il ghiaccio parevano penetrarlo da
parte a parte
ma Genzo non era il tipo da lasciarsi intimorire
né tanto meno da abbassare per primo lo sguardo in questi frangenti.
- Allora che ti succede Wakabayashi
- Non capisco a cosa ti riferisci
- si abbassò ancora
di più la visiera sugli occhi
- Mi butti giù dal letto alle 5:30 del mattino chiedendomi
di venire qui al campo per fare una sessione straordinaria di rigori
E
poi ti trovo qui che pensi a tutt'altro fuorché al pallone
Genzo rimase in silenzio non sapendo cosa rispondere ma Schneider
pareva non aspettarsi una risposta e continuò:
- A me non interessa nulla dei tuoi problemi personali d'altronde
sei tu il primo ad aver sempre messo in chiaro con il tuo comportamento
" statemi lontano, tanto a me non piace nessuno"
che
non vuoi approfondire i rapporti interpersonali
Genzo sussultò quella frase
Le stesse parole di quel discorso:
"Molti dei tuoi atteggiamenti sono maschere che indossi per proteggerti
dalla paura di soffrire
Non vuoi affezionarti agli altri e per
questo li tieni lontani da te con battutine e osservazioni sarcastiche
Ti
trinceri dietro l'immagine del "statemi lontani tanto a me non
piace nessuno" ma in realtà hai bisogno dell'affetto e
dell'appoggio degli altri più di quanto tu stesso voglia ammettere
"
Improvvisamente si ritrovò catapultato in quell'assolato pomeriggio
estivo
Poteva sentire ancora il frinire delle cicale
i profumi
e i battiti dei loro cuori
e il profumo della pelle di lei
gelsomini.
- Sanae
- si ritrovò a mormorare dimentico di Schneider
che aveva smesso di parlare e lo osservava con attenzione visto che
si era accorto che l'altro era perso in altri pensieri
- Ah! Ma allora si tratta di una donna
Bhè Wakabayashi
allora sei umano dopotutto
-
Genzo Wakabayashi sussultò arrossendo prepotentemente non si
era accorto di aver parlato a voce alta
Schneider lo guardava
sorridendo ma quella non era l'occasione per affondare ulteriormente
il coltello, ci sarebbe stato tempo:
- Allora non volevi allenarti a parare i miei tiri?
Anche a lui dopo tutto quell'allenamento fuori programma faceva piacere
in vista dei prossimi impegni di Champions Leagues
TSUBASA
Tsubasa correva lungo il canale con la palla al piede
come faceva tutte le mattine
.Non sapeva perché ma quella
mattina si sentiva un po' triste e poi aveva dormito male, continuando
a pensare alla notizia data il giorno prima da Sanae prima degli allenamenti.
I pensieri gli si affollavano in testa confusi e arruffati, un groviglio
inestricabile
"Sanae se ne va
Non può lasciarmi così
No,
non volevo dire questo
Volevo
Non capisco più niente
Non
riesco a pensare
Ho solo una grande confusione in testa
forse
posso convincerla a restare! In effetti, dopo tutti questi anni che
stiamo insieme
Si è sempre presa cura di noi
di
me quando mi sono infortunato
mi ha sempre sostenuto durante
questi anni
E ora
Perché non me lo ha detto? Bhè
però io non ci ho pensato due volte quando da Parigi sono andato
in Brasile con Roberto
Sanae
Non sono stato capace di dirle
niente ieri pomeriggio. Ma poi che avrei potuto dirle? A dire la verità
non è che sia poi così facile parlare con lei c'è
sempre qualcuno attorno a fare sempre " quelle" battute
quando siamo insieme e ultimamente lei è molto sfuggente
Avrà
pensato che non mi importi se se ne va così
E invece mi
importa non voglio che Sanae parta, non voglio che non ci sia quando
giocherò la finale con Koijiro per l'ultima volta
Che
senso avrebbe se non ci fosse?Però sarebbe ingiusto chiederle
di rinunciare a questa opportunità
Amburgo
Va ad
Amburgo da Genzo
Perché questo pensiero mi è insopportabile?
Sanae e Genzo
"
Gli tornarono alla mente le parole di Ishizaki il pomeriggio precedente
mentre tornavano a casa tutti insieme commentando la novità:
- Allora, avevamo visto, giusto erano diventati molto uniti prima
che lui partisse
Passavano molto tempo insieme
Sanae lo
accompagnava alle visite per l'infortunio e si occupava dei suoi allenamenti
Correvano
insieme nel parco
E anche quando li abbiamo incontrati quella
volta al bar non hanno negato né ammesso nulla, anzi se ne
sono andati via abbracciati
Poi lui è partito per la Germania
prima del previsto. E non è più tornato. E' un anno
che non si fa vedere
E Sanae sembrava così triste
più
di quando Tsubasa non era tornato con noi dal torneo di Parigi
Ricordate?
- E' vero - aveva confermato Yukari - Anche io l'avevo notato, ma
quando le facevo domande dirette, non mi rispondeva
Non mi aveva
neppure detto di aver fatto domanda per una borsa di studio all'estero.
- Io ho sentito che andrà a stare da Genzo
- aveva detto
a un certo punto Kumi lasciando tutti senza parole poi dopo il primo
momento di sconcerto avevano ripreso a commentare anche questa novità,
ma lui non li aveva più ascoltati.
Tsubasa si ritrovò ancora a chiedersi il perché di quella
stretta al cuore
Perché doveva dargli così
fastidio
pensare al rapporto che poteva esserci tra Sanae e Genzo? Certo Sanae
era la Manager della Nankatsu, ma si era sempre occupata di lui con
particolare sollecitudine e quando giocava in Brasile aveva sentito
molto la mancanza di quella sua presenza attenta e premurosa
e
quando lui era ritornato, qualche volta, lei era stata sempre gentile
con lui
però gli era parsa così distante come
se volesse tenerlo a distanza
E ora il pensiero che lei non ci
sarebbe stata tutte le volte che lui fosse tornato gli risultava insopportabile
Non
si era mai interrogato sui suoi sentimenti per Sanae
Non aveva
tempo per queste cose
e poi Sanae era Sanae
Insomma lei
Forse
aveva sempre dato per scontata la sua presenza al suo fianco
Il fatto era che lei
c'era sempre sin dall'inizio, accanto a
lui ascoltandolo quando esprimeva i suoi sogni, incitandolo durante
le partite del campionato, prendendosi cura di lui quando si era infortunato
Gli
tornò alla mente l'ultimo campionato che aveva giocato con
la Nankatsu prima del torneo di Parigi e della sua partenza per il
Brasile
Un pomeriggio di ritorno dalla visita dal dottore per
gli infortuni alla spalla e alla caviglia subiti nella partita contro
il Meiwa, mentre camminavano nel Parco lei era di fianco a lui che
ascoltava in silenzio a capo chino le sue previsioni sulle prossime
squadre da battere: era piacevole averla accanto senza l'imbarazzo
creato dalle battute di Ishizaki o degli altri compagni di squadra.
Sanae sapeva capirlo così bene, come quella volta sotto l'albero
della scuola quando lei gli aveva offerto i panini e avevano chiacchierato
senza interruzioni, fino a quando lui non aveva detto qualcosa di
sbagliato e lei si era allontanata un po' arrabbiata
e triste
sì
triste
Con lei capitava sempre così finiva sempre per
dire qualcosa che la rattristava o a fare qualcosa di sbagliato
anche
quel giorno al Parco si era improvvisamente ricordato della partita
della Furano e l'aveva lasciata indietro per correre allo stadio
Cosa
sarebbe successo se lui non fosse corso via e per una volta avesse
dimenticato il pallone
E poi durante la finale contro il Toho,
quella finale che non pareva finire mai, quando aveva giocato con
la forza della disperazione fino a sfinirsi per realizzare il suo
sogno della terza vittoria consecutiva e di raggiungere Roberto in
Brasile. Quella volta Sanae aveva supplicato piangendo il Mister e
il Dottore di non sostituirlo di lasciarlo giocare, anche per i supplementari.
" Non toglietegli il calcio, vi prego! E' la cosa più
importante della sua vita"
Gli aveva dato molto in tutti questi anni standogli vicino: gesti,
sorrisi, attenzioni, sguardi e ora il pensiero di poterli più
ricevere lo lasciava smarrito
" Il vero valore di Sanae"
Così aveva detto Genzo quella volta quando Ishizaki gli aveva
chiesto se Sanae fosse una schiavista. In Brasile gli era capitato
più volte di aspettarsi che fosse lei a passargli l'asciugamano
nella pausa degli allenamenti
oppure sentire la sua voce che
lo incitava dalle tribune durante una partita
ma in realtà
lei non era lì e molto spesso il sapore di una vittoria aveva
lasciato quel certo senso di vuoto dopo l'entusiasmo o l'euforia
Sussultò quando la vide ferma in quel punto
era lo stesso
punto in cui si erano incontrati la prima volta tanti anni prima quando
lui aveva inavvertitamente fatto cadere Manabu nel fiume, dopo aver
sfidato Genzo lanciandogli il pallone dalla collina di fronte alla
sua villa. Fermò il pallone con un piede, lo raccolse e le
si avvicinò camminando. Non lo sentì arrivare pareva
persa in chissà quali pensieri:
- Manager Nakazawa
Sussultò non si aspettava di trovarselo di fronte così,
loro due da soli
Il giorno prima aveva evitato di rimanere sola
con lui, sentiva che lui voleva chiederle qualcosa ma lei non sapeva
cosa, né sapeva che risposte poteva dargli, né tanto
meno quali si aspettasse lui:
- Oh Capitano buongiorno
Ti mantieni in allenamento?-
- Certo
ma perché continui a chiamarmi Capitano? Ormai
non lo sono più
Si strinse nelle spalle:
- Abitudine credo
- gli sorrise dolcemente - E poi quest'anno
lo sei di nuovo no? L'ultimo Campionato Nazionale
mi spiacerà
non esserci
ma tu promettimi di vincere come sempre
"Perché ora che so che non sarai sugli spalti a tifare
per me non ha più molta importanza?"
- Complimenti per la borsa di studio
- buttò invece fuori
lui tutto di un fiato.
- Grazie, è stata una sorpresa
non mi aspettavo di vincere
proprio quella di Amburgo, lì i criteri di selezione erano
molto più duri. Avevo fatto domanda alla fine della scorsa
estate su consiglio di Wakabayashi - kun
- Ah
Genzo ti aveva convinta? -
- Non proprio, mi aveva solo consigliato di capire cosa volevo fare
della mia vita
Quali fossero le mie priorità ,le mie aspirazioni,
i miei sogni
E così ho fatto. -
Tsubasa rimase in silenzio chissà perché in tutti quegli
anni non si era mai posto il problema di quali fossero i sogni o le
aspirazioni di Sanae
aveva dato per scontato che lei condividesse
il SUO sogno
che sciocco che era stato
Genzo invece
cosa
c'era tra loro? Per averle dato un consiglio del genere voleva dire
che avevano parlato a lungo, che lei si era confidata
Il valore
di Nakazawa forse Genzo lo aveva capito
E lui?
- Andrai a stare da Genzo
Sanae sussultò e arrossì allora lo avevano saputo:
- Sì
il preside ha pensato che così per i primi
tempi sarà più facile ambientarmi stando da persone
amiche
Il sig Mikami è stato tanto gentile da accettare
- Perché proprio Amburgo? - la sua voce aveva un tono che lei
non gli aveva mai sentito
- Veramente è stato un caso
- Fortunato direi
- Già
- mormorò lei senza pensarci - un fortunato
scherzo del destino
- Allora vai per Genzo
E' così vero?
Lui la fronteggiava guardandola fissa e lei non sapeva cosa dire
Poi
Tsubasa incapace di aspettare lasciò cadere per terra il pallone,
gli diede un calcio e corse via
- Tsubasa io
credo di essermi innamorata di Genzo
- mormorò
Sanae guardandolo correre via
come per sfuggire a chissà cosa
Ma lui non poteva più
sentirla e forse era meglio così si disse Sanae mentre lo guardava
correre via dando calci al pallone quasi con disperazione
Tsubasa correva a testa bassa, sentiva il cuore martellargli in gola
pesante come un macigno.
Non capiva
non capiva perché ma quella cosa lo faceva
soffrire più di quando Roberto era partito lasciandolo lì
la prima volta
Era un dolore sordo che gli lacerava il cuore:
Sanae
Sanae
perché, perché
"Addio
"
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Note: 1Merda! in Tedesco