Cherry Blossom

PARTE SECONDA: SOTTO I CILIEGI IN FIORE…

1.


Sanae si alzò dal letto guardando la foto sul suo comodino: ritraeva lei e la squadra della Nankatsu alla vittoria del loro primo campionato Nazionale…Erano passati tanti anni oramai. La vita era proseguita come sempre scandita dalle abitudini quotidiane….Aveva 11 anni allora…Secoli fa.
I ragazzi oramai avevano preso strade diverse: Tsubasa era a giocare in Brasile ( anche se era tornato per conseguire il diploma e giocare l'ultimo campionato nazionale con la maglia della Nankatsu ), Genzo ad Amburgo, Taro in Francia. E lei?
Come tutte le mattine Sanae si diresse a scuola…quello sarebbe stato l'anno degli esami e lei doveva decidere cosa fare di una cosa era certa non voleva certo stare per tutta la vita all'ombra di Tsubasa "Boru wa Tomodachi" Ozora…ad aspettare, che cosa poi, si chiese…Dopo tutti quegli anni che cosa aspettava ancora…
Arrivò al campo per prima come sempre e si diresse verso la lavanderia per preparare le divise dei ragazzi…Ben presto arrivarono tutti gli altri e per Sanae cominciò il solito tran - tran che le impediva di pensare:
-Ehi Mister, posso aggiungermi alla allegra compagnia? - domandò a un certo punto una voce conosciuta attirando la sua attenzione mentre affettava i limoni da mettere nel miele; uscì facendo capolino dalla porta e davanti a lei vide la figura di spalle di un ragazzo con l'inconfondibile cappellino che stava salutando gli altri componenti della squadra:
-Allora ragazzi è molto che non ci si vede vero?-
-W…Wakabayashi!!!!- esclamarono in coro tutti i componenti della squadra correndogli incontro Il S.G.G.K. li salutò uno ad uno, non risparmiando battutine e commenti ironici come era il suo solito:
-Ah ragazzi vedo che non siete cambiati per niente vero? -
Tutti avevano ritrovato il buonumore dopo l'arrivo di Genzo, ora la prospettiva di cominciare gli allenamenti non era più così pesante.
Sanae arrivò in quel momento portando una pila di asciugamani e dicendo:
- Già Wakabayashi kun…ogni scusa è buona per interrompere gli allenamenti…
Sentendo la voce alle sue spalle Genzo si voltò di scatto verso Sanae e la guardò con aria interrogativa stringendo gli occhi dal momento che il sole dietro di lei gli picchiava negli occhi:
-Scusa ma tu chi saresti?-
La ragazza era stata colta di sorpresa da questa domanda, non si aspettava che Genzo non si ricordasse di lei:
-Ah..Wakabayashi kun, ecco veramente non credevo di essere cambiata così tanto dall'ultima volta, ma anche se non mi vesto più da maschiaccio e ho i capelli leggermente più lunghi…-
Il ragazzo si mostrò stupito:
- Sanae… manager Nakazawa
- Una bambolina al SGGK…- disse Hishizaki sorridendo
Genzo era rimasto stupito…Sanae era così cambiata…era diversa da quella volta da quando lui l'aveva trovata in lacrime seduta a guardare il canale, lo ricordava bene dove aveva incontrato Tsubasa per la prima volta investendolo perché aveva fatto cadere Manabu nel fiume. Genzo si era seduto vicino a lei e le era rimasto seduto accanto senza parlare e quando le aveva teso la mano per aiutarla ad alzarsi le aveva detto solo, "Tornerà"…Già ma tutti cambiano in tre anni…gli fece notare una vocina impertinente nella sua testa:
- Ehi Genzo….- lo richiamò Mamoru - vieni andiamo ad allenarci un po' assieme come ai vecchi tempi…
Il portiere si riscosse accorgendosi che da quando lei gli era apparsa davanti non aveva smesso di fissarla, Sanae ora lo stava guardando interrogativamente ed era arrossita leggermente. Borbottando qualcosa si diresse verso la porta aggiustandosi il cappellino sugli occhi…
Sanae si fermò qualche istante ad osservare i ragazzi allenarsi…Era bello vederli di nuovo quasi tutti assieme ( mancava solo Taro Misaki…). La Nankatsu al completo…Certo quelle erano occasioni rare ora che Tsubasa giocava stabilmente in Brasile e tornava solo per le pause del campionato come in quel periodo. Anche se per il prossimo anno aveva ottenuto da Roberto di tornare in Giappone per giocare l'ultimo campionato Nazionale e prendere il diploma…Già il diploma… Quell'anno sarebbe stato l'anno decisivo per tutti…Avrebbero preso ognuno la propria strada che li avrebbe portati chissà dove…Questo pensiero la riportò ad una domanda che le girava da tempo in testa: e lei?Cosa avrebbe fatto lei?Cosa voleva fare della sua vita?
Quando più tardi gli allenamenti terminarono i ragazzi si salutarono dandosi appuntamento per l'indomani mattina alla stessa ora poi andarono via a gruppetti. Sanae si era trattenuta fino a tardi per sistemare degli scatoloni in magazzino, quando si accorse che né Yumiko, né Kumi avevano fatto il bucato con le divise e gli asciugamani. Brontolando fra sé per il fatto che avrebbe fatto tardi anche quella sera si diresse a passo deciso verso gli spogliatoi e senza pensarci aprì di scatto la porta, gli spogliatoi erano deserti i ragazzi erano già andati a casa tutti lasciando gli asciugamani e le divise sparse per il pavimento in un disordine spaventoso. Cominciò a raccoglierle con rapidità, forse se si sbrigava riusciva a stendere il bucato così almeno per l'indomani mattina sarebbe stato asciutto. Stava per uscire con le braccia cariche di asciugamani quando un rumore attirò la sua attenzione alzò la testa e si trovò di fronte Genzo che era appena uscito dalla doccia…Rimasero per qualche istante a fissarsi.
Indossava un asciugamano stretto in vita, il petto leggermente bagnato e il corpo statuario…Con i capelli in disordine era veramente…seducente…Sanae si riscosse a quel pensiero…balbettando parole incomprensibili uscì precipitosamente dalla stanza richiudendosi la porta alle spalle e arrossendo violentemente…
Un po' colto alla sprovvista Genzo non aveva avuto il tempo di reagire poi si lasciò sfuggire una risata nervosa sentendosi per la prima volta in imbarazzo…

Quando Sanae ebbe sistemato le ultime cose, e steso il bucato si affrettò ad uscire per tornare a casa con sorpresa vide la figura di Genzo appoggiata alla rete di recinzione intento a prendere a calci i sassolini…
- Wakabayashi kun…- lei arrossì di nuovo mentre si avvicinava - Mi dispiace per prima…io..
Genzo le rispose:
- Lascia stare…Non è successo nulla…- ma vedendo che lei continuava a tenere gli occhi bassi le posò una mano sulla spalla
Quel contatto la rassicurò un pochino ma non riusciva ancora a guardarlo in viso:
- Ascolta Nakazawa…mi occorre il tuo aiuto…
- Dimmi Wakabayashi kun…cosa posso fare per te?
- Bhè ecco avrei bisogno di un favore
- Se posso volentieri…
Lei sollevò lo sguardo e lui continuò:
- Dovresti aiutarmi con la fasciatura in questi giorni…- alzando il braccio destro
Solo allora Sanae si accorse che Genzo aveva il mignolo fasciato…
- Ma Wakabayashi kun…ti sei allenato con un dito rotto…!!!- esclamò Sanae con tono di rimprovero.
- Bhè non proprio…mi sono limitato ad osservare. E il mister mi ha detto che potrei chiederti aiuto anche per gli allenamenti, sempre se non ti pesa troppo…Tatsuo in questo periodo è impegnato con la Federazione Giovanile… -
- No, spiegami di che tipo di assistenza hai bisogno e lo farò volentieri…-
Genzo continuava a tenerle la mano sulla spalla Sanae non riusciva a capire ma la sensazione di pace e tranquillità che l'aveva invasa…era piacevole:
- Scusa ma perché sei ancora qui?- Genzo si guardò in giro aspettandosi di vedere Kumi o Yumiko raggiungere Sanae
- Avevo del lavoro da finire..
- Ma Kumi e Yumiko…?
- Loro vanno a casa quando vanno i ragazzi e anche io di solito, ma oggi avevano dimenticato di fare il bucato…- arrossì di nuovo - è per questo che…
- Lascia stare…- Genzo fece un gesto con la mano per interromperla - Ma tu vai a casa da sola?
Si strinse nelle spalle:
- Bhè sì…-
- Ti accompagno allora…- disse un po' bruscamente
La sua proposta la lasciò stupita e tentò di protestare:
- Ma Wakabayashi tu abiti dall'altra parte della città…
Non ci fu verso di rifiutare, e Sanae si stupì mentre camminava verso casa sua chiacchierando di come anche l'imbarazzo per l'incidente di prima fosse passato:
- E' per questo che sei tornato dalla Germania? - gli domandò lei a un certo punto indicando il braccio con la mano fasciata
- Devo riprendermi da questo leggero infortunio in allenamento…nulla di grave una frattura al 3° e 4° metacarpo del mignolo della mano sinistra…parando il Fire Shot di Schneider…
Sanae sorrise:
- Lo hai fermato?
Lui sollevò la mano infortunata:
- Puoi dubitarne?
- Già dimenticavo: " potete tirare da qualsiasi posizione tanto non segnerete…" - Sanae incrociò le braccia al petto e imitò il tono di Genzo così come glielo aveva sentito dire molte volte a Tsubasa o a Koijiro durante le poche partite che gli aveva visto giocare
- Mi stai facendo il verso per caso, Nakazawa?
- No, per niente…- ribatté lei con finta innocenza
Scoppiarono a ridere entrambi:
- Quanto ti fermerai?
- Fino alla fine dell'estate…credo…- si fermò un istante poi proseguì - Come va con Tsubasa?
- Ah…questo non lo so proprio…- sbottò la ragazza d'un tratto con tutta l'amarezza accumulata in quei giorni poi arrossì imbarazzata della sua sciocca reazione
Più che vederlo Sanae percepì lo sguardo perplesso di Genzo
-Io...ecco…- balbettò quasi seguendo il filo dei suoi pensieri degli ultimi giorni - Sono anni che aspetto…cosa poi? Che si accorga di me…E intanto la mia vita scivola - si passò una mano tra i capelli e sospirò - In fondo lui è partito per il Brasile…Ha la sua vita…Ora va e viene…E io ora che cosa faccio? Sono sempre qui quando torna ma mi sembra sempre di essere alla sua ombra…Ad aspettare come una brava amica, manager, infermiera che lui smetta di avere sempre il pallone in testa…Ma lo capirà mai?
Genzo ascoltò in silenzio quelle parole con attenzione poi disse:
- Sai credo che il punto sia proprio quello…Il fatto che per lui la tua presenza sia scontata…
- Pensavo che dopo la sua partenza per il Brasile…Ci ho provato con tutta me stessa ero sicura che sarei riuscita a dimenticarlo ma…quando è tornato…Tutto è ricominciato allo stesso modo…lo stesso meccanismo perverso…ma adesso sono stanca…
- Forse dovresti cominciare a pensare di dare una svolta alla tua vita, indipendentemente da Tsubasa Ozora. Nessuno si aspetta da te che tu faccia da martire a Mister Indecisione…O peggio che tu regoli la tua vita sulle sue aspettative o sogni…Non credo che il tuo sogno sia vincere la Coppa del Mondo con la Nazionale Giapponese…O mi sbaglio?
- Scherzi - disse lei sorridendo - non ho mai sognato altro che alzare al cielo la Coppa del Mondo… -
- Oppure prova a prendere in mano la situazione ci hai mai pensato?- Genzo era divertito dal tono di Sanae
- Tipo saltargli addosso? - Sanae si mise un dito sulle labbra facendosi pensierosa
- Bhè no, forse rimarrebbe un po' traumatizzato visto il suo livello di timidezza…-
Sorrisero entrambi ma poi Genzo si fece improvvisamente serio e continuò:
- No, a parte gli scherzi…Nakazawa. Credo che sia giunto il momento per te di prendere in mano la tua vita o quanto meno cominciare a pensare a cosa vuoi fare Tu…Sanae Nakazawa. Non la manager della Nankatsu…o peggio l'infermiera di Tsubasa…Avrai un sogno, un aspirazione che non sia quella di occuparti di Tsubasa Ozora mentre gioca a calcio per il resto della tua vita…
Erano intanto giunti al cancello di casa di Sanae. Genzo la salutò dandole appuntamento l'indomani al campo per cominciare i suoi allenamenti. Poi si incamminò verso casa sua e Sanae rimase per qualche istante a guardare la sua figura di spalle che si allontanava…Giunto in fondo alla strada lui si volse ancora una volta indietro e la salutò con un gesto del braccio sano…lei rispose al saluto poi rientrò in casa arrossendo un poco per il fatto che lui l'avesse sorpresa a fissarlo.
Mentre si concedeva un lungo bagno rilassante Sanae ripensò alle parole di Genzo. Un sogno tutto suo da coltivare giorno per giorno e da cui trarre la forza per andare avanti nei momenti di sconforto…Bhè sì un sogno lo aveva che risaliva a quando era bambina…lo ricordava ancora, prima che l'arrivo di Tsubasa travolgesse tutta la sua vita e la sua quotidianità…ma ne sarebbe stata in grado? Avrebbe avuto il coraggio di portarlo avanti fino in fondo?Ma forse aveva ragione Genzo.


2.
I giorni seguenti Sanae fu molto impegnata a seguire le indicazioni del Sig Mikami per gli allenamenti di Genzo e la cosa l'aveva sorpresa, in tutti quegli anni non si era mai fermata a considerare quanto dura fosse la preparazione atletica per un portiere e Genzo era davvero instancabile…Era capace di correre o dedicarsi al rafforzamento delle gambe per ore con attenzione quasi maniacale…Sanae adesso capiva il perché di quel fisico scultoreo che aveva visto quel giorno…Arrossì a quel pensiero:
- Manager Nakazawa…- la voce di Tsubasa - Stai bene? Mi sembri un po' rossa in viso
Si accorse di sussultare più per la sorpresa che per l'emozione:
- Ozora kun…- dannazione a lui perché aveva il vizio di arrivarle alle spalle silenzioso come un gatto? - No, sto bene sono solo un po' accaldata…dimmi ti serviva qualcosa? - a dire la verità un po' si sentiva in colpa per averlo trascurato in quei giorni ma l'impegno con Genzo le occupava molto tempo, tra sedute in palestra e visite dal medico.
- Sì mi servirebbe una divisa pulita ce ne sono? - la guardava sorridendo come aveva sempre fatto forse non se ne era neppure accorto della sua assenza…
- Posso guardare nella lavanderia…ma ieri non l' ho fatto io il bucato perché ho accompagnato Wakabayashi kun dal dottore…
- Come sta il dito di Genzo?
- Il dottore dice che la frattura si sta saldando senza problemi, se continua così prima della fine dell'estate potrebbe tornare tra i pali…
- Ne sono felice…Così potrà presto tornare in Germania…
"Io no perché questo vorrebbe dire non poter stare più così tanto con lui…"
Sanae si stupì di quel pensiero e non rispose
- Dev'essere impaziente di ritornare a giocare nel campionato…Così come lo sono io di tornare in Brasile da Roberto…
Genzo che arrivava in quel momento per la sua sessione di allenamenti udì le ultime parole di Tsubasa e vide il dolore dipingersi sul volto di Sanae…Gli si strinse il cuore:
- Scusa Ozora kun vado subito a prenderti la divisa pulita…- si volse allontanandosi di corsa passando di fianco a Genzo a testa bassa ma il ragazzo vide lo stesso le lacrime spuntare dai suoi occhi.
Fece per fermarla ma capì che forse voleva restare da sola e lui si ritrovò a stringere il pugno sentendosi impotente…
Tsubasa lo aspettava fermo nello stesso punto con l'aria di chi non si è accorto di nulla, si volse verso di lui con un sorriso:
- Allora Genzo come stai?
- Bene - bofonchiò lui cercando di reprimere l'istinto di prenderlo a cazzotti su quel bel faccino angelico ma come faceva a essere così stupido?
- Oh ne sono felice chissà come sei impaziente…- cominciò Tsubasa ma Genzo ormai non lo ascoltava più perso in un groviglio di pensieri
"Sono sicuro che Sanae aspetta solo che tu ti decida…ma tu non lo fai e te ne stai lì a guardarmi con quella faccia serena. Hai appena ferito una persona stupenda senza rendertene conto…Eppure io vorrei…ma come posso…E poi perché mi ritrovo a pensare queste cose? Genzo da quando in qua ti preoccupi così tanto per una ragazza…Si direbbe che tu sia attratto da lei…No ma cosa mi ritrovo a pensare…Sto uscendo di testa…Sicuramente è questo caldo…Eppure…"
Tsubasa intanto lo guardava stupito Genzo pareva perso in un mondo tutto suo, la classica espressione del tipo "che diavolo ci faccio io qui" non faceva di lui certo l'immagine dell'entusiasmo. Chissà a cosa stava pensando…Ma tutto era celato dietro quei suoi impenetrabili occhi neri sotto la visiera del suo cappellino con quell'aria tipicamente strafottente e a Tsubasa non passava neppure per la testa di fare una qualsiasi domanda.

Sanae intanto nel locale lavanderia cercava di recuperare un minimo di controllo
"Perché deve farmi così male il pensiero che Genzo torni in Germania?Certo in questi giorni lui ha mostrato un aspetto del suo carattere che mi era sconosciuto…In fondo non è quel ragazzo burbero e scontroso sempre sulle sue che vuol far credere…E questo nuovo Genzo…mi piace…molto anche…"
Ecco qual'era il punto…si disse Sanae:
- Ma brava Sanae…dalla padella nella brace…- mormorò uscendo dalla lavanderia e tornando verso il campo
Intanto i ragazzi si erano presi una pausa dall'allenamento dal momento che l'allenatore si era allontanato per qualche minuto. Kumi e Yukari stavano distribuendo gli asciugamani. Tsubasa e Genzo erano in mezzo al gruppo…
Sanae si ritrovò a considerarli da lontano…guardò prima Tsubasa: sempre sorridente così ingenuo a volte quasi irritante ammise con sé stessa quasi infantile nei suoi modi…Genzo invece…"Mi piace" . Semplice. Ma anche il complicato presupposto ad una serie di considerazioni che lei non era pronta ad affrontare, né sapeva se in fondo voleva farlo davvero, forse era meglio lasciare tutto così in quella realtà conosciuta e facile da controllare piuttosto che lasciare quelle sensazioni libere di sbocciare. Si avvicinò a loro cercando di frenare il battito furioso del suo cuore, senza però riuscirci…Ecco ora Genzo si sarebbe voltato verso di lei e le avrebbe sorriso…No, Genzo si era voltato ma sul suo volto non c'era alcun sorriso…Era una maschera impenetrabile invece…Si sentì trafiggere il cuore da una morsa di gelo e il batticuore di poco prima divenne quasi doloroso:
- Manager Nakazawa, allora hai trovato la divisa?- la voce allegra di Tsubasa le era quasi insopportabile in quel momento, divisa? Quale divisa?
- No non l' ho trovata - mormorò evitando di guardare nella direzione del portiere, a dire la verità non l'aveva neppure cercata persa com'era nelle sue considerazioni. Ma ora perché Genzo aveva quello sguardo così distante? Cosa era successo? Era forse colpa sua?:
- Ma Sanae…- intervenne Kumi - Le ho messe io sul ripiano in alto in lavanderia…Te ne vado a prendere una io Tsubasa senpai …- e si precipitò verso la direzione da cui era arrivata Sanae senza aspettare risposta
- Ora ne vedremo delle belle…- si lasciò sfuggire Ishizaki ma rimase deluso vedendo che Sanae non reagiva in alcun modo anzi pareva non essersi neppure accorta di quello che aveva detto Kumi.
- Mi dispiace Wakabayashi kun sono in ritardo - disse Sanae avvicinandosi al portiere che continuava a fissarla con quello sguardo indecifrabile sotto la visiera e le braccia incrociate sul petto
- Non importa andiamo…- rispose con voce incolore incamminandosi verso le macchine per il suo allenamento.
- Ehi Wakabayashi kun…non è una schiavista la nostra Sanae? -
Questo era troppo per Sanae ed era anche una buona scusa per scaricare tutta la tensione che gli stava montando dentro rischiando di fuoriuscire in un fiume di lacrime. Si volse come una furia verso Ishizaki ma una voce alle sue spalle la precedette e la lasciò ancora più confusa di quanto non fosse già:
- No, per niente. Anzi trovo vergognoso che con tutto quello che lei fa per voi da quanti anni ? Sette se non mi sbaglio, nessuno di voi…- si mise a fissare Tsubasa - abbia ancora imparato a darle il valore che merita…
Sanae si voltò a guardare Genzo ma questo si era già girato dall'altra parte e ripreso la sua strada verso i suoi attrezzi…Lei lo seguì piano lasciando gli altri ragazzi della squadra letteralmente allibiti per ciò che Genzo aveva detto, quel silenzio innaturale fu rotto dalla voce di Kumi:
- Tsubasa senpai ecco la tua divisa…

Genzo Wakabayashi si sentiva lo sguardo di Sanae sulla schiena ma evitava di voltarsi per guardarla…Cosa gli era saltato in mente di dire quella cose? Il fatto era che non sopportava come tutti trattavano Sanae…pareva che tutti dipendessero da lei per ogni cosa ma poi al momento dei conti erano capaci solo di prenderla in giro o lamentarsi…
"No ad essere completamente sincero, dillo che ad irritarti è stato il comportamento di Tsubasa…con quel suo sorriso da ebete gli avrei spaccato quel bel faccino…"
- Wakabayashi - kun…tutto bene…-la voce di Sanae lo riscosse dai suoi propositi omicidi
Si volse a guardarla:
- Sì Nakazawa, tutto bene. -
- Genzo ecco…io volevo…volevo ringraziarti…- mormorò lei balbettando e guardandosi la punta delle scarpe da ginnastica.
- Mnpff…- borbottò lui distogliendo lo sguardo - Era ora che qualcuno glielo dicesse a quegli ingrati…Su ora riprendiamo gli allenamenti devo ancora fare tutte le serie di esercizi per le gambe e poi chi lo sente Tatsuo se trascuro la riabilitazione…- si volse e finalmente le sorrise…lei sentì sciogliersi il cuore…
A questo punto Sanae fece qualcosa di assolutamente illogico ( almeno si ripeté più tardi quando ci ripensò arrossendo per la sua audacia ) che stupì più lei stessa che Genzo. Si avvicinò a lui e sollevandosi sulle punte dei piedi gli sfiorò la guancia con un bacio…Fu avvolta dal suo profumo: un profumo che le fece venire in mente i boschi bui e profondi…un aroma di muschio. Chiuse gli occhi lasciando che le sue labbra indugiassero qualche secondo più del dovuto sulla guancia di lui leggermente ruvida per via della barba…Poi si staccò da lui e corse via:
- Vado a prepararti le fette di limone…
Stava lì fermo come pietrificato incapace di muoversi…Si portò una mano al viso accarezzandosi la guancia dove lei poco prima aveva posato le sue labbra…gli pareva di sentirne ancora la morbidezza e il tepore assieme al tocco dei suoi capelli che lo avevano sfiorato…E poi l'aveva chiamato per nome…La voce di Tatsuo Mikami lo fece sussultare:
- Si batte la fiacca Genzo?-
- Tatsuo cosa fai qui? - gli domandò sperando che non avesse assistito alla scena di poco prima
- Sono venuto a vedere i tuoi progressi. Mi ha chiamato il presidente dell' Amburgo…voleva sapere come procede la ripresa del suo portiere titolare…Quest'anno avrete una stagione molto intensa con campionato e Champions Leagues…
- Gli hai detto che sto bene? E che sarò pronto a giocare dalla prima partita di campionato?
- Certo Genzo - Tatsuo si guardò in giro - e il resto?
- Non capisco cosa vuoi dire?- Genzo scrutò il suo tutore cercando di scoprire se avesse per caso assistito al bacio di Sanae ma lo sguardo di Tatsuo Mikami era nascosto dietro gli immancabili occhiali da sole
- Genzo ascolta io voglio solo essere certo che tu capisca la situazione…Quest' anno è la tua occasione…Comincerai a giocare in prima squadra assieme a Schneider e poi ci saranno i mondiali tra qualche anno…
- Ehi Tatsuo che ti prende lo sai che mi sono impegnato sempre al massimo…
- Lo so Genzo e voglio che sia sempre così
- Allora ci hai visti? - chiese il ragazzo
- Sì ero qui…Certo Nakazawa è una bella ragazza…
- Tatsuo, puoi frenare i tuoi timori…- disse Genzo ostentando una sicurezza che era ben lontano dal provare - Ma io e Sanae siamo amici e quel bacio non significava niente di quello che pensi tu…
- O.K. Genzo io ho ritenuto giusto parlartene…Riprendi pure i tuoi allenamenti
Si volse e si allontanò lasciando Genzo ancora pensieroso.
"Genzo spero proprio che tu riesca a pensare solo agli allenamenti…Bhè forse è inutile preoccuparsi tanto alla fine dell'estate torniamo in Germania…Speriamo che i danni siano contenibili e recuperabili almeno…E che nessuno debba soffrirne troppo…"
Tatsuo Mikami girato l'angolo si fermò incrociando Sanae Nakazawa ferma dietro l'angolo, pareva persa in chissà quali pensieri.
Fece per dirle qualcosa ma lei si riscosse quasi si fosse resa conto solo ora di dove si trovasse:
- Ah sig Mikami potrebbe portare lei a Genzo queste fette di limone? - gli disse porgendogli il piatto che teneva in mano - Io dovrei andare a casa non mi sento molto bene…
- Certo…- mentre la osservava allontanarsi si trovò a sperare che non fosse troppo tardi per nessuno dei due…Non sapeva perché ma era certo che avesse ascoltato il suo discorso con Genzo…Che razza di idea gli era venuta suggerendo al mister di affiancare a Genzo una delle manager, dal momento che lui era impegnato con la Federazione e Katagiri e non poteva certo seguirlo durante la riabilitazione…Nakazawa era parsa a tutti e due la migliore visto che si era già occupata di seguire Ozora infortunato…Aveva sbagliato completamente…Non aveva calcolato l'imprevisto…


3.
Si fermò lungo il viale dei ciliegi sedendosi sotto uno degli alberi lasciando che il vento le scompigliasse i capelli…e sperando che si portasse via un po' di quel dolore…
Il cuore le faceva male ma non perché per arrivare fin lì aveva corso più forte che poteva fino a rimanere senza fiato…no era un dolore sordo sottile e lacerante che la lasciava quasi esausta.
Cosa diavolo le era saltato in mente di baciarlo su una guancia…
"Diamine Sanae hai la capacità di ficcarti nelle situazioni più spinose neanche te le cercassi con il lanternino…Volevi dimenticare Tsubasa…E ti vai a …" .
Si fermò un istante spaventata lei stessa da quello che stava per dire…
…."Che mi sta succedendo…Perché ora lo vedo così diverso dal solito eppure è sempre Genzo…Il bambino arrogante e presuntuoso con cui non facevo altro che litigare allora e che mi metteva quasi in soggezione…No non è così lui è diverso da allora e anche io…Che strano" .
Eppure sapeva che non era così in quei giorni mentre parlavano durante le pause degli esercizi di riabilitazione aveva potuto scorgere il vero Genzo non quello che si nascondeva dietro la visiera del cappellino…ma una persona sensibile e molto diversa dall'immagine che dava di sé…Sanae venne colta dal panico. Aveva Paura…Paura di iniziare a provare qualcosa per Genzo…Ma non lo stava già provando?E che ci sarebbe stato di male le chiese una vocina insistente nel fondo del suo cuore…ma lei decise di ignorarla..Fino a quando però ci sarebbe riuscita?
"Ma io e Sanae siamo solo amici e quel bacio non significa nulla di quello che pensi tu"
E poi lui era stato chiaro parlando con Tatsuo…solo amici…amici…Quella parola le risuonava in testa come un'eco assordante…Raccolse le ginocchia al petto e si tappò le orecchie con le mani ma inutilmente…rimase così per alcuni istanti fino a che non si calmò. Basta doveva reagire…Solo amici va bene avrebbe soffocato tutto quanto e si sarebbe impegnata nel suo ruolo di manager fino alla sua partenza…poi si sarebbe dedicata al nuovo sogno che si stava lentamente delineando nella sua mente. Avrebbe preso in mano la sua vita…senza lasciare che fossero gli altri a guidare le sue giornate o le sue decisioni…
Si alzò in piedi dirigendosi verso casa cominciando a fare progetti…Sussultò quando lo vide venire verso di sé correndo indossava una tuta scura, il solito cappellino calato sugli occhi e un asciugamano al collo:
- Wakabayashi kun - disse, a gran voce, richiamando l'attenzione del ragazzo che correva, lui sentendosi chiamare si fermò, e non poté fare a meno di sussultare quando se la trovò davanti perché stava pensando proprio a lei chiedendosi come mai fosse andata a casa così all'improvviso lasciando a Tatsuo il piatto dei limoni.
- Nakazawa! - esclamò però con entusiasmo - Ma non eri andata a casa?
- Solo un mal di testa. Nulla di grave…Mi sono rilassata qui all'ombra e ora sto bene…- disse lei sorridendogli a sua volta e avvicinandosi mentre sentiva che i suoi buoni propositi si dissolvevano come neve al sole di fronte al calore di quel sorriso - Correvi?
Lui annuì
- Devo recuperare la forma tra poco torno in Germania. Quest'anno sarà un anno importante…Sai comincio a giocare in prima squadra…-
-Ne sono lieta…- disse semplicemente lei senza aggiungere altro perché il pensiero che lui presto sarebbe partito la fece sentire improvvisamente triste.
Dopo qualche secondo di imbarazzante silenzio, all'unisono, esclamarono:
- Proseguiamo insieme? - Risero, guardandosi e arrossendo. Poi, in silenzio, proseguirono la strada nella direzione che stava percorrendo Genzo. Sanae respirò l'aria a pieni polmoni poi come se niente fosse aveva messo le braccia attorno al braccio sinistro di Genzo, che le camminava accanto con le mani nelle tasche dei pantaloni. Continuarono a camminare per un po' silenziosi ognuno perso in chissà quali pensieri simili ma ignoti all'altro. Dopo qualche tempo arrivarono in fondo al viale. A quel punto Sanae si staccò dal braccio di Genzo e corse avanti.
-Sediamoci un po' in riva al fiume! - rise, allargando le braccia e facendo un giro su sé stessa
"Al diavolo voglio godermi tutto finché dura, la sua compagnia i suoi sorrisi…"
Il vento le scompigliava i capelli e faceva cadere petali dei ciliegi dagli alberi facendoli vorticare tutt'attorno. Genzo sorridendo si ritrovò a pensare:
"E' stupenda."
- Dovunque tu voglia. - le rispose lui così piano che lei non l'udì né vide lo sguardo con cui la stava fissando…
Si sedettero sul prato di fronte al canale. Sanae aveva le braccia intorno alle ginocchia. Genzo guardava l'acqua con lo sguardo perso evitando di concentrarsi sulle sensazioni che la sua vicinanza le provocava, mentre il vento continuava a soffiare leggero.
- Quando torni in Germania?…- dopo qualche minuto Sanae ruppe il silenzio
- Presto…Ormai la frattura al mignolo si è completamente saldata…E poi non vedo l'ora di cominciare a giocare nella Bundesliga.
- Non senti mai nostalgia di casa…Voglio dire del Giappone…
Si era stretto nelle spalle:
- Non saprei non sono abituato a pensarci…In fondo ormai sono tanti anni che vivo ad Amburgo con Tatsuo…
- Ma non senti mai la mancanza dei tuoi genitori…- solo dopo aver pronunciato quelle parole Sanae si morse le labbra e aggiunse - …mi dispiace non volevo essere invadente…- Sapeva che Genzo non parlava volentieri di queste cose
- Non ti devi scusare. - la rassicurò lui - ormai ci sono abituato…Sono anni che loro vivono in giro per l'Europa e si fanno sentire solo per le feste e per il mio compleanno…Anzi a volte mi stupisco che se ne ricordino…Non credo che gli importi molto di me in fondo…Ho sempre vissuto solo in quella grande villa sia qui che in Germania, i miei sempre in giro per affari mi affidavano a uno stuolo di domestici insegnanti e precettori e tornavano solo per pochi giorni…-
Sanae gli si avvicinò un po' :
- Che ne sai? - chiese Sanae - Io invece credo che ti vogliano bene. Sai a volte dimostrare ciò che si prova è molto difficile quando le persone le abbiamo vicine figuriamoci se stiamo lontani…Dovresti dargli una possibilità non credi…magari potrebbero stupirti… - Genzo la guardò un po' dubbioso…
- Credo che tutto questo mi abbia fatto crescere dentro una tale rabbia e rancore…ciò che io volevo era la loro costante presenza…Ma ho trascorso la mia infanzia in completa solitudine diventando un bambino forte, va bene, ma fondamentalmente egoista, arrogante e presuntuoso…
- Tu non sei così in realtà…Ti nascondi dietro quell'immagine come celi le tue emozioni con la visiera del cappello …
- Non mi nascondo dietro il cappello! - il suo tono era un po' aggressivo
- Ti conosco sai?E ho avuto modo di osservarti in questi giorni…Molti dei tuoi atteggiamenti sono maschere che indossi per proteggerti dalla paura di soffrire…Non vuoi affezionarti agli altri e per questo li tieni lontani da te con battutine e osservazioni sarcastiche…Ti trinceri dietro l'immagine del "statemi lontani tanto a me non piace nessuno" ma in realtà hai bisogno dell'affetto e dell'appoggio degli altri più di quanto tu stesso sei disposto ad ammettere…-la ragazza tacque guardandolo di sottecchi temendo di aver esagerato
Genzo non rispose continuava a tenere gli occhi bassi e sentendo lo sguardo di lei su di sé portò istintivamente la mano alla visiera del cappellino per abbassarselo…In quel momento senza sapere perché si mise a ridere…Una risata cristallina, come quella di un bambino…Sanae rimase a osservarlo stupita non aveva mai sentito Genzo ridere, né tanto meno ridere così…Le si strinse il cuore.
"Genzo non mostrarmi questi aspetti del tuo carattere…O io…come faccio a non…"
- Genzo ti sei mai innamorato? -
Lui sussultò ecco lo aveva di nuovo chiamato per nome, gli piaceva il suono del suo nome sulle sue labbra:
- No… - disse lui arrossendo un poco non sapendo neppure lui perché…oppure sì?
" Sanae…Io credo di essere sul punto di innamorarmi di te…"
- Perché?
- Che domanda è, Nakazawa…-
- Una domanda è una domanda…- ribatté Sanae non sapendo neppure lei perché faceva quelle domande era assurdo farsi del male così ma era più forte di lei - Dai non mi dirai che nessuna delle tue tifose in Germania ti ha rubato il cuore…
Si strinse nelle spalle:
- No… - ripeté guardando l'acqua che scorreva nel canale - In fondo non ho mai pensato a queste cose, per me c'è sempre stato il calcio e la mia carriera…E poi non sono un tipo facile non credo che qualcuno vorrebbe o potrebbe amarmi…
"Ma ora ci sei tu…No, ma cosa sto dicendo tu sei innamorata di Tsubasa…E io me ne tornerò in Germania a dedicarmi mia carriera…Portando per sempre il ricordo del tuo sorriso…"
- Non è vero…Io credo che sarebbe molto facile amarti…Una volta imparato a guardare oltre le apparenze…- si portò una mano alla bocca stupita lei stessa di quelle parole


4.
Guardò sconsolata la pila di magliette da lavare…certo che ne sporcavano di divise quei ragazzi…ma Sanae non si arrabbiò come non si era arrabbiata per le battute di Ishizaki quel giorno…E questo aveva stupito molto Yukari Tashimoto la sua amica e manager come lei della Nankatsu ma Sanae era rimasta in silenzio di fronte alle domande insistenti dell'amica…Anche perché non avrebbe saputo neppure lei cosa rispondere…
Era un paio di giorni che era assente la sua testa pareva vagare in altri luoghi dietro chissà quali pensieri…Aveva quasi finito. Come al solito era l'ultima ad andare via…ed era rimasta sola nell'impianto dove si allenava la squadra…
Sollevò la cesta di palloni e fece per dirigersi verso il magazzino:
- Serve aiuto?- la voce di Genzo la fece sussultare e per la sorpresa inciampò rischiando di finire a terra
- E' troppo pesante per te lascia fare a me…- senza lasciarle il tempo di rispondere Genzo le prese la cesta dalle mani, nel farlo le loro dita si sfiorarono e a Sanae si accelerarono battiti del cuore…
- Grazie…- si ritrovò a balbettare
Si volse in giro un po' perplesso:
- Sei da sola anche oggi?
- Succede quasi sempre così…Avevi bisogno?
- Volevo chiederti se potevi accompagnarmi dal dottore…Il sig Mikami non c'è in questi giorni ha un incontro per la Federazione ad Hokkaido…
- Certo volentieri…Quando dovresti andare?
- Ecco se per te non si fa troppo tardi…adesso sarebbe meglio…
- Certo volentieri…
- Allora va a cambiarti che a queste cose ci penso io…
Lo osservò mentre si allontanava: indossava una maglietta nera aderente che metteva in risalto i muscoli scolpiti da anni di duro allenamento, e un paio di pantaloni bianchi, stranamente non portava il cappellino da cui avrebbe giurato non si separasse mai, e i suoi capelli ricciuti gli davano un'aria meno severa quasi sbarazzina ma soprattutto era il suo sguardo privo della difesa della visiera ad averla colpita…due occhi scuri profondi e magnetici.

Dopo la visita dal dottore Genzo propose di andare a bere qualcosa.
Poco dopo sedevano al tavolino e Sanae si chiese cosa ci faceva lì seduta davanti a Genzo, lo osservò da sopra il menù con attenzione…non che non volesse starci, al contrario, gli piaceva la sua compagnia ma quelle sensazioni erano sempre lì in agguato e diventava sempre più difficile soffocarle. Sussultò quando Genzo le rivolse la parola:
- Allora hai deciso cosa ordinare?-
Solo allora si accorse che la cameriera era ferma di fianco a lei con in mano un blocco e una matita:
- Una tonica con ghiaccio e limone…- ordinò
Quando la cameriera si allontanò Sanae rimase in silenzio ma Genzo le chiese:
- Allora hai pensato alla nostra conservazione di quel giorno? - quando lei annuì continuò - Cosa hai deciso?
- Bhè io ci ho pensato un po'…E c'è una cosa che mi piacerebbe fare…- esitò e lui la incoraggiò a parlare con un gesto così lei si fece coraggio - Vorrei studiare medicina…
Si era aspettata che ridesse o che facesse chissà quale commento sarcastico ma invece la guardò con ammirazione
- Che ramo?
Oddio a questo non aveva pensato, si strinse nelle spalle:
- Non so medicina dello sport? Infortunistica? Ortopedia? Con tutta l'esperienza che ho fatto in questi anni con Tsubasa…- buttò lì
- Già…- disse lui sollevando una mano per calarsi il cappellino sugli occhi ma incontrò solo la sua fronte, si era dimenticato che quel giorno non l'aveva messo…chissà poi perché…come se non lo sapessi gli sussurrò una vocina impertinente…
- Ma non saprei però…- stava dicendo Sanae guardando la gente che passava fuori dal locale
- Hai mai pensato di studiare all'estero…- la domanda stupì lui stesso
Lei lo guardò senza parlare, poi dopo qualche istante:
- Lasciare …il Giappone…- cominciò ma si fermò
Effettivamente non aveva nulla che la trattenesse lì, la sua famiglia certo, ma quelli erano rapporti che anche a distanza restavano…Andare via dal Giappone, vivere nuove esperienze, conoscere nuove persone…Una nuova vita…
- Perché no…- si ritrovò a mormorare
- Bene domani vedremo di informarci sulle borse di studio per l'estero e con i tuoi voti non dovrebbe essere un problema
Rimasero in silenzio qualche istante sorseggiando le loro bibite:
- Ma guardate un po' chi abbiamo qui…- la voce di Ishizaki li fece sussultare
Quando si voltarono videro che dietro di loro c'era praticamente tutta la Nankatsu al completo, Sanae sospirò ora sarebbero cominciate le solite battutine.
- Possiamo sederci con voi…- Kumi si fece largo tra i ragazzi lanciando un'occhiata a Sanae mentre trascinava Tsubasa dietro di lei. Gli stava appesa al braccio come un koala ad un albero osservò Sanae tra sé…cercando di trattenere una risata davanti all'immagine che quel pensiero spontaneo aveva evocato.
- Veramente noi stavamo andando via…- disse brusco Genzo mentre si alzava - Dobbiamo ancora andare dal dottore…
- Ma no rimanete ancora un po' siamo proprio curiosi di sapere cosa avevate da confabulare tanto voi due…sembravate così assorti
Sanae arrossì sperando che non avessero ascoltato non voleva che i suoi progetti futuri diventassero di dominio pubblico…non ancora almeno
- Perché arrossisci Sanae? - chiese Kumi attaccata al braccio di un Tsubasa del colore della brace…- mi sa che abbiamo interrotto un romantico tete a tete…Vero Tsubasa senpai …
- Questi non sono affari tuoi…- sbottò Sanae alzandosi e prendendo il suo zainetto si affiancò a Genzo per uscire dal locale lasciando tutti di sasso
- Aaah… - fece lei appena fuori dal locale - Adesso chi li sente questi non mi lasceranno più vivere…
Genzo sogghignò sottovoce.
- Cosa ridacchi, tanto tu tra poco parti e quella che resta sono io…- lo redarguì lei cercando di mantenersi seria ma il riso di lui cominciava a contagiarla
- Bhè pensa che sarà ancora per poco…E poi che ti importa di quello che pensano lasciamoglielo credere tanto anche se negassimo loro non ci crederebbero…Anzi sai che facciamo…- disse lui cingendole le spalle con un braccio avendo visto Ishizaki spiarli dalla porta del bar assieme a tutti gli altri - …ce ne andiamo a spasso come una tranquilla coppietta…
"Che importa se è per finta…Mi basta stare con te…in questi giorni di fine estate poi tutto resterà con il dolce sapore dei ricordi quando tu sarai partito per la Germania…"
"E' una pazzia Sanae…So che tu ami un altro…Ma…i tuoi gesti, i tuoi sorrisi,il tuo profumo… tutto di te farà parte delle mie memorie…Sono pronto a pagarne lo scotto e poi in fondo c'è chi è morto per molto meno…"
Si volse un poco al di sopra della spalla per vedere se i ragazzi li avessero seguiti…Ishizaki ne sarebbe stato capace…ma in mezzo alla folla non vide nessuno, sorridendo tra sé continuò a tenere il braccio attorno alle spalle di Sanae…
Fuori dal locale intanto i ragazzi stavano commentando quello che avevano appena visto:
- Le ha cinto le spalle con un braccio…
- Ma no, vedrete che c'è un'altra spiegazione…
- Io dico che stanno insieme…
- Non dite sciocchezze lo sappiamo tutti che Nakazawa è innamorata di Tsubasa…
- Ma dai non hai visto che non ha neppure reagito quando Kumi ha preso sottobraccio Tsubasa? No, no secondo me…
- Wakabayashi e Nakazawa…chi l'avrebbe mai detto…Non facevano altro che punzecchiarsi negli anni scorsi e ora se ne vanno via teneramente allacciati…
- Tu che ne dici Tsubasa…
- Perché, che dovrei dire io?- il ragazzo si riscosse dai suoi pensieri come se non avesse seguito nulla del discorso dei suoi compagni…In effetti per tutto il tempo aveva fissato il punto in cui Genzo e Sanae si erano spariti mentre una strana sensazione gli attanagliava lo stomaco ma lui non riusciva a decifrarla…Wakabayashi e Nakazawa…che effetto strano che gli faceva vederli assieme così rilassati e sorridenti sembrava avessero molte cose da dirsi chissà di cosa si trattava…
- E se li seguissimo?
- Piantala Ishizaki…


5.
Sanae stava ridendo a tal punto che cominciarono a lacrimarle gli occhi:
- Cosa c'è - le chiese Genzo
- Mi pare di sentirli sai…chissà che elucubrazioni staranno facendo…Ishizaki poi…mi stupisce che non ci abbia seguiti…
- Già credo che abbiamo dato loro un nuovo argomento di conversazione…- osservò lui unendosi alle sue risate
Erano seduti sotto uno dei ciliegi a godersi la frescura della sera:
- Non sei in ritardo vero?- chiese Genzo - Se ti va possiamo rimanere ancora un po' qui…
- Sì volentieri mi piace stare qui…
"Con te…"
- Sai…- cominciò lui passandosi una mano tra i capelli, gli sembrava strano essere senza cappellino si sentiva…vulnerabile - …Sono contento che siamo diventati amici
- Già…- Sanae chiuse gli occhi ricordandosi di tutto solo amici - anche io
"Bugia io non voglio essere solo tua amica…Genzo "
- Ricordi? Le nostre litigate ai tempi delle elementari?-
- Oddio che bambina impossibile ero, vero? Proprio un maschiaccio…
- E' vero eri un piccolo terremoto…Quando poi toccavano Tsubasa…
-…Quando è arrivato ha rivoluzionato il mio mondo completamente…da allora ho sempre assecondato le mie decisioni basandomi su di lui…Sui suoi ritmi, sui suoi tempi…allenamenti, eliminatorie, campionati, infortuni…queste erano le mie scadenze…- sembrava parlare seguendo un filo di pensieri ma si interruppe di scatto volgendosi verso di lui -…Come farò ad aver la forza di cambiare tutto questo…
Genzo non rispose lei era così vicina…Troppo vicina…si perdette nei suoi occhi…occhi nocciola che parevano inghiottirlo lasciandolo senza fiato, inconsciamente si sporse verso di lei, ora poteva sentire il suo profumo…gelsomini…si sentì stordito. Allungò una mano e le sfiorò la guancia con due dita tremanti…Lei aspettava non si stava tirando indietro il cuore di entrambi batteva all'impazzata una ridda di pensieri sconnessi attraversava le loro menti…Genzo si avvicinò ancora di più ora era a pochi centimetri dalle sue labbra…L'improvvisa risata di un bambino lo fece sussultare e si allontanò bruscamente da lei…
- La troverai dentro di te la forza…- mormorò
"Cosa stavo per fare…Sono impazzito?"
Si volse a guardarla ma lei aveva voltato il viso verso la strada per guardare il bambino passare per mano alla madre e Genzo non poteva guadarla in viso per cercare di intuire quello che poteva passarle per la testa…

Appena tornata a casa, Sanae salì di corsa nella sua stanza, al piano superiore…per fortuna non i suoi genitori non erano ancora arrivati, appena entrata si tolse il giubbotto gettandolo per terra e si buttò sul letto, stringendo il suo peluche preferito, abbandonato sulle coperte e affondando il viso nel cuscino. Il cuore le batteva ancora sembrava impazzito sentiva il volto in fiamme e lacrime di delusione le bruciavano gli occhi:
- Stava per baciarmi, forse?…oddio cerchiamo di mantenere la calma…Non può essere così, sicuramente me lo sarò immaginato…però il tocco delle sue dita sulla mia pelle era così reale…
Sanae alzò la testa, appoggiandola alle braccia incrociate sotto il mento. Le tornò in mente quello che era successo: in fondo era stato piacevole, doveva ammetterlo…Avrebbe voluto che la baciasse lo avrebbe voluto tanto, ma lui aveva detto a Tatsuo che erano solo amici. D'improvviso divenne triste…Si girò con slancio sulla schiena mettendosi a fissare il soffitto della sua camera cercando di far correre i pensieri in altre direzioni…Tsubasa…quel pensiero la colse alla sprovvista…Ma perché? Sì, stava pensando a lui… Perché ancora? Eppure aveva deciso di metterci una pietra sopra… Perché ogni volta andava a finire così?
Ancora lo immaginava…
Ancora lo sognava…a volte e quando si svegliava sentiva un dolore sordo laggiù in fondo al cuore. Un dolore che, giorno dopo giorno, si era andato affievolendo ma che i primi tempi la lasciava senza fiato, soprattutto quando ad esso seguiva il vuoto…Quando aveva saputo che da Parigi lui era volato direttamente in Brasile con Roberto si era sentita perduta, smarrita. Quel giorno era andata ad accogliere la squadra all'aeroporto e quando li aveva visti uscire dal cancello di sbarco il suo cuore si era messo a battere all'impazzata. Poi si era guardata in giro ma Tsubasa non era apparso con il suo solito sorriso che lei molte volte aveva sperato che fosse per lei ma che in realtà lui elargiva a chiunque…Nessuno aveva avuto il coraggio di dirle nulla…ma lei aveva capito…e in fondo era un po' come se se lo aspettasse. Aveva passato il pomeriggio seduta sul bordo di quel canale a guardare scorrere l'acqua senza pensare a nulla solo lasciando che quel dolore la invadesse tutta in ogni sua più piccola cellula con la speranza magari di annullarsi…Che strano anche allora era arrivato Genzo, le si era seduto accanto ed era rimasto lì con lei in silenzio per molto tempo, poi quando il sole era calato piano, si era alzato porgendole una mano e solo allora aveva detto una sola parola: " Tornerà…". Sì era vero sarebbe tornato questo lo capiva anche lei non era sparito dalla faccia della terra, ma Sanae in quel momento aveva capito che nulla sarebbe stato più come prima, che non lo avrebbe più incontrato ogni giorno, per caso, lungo la strada per andare a scuola, che non avrebbe più potuto vedere il suo sorriso e stargli accanto giorno dopo giorno…Quel giorno aveva cominciato a chiedersi cosa ne sarebbe stato di lei…E quel giorno aveva cominciato a strappare il suo ricordo dal suo cuore un pezzo alla volta cercando di allontanarlo da sé con disperazione quasi con rabbia…
Eppure…Perché le era tornato in mente Tsubasa adesso? Perché solo adesso…Certo perché adesso si rendeva veramente conto che la sua determinazione di cancellarlo dalla sua vita era stata una sorta di meccanismo perverso, che però la teneva legata al ricordo di Tsubasa forse ancora più strettamente di prima quando lo vedeva tutti i giorni perché c'era l'ansia dell'attesa di quando lui tornava dal Brasile per le pause del Campionato e quello forse era ancora peggio che il vederlo tutti i giorni…Mentre ora che aveva cominciato a prendere in considerazione l'idea di andare via lei, si sarebbe staccato per forza. Un taglio netto che la strappasse da questa realtà.
"Hai mai pensato di andare all'estero per studiare…"
La voce di Genzo le risuonava nelle orecchie come un'eco, no, non ci aveva mai pensato a dire la verità però ora che lo aveva anche solo preso in considerazione tutto assumeva una connotazione differente. Non avrebbe più aspettato il ritorno di Tsubasa, perché non ci sarebbe più stata ma questo pensiero stranamente non le era doloroso…anzi era eccitata dalla prospettiva nuova che le si apriva davanti…D'improvviso i suoi orizzonti non gli parevano più così ristretti, non c'era più una strada diritta davanti ai suoi occhi fatta di quotidianità e monotonia in attesa di cosa neppure lo sapeva. In fondo in quella situazione con Tsubasa giocava anche molto la Paura di cambiare di staccarsi da una realtà che era sicura perché conosciuta. Ora, però, le si presentava davanti una svolta, e lei non sapeva cosa c'era dietro quella curva con un fascino tutto nuovo, con nuove aspettative e promesse…
Ancora una volta era stato Genzo a darle un altro punto di vista…una nuova prospettiva. Se lui non l'avesse spinta chissà magari sarebbe rimasta per sempre a Fujisawa…Genzo…questo chiudeva il cerchio dei suoi pensieri riportandoli prepotentemente a quello che era successo quel pomeriggio sotto i ciliegi in fiori…Batticuore…No, non doveva pensarci…Eppure…gli occhi di lui sembravano in grado di inghiottirla tanto erano profondi…così scuri e capaci di incatenarla per sempre a lui e lei avrebbe voluto…
- Okay, adesso basta! - si disse Sanae, dandosi un leggero colpo alla testa - stiamo scivolando nel patetico…

Nel frattempo, anche Genzo era tornato a casa: si era seduto sul divano. Ripensò a quello che era accaduto quel pomeriggio e in quelle ultime settimane: erano accadute così tante cose… Ed erano accadute in fretta, perché lui potesse controllarle…Troppo in fretta. Sanae…era cambiata molto in quegli anni…Se la ricordava come una scatenata ragazzina, quasi pronta alla rissa…Senza che Genzo se ne accorgersene, un sorriso increspò le sue labbra, a quel ricordo: rivide Sanae aggredire verbalmente come una furia Koijiro Hiyuga perché aveva fatto un brutto fallo contro il capitano durante una partita delle qualificazioni del primo campionato nazionale che Tsubasa aveva giocato con la Nankatsu…Scoppiò a ridere lasciandosi andare contro lo schienale del divano. Ora invece era così pacata, tranquilla…certo a parte quando Ishizaki la stuzzicava…Aveva fatto bene a suggerirle di andare a studiare all'estero? Lasciare il Giappone voleva dire per lei non essere lì quando Tsubasa sarebbe tornato dal Brasile, o per quest'ultimo campionato Nazionale…forse per lei quelle cose erano importanti, troppo difficili da lasciare.
Si volse intorno a guardare la stanza: era solo, Tatsuo non era ancora rientrato da Hokkaido, la servitù aveva la serata libera e lui era lì da solo, seduto su un divano a pensare a una ragazza…che situazione strana…Il vedersi da solo in quella villa così grande, quella sera gli mise addosso,un po' di malinconia…Era sempre stato così da che ricordava: erano più i giorni che trascorreva da solo ( anche nella villa in Germania ) che non quelli che aveva compagnia, ormai c'era abituato, ma aveva la sensazione che da allora in poi tutto questo gli sarebbe pesato un po' più del solito. Perché, ora, invece mancava qualcosa…No, mancava qualcuno…mancava la risata di Sanae o anche solo la sua presenza, silenziosa al suo fianco. Avevano trascorso molto tempo insieme in quel periodo e poi quella sera dopo che i ragazzi li avevano visti al Bar e avevano cominciato a fare le loro insinuazioni, quando era uscito le aveva cinto le spalle con un braccio…Era stato bello sentire la figura minuta del corpo di lei contro di sé mentre camminavano e poi il suo calore, il profumo dei suoi capelli… E adesso, anche se poteva sembrare assurdo, anche se poteva sembrare paradossale, stava sentendo la sua mancanza. Per lui Sanae stava diventando importante…troppo importante per come era solito lui comportarsi in queste cose…Si chinò in avanti prendendosi la testa tra le mani cercando di scacciare il pensiero di lei…Niente da fare!Non riusciva a togliersi la sua immagine dalla testa, il suo sorriso, il suo profumo… Doveva risolvere la situazione. Oggi era stato un errore quello di tentare di baciarla, non avrebbe dovuto…Ma non sapeva neppure lui come ci si era trovato…Gli occhi di Sanae…gli era parso di…Si alzò bruscamente…dal divano non poteva continuare così o sarebbe impazzito…

Il resto di quell'estate era trascorso per Sanae come un sogno ovattato ne aveva ricordi vaghi immagini fissate nella memoria…molte volte Sanae si era più chiesta se non si fosse sognata tutto…se non fosse il frutto della sua immaginazione lo sguardo intenso che Genzo aveva mentre si avvicinava a lei…il suo profumo, quel profumo di muschio…ogni volta che lo sentiva nell'aria mentre camminava per strada il suo viso le si parava davanti…con quegli occhi scuri profondi e magnetici…quel sorriso…e poi quella risata…
Gli ultimi giorni poi erano volati, Genzo aveva recuperato completamente l'infortunio e presto troppo presto era arrivato il momento in cui era ripartito per la Germania…Non avevano più parlato di quello che era successo quel giorno sotto i ciliegi…E poi cosa c'era da dire? Sanae aveva fatto domanda per le borse di studio all'estero, con i suoi voti le aveva assicurato il preside non avrebbe avuto problemi ad ottenerle e forse avrebbe anche avuto la possibilità di scegliere la destinazione…Per sfidare il Destino e senza dire nulla a Genzo ne aveva fatta una anche all'Università di Amburgo…dove i criteri di ammissione erano veramente duri…
" Attenta a quello che desideri…Perché potresti rischiare di ottenerlo…" si era detta sorridendo quando aveva consegnato tutti i documenti al preside

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