1.
Sanae si alzò dal letto guardando la foto sul suo comodino:
ritraeva lei e la squadra della Nankatsu alla vittoria del loro primo
campionato Nazionale
Erano passati tanti anni oramai. La vita
era proseguita come sempre scandita dalle abitudini quotidiane
.Aveva
11 anni allora
Secoli fa.
I ragazzi oramai avevano preso strade diverse: Tsubasa era a giocare
in Brasile ( anche se era tornato per conseguire il diploma e giocare
l'ultimo campionato nazionale con la maglia della Nankatsu ), Genzo
ad Amburgo, Taro in Francia. E lei?
Come tutte le mattine Sanae si diresse a scuola
quello sarebbe
stato l'anno degli esami e lei doveva decidere cosa fare di una cosa
era certa non voleva certo stare per tutta la vita all'ombra di Tsubasa
"Boru wa Tomodachi" Ozora
ad aspettare, che cosa poi,
si chiese
Dopo tutti quegli anni che cosa aspettava ancora
Arrivò al campo per prima come sempre e si diresse verso la
lavanderia per preparare le divise dei ragazzi
Ben presto arrivarono
tutti gli altri e per Sanae cominciò il solito tran - tran
che le impediva di pensare:
-Ehi Mister, posso aggiungermi alla allegra compagnia? - domandò
a un certo punto una voce conosciuta attirando la sua attenzione mentre
affettava i limoni da mettere nel miele; uscì facendo capolino
dalla porta e davanti a lei vide la figura di spalle di un ragazzo
con l'inconfondibile cappellino che stava salutando gli altri componenti
della squadra:
-Allora ragazzi è molto che non ci si vede vero?-
-W
Wakabayashi!!!!- esclamarono in coro tutti i componenti della
squadra correndogli incontro Il S.G.G.K. li salutò uno ad uno,
non risparmiando battutine e commenti ironici come era il suo solito:
-Ah ragazzi vedo che non siete cambiati per niente vero? -
Tutti avevano ritrovato il buonumore dopo l'arrivo di Genzo, ora la
prospettiva di cominciare gli allenamenti non era più così
pesante.
Sanae arrivò in quel momento portando una pila di asciugamani
e dicendo:
- Già Wakabayashi kun
ogni scusa è buona per interrompere
gli allenamenti
Sentendo la voce alle sue spalle Genzo si voltò di scatto verso
Sanae e la guardò con aria interrogativa stringendo gli occhi
dal momento che il sole dietro di lei gli picchiava negli occhi:
-Scusa ma tu chi saresti?-
La ragazza era stata colta di sorpresa da questa domanda, non si aspettava
che Genzo non si ricordasse di lei:
-Ah..Wakabayashi kun, ecco veramente non credevo di essere cambiata
così tanto dall'ultima volta, ma anche se non mi vesto più
da maschiaccio e ho i capelli leggermente più lunghi
-
Il ragazzo si mostrò stupito:
- Sanae
manager Nakazawa
- Una bambolina al SGGK
- disse Hishizaki sorridendo
Genzo era rimasto stupito
Sanae era così cambiata
era
diversa da quella volta da quando lui l'aveva trovata in lacrime seduta
a guardare il canale, lo ricordava bene dove aveva incontrato Tsubasa
per la prima volta investendolo perché aveva fatto cadere Manabu
nel fiume. Genzo si era seduto vicino a lei e le era rimasto seduto
accanto senza parlare e quando le aveva teso la mano per aiutarla
ad alzarsi le aveva detto solo, "Tornerà"
Già
ma tutti cambiano in tre anni
gli fece notare una vocina impertinente
nella sua testa:
- Ehi Genzo
.- lo richiamò Mamoru - vieni andiamo ad allenarci
un po' assieme come ai vecchi tempi
Il portiere si riscosse accorgendosi che da quando lei gli era apparsa
davanti non aveva smesso di fissarla, Sanae ora lo stava guardando
interrogativamente ed era arrossita leggermente. Borbottando qualcosa
si diresse verso la porta aggiustandosi il cappellino sugli occhi
Sanae si fermò qualche istante ad osservare i ragazzi allenarsi
Era
bello vederli di nuovo quasi tutti assieme ( mancava solo Taro Misaki
).
La Nankatsu al completo
Certo quelle erano occasioni rare ora
che Tsubasa giocava stabilmente in Brasile e tornava solo per le pause
del campionato come in quel periodo. Anche se per il prossimo anno
aveva ottenuto da Roberto di tornare in Giappone per giocare l'ultimo
campionato Nazionale e prendere il diploma
Già il diploma
Quell'anno sarebbe stato l'anno decisivo per tutti
Avrebbero
preso ognuno la propria strada che li avrebbe portati chissà
dove
Questo pensiero la riportò ad una domanda che le
girava da tempo in testa: e lei?Cosa avrebbe fatto lei?Cosa voleva
fare della sua vita?
Quando più tardi gli allenamenti terminarono i ragazzi si salutarono
dandosi appuntamento per l'indomani mattina alla stessa ora poi andarono
via a gruppetti. Sanae si era trattenuta fino a tardi per sistemare
degli scatoloni in magazzino, quando si accorse che né Yumiko,
né Kumi avevano fatto il bucato con le divise e gli asciugamani.
Brontolando fra sé per il fatto che avrebbe fatto tardi anche
quella sera si diresse a passo deciso verso gli spogliatoi e senza
pensarci aprì di scatto la porta, gli spogliatoi erano deserti
i ragazzi erano già andati a casa tutti lasciando gli asciugamani
e le divise sparse per il pavimento in un disordine spaventoso. Cominciò
a raccoglierle con rapidità, forse se si sbrigava riusciva
a stendere il bucato così almeno per l'indomani mattina sarebbe
stato asciutto. Stava per uscire con le braccia cariche di asciugamani
quando un rumore attirò la sua attenzione alzò la testa
e si trovò di fronte Genzo che era appena uscito dalla doccia
Rimasero
per qualche istante a fissarsi.
Indossava un asciugamano stretto in vita, il petto leggermente bagnato
e il corpo statuario
Con i capelli in disordine era veramente
seducente
Sanae
si riscosse a quel pensiero
balbettando parole incomprensibili
uscì precipitosamente dalla stanza richiudendosi la porta alle
spalle e arrossendo violentemente
Un po' colto alla sprovvista Genzo non aveva avuto il tempo di reagire
poi si lasciò sfuggire una risata nervosa sentendosi per la
prima volta in imbarazzo
Quando Sanae ebbe sistemato le ultime cose, e steso
il bucato si affrettò ad uscire per tornare a casa con sorpresa
vide la figura di Genzo appoggiata alla rete di recinzione intento
a prendere a calci i sassolini
- Wakabayashi kun
- lei arrossì di nuovo mentre si avvicinava
- Mi dispiace per prima
io..
Genzo le rispose:
- Lascia stare
Non è successo nulla
- ma vedendo
che lei continuava a tenere gli occhi bassi le posò una mano
sulla spalla
Quel contatto la rassicurò un pochino ma non riusciva ancora
a guardarlo in viso:
- Ascolta Nakazawa
mi occorre il tuo aiuto
- Dimmi Wakabayashi kun
cosa posso fare per te?
- Bhè ecco avrei bisogno di un favore
- Se posso volentieri
Lei sollevò lo sguardo e lui continuò:
- Dovresti aiutarmi con la fasciatura in questi giorni
- alzando
il braccio destro
Solo allora Sanae si accorse che Genzo aveva il mignolo fasciato
- Ma Wakabayashi kun
ti sei allenato con un dito rotto
!!!-
esclamò Sanae con tono di rimprovero.
- Bhè non proprio
mi sono limitato ad osservare. E il
mister mi ha detto che potrei chiederti aiuto anche per gli allenamenti,
sempre se non ti pesa troppo
Tatsuo in questo periodo è
impegnato con la Federazione Giovanile
-
- No, spiegami di che tipo di assistenza hai bisogno e lo farò
volentieri
-
Genzo continuava a tenerle la mano sulla spalla Sanae non riusciva
a capire ma la sensazione di pace e tranquillità che l'aveva
invasa
era piacevole:
- Scusa ma perché sei ancora qui?- Genzo si guardò in
giro aspettandosi di vedere Kumi o Yumiko raggiungere Sanae
- Avevo del lavoro da finire..
- Ma Kumi e Yumiko
?
- Loro vanno a casa quando vanno i ragazzi e anche io di solito, ma
oggi avevano dimenticato di fare il bucato
- arrossì di
nuovo - è per questo che
- Lascia stare
- Genzo fece un gesto con la mano per interromperla
- Ma tu vai a casa da sola?
Si strinse nelle spalle:
- Bhè sì
-
- Ti accompagno allora
- disse un po' bruscamente
La sua proposta la lasciò stupita e tentò di protestare:
- Ma Wakabayashi tu abiti dall'altra parte della città
Non ci fu verso di rifiutare, e Sanae si stupì mentre camminava
verso casa sua chiacchierando di come anche l'imbarazzo per l'incidente
di prima fosse passato:
- E' per questo che sei tornato dalla Germania? - gli domandò
lei a un certo punto indicando il braccio con la mano fasciata
- Devo riprendermi da questo leggero infortunio in allenamento
nulla
di grave una frattura al 3° e 4° metacarpo del mignolo della
mano sinistra
parando il Fire Shot di Schneider
Sanae sorrise:
- Lo hai fermato?
Lui sollevò la mano infortunata:
- Puoi dubitarne?
- Già dimenticavo: " potete tirare da qualsiasi posizione
tanto non segnerete
" - Sanae incrociò le braccia
al petto e imitò il tono di Genzo così come glielo aveva
sentito dire molte volte a Tsubasa o a Koijiro durante le poche partite
che gli aveva visto giocare
- Mi stai facendo il verso per caso, Nakazawa?
- No, per niente
- ribatté lei con finta innocenza
Scoppiarono a ridere entrambi:
- Quanto ti fermerai?
- Fino alla fine dell'estate
credo
- si fermò un
istante poi proseguì - Come va con Tsubasa?
- Ah
questo non lo so proprio
- sbottò la ragazza
d'un tratto con tutta l'amarezza accumulata in quei giorni poi arrossì
imbarazzata della sua sciocca reazione
Più che vederlo Sanae percepì lo sguardo perplesso di
Genzo
-Io...ecco
- balbettò quasi seguendo il filo dei suoi
pensieri degli ultimi giorni - Sono anni che aspetto
cosa poi?
Che si accorga di me
E intanto la mia vita scivola - si passò
una mano tra i capelli e sospirò - In fondo lui è partito
per il Brasile
Ha la sua vita
Ora va e viene
E io ora
che cosa faccio? Sono sempre qui quando torna ma mi sembra sempre
di essere alla sua ombra
Ad aspettare come una brava amica, manager,
infermiera che lui smetta di avere sempre il pallone in testa
Ma
lo capirà mai?
Genzo ascoltò in silenzio quelle parole con attenzione poi
disse:
- Sai credo che il punto sia proprio quello
Il fatto che per
lui la tua presenza sia scontata
- Pensavo che dopo la sua partenza per il Brasile
Ci ho provato
con tutta me stessa ero sicura che sarei riuscita a dimenticarlo ma
quando
è tornato
Tutto è ricominciato allo stesso modo
lo
stesso meccanismo perverso
ma adesso sono stanca
- Forse dovresti cominciare a pensare di dare una svolta alla tua
vita, indipendentemente da Tsubasa Ozora. Nessuno si aspetta da te
che tu faccia da martire a Mister Indecisione
O peggio che tu
regoli la tua vita sulle sue aspettative o sogni
Non credo che
il tuo sogno sia vincere la Coppa del Mondo con la Nazionale Giapponese
O
mi sbaglio?
- Scherzi - disse lei sorridendo - non ho mai sognato altro che alzare
al cielo la Coppa del Mondo
-
- Oppure prova a prendere in mano la situazione ci hai mai pensato?-
Genzo era divertito dal tono di Sanae
- Tipo saltargli addosso? - Sanae si mise un dito sulle labbra facendosi
pensierosa
- Bhè no, forse rimarrebbe un po' traumatizzato visto il suo
livello di timidezza
-
Sorrisero entrambi ma poi Genzo si fece improvvisamente serio e continuò:
- No, a parte gli scherzi
Nakazawa. Credo che sia giunto il momento
per te di prendere in mano la tua vita o quanto meno cominciare a
pensare a cosa vuoi fare Tu
Sanae Nakazawa. Non la manager della
Nankatsu
o peggio l'infermiera di Tsubasa
Avrai un sogno,
un aspirazione che non sia quella di occuparti di Tsubasa Ozora mentre
gioca a calcio per il resto della tua vita
Erano intanto giunti al cancello di casa di Sanae. Genzo la salutò
dandole appuntamento l'indomani al campo per cominciare i suoi allenamenti.
Poi si incamminò verso casa sua e Sanae rimase per qualche
istante a guardare la sua figura di spalle che si allontanava
Giunto
in fondo alla strada lui si volse ancora una volta indietro e la salutò
con un gesto del braccio sano
lei rispose al saluto poi rientrò
in casa arrossendo un poco per il fatto che lui l'avesse sorpresa
a fissarlo.
Mentre si concedeva un lungo bagno rilassante Sanae ripensò
alle parole di Genzo. Un sogno tutto suo da coltivare giorno per giorno
e da cui trarre la forza per andare avanti nei momenti di sconforto
Bhè
sì un sogno lo aveva che risaliva a quando era bambina
lo
ricordava ancora, prima che l'arrivo di Tsubasa travolgesse tutta
la sua vita e la sua quotidianità
ma ne sarebbe stata
in grado? Avrebbe avuto il coraggio di portarlo avanti fino in fondo?Ma
forse aveva ragione Genzo.
2.
I giorni seguenti Sanae fu molto impegnata a seguire le indicazioni
del Sig Mikami per gli allenamenti di Genzo e la cosa l'aveva sorpresa,
in tutti quegli anni non si era mai fermata a considerare quanto dura
fosse la preparazione atletica per un portiere e Genzo era davvero
instancabile
Era capace di correre o dedicarsi al rafforzamento
delle gambe per ore con attenzione quasi maniacale
Sanae adesso
capiva il perché di quel fisico scultoreo che aveva visto quel
giorno
Arrossì a quel pensiero:
- Manager Nakazawa
- la voce di Tsubasa - Stai bene? Mi sembri
un po' rossa in viso
Si accorse di sussultare più per la sorpresa che per l'emozione:
- Ozora kun
- dannazione a lui perché aveva il vizio di
arrivarle alle spalle silenzioso come un gatto? - No, sto bene sono
solo un po' accaldata
dimmi ti serviva qualcosa? - a dire la
verità un po' si sentiva in colpa per averlo trascurato in
quei giorni ma l'impegno con Genzo le occupava molto tempo, tra sedute
in palestra e visite dal medico.
- Sì mi servirebbe una divisa pulita ce ne sono? - la guardava
sorridendo come aveva sempre fatto forse non se ne era neppure accorto
della sua assenza
- Posso guardare nella lavanderia
ma ieri non l' ho fatto io
il bucato perché ho accompagnato Wakabayashi kun dal dottore
- Come sta il dito di Genzo?
- Il dottore dice che la frattura si sta saldando senza problemi,
se continua così prima della fine dell'estate potrebbe tornare
tra i pali
- Ne sono felice
Così potrà presto tornare in Germania
"Io no perché questo vorrebbe dire non poter stare più
così tanto con lui
"
Sanae si stupì di quel pensiero e non rispose
- Dev'essere impaziente di ritornare a giocare nel campionato
Così
come lo sono io di tornare in Brasile da Roberto
Genzo che arrivava in quel momento per la sua sessione di allenamenti
udì le ultime parole di Tsubasa e vide il dolore dipingersi
sul volto di Sanae
Gli si strinse il cuore:
- Scusa Ozora kun vado subito a prenderti la divisa pulita
-
si volse allontanandosi di corsa passando di fianco a Genzo a testa
bassa ma il ragazzo vide lo stesso le lacrime spuntare dai suoi occhi.
Fece per fermarla ma capì che forse voleva restare da sola
e lui si ritrovò a stringere il pugno sentendosi impotente
Tsubasa lo aspettava fermo nello stesso punto con l'aria di chi non
si è accorto di nulla, si volse verso di lui con un sorriso:
- Allora Genzo come stai?
- Bene - bofonchiò lui cercando di reprimere l'istinto di prenderlo
a cazzotti su quel bel faccino angelico ma come faceva a essere così
stupido?
- Oh ne sono felice chissà come sei impaziente
- cominciò
Tsubasa ma Genzo ormai non lo ascoltava più perso in un groviglio
di pensieri
"Sono sicuro che Sanae aspetta solo che tu ti decida
ma
tu non lo fai e te ne stai lì a guardarmi con quella faccia
serena. Hai appena ferito una persona stupenda senza rendertene conto
Eppure
io vorrei
ma come posso
E poi perché mi ritrovo a
pensare queste cose? Genzo da quando in qua ti preoccupi così
tanto per una ragazza
Si direbbe che tu sia attratto da lei
No
ma cosa mi ritrovo a pensare
Sto uscendo di testa
Sicuramente
è questo caldo
Eppure
"
Tsubasa intanto lo guardava stupito Genzo pareva perso in un mondo
tutto suo, la classica espressione del tipo "che diavolo ci faccio
io qui" non faceva di lui certo l'immagine dell'entusiasmo. Chissà
a cosa stava pensando
Ma tutto era celato dietro quei suoi impenetrabili
occhi neri sotto la visiera del suo cappellino con quell'aria tipicamente
strafottente e a Tsubasa non passava neppure per la testa di fare
una qualsiasi domanda.
Sanae intanto nel locale lavanderia cercava di recuperare
un minimo di controllo
"Perché deve farmi così male il pensiero che Genzo
torni in Germania?Certo in questi giorni lui ha mostrato un aspetto
del suo carattere che mi era sconosciuto
In fondo non è
quel ragazzo burbero e scontroso sempre sulle sue che vuol far credere
E
questo nuovo Genzo
mi piace
molto anche
"
Ecco qual'era il punto
si disse Sanae:
- Ma brava Sanae
dalla padella nella brace
- mormorò
uscendo dalla lavanderia e tornando verso il campo
Intanto i ragazzi si erano presi una pausa dall'allenamento dal momento
che l'allenatore si era allontanato per qualche minuto. Kumi e Yukari
stavano distribuendo gli asciugamani. Tsubasa e Genzo erano in mezzo
al gruppo
Sanae si ritrovò a considerarli da lontano
guardò
prima Tsubasa: sempre sorridente così ingenuo a volte quasi
irritante ammise con sé stessa quasi infantile nei suoi modi
Genzo
invece
"Mi piace" . Semplice. Ma anche il complicato
presupposto ad una serie di considerazioni che lei non era pronta
ad affrontare, né sapeva se in fondo voleva farlo davvero,
forse era meglio lasciare tutto così in quella realtà
conosciuta e facile da controllare piuttosto che lasciare quelle sensazioni
libere di sbocciare. Si avvicinò a loro cercando di frenare
il battito furioso del suo cuore, senza però riuscirci
Ecco
ora Genzo si sarebbe voltato verso di lei e le avrebbe sorriso
No,
Genzo si era voltato ma sul suo volto non c'era alcun sorriso
Era
una maschera impenetrabile invece
Si sentì trafiggere
il cuore da una morsa di gelo e il batticuore di poco prima divenne
quasi doloroso:
- Manager Nakazawa, allora hai trovato la divisa?- la voce allegra
di Tsubasa le era quasi insopportabile in quel momento, divisa? Quale
divisa?
- No non l' ho trovata - mormorò evitando di guardare nella
direzione del portiere, a dire la verità non l'aveva neppure
cercata persa com'era nelle sue considerazioni. Ma ora perché
Genzo aveva quello sguardo così distante? Cosa era successo?
Era forse colpa sua?:
- Ma Sanae
- intervenne Kumi - Le ho messe io sul ripiano in
alto in lavanderia
Te ne vado a prendere una io Tsubasa senpai
- e si precipitò verso la direzione da cui era arrivata
Sanae senza aspettare risposta
- Ora ne vedremo delle belle
- si lasciò sfuggire Ishizaki
ma rimase deluso vedendo che Sanae non reagiva in alcun modo anzi
pareva non essersi neppure accorta di quello che aveva detto Kumi.
- Mi dispiace Wakabayashi kun sono in ritardo - disse Sanae avvicinandosi
al portiere che continuava a fissarla con quello sguardo indecifrabile
sotto la visiera e le braccia incrociate sul petto
- Non importa andiamo
- rispose con voce incolore incamminandosi
verso le macchine per il suo allenamento.
- Ehi Wakabayashi kun
non è una schiavista la nostra Sanae?
-
Questo era troppo per Sanae ed era anche una buona scusa per scaricare
tutta la tensione che gli stava montando dentro rischiando di fuoriuscire
in un fiume di lacrime. Si volse come una furia verso Ishizaki ma
una voce alle sue spalle la precedette e la lasciò ancora più
confusa di quanto non fosse già:
- No, per niente. Anzi trovo vergognoso che con tutto quello che lei
fa per voi da quanti anni ? Sette se non mi sbaglio, nessuno di voi
-
si mise a fissare Tsubasa - abbia ancora imparato a darle il valore
che merita
Sanae si voltò a guardare Genzo ma questo si era già
girato dall'altra parte e ripreso la sua strada verso i suoi attrezzi
Lei
lo seguì piano lasciando gli altri ragazzi della squadra letteralmente
allibiti per ciò che Genzo aveva detto, quel silenzio innaturale
fu rotto dalla voce di Kumi:
- Tsubasa senpai ecco la tua divisa
Genzo Wakabayashi si sentiva lo sguardo di Sanae sulla
schiena ma evitava di voltarsi per guardarla
Cosa gli era saltato
in mente di dire quella cose? Il fatto era che non sopportava come
tutti trattavano Sanae
pareva che tutti dipendessero da lei per
ogni cosa ma poi al momento dei conti erano capaci solo di prenderla
in giro o lamentarsi
"No ad essere completamente sincero, dillo che ad irritarti è
stato il comportamento di Tsubasa
con quel suo sorriso da ebete
gli avrei spaccato quel bel faccino
"
- Wakabayashi - kun
tutto bene
-la voce di Sanae lo riscosse
dai suoi propositi omicidi
Si volse a guardarla:
- Sì Nakazawa, tutto bene. -
- Genzo ecco
io volevo
volevo ringraziarti
- mormorò
lei balbettando e guardandosi la punta delle scarpe da ginnastica.
- Mnpff
- borbottò lui distogliendo lo sguardo - Era ora
che qualcuno glielo dicesse a quegli ingrati
Su ora riprendiamo
gli allenamenti devo ancora fare tutte le serie di esercizi per le
gambe e poi chi lo sente Tatsuo se trascuro la riabilitazione
-
si volse e finalmente le sorrise
lei sentì sciogliersi
il cuore
A questo punto Sanae fece qualcosa di assolutamente illogico ( almeno
si ripeté più tardi quando ci ripensò arrossendo
per la sua audacia ) che stupì più lei stessa che Genzo.
Si avvicinò a lui e sollevandosi sulle punte dei piedi gli
sfiorò la guancia con un bacio
Fu avvolta dal suo profumo:
un profumo che le fece venire in mente i boschi bui e profondi
un
aroma di muschio. Chiuse gli occhi lasciando che le sue labbra indugiassero
qualche secondo più del dovuto sulla guancia di lui leggermente
ruvida per via della barba
Poi si staccò da lui e corse
via:
- Vado a prepararti le fette di limone
Stava lì fermo come pietrificato incapace di muoversi
Si
portò una mano al viso accarezzandosi la guancia dove lei poco
prima aveva posato le sue labbra
gli pareva di sentirne ancora
la morbidezza e il tepore assieme al tocco dei suoi capelli che lo
avevano sfiorato
E poi l'aveva chiamato per nome
La voce
di Tatsuo Mikami lo fece sussultare:
- Si batte la fiacca Genzo?-
- Tatsuo cosa fai qui? - gli domandò sperando che non avesse
assistito alla scena di poco prima
- Sono venuto a vedere i tuoi progressi. Mi ha chiamato il presidente
dell' Amburgo
voleva sapere come procede la ripresa del suo portiere
titolare
Quest'anno avrete una stagione molto intensa con campionato
e Champions Leagues
- Gli hai detto che sto bene? E che sarò pronto a giocare dalla
prima partita di campionato?
- Certo Genzo - Tatsuo si guardò in giro - e il resto?
- Non capisco cosa vuoi dire?- Genzo scrutò il suo tutore cercando
di scoprire se avesse per caso assistito al bacio di Sanae ma lo sguardo
di Tatsuo Mikami era nascosto dietro gli immancabili occhiali da sole
- Genzo ascolta io voglio solo essere certo che tu capisca la situazione
Quest'
anno è la tua occasione
Comincerai a giocare in prima
squadra assieme a Schneider e poi ci saranno i mondiali tra qualche
anno
- Ehi Tatsuo che ti prende lo sai che mi sono impegnato sempre al
massimo
- Lo so Genzo e voglio che sia sempre così
- Allora ci hai visti? - chiese il ragazzo
- Sì ero qui
Certo Nakazawa è una bella ragazza
- Tatsuo, puoi frenare i tuoi timori
- disse Genzo ostentando
una sicurezza che era ben lontano dal provare - Ma io e Sanae siamo
amici e quel bacio non significava niente di quello che pensi tu
- O.K. Genzo io ho ritenuto giusto parlartene
Riprendi pure i
tuoi allenamenti
Si volse e si allontanò lasciando Genzo ancora pensieroso.
"Genzo spero proprio che tu riesca a pensare solo agli allenamenti
Bhè
forse è inutile preoccuparsi tanto alla fine dell'estate torniamo
in Germania
Speriamo che i danni siano contenibili e recuperabili
almeno
E che nessuno debba soffrirne troppo
"
Tatsuo Mikami girato l'angolo si fermò incrociando Sanae Nakazawa
ferma dietro l'angolo, pareva persa in chissà quali pensieri.
Fece per dirle qualcosa ma lei si riscosse quasi si fosse resa conto
solo ora di dove si trovasse:
- Ah sig Mikami potrebbe portare lei a Genzo queste fette di limone?
- gli disse porgendogli il piatto che teneva in mano - Io dovrei andare
a casa non mi sento molto bene
- Certo
- mentre la osservava allontanarsi si trovò a
sperare che non fosse troppo tardi per nessuno dei due
Non sapeva
perché ma era certo che avesse ascoltato il suo discorso con
Genzo
Che razza di idea gli era venuta suggerendo al mister di
affiancare a Genzo una delle manager, dal momento che lui era impegnato
con la Federazione e Katagiri e non poteva certo seguirlo durante
la riabilitazione
Nakazawa era parsa a tutti e due la migliore
visto che si era già occupata di seguire Ozora infortunato
Aveva
sbagliato completamente
Non aveva calcolato l'imprevisto
3.
Si fermò lungo il viale dei ciliegi sedendosi sotto uno degli
alberi lasciando che il vento le scompigliasse i capelli
e sperando
che si portasse via un po' di quel dolore
Il cuore le faceva male ma non perché per arrivare fin lì
aveva corso più forte che poteva fino a rimanere senza fiato
no
era un dolore sordo sottile e lacerante che la lasciava quasi esausta.
Cosa diavolo le era saltato in mente di baciarlo su una guancia
"Diamine Sanae hai la capacità di ficcarti nelle situazioni
più spinose neanche te le cercassi con il lanternino
Volevi
dimenticare Tsubasa
E ti vai a
" .
Si fermò un istante spaventata lei stessa da quello che stava
per dire
."Che mi sta succedendo
Perché ora lo vedo
così diverso dal solito eppure è sempre Genzo
Il
bambino arrogante e presuntuoso con cui non facevo altro che litigare
allora e che mi metteva quasi in soggezione
No non è così
lui è diverso da allora e anche io
Che strano" .
Eppure sapeva che non era così in quei giorni mentre parlavano
durante le pause degli esercizi di riabilitazione aveva potuto scorgere
il vero Genzo non quello che si nascondeva dietro la visiera del cappellino
ma
una persona sensibile e molto diversa dall'immagine che dava di sé
Sanae
venne colta dal panico. Aveva Paura
Paura di iniziare a provare
qualcosa per Genzo
Ma non lo stava già provando?E che
ci sarebbe stato di male le chiese una vocina insistente nel fondo
del suo cuore
ma lei decise di ignorarla..Fino a quando però
ci sarebbe riuscita?
"Ma io e Sanae siamo solo amici e quel bacio non significa nulla
di quello che pensi tu"
E poi lui era stato chiaro parlando con Tatsuo
solo amici
amici
Quella
parola le risuonava in testa come un'eco assordante
Raccolse
le ginocchia al petto e si tappò le orecchie con le mani ma
inutilmente
rimase così per alcuni istanti fino a che
non si calmò. Basta doveva reagire
Solo amici va bene
avrebbe soffocato tutto quanto e si sarebbe impegnata nel suo ruolo
di manager fino alla sua partenza
poi si sarebbe dedicata al
nuovo sogno che si stava lentamente delineando nella sua mente. Avrebbe
preso in mano la sua vita
senza lasciare che fossero gli altri
a guidare le sue giornate o le sue decisioni
Si alzò in piedi dirigendosi verso casa cominciando a fare
progetti
Sussultò quando lo vide venire verso di sé
correndo indossava una tuta scura, il solito cappellino calato sugli
occhi e un asciugamano al collo:
- Wakabayashi kun - disse, a gran voce, richiamando l'attenzione del
ragazzo che correva, lui sentendosi chiamare si fermò, e non
poté fare a meno di sussultare quando se la trovò davanti
perché stava pensando proprio a lei chiedendosi come mai fosse
andata a casa così all'improvviso lasciando a Tatsuo il piatto
dei limoni.
- Nakazawa! - esclamò però con entusiasmo - Ma non eri
andata a casa?
- Solo un mal di testa. Nulla di grave
Mi sono rilassata qui
all'ombra e ora sto bene
- disse lei sorridendogli a sua volta
e avvicinandosi mentre sentiva che i suoi buoni propositi si dissolvevano
come neve al sole di fronte al calore di quel sorriso - Correvi?
Lui annuì
- Devo recuperare la forma tra poco torno in Germania. Quest'anno
sarà un anno importante
Sai comincio a giocare in prima
squadra
-
-Ne sono lieta
- disse semplicemente lei senza aggiungere altro
perché il pensiero che lui presto sarebbe partito la fece sentire
improvvisamente triste.
Dopo qualche secondo di imbarazzante silenzio, all'unisono, esclamarono:
- Proseguiamo insieme? - Risero, guardandosi e arrossendo. Poi, in
silenzio, proseguirono la strada nella direzione che stava percorrendo
Genzo. Sanae respirò l'aria a pieni polmoni poi come se niente
fosse aveva messo le braccia attorno al braccio sinistro di Genzo,
che le camminava accanto con le mani nelle tasche dei pantaloni. Continuarono
a camminare per un po' silenziosi ognuno perso in chissà quali
pensieri simili ma ignoti all'altro. Dopo qualche tempo arrivarono
in fondo al viale. A quel punto Sanae si staccò dal braccio
di Genzo e corse avanti.
-Sediamoci un po' in riva al fiume! - rise, allargando le braccia
e facendo un giro su sé stessa
"Al diavolo voglio godermi tutto finché dura, la sua compagnia
i suoi sorrisi
"
Il vento le scompigliava i capelli e faceva cadere petali dei ciliegi
dagli alberi facendoli vorticare tutt'attorno. Genzo sorridendo si
ritrovò a pensare:
"E' stupenda."
- Dovunque tu voglia. - le rispose lui così piano che lei non
l'udì né vide lo sguardo con cui la stava fissando
Si sedettero sul prato di fronte al canale. Sanae aveva le braccia
intorno alle ginocchia. Genzo guardava l'acqua con lo sguardo perso
evitando di concentrarsi sulle sensazioni che la sua vicinanza le
provocava, mentre il vento continuava a soffiare leggero.
- Quando torni in Germania?
- dopo qualche minuto Sanae ruppe
il silenzio
- Presto
Ormai la frattura al mignolo si è completamente
saldata
E poi non vedo l'ora di cominciare a giocare nella Bundesliga.
- Non senti mai nostalgia di casa
Voglio dire del Giappone
Si era stretto nelle spalle:
- Non saprei non sono abituato a pensarci
In fondo ormai sono
tanti anni che vivo ad Amburgo con Tatsuo
- Ma non senti mai la mancanza dei tuoi genitori
- solo dopo
aver pronunciato quelle parole Sanae si morse le labbra e aggiunse
-
mi dispiace non volevo essere invadente
- Sapeva che
Genzo non parlava volentieri di queste cose
- Non ti devi scusare. - la rassicurò lui - ormai ci sono abituato
Sono
anni che loro vivono in giro per l'Europa e si fanno sentire solo
per le feste e per il mio compleanno
Anzi a volte mi stupisco
che se ne ricordino
Non credo che gli importi molto di me in
fondo
Ho sempre vissuto solo in quella grande villa sia qui che
in Germania, i miei sempre in giro per affari mi affidavano a uno
stuolo di domestici insegnanti e precettori e tornavano solo per pochi
giorni
-
Sanae gli si avvicinò un po' :
- Che ne sai? - chiese Sanae - Io invece credo che ti vogliano bene.
Sai a volte dimostrare ciò che si prova è molto difficile
quando le persone le abbiamo vicine figuriamoci se stiamo lontani
Dovresti
dargli una possibilità non credi
magari potrebbero stupirti
- Genzo la guardò un po' dubbioso
- Credo che tutto questo mi abbia fatto crescere dentro una tale rabbia
e rancore
ciò che io volevo era la loro costante presenza
Ma
ho trascorso la mia infanzia in completa solitudine diventando un
bambino forte, va bene, ma fondamentalmente egoista, arrogante e presuntuoso
- Tu non sei così in realtà
Ti nascondi dietro
quell'immagine come celi le tue emozioni con la visiera del cappello
- Non mi nascondo dietro il cappello! - il suo tono era un po' aggressivo
- Ti conosco sai?E ho avuto modo di osservarti in questi giorni
Molti
dei tuoi atteggiamenti sono maschere che indossi per proteggerti dalla
paura di soffrire
Non vuoi affezionarti agli altri e per questo
li tieni lontani da te con battutine e osservazioni sarcastiche
Ti
trinceri dietro l'immagine del "statemi lontani tanto a me non
piace nessuno" ma in realtà hai bisogno dell'affetto e
dell'appoggio degli altri più di quanto tu stesso sei disposto
ad ammettere
-la ragazza tacque guardandolo di sottecchi temendo
di aver esagerato
Genzo non rispose continuava a tenere gli occhi bassi e sentendo lo
sguardo di lei su di sé portò istintivamente la mano
alla visiera del cappellino per abbassarselo
In quel momento
senza sapere perché si mise a ridere
Una risata cristallina,
come quella di un bambino
Sanae rimase a osservarlo stupita non
aveva mai sentito Genzo ridere, né tanto meno ridere così
Le
si strinse il cuore.
"Genzo non mostrarmi questi aspetti del tuo carattere
O
io
come faccio a non
"
- Genzo ti sei mai innamorato? -
Lui sussultò ecco lo aveva di nuovo chiamato per nome, gli
piaceva il suono del suo nome sulle sue labbra:
- No
- disse lui arrossendo un poco non sapendo neppure lui
perché
oppure sì?
" Sanae
Io credo di essere sul punto di innamorarmi di te
"
- Perché?
- Che domanda è, Nakazawa
-
- Una domanda è una domanda
- ribatté Sanae non
sapendo neppure lei perché faceva quelle domande era assurdo
farsi del male così ma era più forte di lei - Dai non
mi dirai che nessuna delle tue tifose in Germania ti ha rubato il
cuore
Si strinse nelle spalle:
- No
- ripeté guardando l'acqua che scorreva nel canale
- In fondo non ho mai pensato a queste cose, per me c'è sempre
stato il calcio e la mia carriera
E poi non sono un tipo facile
non credo che qualcuno vorrebbe o potrebbe amarmi
"Ma ora ci sei tu
No, ma cosa sto dicendo tu sei innamorata
di Tsubasa
E io me ne tornerò in Germania a dedicarmi
mia carriera
Portando per sempre il ricordo del tuo sorriso
"
- Non è vero
Io credo che sarebbe molto facile amarti
Una
volta imparato a guardare oltre le apparenze
- si portò
una mano alla bocca stupita lei stessa di quelle parole
4.
Guardò sconsolata la pila di magliette da lavare
certo
che ne sporcavano di divise quei ragazzi
ma Sanae non si arrabbiò
come non si era arrabbiata per le battute di Ishizaki quel giorno
E
questo aveva stupito molto Yukari Tashimoto la sua amica e manager
come lei della Nankatsu ma Sanae era rimasta in silenzio di fronte
alle domande insistenti dell'amica
Anche perché non avrebbe
saputo neppure lei cosa rispondere
Era un paio di giorni che era assente la sua testa pareva vagare in
altri luoghi dietro chissà quali pensieri
Aveva quasi
finito. Come al solito era l'ultima ad andare via
ed era rimasta
sola nell'impianto dove si allenava la squadra
Sollevò la cesta di palloni e fece per dirigersi verso il magazzino:
- Serve aiuto?- la voce di Genzo la fece sussultare e per la sorpresa
inciampò rischiando di finire a terra
- E' troppo pesante per te lascia fare a me
- senza lasciarle
il tempo di rispondere Genzo le prese la cesta dalle mani, nel farlo
le loro dita si sfiorarono e a Sanae si accelerarono battiti del cuore
- Grazie
- si ritrovò a balbettare
Si volse in giro un po' perplesso:
- Sei da sola anche oggi?
- Succede quasi sempre così
Avevi bisogno?
- Volevo chiederti se potevi accompagnarmi dal dottore
Il sig
Mikami non c'è in questi giorni ha un incontro per la Federazione
ad Hokkaido
- Certo volentieri
Quando dovresti andare?
- Ecco se per te non si fa troppo tardi
adesso sarebbe meglio
- Certo volentieri
- Allora va a cambiarti che a queste cose ci penso io
Lo osservò mentre si allontanava: indossava una maglietta nera
aderente che metteva in risalto i muscoli scolpiti da anni di duro
allenamento, e un paio di pantaloni bianchi, stranamente non portava
il cappellino da cui avrebbe giurato non si separasse mai, e i suoi
capelli ricciuti gli davano un'aria meno severa quasi sbarazzina ma
soprattutto era il suo sguardo privo della difesa della visiera ad
averla colpita
due occhi scuri profondi e magnetici.
Dopo la visita dal dottore Genzo propose di andare a
bere qualcosa.
Poco dopo sedevano al tavolino e Sanae si chiese cosa ci faceva lì
seduta davanti a Genzo, lo osservò da sopra il menù
con attenzione
non che non volesse starci, al contrario, gli
piaceva la sua compagnia ma quelle sensazioni erano sempre lì
in agguato e diventava sempre più difficile soffocarle. Sussultò
quando Genzo le rivolse la parola:
- Allora hai deciso cosa ordinare?-
Solo allora si accorse che la cameriera era ferma di fianco a lei
con in mano un blocco e una matita:
- Una tonica con ghiaccio e limone
- ordinò
Quando la cameriera si allontanò Sanae rimase in silenzio ma
Genzo le chiese:
- Allora hai pensato alla nostra conservazione di quel giorno? - quando
lei annuì continuò - Cosa hai deciso?
- Bhè io ci ho pensato un po'
E c'è una cosa che
mi piacerebbe fare
- esitò e lui la incoraggiò
a parlare con un gesto così lei si fece coraggio - Vorrei studiare
medicina
Si era aspettata che ridesse o che facesse chissà quale commento
sarcastico ma invece la guardò con ammirazione
- Che ramo?
Oddio a questo non aveva pensato, si strinse nelle spalle:
- Non so medicina dello sport? Infortunistica? Ortopedia? Con tutta
l'esperienza che ho fatto in questi anni con Tsubasa
- buttò
lì
- Già
- disse lui sollevando una mano per calarsi il cappellino
sugli occhi ma incontrò solo la sua fronte, si era dimenticato
che quel giorno non l'aveva messo
chissà poi perché
come
se non lo sapessi gli sussurrò una vocina impertinente
- Ma non saprei però
- stava dicendo Sanae guardando la
gente che passava fuori dal locale
- Hai mai pensato di studiare all'estero
- la domanda stupì
lui stesso
Lei lo guardò senza parlare, poi dopo qualche istante:
- Lasciare
il Giappone
- cominciò ma si fermò
Effettivamente non aveva nulla che la trattenesse lì, la sua
famiglia certo, ma quelli erano rapporti che anche a distanza restavano
Andare
via dal Giappone, vivere nuove esperienze, conoscere nuove persone
Una
nuova vita
- Perché no
- si ritrovò a mormorare
- Bene domani vedremo di informarci sulle borse di studio per l'estero
e con i tuoi voti non dovrebbe essere un problema
Rimasero in silenzio qualche istante sorseggiando le loro bibite:
- Ma guardate un po' chi abbiamo qui
- la voce di Ishizaki li
fece sussultare
Quando si voltarono videro che dietro di loro c'era praticamente tutta
la Nankatsu al completo, Sanae sospirò ora sarebbero cominciate
le solite battutine.
- Possiamo sederci con voi
- Kumi si fece largo tra i ragazzi
lanciando un'occhiata a Sanae mentre trascinava Tsubasa dietro di
lei. Gli stava appesa al braccio come un koala ad un albero osservò
Sanae tra sé
cercando di trattenere una risata davanti
all'immagine che quel pensiero spontaneo aveva evocato.
- Veramente noi stavamo andando via
- disse brusco Genzo mentre
si alzava - Dobbiamo ancora andare dal dottore
- Ma no rimanete ancora un po' siamo proprio curiosi di sapere cosa
avevate da confabulare tanto voi due
sembravate così assorti
Sanae arrossì sperando che non avessero ascoltato non voleva
che i suoi progetti futuri diventassero di dominio pubblico
non
ancora almeno
- Perché arrossisci Sanae? - chiese Kumi attaccata al braccio
di un Tsubasa del colore della brace
- mi sa che abbiamo interrotto
un romantico tete a tete
Vero Tsubasa senpai
- Questi non sono affari tuoi
- sbottò Sanae alzandosi
e prendendo il suo zainetto si affiancò a Genzo per uscire
dal locale lasciando tutti di sasso
- Aaah
- fece lei appena fuori dal locale - Adesso chi li sente
questi non mi lasceranno più vivere
Genzo sogghignò sottovoce.
- Cosa ridacchi, tanto tu tra poco parti e quella che resta sono io
-
lo redarguì lei cercando di mantenersi seria ma il riso di
lui cominciava a contagiarla
- Bhè pensa che sarà ancora per poco
E poi che
ti importa di quello che pensano lasciamoglielo credere tanto anche
se negassimo loro non ci crederebbero
Anzi sai che facciamo
-
disse lui cingendole le spalle con un braccio avendo visto Ishizaki
spiarli dalla porta del bar assieme a tutti gli altri -
ce ne
andiamo a spasso come una tranquilla coppietta
"Che importa se è per finta
Mi basta stare con te
in
questi giorni di fine estate poi tutto resterà con il dolce
sapore dei ricordi quando tu sarai partito per la Germania
"
"E' una pazzia Sanae
So che tu ami un altro
Ma
i
tuoi gesti, i tuoi sorrisi,il tuo profumo
tutto di te farà
parte delle mie memorie
Sono pronto a pagarne lo scotto e poi
in fondo c'è chi è morto per molto meno
"
Si volse un poco al di sopra della spalla per vedere se i ragazzi
li avessero seguiti
Ishizaki ne sarebbe stato capace
ma
in mezzo alla folla non vide nessuno, sorridendo tra sé continuò
a tenere il braccio attorno alle spalle di Sanae
Fuori dal locale intanto i ragazzi stavano commentando quello che
avevano appena visto:
- Le ha cinto le spalle con un braccio
- Ma no, vedrete che c'è un'altra spiegazione
- Io dico che stanno insieme
- Non dite sciocchezze lo sappiamo tutti che Nakazawa è innamorata
di Tsubasa
- Ma dai non hai visto che non ha neppure reagito quando Kumi ha preso
sottobraccio Tsubasa? No, no secondo me
- Wakabayashi e Nakazawa
chi l'avrebbe mai detto
Non facevano
altro che punzecchiarsi negli anni scorsi e ora se ne vanno via teneramente
allacciati
- Tu che ne dici Tsubasa
- Perché, che dovrei dire io?- il ragazzo si riscosse dai suoi
pensieri come se non avesse seguito nulla del discorso dei suoi compagni
In
effetti per tutto il tempo aveva fissato il punto in cui Genzo e Sanae
si erano spariti mentre una strana sensazione gli attanagliava lo
stomaco ma lui non riusciva a decifrarla
Wakabayashi e Nakazawa
che
effetto strano che gli faceva vederli assieme così rilassati
e sorridenti sembrava avessero molte cose da dirsi chissà di
cosa si trattava
- E se li seguissimo?
- Piantala Ishizaki
5.
Sanae stava ridendo a tal punto che cominciarono a lacrimarle gli
occhi:
- Cosa c'è - le chiese Genzo
- Mi pare di sentirli sai
chissà che elucubrazioni staranno
facendo
Ishizaki poi
mi stupisce che non ci abbia seguiti
- Già credo che abbiamo dato loro un nuovo argomento di conversazione
-
osservò lui unendosi alle sue risate
Erano seduti sotto uno dei ciliegi a godersi la frescura della sera:
- Non sei in ritardo vero?- chiese Genzo - Se ti va possiamo rimanere
ancora un po' qui
- Sì volentieri mi piace stare qui
"Con te
"
- Sai
- cominciò lui passandosi una mano tra i capelli,
gli sembrava strano essere senza cappellino si sentiva
vulnerabile
-
Sono contento che siamo diventati amici
- Già
- Sanae chiuse gli occhi ricordandosi di tutto solo
amici - anche io
"Bugia io non voglio essere solo tua amica
Genzo "
- Ricordi? Le nostre litigate ai tempi delle elementari?-
- Oddio che bambina impossibile ero, vero? Proprio un maschiaccio
- E' vero eri un piccolo terremoto
Quando poi toccavano Tsubasa
-
Quando è arrivato ha rivoluzionato il mio mondo completamente
da
allora ho sempre assecondato le mie decisioni basandomi su di lui
Sui
suoi ritmi, sui suoi tempi
allenamenti, eliminatorie, campionati,
infortuni
queste erano le mie scadenze
- sembrava parlare
seguendo un filo di pensieri ma si interruppe di scatto volgendosi
verso di lui -
Come farò ad aver la forza di cambiare
tutto questo
Genzo non rispose lei era così vicina
Troppo vicina
si
perdette nei suoi occhi
occhi nocciola che parevano inghiottirlo
lasciandolo senza fiato, inconsciamente si sporse verso di lei, ora
poteva sentire il suo profumo
gelsomini
si sentì
stordito. Allungò una mano e le sfiorò la guancia con
due dita tremanti
Lei aspettava non si stava tirando indietro
il cuore di entrambi batteva all'impazzata una ridda di pensieri sconnessi
attraversava le loro menti
Genzo si avvicinò ancora di
più ora era a pochi centimetri dalle sue labbra
L'improvvisa
risata di un bambino lo fece sussultare e si allontanò bruscamente
da lei
- La troverai dentro di te la forza
- mormorò
"Cosa stavo per fare
Sono impazzito?"
Si volse a guardarla ma lei aveva voltato il viso verso la strada
per guardare il bambino passare per mano alla madre e Genzo non poteva
guadarla in viso per cercare di intuire quello che poteva passarle
per la testa
Appena tornata a casa, Sanae salì di corsa nella
sua stanza, al piano superiore
per fortuna non i suoi genitori
non erano ancora arrivati, appena entrata si tolse il giubbotto gettandolo
per terra e si buttò sul letto, stringendo il suo peluche preferito,
abbandonato sulle coperte e affondando il viso nel cuscino. Il cuore
le batteva ancora sembrava impazzito sentiva il volto in fiamme e
lacrime di delusione le bruciavano gli occhi:
- Stava per baciarmi, forse?
oddio cerchiamo di mantenere la
calma
Non può essere così, sicuramente me lo sarò
immaginato
però il tocco delle sue dita sulla mia pelle
era così reale
Sanae alzò la testa, appoggiandola alle braccia incrociate
sotto il mento. Le tornò in mente quello che era successo:
in fondo era stato piacevole, doveva ammetterlo
Avrebbe voluto
che la baciasse lo avrebbe voluto tanto, ma lui aveva detto a Tatsuo
che erano solo amici. D'improvviso divenne triste
Si girò
con slancio sulla schiena mettendosi a fissare il soffitto della sua
camera cercando di far correre i pensieri in altre direzioni
Tsubasa
quel
pensiero la colse alla sprovvista
Ma perché? Sì,
stava pensando a lui
Perché ancora? Eppure aveva deciso
di metterci una pietra sopra
Perché ogni volta andava
a finire così?
Ancora lo immaginava
Ancora lo sognava
a volte e quando si svegliava sentiva un dolore
sordo laggiù in fondo al cuore. Un dolore che, giorno dopo
giorno, si era andato affievolendo ma che i primi tempi la lasciava
senza fiato, soprattutto quando ad esso seguiva il vuoto
Quando
aveva saputo che da Parigi lui era volato direttamente in Brasile
con Roberto si era sentita perduta, smarrita. Quel giorno era andata
ad accogliere la squadra all'aeroporto e quando li aveva visti uscire
dal cancello di sbarco il suo cuore si era messo a battere all'impazzata.
Poi si era guardata in giro ma Tsubasa non era apparso con il suo
solito sorriso che lei molte volte aveva sperato che fosse per lei
ma che in realtà lui elargiva a chiunque
Nessuno aveva
avuto il coraggio di dirle nulla
ma lei aveva capito
e in
fondo era un po' come se se lo aspettasse. Aveva passato il pomeriggio
seduta sul bordo di quel canale a guardare scorrere l'acqua senza
pensare a nulla solo lasciando che quel dolore la invadesse tutta
in ogni sua più piccola cellula con la speranza magari di annullarsi
Che
strano anche allora era arrivato Genzo, le si era seduto accanto ed
era rimasto lì con lei in silenzio per molto tempo, poi quando
il sole era calato piano, si era alzato porgendole una mano e solo
allora aveva detto una sola parola: " Tornerà
".
Sì era vero sarebbe tornato questo lo capiva anche lei non
era sparito dalla faccia della terra, ma Sanae in quel momento aveva
capito che nulla sarebbe stato più come prima, che non lo avrebbe
più incontrato ogni giorno, per caso, lungo la strada per andare
a scuola, che non avrebbe più potuto vedere il suo sorriso
e stargli accanto giorno dopo giorno
Quel giorno aveva cominciato
a chiedersi cosa ne sarebbe stato di lei
E quel giorno aveva
cominciato a strappare il suo ricordo dal suo cuore un pezzo alla
volta cercando di allontanarlo da sé con disperazione quasi
con rabbia
Eppure
Perché le era tornato in mente Tsubasa adesso?
Perché solo adesso
Certo perché adesso si rendeva
veramente conto che la sua determinazione di cancellarlo dalla sua
vita era stata una sorta di meccanismo perverso, che però la
teneva legata al ricordo di Tsubasa forse ancora più strettamente
di prima quando lo vedeva tutti i giorni perché c'era l'ansia
dell'attesa di quando lui tornava dal Brasile per le pause del Campionato
e quello forse era ancora peggio che il vederlo tutti i giorni
Mentre
ora che aveva cominciato a prendere in considerazione l'idea di andare
via lei, si sarebbe staccato per forza. Un taglio netto che la strappasse
da questa realtà.
"Hai mai pensato di andare all'estero per studiare
"
La voce di Genzo le risuonava nelle orecchie come un'eco, no, non
ci aveva mai pensato a dire la verità però ora che lo
aveva anche solo preso in considerazione tutto assumeva una connotazione
differente. Non avrebbe più aspettato il ritorno di Tsubasa,
perché non ci sarebbe più stata ma questo pensiero stranamente
non le era doloroso
anzi era eccitata dalla prospettiva nuova
che le si apriva davanti
D'improvviso i suoi orizzonti non gli
parevano più così ristretti, non c'era più una
strada diritta davanti ai suoi occhi fatta di quotidianità
e monotonia in attesa di cosa neppure lo sapeva. In fondo in quella
situazione con Tsubasa giocava anche molto la Paura di cambiare di
staccarsi da una realtà che era sicura perché conosciuta.
Ora, però, le si presentava davanti una svolta, e lei non sapeva
cosa c'era dietro quella curva con un fascino tutto nuovo, con nuove
aspettative e promesse
Ancora una volta era stato Genzo a darle un altro punto di vista
una
nuova prospettiva. Se lui non l'avesse spinta chissà magari
sarebbe rimasta per sempre a Fujisawa
Genzo
questo chiudeva
il cerchio dei suoi pensieri riportandoli prepotentemente a quello
che era successo quel pomeriggio sotto i ciliegi in fiori
Batticuore
No,
non doveva pensarci
Eppure
gli occhi di lui sembravano in
grado di inghiottirla tanto erano profondi
così scuri
e capaci di incatenarla per sempre a lui e lei avrebbe voluto
- Okay, adesso basta! - si disse Sanae, dandosi un leggero colpo alla
testa - stiamo scivolando nel patetico
Nel frattempo, anche Genzo era tornato a casa: si era
seduto sul divano. Ripensò a quello che era accaduto quel pomeriggio
e in quelle ultime settimane: erano accadute così tante cose
Ed erano accadute in fretta, perché lui potesse controllarle
Troppo
in fretta. Sanae
era cambiata molto in quegli anni
Se la
ricordava come una scatenata ragazzina, quasi pronta alla rissa
Senza
che Genzo se ne accorgersene, un sorriso increspò le sue labbra,
a quel ricordo: rivide Sanae aggredire verbalmente come una furia
Koijiro Hiyuga perché aveva fatto un brutto fallo contro il
capitano durante una partita delle qualificazioni del primo campionato
nazionale che Tsubasa aveva giocato con la Nankatsu
Scoppiò
a ridere lasciandosi andare contro lo schienale del divano. Ora invece
era così pacata, tranquilla
certo a parte quando Ishizaki
la stuzzicava
Aveva fatto bene a suggerirle di andare a studiare
all'estero? Lasciare il Giappone voleva dire per lei non essere lì
quando Tsubasa sarebbe tornato dal Brasile, o per quest'ultimo campionato
Nazionale
forse per lei quelle cose erano importanti, troppo
difficili da lasciare.
Si volse intorno a guardare la stanza: era solo, Tatsuo non era ancora
rientrato da Hokkaido, la servitù aveva la serata libera e
lui era lì da solo, seduto su un divano a pensare a una ragazza
che
situazione strana
Il vedersi da solo in quella villa così
grande, quella sera gli mise addosso,un po' di malinconia
Era
sempre stato così da che ricordava: erano più i giorni
che trascorreva da solo ( anche nella villa in Germania ) che non
quelli che aveva compagnia, ormai c'era abituato, ma aveva la sensazione
che da allora in poi tutto questo gli sarebbe pesato un po' più
del solito. Perché, ora, invece mancava qualcosa
No, mancava
qualcuno
mancava la risata di Sanae o anche solo la sua presenza,
silenziosa al suo fianco. Avevano trascorso molto tempo insieme in
quel periodo e poi quella sera dopo che i ragazzi li avevano visti
al Bar e avevano cominciato a fare le loro insinuazioni, quando era
uscito le aveva cinto le spalle con un braccio
Era stato bello
sentire la figura minuta del corpo di lei contro di sé mentre
camminavano e poi il suo calore, il profumo dei suoi capelli
E adesso, anche se poteva sembrare assurdo, anche se poteva sembrare
paradossale, stava sentendo la sua mancanza. Per lui Sanae stava diventando
importante
troppo importante per come era solito lui comportarsi
in queste cose
Si chinò in avanti prendendosi la testa
tra le mani cercando di scacciare il pensiero di lei
Niente da
fare!Non riusciva a togliersi la sua immagine dalla testa, il suo
sorriso, il suo profumo
Doveva risolvere la situazione. Oggi
era stato un errore quello di tentare di baciarla, non avrebbe dovuto
Ma
non sapeva neppure lui come ci si era trovato
Gli occhi di Sanae
gli
era parso di
Si alzò bruscamente
dal divano non poteva
continuare così o sarebbe impazzito
Il resto di quell'estate era trascorso per Sanae come
un sogno ovattato ne aveva ricordi vaghi immagini fissate nella memoria
molte
volte Sanae si era più chiesta se non si fosse sognata tutto
se
non fosse il frutto della sua immaginazione lo sguardo intenso che
Genzo aveva mentre si avvicinava a lei
il suo profumo, quel profumo
di muschio
ogni volta che lo sentiva nell'aria mentre camminava
per strada il suo viso le si parava davanti
con quegli occhi
scuri profondi e magnetici
quel sorriso
e poi quella risata
Gli ultimi giorni poi erano volati, Genzo aveva recuperato completamente
l'infortunio e presto troppo presto era arrivato il momento in cui
era ripartito per la Germania
Non avevano più parlato
di quello che era successo quel giorno sotto i ciliegi
E poi
cosa c'era da dire? Sanae aveva fatto domanda per le borse di studio
all'estero, con i suoi voti le aveva assicurato il preside non avrebbe
avuto problemi ad ottenerle e forse avrebbe anche avuto la possibilità
di scegliere la destinazione
Per sfidare il Destino e senza dire
nulla a Genzo ne aveva fatta una anche all'Università di Amburgo
dove
i criteri di ammissione erano veramente duri
" Attenta a quello che desideri
Perché potresti rischiare
di ottenerlo
" si era detta sorridendo quando aveva consegnato
tutti i documenti al preside