UNA VITA NORMALE


UN NUOVO ALUNNO

 

Da quanto tempo stesse aspettando questo momento, forse neppure lui lo sapeva, sembrava che per tutta la vita non avesse atteso altro.
Eppure mentre si avvicinava a quella che sarebbe diventata la sua scuola, Ryo non si sentiva più poi così tanto sicuro di aver fatto la scelta giusta. Forse avrebbe dovuto dar retta ai suoi compagni, forse avrebbe fatto meglio a tornare a casa, forse...ma da molto tempo aveva imparato che di forse non si va avanti, ormai aveva fatto la sua scelta e come sempre neppure questa volta si sarebbe tirato indietro. Gli mancava solo un anno, voleva portarlo a termine, nonostante tutto quello che era successo, nonostante l'obbligo di vigilare e proteggere il mondo dal male...ma non poteva passare tutta la sua vita ad aspettare.
Passò indifferente attraverso il mercato cittadino, ma neppure il rumore della folla riusciva a distrarlo dai mille pensieri che gli affollavano la mente. Ormai mancava davvero pochissimo. Cosa lo aspettava? Sarebbe riuscito ad andare d'accordo con ragazzi e ragazze della sua stessa età, ma di certo molto meno maturi di lui,? Perché era cresciuto in fretta, eppure aveva tanta voglia di normalità!
"Rassegnati Ryo... non potrai mai essere come gli altri, non possiamo permettercelo..." Le parole di Sami, precise e lapidarie come al solito, ancora risuonavano nelle sue orecchie: possibile che nessuno di loro riuscisse a capirlo? E come potevano? Ognuno aveva una famiglia a cui fare riferimento ,mentre lui, aveva solo loro. Solo Simo dimostrava di pensarla come lui, ma ormai questo aveva poca importanza.
Senza neanche accorgersene si ritrovò di fronte al grande portone di entrata, emise un profondo respiro e varcò la soglia...

"Da quest'anno avrete un nuovo compagno: classe, vi presento Ryo Sanada, Ryo, ecco la tua nuova classe!"
Alle parole del professore tutti erano ammutoliti, presi a scrutare il nuovo compagno. Ryo si sentiva molto a disagio, sapeva che avrebbe dovuto dire qualcosa, ma cosa...
Fece un profondo inchino e attacco:
"Piacere di conoscervi, mi chiamo Ryo ..."
Durante il breve discorso di presentazione si sentiva un vero idiota, ogni parola che pronunciava sembrava la meno adeguata, ma cosa dire, come comportarsi.
Quando ebbe finito cominciò a guardarsi attorno, a scrutare le facce di chi aveva di fronte.
" Bene Ryo, spero che potrai trovarti bene tra noi, ora prendi posto".
Ok, ed ora? C'erano due o tre posti liberi in aula...dove andare? Passò tra i banchi e scelse il primo posto libero che incontrò.
"Piacere di conoscerti" Ryo si voltò in direzione della voce che l'aveva salutato, piacevolmente sorpreso "Mi chiamo Amina e a quanto pare sono la tua nuova compagna di banco!"
Amina...che bel nome, che bella voce...che bella ragazza! Gli occhi ambrati tendenti al verde, i capelli di un castano chiaro che luccicavano di luce propria e le ricadevano sulle spalle formando grossi boccoli, e il sorriso...era così affascinato che non si accorse di starla fissando.
"Hey! Ci sei? Sembra che tu abbia visto un fantasma!" Lo guardava incuriosita, sempre sorridendo.
"Io...scu...scusa" rispose balbettando "ero 'sovrappensiero' ( che cosa stupida che ho detto) il piacere è tutto mio (e questo è proprio vero)" gli sorrise e prese ad ascoltare la lezione, anche se non molto attentamente.
Poi un suo compagno, dietro di lui, gli picchietto sulla spalla con una matita per attirare la sua attenzione, si girò e questo gli disse: " Hey amico, ti capisco sai?! E' davvero molto bella, ma sta' attento, potresti scottarti"
"Ti ringrazio per l'avvertimento (anche se l'ultima cosa di cui ho paura sono le fiamme!)" Rideva tra se a quell'ultimo pensiero, poi cercò di motivare l'avvertimento del compagno, ma alla fine decise di non pensarci, dopotutto aveva solo notato la sua bellezza, non provava niente per le.
Il resto della giornata trascorse tranquillo. Durante l'intervallo si presentò meglio ai suoi compagni, tutti molto ansiosi di conoscerlo, soprattutto le ragazze. Ciò lo stupì: non si era mai reso conto di esercitare un certo fascino su di loro, in realtà non ne aveva avuto l'occasione, non aveva frequentato molta gente nell'ultimo periodo.
Sorprendeva le sue compagne a guardarlo con aria trasognata, e se da un lato ciò lo divertiva dall'altro lo metteva a disagio.
La giornata scolastica passò in fretta, fin troppo in fretta per Ryo.
Non voleva ancora lasciare l'aula e non sapeva il perché, qualcosa lo tratteneva.
"Ciao Ryo, a domani" Amina lo salutava mentre si dirigeva verso la porta, e questo gli spiacque - ma che diavolo ti prende Ryo!?- pensò tra se - non pretenderai mica che lei resti qui? E poi a che scopo, non ha niente a che fare te - si sentiva uno stupido.
Quando tutti ebbero lasciato l'aula, si diresse anche lui verso l'uscita. Stava stilando mentalmente il resoconto della giornata quando, giunto sulla soglio dell'uscita, vide qualcosa che gli fece fremere il cuore ! Amina abbracciata ad un ragazzo! E lui la baciava teneramente!
Non si era mai sentito in quel modo...le gambe gli tremavano, sudava freddo, fremiti di rabbia e di dolore percuotevano il suo corpo. Cercò di ritornare in se, ma sembrava aver perso il controllo. Era quello forse amore? Bhe, se era così, lui non lo voleva, non voleva saperne!
Mentre Ryo cercava di raccogliere i cocci della sua ragione e del suo orgoglio, Amina lo vide e lo chiamò:
"Ryo! Vieni!" ...cosa fare? Non avrebbe sopportato anche questo. Si fece coraggio e si diresse verso di loro.
Amina le venne incontro e lo prese per un braccio.
"Vieni! Ti presento il mio ragazzo, Mark"
"Ciao Ryo, piacere di conoscerti, Amina mi stava parlando proprio di te" - a me non sembrava che steste parlano- pensò Ryo sconsolato, poi salutò:
"Piacere mio" e questa volta non era vero " scusate, ma ora devo andare" la sua voce era atonale. Si divincolò delicatamente dalla presa di Amina, le fece un sorriso forzato e si avviò verso casa. Non appena voltato l'angolo, cominciò a correre a perdifiato, cercando di liberarsi dal peso che lo opprimeva, dalle ombre che lo inseguivano e che sembravano volessero fargli perdere la ragione.
Giunto nei pressi del laghetto, a meno di un chilometro da casa, si fermò, cercando di ritornare in se: non voleva farsi vedere così dai suoi compagni.
"Maledizione Ryo!" si diceva "che ti sta succedendo?!". Si sedette vicino alla riva, gli occhi fissi sulle acque placide, quasi a cercare in esse le risposte...o forse le domande?!
Come poteva provare qualcosa del genere per una ragazza che neppure conosceva? Conosceva a malapena il suo nome...ma quegli occhi! Doveva togliersela dalla testa, doveva smettere di pensare a lei...dopotutto l'aveva appena conosciuta, non poteva essere così difficile.
Questi pensieri riuscirono a sollevarlo un po', quindi si diresse verso casa.


"Ciao Mark, di vediamo domani"
"Ok" il ragazzo era un po' deluso "sicura che non vuoi uscire stasera?" domandò con aria supplichevole
"Ti prego, non fare così" le disse Amina dolcemente "stasera non mi va, ti prometto che usciremo domani. Non essere arrabbiato, abbiamo passato insieme tutta l'estate, non morirai se non ci vediamo per una sera!" Gli sorrise e lo baciò teneramente sulla guancia.
"Non sono arrabbiato, è che non riesco a stare per troppo tempo lontano da te. Ci vediamo domani allora. Ciao amore" e si allontanò

Finalmente sola!
Chiuse a chiave la porta dietro di se e si diresse verso la sua camera. Aveva bisogno di riposarsi...no...doveva riflettere! Doveva capire cosa gli stava succedendo, il perché di quel turbinio di sensazioni, di dubbi che l'avevano accompagnata per tutto il giorno.
Chi era quel ragazzo? Ryo Sanada...era sicura di non averlo mai visto, ma allora perché per tutto il giorno non aveva fatto altro che pensare a lui... ai suoi occhi...al modo in cui la guardava? Quegli occhi color del mare in tempesta, ma che emanavano un calore ed un'energia incredibile! Si sentiva fremere a quei pensieri...perché le stava succedendo? Non aveva mai avuto dubbi sul suo amore per Mark, ma per lui non aveva mai provato qualcosa di simile.
Povero Mark! Per tutto il giorno si era dimostrata fredda e distaccata nei suoi confronti, sempre con la testa fra le nuvole.
Non riusciva davvero a pensare ad altro!
E poi...quell'espressione...l'espressione di Ryo quando l'aveva chiamato per presentargli Mark...sembrava terribilmente scosso, e anche lei era rimasta ferita, come se lo stesse tradendo...
Perché?
Che stupida che era...davvero pensava che Ryo aveva provato le sue stesse emozioni?
Conosceva a malapena il suo nome...doveva essersi sbagliata...tutto le sembrava un grosso errore, e la sua mente cercava in tutti i modi di convincerla a distoglierla da quei pensieri.
Decise di non pensarci più.
Si alzò dal letto e si diresse a fare la doccia...come le piaceva la sensazione dell'acqua calda sulla sua pelle! Sua madre continuava a dirle che prima o poi si sarebbe ustionata, ma per lei era così...piacevole.
Avrebbe voluto condividere quella sensazione con...no, non con Mark...con Ryo! Sentiva di desiderarlo profondamente.
Scosse violentemente la testa cercando di allontanare quei pensieri, ma l'acqua calda acuiva ancora di più il desiderio, così si rilassò assaporando il tocco delle gocce bollenti sulla sua pelle ,seguendone le scie con la mente, lasciandosi avvolgere da esse, mentre i suoi pensieri tornavano a Ryo.
Appena uscita dalla doccia si asciugò, si coprì con l'accappatoio e andò ad adagiarsi sul letto.
Si rannicchiò tra le coperte e si addormentò...così.
La mattina dopo era euforica, anche e cercava di non pensare al motivo di quell'euforia...lo avrebbe rivisto...sapeva che doveva dimenticarlo...ma riusciva a pensare solo al fatto che lo avrebbe rivisto.
"Ciao mamma! Io vado..."
"Ma come? Non aspetti MarK?"
Mark!!! Lo aveva completamente dimenticato! Come aveva potuto? Erano insieme da più di un anno , ed ora lei lo aveva tralasciato come la più insignificante delle questioni...per qualcuno che conosceva a malapena... e che probabilmente non la considerava neppure. Si sentiva un verme.
Dopo qualche minuto bussarono ala porta!
"Buongiorno amore mio!" era lui...forza Amina...torna te stessa.
Gli sorrise e lui si chinò per baciarla, ma lei si voltò istintivamente mostrandole la guancia. Lui la baciò con dolcezza, ma non poteva non notare l'espressione di dolore impressa sul suo volto.
Per qualche istante rimasero a fissarsi cercando ognuno le risposte negli occhi dell'altro.
Amina avrebbe voluto chiedergli scusa, ma non sapeva cosa inventarsi per giustificarsi.
Poi Mark le sorrise e disse "Vogliamo andare? Altrimenti farai tardi".
Lei annuì cercando di sorridere il più teneramente possibile.

 

Indice Capitoli - Capitolo 2