UNA VITA NORMALE
QUELLA RISATA
Prefazione: lo so, lo so...è una lagna, ma purtroppo soffro della sindrome di Romeo e Giulietta: grande amore nato all'improvviso; miriadi di ostacoli da superare ecc, ecc. Per fortuna adoro i lieti fini, se no ci sarebbe da spararsi...
Nel frattempo, in un'altra dimensione, Arago stava escogitando il modo per tornare
sulla terra e farla pagare ai samurai...se è vero che il bene vince sempre,
è anche vero che il male non muore mai. [So che la storia dell'altra
dimensione è davvero demenziale, ma non sapevo da dove farlo sbucare
fuori, e questa è la prima cosa che mi è venuta in mente...non
mi sono impegnata tanto? Avete ragione! Ma prendetela per buona NdS]
"Quei maledetti! Me la pagheranno! Pensano di avermi distrutto completamente,
invece io esisto ancora! Io sono l'incarnazione del male, finchè il male
esisterà, io non posso morire. E di male al mondo ce n'è ancora
troppo perché quelli sciocchi ragazzini possano sperare di fermarmi definitivamente.
Radunerò le forze delle tenebre attorno a me.
Ho ancora le armature dei demoni del male dalla mia parte,[So anche che tutti
i demoni e le armature alla fine erano ritornate dalla parte del bene, ma a
me serviva così, mi sono presa una sorta di licenza poetica...ho esagerato?
Avete ancora ragione! Vebbè, sta venendo uno scifo...sigh T_T...NdS]
grazie al loro aiuto mi impossesserò del potere delle cinque armature
e potrò tornare sulla terra, per conquistarla!
Samurai, state in guardia!"
Mentre Arago studiava i dettagli del suo piano malefico, i demoni del male,
dimentichi del loro passato e dell'influenza di Arago sulle loro menti, conducevano
una vita del tutto normale.
"Krana, Rasta e Kratos! Io vi ridarò i vostri poteri, e voi tornerete
ad essere emissari del male, per quanto riguarda l'armatura del demone supremo,
troverò qualcuno più degno di te, Demon, ormai nel tuo cuore non
c'è neppure un briciolo di oscurità.
La mia abilità nel sostituirti ti stupirà! HA!HA!HA!HA"
Ryo si sveglio di soprassalto...che incubo tremendo...quella risata malvagia
che risuonava nelle sue orecchie, non poteva essere solo un sogno, era sveglio
eppure ne sentiva ancora l'eco, non ricordava assolutamente nulla, se non quella
risata cupa e roboante!
Era solo un brutto sogno, non poteva essere altrimenti.
Si alzò dal divano visibilmente turbato, ma la sua espressione era poco
diversa da quella che aveva da un paio di giorni, quindi i suoi amici non ci
fecero caso.
Quella sera, a cena, nessuno aveva voglia di parlare, si sentivano solo i mugolii
di piacere che Shido emetteva tra un boccone e l'atro.
Ryo poi non mangiò affatto, eseguì i suoi consueti esercizi, fece
una doccia e si butto sul letto...si sentiva improvvisamente vecchio e stanco.
Tutti erano seriamente preoccupati per lui
"Cosa può averlo ridotto così?" Chiese Kimo, pensieroso.
"Forse avrà fatto indigestione hehehehe!" rispose Shido, continuando
a rimpinzarsi.
"Si, di aria" Simo era di sicuro il più preoccupato "è
da ieri che non tocca cibo"
"Gli passerà" Kimo era sempre fiducioso, poi aveva sempre stimato
la forza di Ryo, la sua capacità di non darsi mai per vinto, qualsiasi
cosa accadesse.
"Deve passargli, è il nostro leader, l'unico in grado di indossare
l'armatura bianca, con lui in queste condizioni siamo tutti in pericolo"
A volte la freddezza di Sami spaventava gli altri samurai.
"Dai, non esagerare! Arago ormai è KO, no?"
Alla domanda di Shido nessuno si sentì di rispondere, lo avevano visto
dissolversi con i propri occhi, eppure i dubbi restavano in ognuno di loro,
anche in Shido stesso.
"Hey, amico, posso entrare?"
"Vieni pure, Simo"
"Sono venuto a chiederti se ti serve qualcosa"
"No, grazie, non ho bisogno di niente"
Simo sapeva che non era così, ,ma a Ryo non piaceva essere contraddetto.
"Ok, allora buona notte"
"Simo..."
"Si?"
"Ti va di...fare due chiacchiere?"
Aveva tanto bisogno di parlare con qualcuno!
"Come no!".
Passarono più di due ore a parlare. In realtà era Ryo che parlava,
Simo infatti era un ottimo ascoltatore, così Ryo si trovò a raccontargli
tutto: le sue emozioni, i cambiamenti avvenuti in lui.
Le parole fluivano e sembravano volerlo liberare da un peso intollerabile.
Ryo si ritrovò a pensare come fosse straordinario che un ragazzo sensibile
come Simo fosse riuscito a diventare un combattente, un samurai.
Era profondamente diverso da tutti loro, l'unico che non trovava nessun piacere
nel dover combattere, e anche se nessuno di loro avrebbe voluto farlo, lui era
l'unico a non trovarci nessun particolare motivo di orgoglio.
Voleva vincere, per il bene, per la libertà, ma nessuno sapeva dove avesse
trovato la forza per farlo, sembrava così fragile...così...delicato,
eppure non si era mai tirato indietro di fronte ad un nemico, fino alla fine.
Ed ora la sua sensibilità era in grado di ridonare a Ryo un po' di serenità
che sembrava aver perso.
"ti ringrazio Simo" disse in fine
"Figurati, mi dispiace solo di non essere in grado di darti buoni consigli,
penso solo che se questa ragazza ha già un ragazzo, non è giusto
interferire nella sua vita"
"Lo so, è per questo che mi sono tirato indietro, nonostante tutto
il dolore che provo"
"Già...ora sarà meglio che vada, cerca di riposarti e...
non pensarci...col tempo passerà"
"Si, grazie ancora"
Il tempo...da quando aveva conosciuto Amina sembrava essersi fermato, era sicuro
che niente sarebbe riuscito a togliergliela dalla testa, ma doveva tornare se
stesso, per lui e per i suoi amici.
Anche quella notte non chiuse occhio, voleva riposare, ma continuavano ad assalirlo
le immagini di Amina con Mark, e poi di Amina, e poi ancora di Amina, in un
susseguirsi incessante di fotogrammi che sembravano volerlo portare alla follia.
Aveva deciso, avrebbe lasciato la scuola,[Li lascia la casa, qui lascia la scuola...sto
facendo diventare Ryo un codardo fifone...perdonami amore mio! NdS] non poteva
continuare a vederla e far finta di niente [Si vabbè! E' uguale alla
precedente...che tristezza NdS]
"Sei sicuro di voler abbandonare la scuola? Dopotutto è appena
iniziata, anche se non ti trovi bene..."
"No, signor preside" la voce ferma e decisa a sottolineare la sua
volontà "nessun problema, anzi, mi sarebbe piaciuto moltissimo poter
restare...purtroppo...sa...motivi personali"
"Non preoccuparti, non mi devi nessuna spiegazione. Ci vorrà qualche
giorno finché le carte saranno pronte, nel frattempo se vuoi potrai continuare
a frequentare":
"La ringrazio signor preside, ma andrò via subito, quindi la saluto
e la ringrazio"
Si allontanò dalla presidenza sicuro di aver fatto la scelta giusta,
anche se in cuor suo soffriva terribilmente...qualche altro giorno...era tentato
di accettare...ma poi si rese conto che sarebbero stati solo altri giorni di
tortura, e lui doveva assolutamente buttarsi quella storia alle spalle.
Anche quel giorno Amina era riuscita a farsi convincere da Mark ad accompagnarla
a scuola, lui era così premuroso che per niente al mondo avrebbe voluto
farlo soffrire.
In seguito agli avvenimenti del giorno prima aveva deciso che avrebbe dimenticato
Ryo, e si sarebbe dedicata interamente a Mark, gli voleva bene, anche se ora
sapeva che l'amore era qualcosa di completamente diverso.
Quella mattina cercò di comportarsi con lui come si era sempre comportata.
"Sono felice di vedere che sei tornata te stessa" le disse Mark, mentre
si avvicinavano a scuola
"Me stessa? Ah! Si! Devi scusarmi, ma in questi giorni ero un po' giù...è
sempre dura iniziare la scuola dopo mesi di vacanza"
"lo so, lo so. Solo che ero un po' preoccupato, perché sembrava
che ce l'avessi con me, ma poi ho capito."
"Grazie" Amina era commossa da quella dimostrazione di affetto incondizionato,
si strinse a lui e lo baciò teneramente, cercando di ritornare l'Amina
di sempre...prima di incontrare Ryo, ma aveva sempre lui in testa.
"Ora fila!" cercò di ricomporsi "altrimenti farai tardi"
"Volo...a dopo"
Mentre Mark si allontanava, si fece strada in lei una strana, terribile, sensazione
di sollievo...la sua mente voleva fingere, ma il suo cuore si rifiutava.
Si diresse pensierosa verso la scuola, era contenta di rivederlo, sapeva che
finchè lo avesse avuto innanzi agli occhi non sarebbe mai riuscita a
dimenticarlo, eppure tremava al pensiero di perderlo, di non rivederlo mai più.
Era ancora immersa nei suoi pensieri, quando, mentre saliva le gradinate dell'istituto,
si trovò di fronte Ryo.
"Buongiorno" la sua voce tradiva lo stupore, e qualcos'altro.
"Ciao"
"Dove vai? Tra un po' iniziano le lezioni"
"Lo so, ma io non vi prenderò parte. Ti saluto Amina" respirò
profondamente prima di continuare, visibilmente turbato "Lascio la scuola,
ti auguro buona fortuna, spero che tu sia felice"
Amina non parlava, gli occhi fissi come ipnotizzati.
"Addio" e cominciò ad allontanarsi, mentre lei restava immobile.