UNA VITA NORMALE


IL DEMONE SUPREMO

Prefazione: in questo capitolo ho cercato di mettere un po' di azione (dopotutto sono sempre samurai, o no?) ma dubito di esserci riuscita come volevo. Come sempre poi cado nel melodrammatico, ma ormai credo ci abbiate fatto l'abitudine^_^;;

- Lascio la scuola-?! Il suo cuore urlava il suo dolore, non era possibile, non voleva che accadesse, era un incubo.
Non sentì neppure le parole che lui disse dopo, quando si risveglio da quello stato di semi coscienza ,lui non era più di fronte a lei.
In preda la panico, cominciò a cercarlo con lo sguardo: era ancora li vicino:
Doveva fermarlo, ad ogni costo, Ma cosa dire?
Non aveva tempo per pensare, lasciò che fosse l'istinto a guidarla.
"Aspetta!" Urlò più forte che poté.
I passanti si voltarono incuriositi, poi continuarono per la loro strada.
Ryo si era fermato, ma le girava ancora le palle.
Cominciò a correre e si fermò a pochi passi da lui.
"Non puoi andartene così...non te lo permetto!" A quelle parole il corpo di Ryo ebbe un fremito.
Amina piangeva senza volerlo, senza riuscire a fermarsi.
"Arrivi dal nulla, portando lo scompiglio nella mia vita e poi, come se niente fosse , 'buongiorno, tanto piacere' e te ne vai! Ma non capisci che ...che ...io TI AMO!!"
L'aveva detto, non voleva dirlo...o forse si, ma ormai il danno era fatto, probabilmente Ryo stava cercando in tutti i modi di non scoppiare a ridere, doveva andare via prima che succedesse, non sarebbe riuscita a sopportarlo.
"ora sarai contento!" Piangeva e singhiozzava in preda al dolore, alla vergogna.
"Spero che tu sia felice...ma sappi che io non lo sarò"
Cercò di calmarsi aspettando che lui se ne andasse, cercando di capire cosa stesse pensando di lui.

Cosa stava succedendo? Ryo non riusciva a credere alle proprie orecchie.
Quando se l'era ritrovata davanti ed era stato costretto a dirle che se ne sarebbe andato, aveva previsto che lei ci restasse male, quando poi l'aveva chiamato si era preparato ad una sfuriata sulla sua avventatezza, ad una richiesta di riflettere sulle sue azioni, ma non quello...lo desiderava, ma non se lo aspettava.
Era troppo bello per essere vero, anche lei lo amava, la gioia era tanta che non sapeva come agire.
"Dopo qualche interminabile istante di silenzio si decise a parlare:
"Dici davvero?!" la voce rotta dall'emozione.
Lentamente si voltò per guardarla negli occhi, per trovare una conferma a ciò che aveva sentito. Lei ancora piangeva, turbata .
"Davvero?! E' l'unica cosa certa che so da quando ti conosco, e non mi importa se tu mi ritieni una stupida! Avevo deciso di non pensare più a te, dopotutto 'ci conosciamo a malapena'"...Ryo conosceva molto bene quelle parole "Ma quando ho capito che te ne saresti andato e che probabilmente non ti avrei più rivisto non ho potuto ignorare il mio dolore"
- Oh! Amina...- quante cose avrebbe voluto dirle, la guardava e non riusciva a credere,a parlare, eppure doveva!
"Io...io non..." era estremamente imbarazzato, non avrebbe mai creduto che potesse essere così difficile.
"Oh! Amina, io..."Poi qualcosa distolse la sua attenzione.
"HA! HA! HA! HA! Ma che bel quadretto!"
Di chi era quella voce? Ryo capiva che non si trattava certo di una voce amica, c'era sarcasmo, durezza, odio?!
Si guardò freneticamente attorno
"Ryo, ma cosa...?" Amina! Era ancora li! Se era lui che quella voce cercava anche lei era in pericolo.
"Amina! Presto, devi andare via di qua!"
La prese per un braccio e la trascinò verso la scuola, ignorando le sue proteste.
"vai dentro, sarai al sicuro"
"Al sicuro da cosa?! Ryo, ma sei diventato matto?" Io ho bisogno di parlarti..."
"Non ora" la sua voce era dura, a sento non urlava, poi si controllò " scusa, ti prometto che parleremo" ora le parlava con dolcezza "Ma non ora...non posso...quella voce...poi ti spiego, vai ora"
Mentre Amina saliva incerta le scale dell'edificio, lui si diresse velocemente all'angolo dell'edificio, si guardò attorno, si piegò su un ginocchio e...in due balzi era sul tetto.
"Bela esibizione...Don Giovanni"
La voce proveniva dalle sue spalle, non fece in tempo a voltarsi che se la ritrovò addosso, e con un pugno nel ventre lo fece volare giù dall'edificio, in strada.[Come per incanto, tutta la gente che c'era per strada svanisce, ma se mi mettevo a pensare pure a loro, quando lo finivo 'sto poema? NdS]
Ryo non sapeva se era più forte il dolore o lo stupore, cercò di rimettersi in piedi, ma subito vide l'ombra del suo avversario volargli addosso.
Con un balzo riuscì a spostarsi appena in tempo.
Si spogliò dei suoi vestiti e sotto comparve la sua subarmatura, il colore rosso che scintillava alla luce del sole.[Marooo!Quanto sei bellooo! NdS]
Ora riusciva a vedere il suo nemico: Demon?! Con la sua vecchia armatura?!
"Demon?! Ma che cavolo...?!"
"Demon?!" Ribatté lui, divertito "certo che non sei molto sveglio! E' vero che questa è l'armatura del demone supremo, ed è anche vero che un tempo questo era stata di Demon, ma ora non lo è più, sono io il nuovo Demone supremo, io! Kalaid! [Ok, non ho molta fantasia per i nomi. Si era capito? NdS]"
Ryo non riusciva a crederci, di nuovo i demoni dell'oscurità, e s c'erano loro...Arago! Di nuovo!
Non voleva crederci, tutto da rifare, il mondo di nuovo in pericolo, e loro di nuovo a dover lottare per esso.
"Ryo?! Cosa è successo?" Amina?!
"Cosa diavolo ci fai qui!" era disperato "va via!"
Ma non fece neppure in tempo a terminare la frase che già Kalaid era dietro di lei, e le stringeva il braccio attorno al collo, con l'intenzione di strozzarla, o di usarla come ostaggio [Matematico no? NdS].
"Lasciala in pace! Lei non c'entra, è me che vuoi!"
"Già, tu e i tuoi 'amici'" quanto sarcasmo nel pronunciare quella parola! "Ma non sono stupido, conosco il potere dell'armatura, anche se è uno sciocco come te ad indossarla"
"quindi vuoi usarla come ostaggio! Sappi che non ti permetterò di farle del male!"
Cercò di dare alla sua voce un tono deciso, ma era terrorizzato al pensiero che accadesse qualcosa a Amina.
"Paura eh?" il demone era consapevole delle sue insicurezze, e certo non si sarebbe lasciato sfuggire quell'occasione.
"Lascialaaa! Ok! L'hai voluto tu!" Non poteva fare altrimenti.
"SAMURAAAI! VESTIZIONE" è così dicendo indossò l'armatura, la sua armatura del fuoco, rosso fiammante.
Attorno a lui l'aria cominciò a riscaldarsi, investita da una tremenda ondata di calore. Estrasse le sue katane e...cosa fare? Non poteva avventarsi su di lui. Amina nel frattempo aveva perso conoscenza, il suo collo ancora pericolosamente imprigionato dal braccio di Kalaid.
Il demone approfittò della sua indecisione per lanciare il suo colpo più potente: "Potere del male!"
Decine di catene emersero dal terreno cercando di colpirlo, le estremità costituite da potenti uncini. Ryo cercò di schivarli, e per un po' ci riuscì, ma poi divennero talmente numerose che molte lo colpirono, sospingendolo da una parte all'altra.
Quando la serie di colpi terminò, lui era sospeso a qualche palmo da terra, imprigionato tra le catene le cui punte si erano conficcate nelle mura degli edifici circostanti.
Non perse tempo e si liberà dalle catene, ma le sue forze erano notevolmente diminuite, nonostante gli allenamenti risentiva del fatto di non aver combattuto da molto tempo.
Affaticato si avvicinò piano al demone, il quale era visibilmente soddisfatto del proprio operato.
La mente del samurai lavorava freneticamente allo scopo di trovare una soluzione.
Poi, mentre il demone si preparava ad un nuovo attacco, qualcosa lo colpì alle spalle. Il demone lasciò la presa e si girò di scatto, alle sue spalle stava Kimo, la freccia pronta a scoccare dal suo arco.
Ryo approfittò del momento di distrazione per correre da Amina, ma aveva indosso l'armatura, se le si avvicinava poteva ustionarla. Fiamma Bianca lo anticipò, afferrò la ragazza per la giacca, se la issò sul dorso, guardò Ryo che ricambiò lo sguardo con riconoscenza, e si allontanò di corsa.
Il demone, ancora sorpreso, non ebbe il tempo di accorgersi di niente.
"Colpiamo alle spalle e? Ma bravo! Pensavo che voi bravi ragazzi non faceste queste cose!"
"Infatti non le facciamo!" Rispose duro Kimo "la mia freccia ti ha solo sfiorato allo scopo di distrarti"
"Cosa?!" Si girò di scatto, improvvisamente consapevole del suo errore, e si accorse che la ragazza non c'era più.
Ryo lo guardava soddisfatto ed inferocito.
"Paura eh? Grazie Kimo" disse poi rivolto all'amico "Ora ti prego, lascia continuare me"
"Come vuoi" e ripose la freccia.
"Sei davvero convinto di potermi battere, ora che non ho più la ragazza?" Domandò il demone, sicuro della propria forza.
"Lo scoprirai presto" La furia di Ryo era ormai incontenibile. Unì le Katane e...
"SAMURAAAI POTERE...DEL....FUOCO!"
Un fiume di fiamme emerse dalle sue lame, investendo in pieno il demone.
LA forza del colpo fu tale che Kalaid fu spazzato via e scomparve dalla loro vista.


Ryo crollò in ginocchi, il volto nascosto tra le mani. Anche se era riuscito, con il provvidenziale aiuto di Touma, a sconfiggere Kalaid, non voleva credere che tutto fosse iniziato daccapo.
In tutta la sua vita niente era riuscito a sconfortarlo tanto. Prima forse non gli sarebbe importato...prima...di conoscere Kimo.
Kimo sembrava avergli letto nel pensiero, perché si avvicinò, gli poggio una mano sulla spalla e disse:
"Non preoccuparti, vedrai che stavolta li facciamo fuori per sempre" Ma l'insicurezza trapelava dalla sua voce, e Ryo se ne accorse.
"Grazie amico" disse, cercando di ritornare in se "ti devo la vita, la mie e di...AMINA!" Si guardò intorno cercando Fiamma Bianca, la quale sembrò aver udito il suo richiamo, poiché comparve alle loro spalle, con la ragazza sempre fermamente issata sul suo dorso.
Non aveva ancora ripreso conoscenza [Cadendo ha preso pure una botta in testa ^_^; NdS].
Ryo si avvicinò, preoccupato ma felice di vedere che stesse bene, nonostante qualche contusione.
Si tolse l'armatura, le sfiorò il volto, ripensando alle parole che gli aveva detto solo mezz'ora prima, consapevole di quanto le loro vite fossero incompatibili, di come, per loro, non ci fosse futuro.
Abbassò lo sguardo, incapace di reagire al dolore che provava, anche se entrambi si amavano, l'aveva persa per sempre.
"Ryo" Kimo lo riscosse dai suoi pensieri, ma quando alzò lo sguardo, l'amico sussultò nel vedere il suo volto così abbattuto "mi dispiace che debba andare così" come sempre, aveva capito tutto.
"Mi stupisco sempre per la tua arguzia" Disse, accennando un sorriso forzato
"Maledetta armatura! Maledetto Arago, Maledetta..." in un sussurro "...tutta la mia vita".
Touma abbracciò l'amico, che ricambiò l'abbraccio, affondò il volto nella sua spalla e pianse silenziosamente.


 

Indice Capitoli - Capitolo 5