UNA VITA NORMALE
UN BRUTTO RISVEGLIO
Prefazione: non so che dire ^___^!
Quando Amina si sveglio, si ritrovò nella sua stanza. La sua mente era
ancora annebbiata e non ricordava bene cosa fosse successo: le pareva di ricordare
Ryo, con uno strano costume, e poi qualcosa che le stringeva la gola.
Si sentiva un po' ammaccata, ma stava bene.
Come era arrivata fin li? E cosa era successo?.
Mentre nella sua mente turbinavano queste e altre domande, dalla porta apparve
sua madre, il viso raggiante nel vederla sveglia.
"Tesoro mio!" per poco non scoppiava a piangere mentre la stringeva
fra le braccia "Finalmente ti sei ripresa"
"Mamma...cosa è successo?...per quanto ho dormito?"
"Hai dormito per più di tre ore, per quanto riguarda ciò
che è successo...speravo che me lo avresti detto tu! Quando quel ragazzo
ti ha portata qui..."
"Ragazzo?! Quale ragazzo? Uno con i capelli neri lunghi fino alle spalle,
gli occhi azzurri e...una giacca rossa?" Pensava naturalmente a Ryo, sperava
che fosse lui.
"No...era però un bel giovane, alto, gli occhi azzurri, i capelli
corti e castani con dei bellissimi riflessi blu [Dire direttamente 'con i capelli
blu' mi sembra un po...strano. Ho qualche problema? Avete sempre ragione voi
NdS], anche la giacca era blu".
Amina era molto delusa...ma chi poteva essere? Poi la madre continuò.
"Mi ha detto che eri caduta dalle scale della scuola, che hai battuto la
testa, che ti ha portato a casa seguendo le indicazioni del suo amico Ryo, che
quest'ultimo è un tuo compagno di scuola ma che non ha potuto accompagnarti
per non so quale motivo, poi mi ha detto qualcosa...non ricordo bene...ah si!
Mi ha detto che Ryo si scusa e che spera tu ti rimetta presto"
"E...?" Amina si aspettava qualcos'altro, gli occhi le si erano illuminati
non appena aveva sentito nominare ryo.
"E...basta"
"Sicura?" Era delusa, sperava che Ryo le avesse promesso di venirla
a trovare.
"Ha chiamato Mark" La madre sperava così di rallegrarla.
"a si?" Ma Lei non ne fu molto entusiasta.
Mentre sua madre le parlava della telefonata di Mark, la sua mente era altrove.
Cosa poteva essere successo realmente? Era sicura che la storia della caduta
non fosse vera....ricordava abbastanza chiaramente della discussione con Ryo,
del suo imbarazzo, della voce che lo aveva distratto e che lo aveva indotto
ad accompagnarla di corsa nella scuola,...poi...lei era tornata per vedere cosa
stesse succedendo...Ryo era con qualcuno...sembrava stessero...lottando! Ma
forse era tutto un sogno.
La madre stava uscendo dalla stanza.
"Ora riposa...ah! Dimenticavo! Ha detto che oggi verrà a trovarti"
"Chi?" era euforica, sapeva che sarebbe venuto, non poteva essere
altrimenti.
"che domande! Ma Mark!
"Già" -non è possibile!- Amina era sempre più
confusa, cosa gli era preso? Forse si sentiva in colpa per quello che le era
successo, forse non sapeva come giustificarsi, o forse...già, voleva
negarlo a se stessa, ma probabilmente era rimasto scosso da ciò che lei
gli aveva rivelato e, non corrispondendo i suoi sentimenti, aveva preferito
sparire.
A questo pensiero le lacrime si riaffacciarono sul suo volto. Non poteva essere!
Anche se lui non l'amava lei aveva il diritto di saperlo! Non poteva essere
così codardo! Decise che lo avrebbe ritrovato e gli avrebbe chiesto spiegazioni!
E questo la sollevò al punto da permetterle di riposare.
Neppure quella notte Ryo riuscì a chiudere occhio, nonostante la stanchezza,
continuava a svegliarsi in preda agli incubi. Era andato a letto non appena
giunto a casa, non ce la faceva a dare spiegazioni a nessuno, ci avrebbe pensato
Kimo.
Si sentiva privo di energia, gli sembrava di aver perso tutto...che la sua vita
se ne fosse andata assieme alla speranza di poterla condividere con Amina.
Ed ora neppure nel sonno riusciva a prendere pace, continuava ad inseguire Amina,
che correva verso di lui, ma che invece di avvicinarsi si allontanava sempre
di più, e lo chiamava, e lui voleva rispondere ma la voce non usciva,
poi lei sprofondava in un baratro e lui non poteva far niente per aiutarla...e
poi...quella risata malvagia!
Era sempre a quel punto che si svegliava, respirando convulsamente, mentre rivoli
di sudore scivolavano lungo la schiena facendolo rabbrividire.
I suoi amici lo sentivano urlare dalle loro camere, avrebbero voluto fare qualcosa...avrebbero
fatto qualsiasi cosa per alleviare la sua sofferenza, ma sapevano che purtroppo
non c'era niente da fare, almeno finchè Arago non fosse stato sconfitto
definitivamente.
Non lo avevano mai visto così, ed erano preoccupati non solo per lui,
ma per tutto l'esito della nuova guerra...molto, troppo dipendeva da Ryo, senza
di lui erano troppo vulnerabili.
Ne avevano discusso la sera precedente.
Simo aveva suggerito:
Dovremmo permettergli di frequentare Amina, a condizione che lei venga a vivere
qui, dove sarà al sicuro"
Il samurai dell'acqua comprendeva il dolore di Ryo forse meglio di chiunque
altro, proprio grazie al grande dono della sensibilità [Lo so che lui
ha il dono della fiducia, ma lo trovo molto più sensibile di Sami, e
quindi anche lui ha,nella mia fic, assieme alla fiducia, il dono della sensibilità...no
comment! NdS]
"Si...e cosa gli diciamo?" Shido era talmente nervoso che nell'arco
della giornata aveva rotto quattro bicchieri e dieci piatti "Perché
non vieni a stare da noi? Sai, Ryo è un samurai che deve difendere la
terra dai demoni e solo così può proteggerci!? E tu ti aspetti
che lei ne sia entusiasta? O meglio, ti aspetti che Ryo sia disposto a chiederle
una cosa simile?"
"Visto che la sai tanto lunga Shido, perché non suggerisci qualcosa
tu?"
La calma apparente di Simo stava per tramutarsi in tempesta.
"Calma ragazzi" Kino ,dopo aver esposto il problema, era restato fino
ad allora in silenzio "Ryo ha già fatto la sua scelta, e anche se
soffre molto, credo anche io che sia l'unica soluzione"
"Kimo ha ragione, non possiamo mettere a rischio la vita di quella ragazza"
sostenne Sami "e Ryo non lo farebbe mai, anche a costo di negare con lei
i suoi sentimenti, comunque spero sia possibile evitare un faccia a faccia,
forse sarebbe troppo anche per lui".
Quindi, senza aver concluso nulla, andarono a 'cercare' di dormire.
Il mattino seguente Ryo si alzò prima dell'alba.
Mentre tutti gli altri erano a letto, fece una doccia per cercare di distendere
i muscoli ancora tesi per la lotta e per la notte insonne, e si recò
in palestra prima, in giardino poi, per i suoi consueti esercizi.
La lotta col demone aveva messo in luce le sue carenze, e lui doveva in tutti
i modi ritrovare se stesso, sia fisicamente che, soprattutto mentalmente.
Aveva molte cose da chiarire con se stesso, e nessuna energia per farlo.
Quando si avviò verso casa, la testa cominciò a sembrargli sempre
più pesante, il mondo attorno a lui girava vorticosamente, togliendoli
l'equilibrio e il respiro, poi un velo nero calò sui suoi occhi.
Quando si sveglio, qualche istante dopo, si trovava per terra, a pochi metri
dalla porta, con i suoi amici attorno a lui che cercavano di farlo rinvenire.
Lo aiutarono ad alzarsi e si avviarono verso il soggiorno, mentre Shido lo sorreggeva.
"Sto bene...non preoccupatevi" Vedeva le facce dei suoi amici e si
sentiva un verme, non voleva farli stare in pena.
"E' solo un po' di stanchezza...mi riprenderò subito" e accennò
un sorriso che non convinse nemmeno se stesso.
Poi Sami si avvicinò. I due samurai si guardarono negli occhi, poi...PAF!
Ryo, ancora debole, cadde per terra tenendosi una mano sulla guancia sinistra.
"Vuoi smetterla?" LA voce di Sami non era mai stata così dura
"Vuoi smetterla di autocommiserarti e reagire? Non sai forse che con te
in queste condizioni siamo tutti in pericolo? Non sai forse che i demoni non
attendono altro che un cenno di debolezza da parte nostra?" [Alla faccia
della sensibilità!NdS]
"Smettila Sami" lo riprese Kimo, trattenendolo per un braccio, non
appena si fu ripreso dallo stupore.
"Perché Kimo? Non è forse vero?" il samurai della luce
guardava ancora Ryo, il quale faccia a terra non si era ancora ripreso dallo
stupore per il gesto e le parole dell'amico.
"Non è questo il modo" Continuò Kimo, sempre meno deciso.
"No!" Ryo si stava alzando lentamente "Sami ha ragione, non serve
a niente autocommiserarsi, la vostra vita non è certo migliore della
mia. Non dovete più preoccuparvi, ho imparato la lezione, vedrete che
dopo un buon pasto ed un po' di riposo...sarò di nuovo come nuovo".
Gli guardò negli occhi uno per uno, giunto a Sami tese la mano in segno
di riconciliazione, accennando un sorriso. Sami la accettò e la strinse
con forza "Ah!" scherzò Ryo "sono ancora debole!",
poi lo attirò a se e lo strinse in un abbraccio.