UNA VITA NORMALE


Capitolo 9

 

Prefazione: Uhm...dunque...siamo quasi alla fine, questo dovrebbe essere il penultimo capitolo, spero (anche voi?! Sigh...T_T...cattivi. Io mi sono impegnata tanto :P).
Comunque devo dire che, nonostante le perplessità iniziali, mi piace sempre di più...è un po' troppo drammatica, ma mi è uscita così...
I personaggi non sono miei, non penso di averlo detto prima e qualcuno più aver pensato il contrario (-_-! No è? Io ci ho provato^^!).
Buona lettura.

Ryo rimase a vegliarla per tutta la notte.
Era stanco, ancora indebolito, ma non riusciva a lasciarla sola.
La guardava come ipnotizzato, pregando che potesse rimettersi al più presto, anche se sapeva che una volta ripresasi avrebbe dovuto andare via, e probabilmente non l'avrebbe più rivista.
Cercava di non pensarci, voleva solo guardarla, per imprimersela nella mente, anche se la sua figura era come un marchio a fuoco, dalla prima volta che l'aveva vista...solo poche settimane prima, ma sembrava una vita...o solo ieri.
Ricordava bene la sua breve esperienza scolastica...pochi giorni che avevano stravolto completamente la sua vita.
E Amina...era accanto a lei...e il non poterla stringere lo faceva impazzire!
Verso le cinque di mattina, la ragazza cominciò ad agitarsi nel sonno.
Ryo strinse la sua mano per farle sentire la sua presenza, per calmarla.

Stava malissimo, si sentiva avvolta da gelide fiamme, i ricordi la martoriavano...poi...avvertì la vicinanza di qualcuno al suo fianco, una mano che stringeva la sua.
MA chi era? Non riusciva ad uscire dallo stato in cui si trovava, avrebbe voluto svegliarsi, ma non ce la faceva.
E in mente aveva sempre lui.
"Ryo..." sospirò senza accorgersene "perché?"


Ritrasse la mano come scottato. Era lui che la faceva soffrire...lui che avrebbe solo voluto vederla felice...ed ora rischiava di farla impazzire.
Non se lo sarebbe mai perdonato, non doveva finire così, doveva soffrire solo lui.
"Amina" le sussurrò "sono qui, ti prego...apri gli occhi!"


Quella voce! Era nella sua mente oppure era reale? Era Ryo...ne era sicura! Ma non era possibile! Oppure si? Assieme a lei prima di perdere conoscenza c'era quel ragazzo...quello col costume azzurro, l'amico di Ryo!!! Che si trovasse a casa sua? [svegliona -_-! N.d.A] Oh Dio! Non voleva vederlo...cioè si...ma non voleva sentire ancora il suo tono freddo, la sua indifferenza! Avrebbe preferito morire all'istante.
Senza accorgersene ricominciò ad agitarsi, e di nuovo quella mano che stringeva la sua.
L'affetto che le trasmetteva le diede la forza di reagire, di svegliarsi...avrebbe sempre potuto morire dopo.
Lentamente aprì gli occhi...pian piano i contorni sfuocati cominciarono a delinearsi...e subito riconobbe la sua figura.
"Ryo..."riuscì a dire, almeno così le era sembrato.
Vide il suo volto pieno di lacrime...comprese che non le aveva detto la verità, ed il suo cuore riprese a battere.
"Sono felice che ti sia ripresa" riuscì a dirle il samurai, tra le lacrime " ero preoccupatissimo, ora riposa"
E si alzò, tenendo lo sguardo fisso su di lei.
"Non andare" disse lei debolmente "te ne prego...resta con me, solo per un po', poi ti prometto..." volse lo sguardo altrove "che scomparirò per sempre dalla tua vita".
Di nuovo quella fitta atroce al cuore...non poteva stare lontano da lei, non riusciva neppure con la più ferrea forza di volontà.
Capì che se avesse continuato ad allontanarla nessuno dei due sarebbe riuscito ad essere felice.
Si risedette.
"Non ti lascerò da sola, almeno finchè avrai bisogno di me".
Disse serio, lo sguardo sulle mani che si contorcevano
"Allora starai sempre con me...perché io avrò sempre bisogno di te".
Ryo non se la sentiva di andare avanti...aveva bisogno di riflettere...un altro errore sarebbe potuto essere fatale per entrambi.
"Ora riposa...ne parleremo più tardi" disse brevemente
"Promettimi che non sparirai di nuovo" disse lei impaurita
"E dove dovrei andare, io vivo qui" fece lui con un sorriso forzato.
Si alzò e si diresse verso la porta.
Mentre Ryo si allontanava, Amina notò quanto sembrasse stanco e affaticato...l'energia che lo aveva sempre contraddistinto sembrava drasticamente diminuita, cosa poteva essergli successo?! Aveva paura per lui. Cercò di fare delle ipotesi, ma la stanchezza la sopraffece e si addormentò subito dopo.


Cosa avrebbe dovuto fare? Perché era così difficile prendere una decisione allorquando era talmente chiaro quello che entrambi provavano l'un l'altro?
Quanto era successo dimostrava l'esigenza di restare uniti, di vedersi, eppure come poteva permettere di mettere ancora in pericolo la sua vita? Ma non era quello che stava rischiando di fare anche con il suo comportamento? Che confusione...
E poi quel dolore...il suo cuore pericolosamente indebolito, non avrebbe retto alla vista di quella disperazione.
Quanto poteva essere utile, durante le battaglie, in quelle condizioni?
Aveva un disperato bisogno di riposo, anche se sapeva che i mille pensieri che lo tormentavano non gli avrebbero certo concesso un sonno tranquillo.
Prese 10-15-20 gocce di calmante e si adagiò sul letto


Quando Kimo si diresse verso la stanza di Amina era mattino inoltrato.
Fu molto sorpreso dell'assenza di Ryo, ma fu felice di vedere la ragazza in piedi, che guardava attraverso i vetri della finestra il lago risplendere e riflettere la luce del sole.
"Buongiorno" salutò sorridendo, Amina sussultò.
"Oh...buongiorno" era delusa, evidentemente, sorrise tra se Kimo, aspettava qualcun altro.
"Va un po' meglio...vedo"
"Si, grazie a tutti voi, perdonate il disturbo"
"Figurati..."
La ragazza esitò, quasi cercando di farsi coraggio, poi azzardò...
"Ryo?...E' sveglio? Mi ha promesso che avremmo parlato, tanto penso che tu sappia tutto, no?" un fievole sorriso si dipinse sulle sue labbra.
"Si...bhe...Ryo è un mio amico, è normale..."
Kimo era sorpreso, quella notte doveva essere successo qualcosa, dovevano aver parlato...da parte di Amina tutto sembrava relativamente a posto...Ryo invece lo preoccupava...non riusciva più a capire il suo amico...sembrava un'altra persona tanto gli ultimi avvenimenti lo avevano segnato, aveva dimostrato una sensibilità ed una fragilità che non avrebbe mai immaginato...ma non si sentiva di giudicarlo...quando è troppo è troppo...persino per un samurai!
"Allora?" La domanda ansiosa di Amina lo distolse dalle sue elucubrazioni mentali.
"Ah si...per quanto ne so è ancora a letto" -anche se di solito a quest'ora avrebbe già fatto quattro o cinque ore di allenamento non-stop- "comunque non preoccuparti" continuò "ci penso io a svegliarlo"
"No!" esclamò lei "ti prego, non farlo. Quando abbiamo parlato, stanotte, o forse e meglio dire stamattina, sembrava così...stanco...affaticato. A proposito, sapresti dirmi il motivo..." cercò di rammentarsi il suo nome
"Kimo" suggerì lui "non ci siamo neppure presentati"
"Già...piacere Kimo, io sono...bhe, lo sai no?" e sorrise
"Piacere mio Amina. Tornando al discorso di prima...in effetti Ryo non è stato molto bene ultimamente...niente di grave, si è solo affaticato un po' troppo"

Amina avrebbe voluto fare miliardi di domande al ragazzo che le stava di fronte, sapeva che lui aveva tutte le risposte, o almeno la maggior parte.
Decise comunque di evitare, l'unico con cui doveva chiarirsi era Ryo, quel povero ragazzo non c'entrava niente.
"Ora scusami, ma devo andare...ci vediamo tra mezz'ora, al piano di sotto, per la colazione, così conoscerai anche gli altri, ci sarai vero? Te la senti?"
"Gli altri? Ma quanti siete? E vivete tutti qui? Da soli?..."
"Hey! Calma! Siamo solo in cinque, e ...si, viviamo da soli... è una lunga storia, più in la forse Ryo te la racconterà, non spetta a me farlo"
"Già, scusa. Allora a più tardi".

Quando Kimo si fu allontanato, Amina tornò a scrutare il paesaggio, anche se con la mente vagava in ben altri luoghi...
Perché tanti segreti? Chi diavolo erano quei ragazzi? Erano orfani? Le domande si susseguivano ad una velocità impressionante...era totalmente spaesata, eppure risoluta a fare chiarezza...si sentiva tanto la stupida eroina di chissà quale stupido telefilm, magari qualcosa tipo "La figlia dell'ispettore Poirrot"
E poi c'era Ryo...cosa aveva? Perché quei malori?
Era molto preoccupata, aveva paura di essere lei la causa, anche se non riusciva a spiegarsene il perché
-Calma Amina! - si fece coraggio -tutto si sistemerà, in un modo o nell'altro-


-Ma che gli è preso? Possibile che dorma ancora? Sapendo che Amina è qui? Possibile che non sia preoccupato?-
Kimo era in ansia per il suo amico.
Nonostante avesse cercato di convincere Amina che fosse tutto a posto, non ne era del tutto sicuro.
Ryo era strano...troppo strano e troppo indebolito...non era proprio da lui.
Si diresse verso la sua camera, deciso a parlare con lui, a fargli capire che la cosa giusta da fare fosse...un rumore sordo lo distrasse dai suoi pensieri...proveniva dalla stanza di Ryo!
Accorse all'interno...Ryo era in ginocchio ai piedi del letto.
"Ryo!!!" Esclamò, avvicinandosi.
"Kimo..."la voce era fievole, lontana.
"Kimo...dove sei? Non riesco a vederti"
"Sono qui" lo aiutò a tirarsi su e lo adagiò sul letto "ma che ti è successo?!"
"Io...non lo so...mi sono svegliato, ho aperto gli occhi e...non vedevo niente...ho cercato di alzarmi e sono caduto...ora va meglio, comincio a vederti, a mettere a fuoco...io...sto bene"
"Ok, ma non affaticarti, sta' giù e riposa..."
"Amina?"
"Sta bene, si è alzata, non preoccuparti, la vedrai dopo"
"Ok, grazie"
Si sistemò tra le lenzuola.
Giunto alla porta, il samurai del cielo si girò per dare un'ultima occhiata all'amico e...che diavolo era quella boccetta dalla quale stava bevendo?!
"Ryo!" glie la tolse dalle mani "cos'è?...calmante?! E lo prendi così?! Senz'acqua e come fossero caramelle?! Quante ne hai prese?" Kimo era fuori di se.
"Io...non so...poche...10...30...che importa"
"Ma sei matto! Guardati! Non riesci neanche a parlare!" faceva uno sforzo tremendo per non urlare, per non prenderlo a schiaffi per il suo stupido comportamento.
"Ryo...mi senti? Forza, alzati" non rispondeva "alzati maledizione!" Era in preda al panico.
Lo prese di forza e lo mise in piedi, si fece scivolare un braccio attorno al collo e lo trascinò verso il bagno, era completamente inerme...
-Possibile che fosse così disperato? Possibile che nessuno di noi sia stato in grado di aiutarlo!-
Doveva far piano...non poteva chiamare nessuno, se Amina lo avesse visto così...
"Ryo...mi senti? Devi vomitare tutto capito?"
"Nh"
"Ok..." gli ficcò due dita in gola "spero solo che il tuo organismo non le abbia già assorbite"
Attese finchè non ebbe finito, poi lo aiutò a spogliarsi e lo ficcò sotto la doccia.
"Che la fai a reggerti da solo?"
"...si..."rispose Ryo, debolmente.
Kimo fece scorrere l'acqua fredda e attese per qualche minuto.
"Penso possa bastare" gli porse l'asciugamano e i vestiti.
"Ora vestiti..."
"Grazie amico, ora va meglio, non preoccuparti"
"E hai anche il coraggio di dirmi di non preoccuparmi?! Probabilmente se ti fossi visto ti saresti fatto paura da solo! Si può sapere che intenzioni hai?! Mi hai fatto perdere 10 anni di vita!"
"Io volevo solo...riposare...senza incubi...senza pensieri...senza quel maledetto dolore...non immagini quello che sento. Credevo di essere forte, ma non lo sono, e non posso continuare così"
"Così come?! Maledizione Ryo! Se l'ami diglielo! Digli tutto, lascia che sia lei a scegliere"
"Non capisci...come posso tenerla accanto a me sapendo i rischi che corre?"
"Ma ci saremmo sempre noi a proteggerla, non abbiamo fatto lo stesso con Ambra e Danny? E poi hai visto da solo che non potete stare divisi"
"Lo so...o mio Dio! Ma perché proprio a me?" Il samurai del fuoco si prese il volto fra le mani.
Kimo riusciva a sentire i suoi singhiozzi, si avvicinò e lo abbracciò.
"Vedrai che andrà tutto bene, ma tu devi essere forte per entrambi, e per tutti noi, qualunque cosa accada. I momenti di debolezza toccano a tutti, ma poi ci si riprende e si è più forti di prima, e tu non sarai da meno!"
Ryo si asciugò gli occhi.
"Grazie amico, non so davvero come dimostrarti quanto ti sia grato"
"Non preoccuparti, ora preparati e scendi giù per la colazione, te la senti?"
"Si, ti raggiungo tra poco"


-Che diavolo mi è passato per la testa!- Ryo non riusciva a capacitarsi di aver potuto fare una cosa tanto stupida.
Poi prese a riflettere sulle parole dell'amico.
-Forse ha ragione Kimo. E' l'unica cosa che posso fare!-
Finì di prepararsi e scese per la colazione.

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