Nothing Gold Can Stay

 

Nothing Gold can Stay

Capitolo 2

Pallido sole autunnale

 

Il pallido sole autunnale aveva fatto capolino in cielo.
"Fantastico…"pensò Makiko guardandosi allo specchio. Quella mattina le sue occhiaie arrivavano quasi fino alle guance. Da quanto tempo girava con quell'aspetto? I pantaloni che prima le entravano a pennello, ora doveva tenerli su con una cintura e riusciva a malapena a riempire le maglie che avrebbero dovuto essere aderenti. Non poteva andare avanti così…ma ogni volta era la stessa storia. Si diceva che era ora di finirla di star reclusa in casa, che doveva tornare a vivere, poi in realtà non cambiava nulla. Rifiutava tutti i tentativi che i suoi compagni di Università facevano per avvicinarla…Proprio lei, così allegra ed espansiva, era arrivata a vivere una vita da eremita.La paura e il rimorso tornavano sempre a tormentarla. Possibile arrendersi così? La ragazza si guardò un'ultima volta prima di uscire. Stava per entrare dal cancello dell'università quando ebbe un ripensamento e decise che quella mattina avrebbe saltato le lezioni. Si diresse velocemente verso la stazione. Aveva bisogno di darsi una scossa, ma da sola non riusciva a trovare nessun appiglio a cui aggrapparsi, nessuna ragione per cui risalire la china, quindi si decise a fare una cosa che aveva rimandato troppo a lungo. Sarebbe andata dalla persona che la conosceva meglio, la persona che più di tutti avrebbe potuto aiutarla, l'unica che potesse dare risposta a tutte le sue domande.

Come ogni mattina Akira Sendo si sedette sul muretto di fronte alla segreteria ad aspettare. Guardò l'orologio che segnava le nove, ma della ragazza ancora nessuna traccia. "Possibile che sia arrivata prima del solito?". Impossibile, conosceva i suoi orari a memoria e quel giorno non c'erano programmi particolari all'università. Ormai era tardi, era chiaro che quella mattina non sarebbe venuta. Così, sconsolato, il ragazzo si diresse verso la sua aula, non senza lanciare occhiate speranzose alle sue spalle. Per tutta la durata della lezione non riuscì a concentrarsi, preso com'era dal fare ipotesi sul mancato incontro di qualche ora prima. In ogni modo, distratto com'era, decise di tornare al muretto e vedere se si fosse presentata almeno per la seconda lezione della giornata. Si sedette ad attendere, ma non fece in tempo a tirare fuori i libri dallo zaino che fu interrotto. Qualcuno infatti gli si era seduto di fianco e lo guardava con occhi inquisitori. Lui fissò la ragazza a sua volta. "Speriamo non sia qui per farmi qualche dichiarazione, non è proprio giornata…!!!" pensò. Lei, però lo sorprese dicendo:
-Non credo che verrà oggi.
Akira Sendo rischiò di cadere dal muretto.
-Come, scusa?-chiese sorpreso.-Di che stai…?
-Makiko. Non credo verrà in università, oggi.
-Makiko?…-sussurrò perplesso, poi ebbe una folgorazione.
-Vuoi dire, stai parlando della ragazza trist…ehm..della ragazza che passa di qui ogni mattina…?
-Già.
-Ma come…?
-Ho notato che quando passa lei, tu sei sempre qui, e poi la segui sperando di attirare la sua attenzione, anche se lei non lo ha mai notato.
-E tu come…voglio dire…io non ho intenzioni cattive nei suoi confronti…
-Lo so ora, anche se devo ammettere che ti ho tenuto d'occhio per parecchio tempo, prima di capire cosa stessi cercando di fare.
Akira guardò meglio la ragazza che aveva di fronte.
-Ma tu…?
-Io? Io faccio la stessa cosa che fai tu. Solo che mi siedo su quella panchina dietro l'albero di fronte a noi…
-Ma tu…ecco…- Akira fu preso da un dubbio e arrossì per l'imbarazzo.
La ragazza, capendone il motivo si mise a ridere.
-No,no, non è come pensi…
-Ah, ecco…voglio dire…non che ci sia qualcosa di male…in ogni caso…tu come ti chiami?- chiese per salvarsi dall'enorme figura che stava facendo.
-Tsukino, e tu sei…
-Sendo.Akira Sendo. …(scusatemi, ma qui ci vuole proprio un SEEEEEEEE….!!!My name is Bond .James Bond…..Ma per favore…..)
- Sendo. Ti piace Makiko?
Akira rimase un attimo spiazzato dalla domanda così diretta, poi sorrise (^_^ chiaramente!) e disse:
-Diciamo che mi ha colpito…è così…non so come dire…
-Triste?
-Già…triste…Sai, io e i miei amici, non sapendo il suo nome la chiamiamo così: la ragazza triste. Ma dimmi di te…
-Io?- Tsukino guardò fisso di fronte a sé- …io…noi eravamo amiche.Poi…
Sendo voleva saperne di più. "Allora lei la conosce!Ma perché ha detto eravamo? Forse hanno litigato…"
-Non vorrei essere indiscreto, ma avete forse litigato?
-No…non abbiamo litigato- rispose lei pensierosa.
-Ascolta…-disse Akira alzandosi- …che ne dici di andarci a bere una tazza di caffè? I miei amici dovrebbero essere a casa, ora. Sai,…vorrei…vorremmo saperne di più su di lei…ci piacerebbe aiutarla…non so spiegarti…
Lei lo guardò. Forse aveva trovato qualcuno che potesse darle una mano…una mano a far tornare Makiko quella di un tempo. Dopotutto era sicura che Reika avrebbe approvato.


I vialetti erano quasi deserti, anche se ormai erano quasi le dieci della mattina. Il sole pallido faceva capolino tra le poche foglie rimaste sui rami. I suoi passi facevano rumore sulla ghiaia che calpestava e quella era l'unica cosa che Makiko riuscisse a sentire.Tutto il resto era silenzio. Da tre lunghi anni non faceva più quella strada. Svoltò a destra l'ultima volta ed eccola lì…era arrivata.Ecco la persona che stava cercando.
-Ciao…- disse, fissando il volto di fronte a lei.
Due occhi castani ricambiarono lo sguardo da un viso incorniciato da una cascata di riccioli neri e uno splendido sorriso sembrò riscaldare l'aria tutt'attorno.
-…ciao…-ripetè Makiko flebilmente, senza distogliere gli occhi da quel volto illuminato dal sole.
Ma neanche questa volta le giunse risposta.
-…ciao Rei.
Sua sorella continuò a fissarla, muta, dalla foto in mezzo ai tanti fiori sulla sua tomba.
- Reika?… rispondimi,Reika…ti prego….
Makiko cadde in ginocchio.
Una mano afferrò con forza i sassi a terra, mentre l'altra si allungò ad accarezzare quel volto che amava tanto. Il suo corpo iniziò a tremare violentemente.
-Reika…-continuò a chiamare.
Se avesse avuto bisogno di aiuto, Reika sarebbe sempre corsa.
Se l'avesse chiamata, Reika avrebbe risposto.
L'unica cosa che avrebbe potuto dividerle era …
-R…e…ika…ti prego, rispondimi…
…la morte.
E lì, di fronte alla foto di sua sorella sorridente, Makiko capì.
Reika non le avrebbe risposto.
Non sarebbe più tornata da lei.
Aveva rifiutato la realtà per tre lunghi anni, per questo non aveva mai voluto andare al cimitero.
Ma ora, di fronte a quella foto muta, la realtà riuscì ad abbattere le barriere che Makiko aveva costruito dentro di sé.
Si fece largo con prepotenza, scendendo sempre più nel profondo, senza esitazioni.
La ragazza spalancò gli occhi, per lo shock.
La crudele verità in quel momento era di fronte a lei.
-Oh…mio Dio…
Doveva dirlo, altrimenti una piccola parte di lei avrebbe continuato a non crederci.
-Reika…la mia Reika…
"Non dirlo!"
-…è…
"Fermati!!!"
-…morta.
"NO!"
-Morta.
Ripetè quella parola, come se solo in quel momento ne capisse realmente il significato.
Un soffio di vento le scompigliò i capelli e lentamente si portò le mani a coprire la bocca.
Dai suoi occhi cominciarono a sgorgare i fiumi di lacrime che aveva tentato di trattenere per tanto, troppo tempo.
A tre anni dall'ultima volta che l'aveva vista, quella mattina finalmente pianse per sua sorella Reika, e non per la rabbia contro il destino che l'aveva risparmiata…
E sotto il pallido sole autunnale, Makiko si preparò a dirle addio per sempre.


 

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