DOPPIO SCAMBIO
CAPITOLO 1
L'aereo atterrò con un leggero ritardo, ma questo
non lo infastidì più di tanto, in fondo non aveva una gran voglia
di riprendere gli allenamenti, visto anche chi avrebbe dovuto rivedere.
Gironzolò per l'aeroporto internazionale di Narita cercando una scusa...un
qualcosa per ritardare il suo arrivo al ritiro della Nazionale.
Dopo una buona mezz'ora raggiunse l'uscita. Posò il borsone a terra e
respirò a pieni polmoni l'aria cristallina di quella tersa mattinata
autunnale. Dopo un paio di minuti si rimise il borsone sulla spalla e agitò
la mano per fermare un taxi.
Aprì gli occhi e un nome gli rieccheggiò
nella mente. Una smorfia di disgusto gli si dipinse sul viso mentre si rigirò
mettendosi un cuscino sulla testa.
Un conto era sopportare Holly e le sue malsane idee sul gioco del calcio...e
un altro era riuscire a sopportare LUI!
Finalmente si decise ad alzarsi. In breve tempo si preparò; fece una
rapida colazione poi prese la sacca preparata la sera prima e si diresse di
malavoglia verso la sede del ritiro.
Dopo un tragitto che sembrò interminabile, il
taxi raggiunse Tokio. Il ragazzo non staccò mai un attimo lo sguardo
dal finestrino, cercando di cogliere ogni piccolo particolare della zona. Da
quanto tempo non tornava in Giappone? Da parecchio e perfino un tipo come lui
fu travolto dalla nostalgia.
Gli vennero in mente i ricordi d'infanzia, le prime partitelle giocate con gli
amici, le prime partite ufficiali, i primi trofei e i primi riconoscimenti...e
poi quel...quel...Cercava una terminologia che non implicasse l'uso di parolacce
o espressioni estremamente scurrili per descrivere QUELLA persona.
Socchiuse gli occhi inspirando profondamente, mentre cercava di godersi gli
ultimi minuti di tranquillità.
Ormai stava correndo da circa mezz'ora dribblando con
il suo pallone la folla presente nelle trafficate vie del centro.
Ancora un paio di isolati e sarebbe arrivato.
Un sentimente misto di sconsolazione e rabbia lo pervarse, quando giunse davanti
l'entrata del grande complesso sportivo.
Con un tocco preciso ma vellutato prese il pallone in mano, si passò
una mano nei capelli scompigliati dalla corsa, ed entrò.
Alcuni suoi compagni erano già arrivati e stavano tranquillamente conversando
a centrocampo.
Riconobbe subito Holly, l'unica persona al mondo che non lasciava mai il pallone,
neanche mentre parlava..."Tse lui e il suo amico pallone!"...Spostò
lo sguardo sul povero Tom che si stava eroicamente sorbendosi il capitano della
Nazionale...accanto a lui altre figure conosciute. Patrick, i gemelli Derrick,
il possente Yuma...
Il suo sguardo mostrò una leggera preoccupazione. Dov'erano? Non sarebbe
riuscito a sopportare tutti quelli senza il loro aiuto.
Il taxi si fermò. Il ragazzo pagò la corsa
e poi con passo lento si diresse verso l'entrata della struttura sportiva sede
del ritiro.
Aveva sempre meno voglia di entrare...E più volte ebbe la voglia di ritornare
sui suoi passi e andarsene...Dove non lo sapeva ma di sicuro il più lontano
da lì! Non aveva proprio voglia di sorbirsi gli allenamenti e le noiose
lezioni di tattica!
Facendo fondo a tutto il suo spirito del dovere, si incamminò verso il
rettangolo del gioco.
Una pacca sulla spalla sinistra lo fece voltare improvvisamente.
Davanti a lui Ed e Danny...Era la visione più bella che in quel momento
potesse sperare.
Finalmente persone "normali" persone con cui condividere qualcosa...e
soprattutto persone con cui sfogarsi dopo una giornata trascorsa con quel...quel...Mhà
ormai gli aveva dato tutti i soprannomi possibili ed ora doveva era a corto
di idee.
Arrivò a bordo campo. Diede una veloce occhiata alle persone raggruppate a centrocampo. Aveva subito riconosciuto il ciuffo di Holly...poi Tom e via via tutti gli altri. Mentre stava sperando che...l'innominabile non ci fosse lo vide in mezzo a Ed e Danny. Sentiva già crescere dentro di sè un certo nervosismo, ben mascherato dalla sua proverbiale freddezza.
Lo vide. Seppure la sua visuale fosse parzialmente nascosta da Ed lo aveva visto...E lo stava pure fissando con quel sorisetto ironico sempre dipinto sulle labbra. No. Dopo neanche un minuto non poteva più soffrire la sua presenza. Si fece largo tra i due compagni e si indirizzò verso di lui con aria tutt'altro che amichevole.
Gli altri ragazzi interruppero bruscamente i loro discorsi non appena videro
comparire il ragazzo a bordo campo...Sapevano benissimo che con quei due sarebbero
state scintille fin dal primo momento...E sembrava non dovesse passare molto
tempo dal primo scontro visto l'aria minacciosa dell'attaccante giappone.
Quando sembrava che lo scontro fosse inevitabile, una voce perentoria e decisa calmò gli animi.
CONTINUA....