Parla il Campione Campano Brevetto Senior Francesco
De Marco.
“ La mia vittoria?
Io e Baronessa avevamo un appuntamento col Destino!”
Avevamo lasciato Francesco De Marco alle prese
con il recupero della sua amata Baronessa della Caldana. Dopo la terapia
le prime gare, i primi successi confortanti in vista dell’obiettivo
finale. Vincere il Campionato Regionale 2004 Categoria Brevetto Senior.
Nel 2002 avevano sfiorato la vittoria. Non era stato tanto
pesante l’argento nella prospettiva di cercare “ragione” l’anno
successivo. Ma la sorte fermava la corsa verso l’oro con il triste
infortunio della cavalla di 10 anni Baronessa della Caldana.
Così l’anno 2003 ha
tenuto lontano il binomio napoletano da quel campo di gara. Anzi da
tutti i campi di gara. E sembrava che fosse la fine. Sembrava proprio
che quell’argento fosse l’ultima medaglia a brillare nell’albo
d’oro della cavalla saura. Oggi invece il medagliere di Baronessa e
Francesco si riempie di quel premio mancante, sperato, desiderato e
inaspettato conseguito i primi di giugno al Campionato Regionale. La
medaglia d’oro ed il gradino più alto del podio lo hanno conquistato
davvero, a distanza di un anno a ricompensa di un percorso che non è
solo agonistico, ma di vita, di forza, fiducia, perseveranza e tenacia.
Ogni ostacolo superato ha il sapore della conquista e non pesa quanto
l’angoscia di non gareggiare più insieme, e non è insormontabile
come l’incertezza dell’esito delle cure mediche, e non è compiuto
da solo perché accanto al binomio c’è sempre il supporto ed il
sostegno dell’amico veterinario e della propria famiglia, che
conoscono il valore ed il prezzo del sacrificio. C’è tutto questo ed
ancora di più su quella medaglia d’oro e quel titolo conquistato da
Francesco De Marco. Una medaglia da spartire tra tanti vincitori, cui
idealmente ma con il cuore Francesco dedica la vittoria e la divide con
loro che lo hanno sorretto ed aiutato a conquistare quel podio che alla
fine è arrivato, comunque. “ sono stati tre giorni di gara davvero
molto impegnativi. Ero preoccupato perché si trattava di tre giornate
di sollecitazione per i tendini e di uno sforzo sicuramente non
indifferente. Il primo giorno il percorso era a fasi consecutive, il
secondo a tempo, la domenica
aveva la formula in due manches, su altezze di 1.15m. la cavalla ha
saltato magnificamente. Senza problemi, senza esitazione, senza indugio.
Io, d’altronde, ero
sereno perché ero ben conscio del livello di preparazione fisica e
tecnica. Per di più il veterinario ha seguito personalmente e
costantemente la preparazione sempre sorvegliando sia il “fatidico”
tendine che la condizione generale” mi dice Francesco con grande
serietà e continua “
dunque un campionato che mi ha dato nuova conferma che Baronessa non ha
mai smesso di essere la
cavalla generosa, potente, forte e vincente di un tempo. Grazie a delle
attenzioni, a delle preziose attenzioni che mi ha indicato Gennaro e che
ormai sono di facile routine nel bagaglio degli allenamenti di
Baronessa”. “la cavalla mi ha trasmesso la sensazione della gara,
come se Baronessa durante gli attimi del percorso avesse
consapevolezza della competizione, del risultato, di fuggire con
me verso un orizzonte di gloria pronta a interpretare ogni mio stimolo
come fosse il proprio, quasi condividesse con me l’intensità del
binomio e la sfida agonista di attaccare la gara ad ogni costo. Come se
comprendesse che il destino avendoci tolto qualcosa fosse in debito con
noi e che in quell’attimo la dea bendata magari si distraesse pronta a
sottrarci il nostro premio che ci spettava ma che valeva la pena
conquistare con fierezza dopo tanto soffrire! Più che vincere io ha
vinto Lei e lo ha fatto con stile. Noi quel giorno avevamo un
appuntamento col destino. ”
Una cavalla che sa benissimo ciò che deve fare, duttile, agile
nelle formule contro il cronometro, concentrata in tutto ciò che fa.
L’errore Francesco lo imputa solo alla inesperienza e alla incapacità,
all’esitazione tutta umana del cavaliere.” L’errore di domenica è
stato un errore di valutazione e di troppa “adrenalina” da parte mia
che avrebbe potuto compromettere il risultato” mi spiega Francesco con
tanta umiltà, dote molto utile e preziosa per migliorare ed affermarsi.
“ sul gradino più alto del podio ho ripensato a tutti i brutti
momenti trascorsi nel 2003- l’annus Orribilis- ho avvertito come un brivido
al pensiero della ,sofferenza di non poter montare la propria cavalla
che è una figura importante, quasi di famiglia. Per uno che monta a
cavallo sono emozioni e sensazioni molto forti nel bene e nel male. Io
non riuscivo a montare altri cavalli. È stato un sacrificio ed una
sofferenza terribile. Io volevo quel feeling, quel dialogo che solo la
focosità, la vivacità, il carattere di Baronessa mi può dare. Noi ci
rispettiamo, comprendiamo ed amiamo all’infinito.” Queste a freddo
le impressioni e le suggestioni della premiazione. Poi Francesco mi
confessa” la mia prima telefonata è stata dedicata al mio veterinario
che non era presente ad assistere alla gara. Ricevuta la notizia Gennaro
si è commosso. Io volevo
assolutamente condividere con lui la mia gioia, prima di ogni
altro, Lui è l’artefice del mio successo, dunque è parte del
binomio”. Come spesso si fa la vittoria ha avuto una dedica speciale.
“ la vittoria è dedicata a mia moglie Maria Fortuna che
comprende questa mia folle
malattia e a mia figlia Maria Francesca. La mia famiglia sopporta con
pazienza il tempo sottratto
loro e dedicato a Baronessa.” A Quarantacinque anni Francesco De Marco
ha dimostrato a tante persone, ancora una volta ed in una altra
occasione, come l’equitazione non abbia età e sia fatta con lo
spirito di sacrificio e la passione. Nessuno può sapere cosa spinga un
cavallo che per sua natura non affronterebbe
un campo di gara ove oltrepassare
ostacoli e diritture. Eppure ci sono storie che vale la pena raccontare
ed apprezzare col cuore, perché sono portatrici di tanti valori
“rari” che lo sport è ancora in grado di dare. Se nel mondo del
galoppo commuove e stupisce la forza di Smarty Jones, il cavallo cieco
che ha vinto e sta vincendo in America l’impossibile, non c’è
bisogno di andare tanto lontano, fino OltreOceano. Questa è una bella
storia di sport, vittorie, sconfitte, amarezza, amicizia, solidarietà,
fusione tra uomini e cavalli, tra spiriti, menti ed intenti che
l’equitazione pura, pulita e sognante sa proporci. Il prossimo
obiettivo? Ho chiesto a Francesco De Marco. Lui mi ha risposto” Sapere
di poter sempre contare su Baronessa della Caldana, la cavalla del sogno
e del mio cuore che ha saputo donarmi tante cose !”
Giulia Iannone
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