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Incontro con Maridè Cipolletta, amazzone della Scuola Napoletana di equitazione, bronzo ai campionati italiani di salto ad ostacoli.

“UN BRONZO FIRMATO MAURIZIO TALARICO”.

 

Maridè Cipolletta, classe 1983. Napoletana di origine. Frequenta la Facoltà di Scienze delle Comunicazioni; ha dovuto scegliere tra il corso di Otb e la frequenza al primo anno di università. Si divide dunque tra il ruolo di amazzone- e lo fa degnamente- e studentessa. Con tanta serietà mi dice:” da grande farò la pubblicitaria, ma il mio sogno è di riuscire a conciliare le due attività e riservare al mondo del cavallo un posto di rilievo nella mia vita. Io mi definirei “una malata incurabile dell’essere cavallo”. Ha all’attivo più di 10 anni di carriera agonistica alle spalle. Dal 2001 al 2003 sono 67 le gare disputate, 3 vinte, 7 cavalli montati. Questi solo numeri ,raccolti presso l’archivio Fise,  che nella quotidianità divengono molto più significativi. Primo grado qualificato, una medaglia di bronzo agli ultimi campionati italiani in coppia con il suo “ritrovato”QuitHorse. Una bella conferma, un grande orgoglio per una Regione che sempre più è rappresentata degnamente da atleti che vestono i colori della SNE.  Maridè però ha dalla sua parte la fortuna di appartenere alla Scuola napoletana di equitazione, a mio avviso, “la realtà dell’equitazione campana”, come dire la fucina di atleti, talenti competitivi con strumenti saldi e consapevoli dei propri mezzi, che in Italia portano alti i colori della regione Campania .Un istruttore sugli altri fa la differenza ed è sinonimo di obiettivi centrati, risultati al vertice, preparazione agonistica altamente qualitativa: Maurizio Talarico. Parlare dell’allieva Cipolletta e del recente ottimo risultato implicitamente sottolinea la straordinaria capacità di un trainer “creatore” di binomi che sanno far parlare di sé semplicemente attraverso delle prestazioni agonistiche sempre qualitative tecnicamente, basate su una didattica curata al massimo nel dettaglio affinché la forma divenga “sostanza”. “ Lavoro con Maurizio ormai da circa 7 anni,- mi racconta Maridè con una voce resa dolce dal ricordo- fin da quando montavo il mio primo pony. Certo è un istruttore severo, scrupoloso, esigente  ma oggi come oggi sono convinta del suo metodo rigoroso e preciso. Credo molto nel suo carisma e nella sua abilità. Tra noi si è istaurato un rapporto fatto di fiducia, stima, rispetto. Molto silenzio che equivale ad impegno, sacrificio lavoro serio e disciplinato. Un solo complimento di Maurizio rappresenta per me una immensa gioia, una grande soddisfazione che proviene da qualcuno cui tieni tanto e che ti da tanto in termini di disponibilità, cognizioni tecniche e un quid pluris che fa parte del legame che si crea tra istruttore ed allieva. Rammento esattamente ogni sguardo di consenso , ovviamente anche i suoi più critici e severi, un sorriso che giunge per me come il più ponderato, discreto premio di approvazione eguagliabile soltanto alla sensazione interiore che può offrirti una vittoria, la più bella vittoria sul campo di gara”!

 l’incontro con il cavallo avviene a circa 5 anni, presso un agriturismo. Non un approccio sereno. La sorte vuole che “al battesimo della sella” Maridè cada procurandosi una fastidiosa frattura al braccio. “Seguirono altri incidenti, ma io ho continuato ad insistere. Questa mia ostinazione colpì i miei genitori. Rassegnati del tutto mi iscrissero alla Scuola Napoletana di Equitazione per prendere lezioni. “ nella vita se vuoi con tutto il cuore fare una cosa o intraprendere una strada, fallo bene”, questo fu il loro suggerimento, (che è divenuto un monito  per la Maridè amazzone e studentessa), e non posso se non ringraziarli sempre per il sostegno e l’appoggio che mi offrono in ogni momento.

Sorride al pensiero delle sue prime gare con il Pony:” andavo sempre male. Venivo sempre eliminata. Si può dire che la mia carriera all’inizio sia  stata tutta in salita. Sono stata abituata a tante delusioni, a tanti insuccessi, a tanta sfortuna. Poi però arrivo Bioman de Chatelet, il mio primo vero cavallo importante. Con lui nel giro di un solo anno giunsi addirittura ad affrontare le altezze della categoria c3. a soli 15 anni mi trovavo catapultata su percorsi davvero impegnativi, quasi che la sorte mi rendesse tutto ciò che in precedenza mi aveva negato”!

oggi i cavalli di punta della Cipolletta sono QuitHorse, comprato dal cavaliere colombiano Andres Penalosa e Mucho Pride donatole dai genitori che glielo hanno fatto trovare nel box della scuderia con un grande fiocco rosso. . . come nelle più tenera scena di un film romantico! “e pensare che non dovevo affrontare i Campionati Italiani con QuitHorse. . .” mi dice la giovane” si tratta di un soggetto di grande qualità. Quando  mi è arrivato era  molto sfruttato, poco rispettato,sfiduciato e come svuotato. Le sue prestazioni sono sempre state poco continue, poco regolari, inaffidabili insomma. Ho dedicato tanti anni di passione e di lavoro per riportare questo cavallo pieno di talento a ritrovare il meglio di sé attraverso la dolcezza e la mia costanza. Avevo deciso di partecipare a questo importante appuntamento agonistico con l’altro cavallo di cui dispongo. Poi invece a poco tempo dalla gara ho cambiato idea. Ho deciso di rischiare. Ed ho fatto bene.”!attualmente si avvale anche del supporto tecnico di un’altra guida , che non sostituisce Talarico, ma giunge ad effettuare un “labor limae” al lavoro di per sé completo di cui dispone l’amazzone.”Spesso mi reco a Bologna. Con Modena abbiamo cercato di recuperare in maniera effettiva il rendimento di QuitHorse”. Andando indietro nel tempo Maridè ci tiene a ricordare la vittoria del ’99 a Piazza di Siena, anno in cui la squadra Campana ha vinto la Coppa del Presidente.” Io non ci credevo. Entrai in squadra all’ultimo momento. All’epoca montavo Bioman. Fu davvero un colpo di fortuna essere a Roma e giungere al gradino più alto del podio”. Ma ha provato anche amarezza e delusione. È accaduto sempre nel ’99. Campionati Italiani Juniores. “A pochi minuti dalla gara il cavallo si sferra. Dunque un inconveniente di routine . invece dopo poco scopriamo che il cavallo manifestava una evidente zoppia. La mia gara era finita così. E sempre penso:  chissà cosa sarebbe potuto accadere se  . . . “

A conclusione della mia intervista telefonica Maridè lascia spazio al sogno e al desiderio.” Vorrei poter organizzare un giro di concorsi all’estero e magari partecipare all’appuntamento di Verona”! mi è parso di capire,però, che i suoi  risultati migliori vengano all’improvviso, senza preavviso. Dunque è meglio continuare lasciando  scegliere al fato. Chissà ora cosa le riserverà?

 

 

 

 

 

Giulia Ianone

 

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Autore

Nino Esposito