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PORTALE  DELL'EQUITAZIONE  CAMPANA, IL  SITO DEI CAVALLI DELLE AMAZZONI E DEI CAVALIERI 

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Incontro con Melanie Falvo:

 

Melanie Falvo, classe 1984.

Amazzone  primo grado  ,napoletana d’origine. Frequenta l’ultimo anno di Liceo e lavora come istruttrice con i bambini.dal 2001 al 2003 sono 79 le gare disputate, 4 vinte, 4 secondi posti, un terzo posto, 10 cavalli montati.

È piuttosto imbarazzata nel rispondere alle mie domande, in un colloquio telefonico colmo di pause, di silenzi, di frasi concise e sintetiche.” Non riesco a parlare. Vienimi a vedere sul campo di gara dove non sono sola ma ho la mia Ailania. Lì mi esprimo al  meglio. Le mie “parole” sono fatte di ritmo, cadenza, velocità,  girano rapide e volano alte, sono piene di voglia di vincere, di passione, di armonia tra me e la mia cavalla”.

 Avverto dalla voce di Melanie profonda convinzione in quello che fa, fiducia in se stessa e nella sua cavalla, profonda determinazione e serietà. Coloro che la conoscono dicono di lei cose bellissime . Di  quanto sia brava, modesta, brillante e della sua versatilità oltre che come amazzone anche -già- come istruttrice. “chi inizia con lei, impara realmente  ad andare a cavallo” mi confida un amico di famiglia che le vuole molto bene. Il quartier generale dell’amazzone campana è il centro ippico Hyppokampos , l’istruttore che la segue negli allenamenti quotidiani è Sergio Pagnozzi. Nuova guida tecnica da pochi mesi. “sto cercando di mettermi subito in armonia con la metodologia e le richieste tecniche del mio nuovo trainer. Lui è davvero molto severo e molto esigente. Questo non mi dispiace. Dunque sto effettuando un faticoso  lavoro in piano da quasi tre mesi. Per di più ho dovuto attendere i tempi di recupero della cavalla dopo un fermo per un  fastidioso problema fisico. Adesso spero di tornare presto in gara, anche perché io e la mia morella –scalpitiamo- dalla voglia di tornare nel giro delle competizioni”. Questa frase ha il sapore di una minaccia!

“l’equitazione per me? Un colpo di fulmine. L’aria che respiro. La mia vita. Ho iniziato all’età di cinque anni. Nessuno nella mia famiglia aveva mai neanche immaginato di montare a cavallo. Solo una mia zia che vive in Francia aveva esperienze equestri, ma io l’ho conosciuta quando a dodici anni già praticavo questo sport da sei. Dunque niente di familiare. Era scritto nelle stelle!” mi racconta con poche parole velate da un entusiasmo ed una dolcezza che vorrei riproporvi e suggerirvi con il calore che ha scaldato la mia anima di immensa commozione. Parla della propria esperienza come di qualcosa di ovvio e al contempo arcano, misterioso, avvincente. “le mie prime gare le ricordo caratterizzate da profonde emozioni, ma a prevalere la paura, una terribile paura, però bellissima! Sono un tipo troppo sensibile e spesso comprometto le prestazioni sportive in quanto ho un turbinio di sentimenti dentro di me che mi fanno perdere la concentrazione. Devo invece canalizzare le mie ansie, i miei timori e imparare a  gestire la mia interiorità  mettendo tutto  a servizio dell’ obiettivo finale che è la vittoria. Ci vuole tempo!”. Quando le chiedo di parlarmi dei suoi cavalli, Melanie si apre un po’ di più .” Il mio primo cavallo è stato Vosalind. Adesso  ha la splendida età di 26 anni ed è con me, in scuderia. Abbiamo vinto insieme i Campionati italiani, i campionati regionali a squadre. . . il classico bravo cavallo. L’ho comprato che aveva 17 anni ed è il mio tesoro! Attualmente monto Ailania, cavalla morella tutta italiana di sette  anni. È con me da due anni.  Un soggetto molto nevrile, un po’ “pazzerella”! dicono che rispecchi molto la mia personalità: in box è tranquillissima, dolcissima. Ma in gara non si tiene, non c’è bisogno di gettare il cuore al di là dell’ostacolo”! seguono i ricordi delle gare, di vittorie, sconfitte o belle partecipazioni. “  non ho dubbi. La  più bella vittoria risale ai Campionati Italiani. 1998 io e Vosalind a Marina di Castello. Ti  dico solo questo c’erano 181 partenti ed io conoscevo il mio cavallo da poco più di due mesi.  La  vittoria è giunta per me davvero inaspettata, lasciandomi tra la confusione, la felicità, lo sgomento. È l’amarezza ad accompagnare il ricordo dei Campionati Italiani a Cervia. Sempre Vosalind la mia metà in campo. Primo giorno di gara. Prima eliminazione. Secondo giorno: ritiro. Il cavallo aveva la febbre a causa di un colpo di freddo preso durante il trasporto. È stata una delusione abbastanza forte anzi direi un dispiacere forte per averlo fatto gareggiare il primo giorno senza accorgermi di nulla. Io me ne sarei dovuta accorgere subito, senza esitazione e non farlo gareggiare. Dunque ricordo un mio errore, una mia mancanza.” Comprendo dunque che la sua passione è qualcosa di più, di molto serio che si proietta nel domani. La sento parlare del suo desiderio di intraprendere la carriera di istruttore senza abbandonare l’agonismo, sempre nel rispetto di quell’amore che la porta a vivere accanto ai cavalli. La  famiglia le è molto accanto, ma senza indugio il suo pensiero grato corre al padre. “ in una realtà come quella della Campania, nella quale parlare di equitazione non è appropriato, è un eufemismo, ci vuole doppio appoggio, non solo morale ma soprattutto economico. Qui è tutto più difficile, perché siamo tagliati fuori dal giro, perché non ci sono strutture, perché ci sono pochi validi istruttori. Mio padre  ha fatto l’impossibile per aiutarmi. È fiero di me, mi segue ovunque, mi è oltre che padre amico, sponsor, manager, confidente . Se  non può essere presente di persona perché deve lavorare, arriva immancabile una, due mille telefonate e cerca e trova  sempre la parola giusta, il consiglio giusto, il modo per consolarmi, per gratificarmi”.

” In gara”, mi confida in chiusura,” mi ispiro molto al francese Michelle Robert . Sogno  un giorno di prendere parte al Concorso mitico di Piazza di Siena e di diventare una brava e valida istruttrice che possa rappresentare la nuova generazione per l’equitazione Campana”.

 

 

 

 

 

                        Giulia Iannone

 

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Autore

Nino Esposito