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Incontro con Paolo De Colle.

  Al  galoppo tra Ippica ed equitazione:

 Una vita alla Nick Skelton!”

Di GIULIA IANNONE

 

Intervistare Paolo De Colle è riscrivere “Mission impossibile” alla ennesima potenza.

 Dopo giorni e giorni di paziente insistenza e vani tentativi ho potuto raggiungere telefonicamente il noto cavaliere-istruttore campano addirittura in Sicilia.

 “ Il mio soggiorno in Sicilia”  ha spiegato il Sig.De Colle, “ ha sempre a che fare con la mia attività. Sono venuto a visionare dei soggetti interessanti nell’eventualità di un acquisto. Ad ogni modo riesco finalmente a dedicarmi ad una amichevole conversazione equestre per il giornale EQUIDOMIZIA. Un giornale molto simpatico, utile e gradevole che consulto spesso e che è diretto e gestito dall’amico Nino Esposito. A Lui va un caloroso e forte abbraccio”!

 

Come avviene il Suo incontro con “l’essere cavallo”?

“ ho iniziato in pista  con le corse al galoppo. Insomma  con l’ippica!

 Dagli 11  fino ai 16 anni. Nulla  di familiare. Il –caso-. Un mio caro amico era gentleman rider ad  Agnano. Per curiosità ho cominciato a seguirlo all’Ippodromo. Poi per ovvi motivi fisici ho abbandonato l’idea: sono un po’ troppo alto e pesante per il Galoppo. Non rientravo nella tipologia fisica che è richiesta ad un professionista e per ciò non mi andava l’idea  di occuparmi di cavalli da corsa senza portarli in gara!”

A 16 anni passa alla specialità del salto ad ostacoli. . .

“un altro incontro.  Questa volta  con un tecnico campano  del salto ad ostacoli, dedito anche alla vendita di soggetti per l’agonismo:  Sergio Pagnozzi. Con lui ho iniziato a lavorare e a confrontarmi con il mondo dell’equitazione. Contemporaneamente la passione per il cavallo, nutrita sin dall’infanzia, si stava trasformando in una scelta professionale. Decisi dunque di iscrivermi all’Università alla Facoltà di Veterinaria.  Ad un certo punto del mio percorso,però,  ho intensificato l’attività equestre tra gare, preparazione  di soggetti e commercio, fino a che le due strade, studio e agonismo,  sono diventate incompatibili. Non ho mai terminato gli studi Universitari. Ho consolidato la mia carriera e la mia attività in tale settore”.

Dopo Sergio Pagnozzi, ricordiamo altre figure tecniche che hanno arricchito le Sue conoscenze tecniche?

“sono 10 gli anni di collaborazione tra me e Pagnozzi all’Ippocampo.

 Molta  esperienza l’ho guadagnata sul campo, interpretando in gara  vari cavalli da commercio.  Un capitolo a parte riguarda gli stage formativi. Ricordo con grande emozione e intensità la training session con George Morris a Milano, uno dei capisaldi dell’equitazione, uno dei principali interpreti della monta naturale di Caprilli. Un modo di vivere il cavallo che per me è naturale e congeniale a causa dei miei trascorsi in galoppo. Quell’incontro mi ha lasciato molto in termini di sensazioni e di indicazioni tecniche. Ancora un altro stage a Roma  con una amazzone americana, Kathy Kussner, che non monta più. Quando si tratta di personalità dell’equitazione americana vado  con grande piacere!

 

Quando è che Paolo De Colle inizia a lavorare da solo?

“a 26 anni avviene la separazione da Sergio. Mi trasferisco a Baia Domizia  presso le scuderie del Prof. Di Blasio, un chirurgo di Cassino appassionato di allevamento di cavalli. Inizia la mia attività “in proprio”! dal ‘93 al ’98. Nel frattempo conseguo la  qualifica  di istruttore di base e partecipo a tutti quegli stage di formazione  organizzati dalla federazione. Henk Noren,Claudio Imbonati tecnico federale esperto di  lavoro alla corda, ancora Natale Chiaudani, diversi contatti con Peter Postelman per collaborazioni  di lavoro intense come importazione di soggetti belga in Italia.  Sono anche  stato dei periodi in Belgio da Peter. La mia cavalla di punta l’ho comprata da Postelman,  puledra di  3 anni. Sono stato circa due settimane da Stany Van Paschen. . . e non continuo con i nomi! Ritengo che nel mondo dell’agonismo quello che sai non lo devi ostentare. Lo devi dimostrare con i risultati, i percorsi netti, con la formazione di soggetti facili ed affidabili.

Parlare della carriera di Paolo De Colle significa soprattutto menzionare i Cavalli che hanno fatto parte della sua vita agonistica. Quale cavallo bisogna ricordare ?

“dico uno su tutti. Ascoli, da madre tedesca e da stallone purosangue, Augustinus, riproduttore che operava in Germania.  Il  primo cavallo a mettermi in luce.  Egregio nei circuiti allevatoriali,  Con lui ho conseguito  il secondo grado, ho vinto due campionati Centro Meridionali che allora era un appuntamento agonistico di prestigio, ho vinto alcuni Campionati Regionali. Poi la carriera si è fermata a 9 anni  a causa di un incidente. La soddisfazione più grande è che Ascoli l’ho preso all’età di 4 anni e l’ho formato e preparato io stesso.ricordo con simpatia un cavallo che ho avuto per pochissimo tempo poiché da commercio. Santa Cruz che poi fu venduto ad una allieva del colonnello D’Inzeo, continuando su livelli ancora di grande rilievo dopo la vendita. Un cavallo di origine olandese. Adesso dico gli ultimi, i cavalli più recenti Orchidee, Fascia. . . “

Momenti della sua carriera indelebili nella memoria?

“ Tutti chiari, presenti e cari. Sicuramente un secondo posto ad un Gran Premio molto prestigioso di un po’ di anni fa a Benevento. Montavo Santa Cruz da pochissimo. Una gara nelle quale il cavallo si rivelò e si espresse ad alto livello. Arrivammo secondi alle spalle di Simone Sed.ci fu un barrage in sfida col cronometro così come piace a me. Velocissimo!ed io ci provo sempre a battere il tempo, se no non è divertente!”

Parliamo della sua attività lavorativa odierna: del suo centro ippico, dei suoi agonisti. Quale è la giornata tipo di Paolo De Colle? E la famiglia?

“ Nel 1998 mi trasferisco e prendo in gestione il Centro Ippico Blue Moon . In questo modo ho incrementato un po’ la mia attività di insegnamento, là dove prima mi occupavo esclusivamente di montare a cavallo e importare cavalli per il commercio. Mi manca poco per passare al grado di istruttore di secondo livello. Tra gli agonisti giovani nel mio gruppo di allievi troviamo Giuliano Russo, Antonio Larizza, Alessia Marvaso, Giulia Masucci, Francesco Magnotti. Ma nelle mie scuderie si sono susseguiti tanti altri allievi come Anna Giugno o Francesco Salzano che ha cominciato proprio con me.

 Quando fai questo lavoro in maniera dinamica e con impegno, la nota stonata è proprio quella della famiglia! Io però ho la fortuna di avere una moglie che lavora con me. A lei tocca il settore più laborioso  , dei principianti ,  pre-agonistica fino al conseguimento del brevetto. Oltre ai miei tanti –figli – a quattro gambe ci sono i miei tre. Una figlia di 11 anni,  uno di tre e l’ultimo di un anno e mezzo.”

Prossimi impegni agonistici e recenti partecipazioni. Al Cia ha totalizzato tre percorsi netti con Orchidee e con il nuovo Verdi Van Het Vijverhof.

“ sono stato molto contento. Si è messo in luce questo nuovo cavallo che ho, sempre belga. Verdi. . . che io ho comprato in Italia. È stato importato da Steeven Daniels e acquistato per primo dal Sig. Nappi. In scuderia era inutilizzato e fermo a causa di un tarlo anche abbastanza esteso. L’ho comprato che aveva 5 anni, è stato fermo per un anno nell’attesa dei tempi di guarigione dal tarlo. Ho iniziato con lui l’anno scorso. Molto indietro nel lavoro ed inesperto.  Raggiungerà, a mio avviso,  un bel livello. In programma c’è il Grandi Eventi il 18 marzo. “

 All’occhio dell’osservatore “stilista” la sua monta in gara può apparire efficace ma poco gradevole in termini di stile, volta alla velocità e alla gestibilità estrema del cavallo saltatore  pronto ad effettuare girate al massimo della disponibilità, libero di svolgersi in parabola e leggero in avanti. 

“ dopo tanti anni di lavoro con i cavalli tendo a creare e proporre un soggetto facile e gestibile dalla maggior parte dei cavalieri. Sul cavallo giusto, dotato di certe caratteristiche, di un certo equilibrio, va a potenziare la fiducia e l’affidabilità nella prestazione agonistica. Non è proprio inefficace su un cavallo impostato in una altra maniera, pensiamo al soggetto tedesco tradizionale, ma occorre più tempo. Il mio lavoro in piano tiene sempre conto del fatto che il mio cavallo è un saltatore. La riunione che cerco io è propedeutica e finalizzata, in termini di elasticità,  alla massima estensione in parabola. Il lavoro su due piste lo adopero su certi soggetti che abbiano bisogno  di mobilità  in un  costato rigido , per sciogliere la rigidità in un soggetto di grossa morfologia. Nel mio metodo, che trae molto spunto e beneficio dal mondo del galoppo dal quale provengo, grande importanza riveste la condizione atletica. Nel galoppo si è maniacali su questo. Senza la condizione atletica il cavallo non è in grado di essere sottoporto a sforzi. Quando possibile, spazi permettendo, tutti i miei cavalli, alla “Moyerson” lavorano sulle aperture di fiato in pista. Niente altro che lavoro di condizione.”

Una domanda impegnativa. Si attribuisce una valenza negativa alla figura polivalente del cavaliere, istruttore, commerciante. Anzi proprio questa polivalenza è letta come piaga della equitazione moderna. Lei cosa può dire in merito e come concilia questi tre aspetti?

“ sono d’accordo solo in parte con quello che si pensa. Se sei una persona onesta non vedo perché tu non possa formare un allievo e trovare il cavallo giusto per la carriera agonistica di quell’allievo. Non è facile. È ovvio che sono costretto ad occuparmi di queste tre attività in maniera ridotta rispetto a quanto potrei fare svolgendone una sola. Oggi che mi trovo in Sicilia a visionare dei cavalli,per esempio,  ho lasciato il lavoro da svolgere ed ho affidato la scuderia a dei collaboratori.”

Quale è il cavaliere Internazionale che più ammira?

“ Thierry Pomel mi affascina nella sua personalità vincente, nel suo ruolo di cavaliere e preparatore di puledri. Quello che è più vicino alla mia vita e al mio approccio con il cavallo è Nick Skelton. Come me Lui anche io  ho iniziato con le corse di galoppo!”

Apriamo insieme il suo cassetto dei sogni?

“ mi piacerebbe molto far parte di una squadra olimpica di salto ad ostacoli!

 Lei ha detto sogno. . . ”

Che cosa Le dà più fastidio dell’ambiente dell’equitazione?

“le chiacchiere. Purtroppo quella è una cosa alla quale non si può porre limite. Io sono una persona schiva, e posso sembrare severa e rigida. Ma in realtà non mi lascio distrarre e deconcentrare dal mio rapporto- bellissimo- con i cavalli. Soprattutto dai cavalli che formo io, allora il legame diventa ancora più forte.”

 

 

 

 

                        Giulia Iannone

                       

 

 

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Autore

Nino Esposito