Introduzione
Gli
scopi di un corso di urbanistica per studenti di Architettura del
secondo
anno
Occorre
innanzitutto, a titolo dei premessa, chiarire cosa si intende in
generale
per urbanistica. Urbanistica è in generale il modo in cui le
attività
umane si dislocano e si distribuiscono sul territorio. Urbanistica
è,
ancora, il modo in cui queste attività interagiscono tra loro e
con il territorio in cui si collocano. Urbanistica è, infine, il
metodo, la cultura, la tecnica di lettura e di trasformazione di questi
rapporti.
In
definitiva, oggetto dell’urbanistica sono le forme dell’insediamento
della
società umana nel territorio. In particolare, il punto di vista
privilegiato (anche se non unico) dell’urbanistica è la
città,
dove storicamente le attività umane e sociali si concentrano,
assumono
un forte grado di complessità, trasformano in modo più
profondo,
rilevante, ed esplicito l’ambiente naturale.
Si
può forse affermare che, fra tutte le invenzioni umane, la
città
sia quella più complessa, luogo dei principali accadimenti
storici
e molto spesso essa stessa protagonista della storia, come dimostra per
esempio la rilevanza che l’immagine urbana assume nelle
rappresentazioni
artistiche di tutti i tempi. Rappresentazioni artistiche che tra
l’altro
ne scandiscono anche alcuni aspetti via via, idealizzati, positivi, e
anche
negativi, come – per fare esempi piuttosto conosciuti e relativi ai
tempi
moderni – le periferie dipinte da Mario Sironi, o le immagini della
metropoli
e della società degradata del film Blade Runner.
Ed
è proprio l’immagine degli aspetti negativi della città a
introdurre l’aspetto “progettuale” dell’urbanistica: le immagini
negative
stanno a simboleggiare ciò che “non funziona”, in un modo o
nell’altro,
nella città di un certo periodo. Ed è da questa
consapevolezza
di disagio, che la società produce progetti di miglioramento,
della
società e della città, che in questo senso è
più
che mai la “casa della società”, da rinnovare e migliorare ad
ogni
generazione.
L’urbanistica,
come idea collettiva dello spazio abitato, è forse antica quanto
l’uomo. Non così la sua istituzionalizzazione in tecniche,
regole,
culture e forme di governo del territorio. Questa istituzionalizzazione
avviene in tempi abbastanza vicini ai nostri, a seguito degli squilibri
introdotti dall’industrializzazione nel secolo XIX, nella città
e società tradizionali. Quindi, nella sua accezione attuale,
l’urbanistica
è una disciplina piuttosto giovane.
Compito
dell’urbanistica con queste premesse sono la analisi e la progettazione
dello spazio. Ma attenzione: il “progetto” dell’urbanistica non va
confuso
con quello dell’architettura. E non solo perché il campo di
applicazione
dell’urbanistica è più vasto, ma in modo più
profondo.
L’architettura esprime un progetto definito, che per sua natura intende
realizzarsi in modo totale, in tempi relativamente brevi, e da parte di
una sola volontà (o comunque di una volontà dominante)
che
lo conduce dall’idea alla trasformazione spaziale voluta. L’urbanistica
si esprime invece soprattutto attraverso il “piano”, ovvero un progetto
che si realizza anche solo parzialmente, diluito nel tempo, e in cui si
fondono volontà e azioni di moltissimi soggetti, che esprimono:
·
diverse aspettative
·
diversi poteri
·
diversi obiettivi
Si comprende
dunque come l’urbanistica sia “prodotto sociale”, e quindi molto
lontana
dalla realizzazione spaziale di un disegno, anche se spesso i suoi
strumenti
tecnici sono anche dei disegni. Fine ultimo dell’urbanistica è
quello
di realizzare forme di insediamento che siano di servizio alla
società,
organizzate nello spazio nel modo migliore a conseguire questo fine.
Dietro
il semplice aspetto fisico di questa dislocazione e rapporto spaziale,
ci sono quindi altri elementi in gioco, rappresentati dalle
volontà
anche contrapposte (singoli, gruppi, istituzioni) che trovano nel piano
un momento di ricomposizione.
Questi,
in sintesi, gli scopi generali del corso di urbanistica, che saranno
sviluppati
nei due filoni di lezioni ed esercitazioni. Con queste premesse,
è
possibile comprendere meglio sia il legame fra le varie comunicazioni
ex
cathedra, sia il nesso fra queste e l’esercitazione pratica di analisi
e progetto.