La cosa grave è che i falsi moralisti uccidono la libertà |
La notizia riguardante la costituzione del sospirato Partito dei Cacciatori “ PROGETTO NATURA” ha galvanizzato quelle persone che ormai da anni sentono la loro libertà minata da continue ed inutili restrizioni sopportando soprusi e falsità , solo per costruire le famose parco-poltrone . Pertanto una lista politica che ci rappresenti ,dopo anni di offese ed insulti da parte di uno sparuto gruppo di anticaccia, sicuramente ci esalta e ci stimola. Non dimentichino i cacciatori che sono 800000 e quindi se ognuno porta ,almeno quattro voti contiamo di una potenziale elettorale di 3.200.000 voti . Siccome ,possiamo sicuramente superare la soglia dei quattro voti, i risultati che possiamo prevedere possono essere eclatanti, tanto da soffocare certe frange estremistiche di falsi ambientalisti. Le reazioni di quest’ultimi , condite dalle solite strumentali falsità non hanno tardato a venire :
CONFAVI PLAUDE IL PARLAMENTO PER BOCCIATURA EMENDAMENTO ANTI-CACCIA
La Confederazione delle Associazioni Venatorie Italiane plaude alla bocciatura effettuata dal Parlamento nazionale dell’emendamento “anti-caccia” ereditato dal defunto Governo Prodi-Pecoraro Scanio. Con la scusa di mettere a riparo l’Italia da fantomatiche procedure di infrazione da parte dell’Unione europea il passato Governo aveva predisposto un provvedimento “salva infrazioni” che, se approvato avrebbe penalizzato ingiustificatamente l’attività venatoria in Italia. Non essendo riusciti a farlo approvare a causa della fine prematura della precedente legislatura, il Governo di centro sinistra che è stato mandato a casa dal voto popolare del 13 e 14 aprile u.s., ha tentato di fare approvare questo provvedimento attraverso l’apparato burocratico che ancora è annidato all’interno di alcuni ministeri e che risponde ancora alle loro logiche. Mentre la maggior parte dei Dirigenti venatori è indaffarata nel tentare di trovare pretesti per non appoggiare le proposte di modifica della legge statale 157/92 predisposte dall’on. Sergio Berlato ed in fase di presentazione al Parlamento nazionale, abbiamo attivato ogni utile conoscenza in Parlamento per chiedere ai Deputati di non approvare il provvedimento “anti-caccia” ereditato dal passato Governo e rigurgitato in Parlamento da un apparato burocratico che speriamo sia presto oggetto di una sana derattizzazione da parte del nuovo Governo di centro Destra. Un sentito ringraziamento a tutti quei Parlamentari che ci hanno dato retta e che non hanno consentito l’approvazione di un provvedimento tanto dannoso per l’Attività Venatoria italiana.
Il Presidente Maria Cristina Caretta
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Il 21 agosto la sezione USA del WWF segnala che 9 orsi sono stati avvistati in Alaska, a nuoto nel Mare di Chutki. E’ la notizia che dà il via alla grande truffa mediatica dell’estate, con giornali inglesi e italiani che ingigantiscono la storia con particolari totalmente inventati e ipotesi romanzate. In questo articolo la prova che si tratta della solita mega-bufala. E la cronistoria dettagliata di questo ennesimo scandalo ecologista, con alcune considerazioni finali su certo giornalismo pseudo-scientifico. E’ il 21 agosto quando la sezione USA del WWF segnala che 9 orsi sono stati avvistati in Alaska, a nuoto nel Mare di Chutki: una notizia subito ripresa da molti giornali in tutto il mondo. Il che andrebbe bene, senonché almeno uno di questi giornali, il britannico Daily Mail, ha poi pensato di infiorettarla e ingigantirla con particolari errati e/o inventati, solo per poi cancellare tutto quando la storia non poteva piu’ reggere. Nel frattempo, a migliaia di persone sono state date informazioni errate, anche in Italia, in quella che è stata una colossale presa in giro. Ma procediamo con ordine. 21 Agosto Alcuni particolari contenuti nel comunicato: Più in là nel comunicato stampa si scopre che l’avvistamento era stato fatto dal Servizio di Gestione Mineraria del Governo USA, alla ricerca di siti per future estrazioni “offshore” di petrolio (insomma: gli orsi erano stati trovati per puro caso). Il WWF promette aggiornamenti appena possibile, e finisce con un Professor Richard Steiner del Programma di Consulenza Marina dell’Universita’ dell’Alaska che afferma che gli orsi sono in “serio pericolo perché hanno bisogno di ghiaccio marino, e il ghiaccio marino sta diminuendo”. Secondo Steiner, quanto sta accadendo dovrebbe convincere chi “ancora non crede al riscaldamento globale e all’impatto che sta avendo nell’Artico”. Da un articolo del WWF sullo stesso tema si ottengono altri dettagli, come il nome dell’esperto preoccupato dell’affogamento degli orsi (Geoff York), e la data dell’avvistamento (16 agosto 2008). 29 agosto A corredo dell’articolo, l’immagine di un orso polare a occhi semichiusi, rivolto verso la fotocamera in un mare con diverse onde basse, e molte increspature (come se la foto fosse stata ripresa da un elicottero a bassissima quota). Wigmore si avventura nel pubblicare nuove informazioni riguardo ai nove orsi: Nel seguito sarà chiaro del perché dell’uso del condizionale, nel riportare le “informazioni” pubblicate da Wigmore e dal Daily Mail. Per ora basti osservare che Wigmore non indica se tali informazioni siano state fornite dal WWF o altre fonti dopo il comunicato stampa del 21 agosto, che non le contiene. Da notare che Margaret Williams, a capo dell’ufficio WWF per l’Alaska, è citata nell’articolo dove dice che “scoprire nove orsi a nuoto” è “estremamente preoccupante” perché vuol dire che ve ne sono “dozzine” nella stessa situazione (che nessuno osi suggerire che invece voglia dire che gli orsi polari nuotano a decine di chilometri dalla costa in maniera del tutto naturale!) 30 agosto Il corrispondente da Londra, Enrico Franceschini, aggiunge ulteriori dettagli a quelli già ricamati da Wigmore sulla notizia originale del WWF: Davvero incredibile l’assoluta discrepanza fra il comunicato stampa del WWF, unica fonte certa fino a quel momento, e i testi di Wigmore e Franceschini, con quest’ultimo che addirittura costruisce nuovi infiorettamenti sopra il già fantasioso testo del Daily Mail. 30 agosto – 3 settembre Insospettito, scrivo a Repubblica, e posto un commento sul sito del Daily Mail, suggerendo di correggere l'articolo. 3 settembre Il secondo comunicato invita ad agire in modi che aiutino le popolazioni di orsi polari in generale (lasciando insomma perdere quei nove orsi), esplicitando poi che bisogna fare pressione perché i Governi agiscano contro il riscaldamento globale, l’industrializzazione che avanza nell’Artico, e la caccia che va riportata “a livelli sostenibili”. Dunque, nonostante ne abbiano avuto tutto il tempo e tutti i modi, al WWF non confermano né la “notizia” dal Daily Mail, né tantomeno quella da Repubblica. Anzi, più i dettagli si accumulano, meno quelle storie sembrano avere fondamento. 3 settembre Da notare che secondo Repubblica non ci sarebbe più traccia degli animali da dieci giorni, cioè dal 24 agosto più o meno. In questo modo si smentisce quindi l’articolo di Franceschini sulla stessa Repubblica. 3 settembre Anche un articolo che lì rimandava, è modificato in modo da far sparire ogni indicazione che informazioni a dir poco fuorvianti fossero state pubblicate (è possibile trovare traccia dell'articolo originale, su Google cercando “polar bears daily mail”). La fonte delle preoccupazioni sugli orsi in affogamento, insomma, ammette implicitamente di aver attuato una grossa presa in giro, dal 29 agosto in poi, su un argomento che sta a cuore a molti. In ultima analisi, sulla base delle informazioni fornite dal WWF stesso, nessuno (neanche uno) dei dettagli aggiunti da Wigmore, e poi da Franceschini, può essere ritenuto vero: Esiste sempre la possibilità che Wigmore, Franceschini e gli altri che hanno riportato queste “informazioni” le abbiano ottenute da fonti attendibili, e che ci siano riscontri tangibili. Ma quelle fonti non sono citate, di quei riscontri non c’è ancora traccia, e l’unico riferimento è il WWF, il quale come spiegato sopra in dettaglio, non riporta le “informazioni” del Daily Mail e/o di Repubblica. 8 settembre Certo non ci sono prove per parlare di disonestà intellettuale, ma di pressapochismo, faciloneria e creduloneria davvero le redazioni dei giornali, italiani e non solo, sono piene: per non parlare dell’apparente incapacità di riconoscere - e quindi apprendere da - i propri errori. Questa non è certo la prima volta che Repubblica inciampa su notizie infondate o semplicemente mal riportate. Giusto per limitarci agli ultimi mesi: Gli orsi sembrano poi prestarsi molto bene a queste dimostrazioni di dilettantismo e pressapochismo. Ancora sul Daily Mail, ma non solo, dove l'anno scorso e’ apparsa un’altra completa fantasia spacciata come la storia vera di due orsi polari alla deriva. Era il febbraio 2007 infatti, quando in tutto il mondo si sparse la voce che due orsi polari erano stati visti abbarbicati disperatamente a un ultimo iceberg, persi nel mare. Ecco un articolo dell’epoca, dal Daily Telegraph: “Un pianeta in bilico” (“A planet on the edge”). Un “fatto”, quello? Ma certo che no! La fotografa si chiama Amanda Byrd, è australiana, e all’epoca lavorava al suo dottorato presso l’Università dell’Alaska a Fairbanks. Interpellata appena un mese dopo l’articolo di Mouland (si veda l’articolo di Rob Lyons su Spiked Online), ha dichiarato di aver scattato la foto nell’estate 2004, durante una missione di studio nel Mare Artico con l’Università. Gli orsi, ha detto la Byrd, erano sul ghiaccio quando gli umani sono arrivati, ed erano ancora lì quando gli umani se ne sono andati. Erano “in salute, grassi e sembravano stare confortevolmente sul loro iceberg”. E cosa ne pensa dell’uso di quella foto come esempio delle preoccupazioni riguardo il riscaldamento globale? “Io credo nei fenomeni del cambiamento climatico”, ha risposto la Byrd, “ma per me dire che c’e’ un collegamento diretto fra quelli e quella foto, sarebbe pura speculazione”. La Byrd ha anche detto di essere “infastidita” visto che “l’immagine che avete visto fare il giro del mondo è stata distribuita senza il mio consenso, e con la didascalia sbagliata”. E quindi di nuovo: degli orsi polari che facevano quello che fanno gli orsi polari, tranquilli e senza preoccupazioni particolari (a parte, probabilmente, il dare un’occhiata a quella nave e a quegli umani che passavano di là), sono stati in ultima analisi abusati, con la loro storia assolutamente cambiata per renderla drammatica quando in realtà non lo era. Una situazione nel 2007 perfettamente analoga a quella degli orsi polari nel 2008. Aggiungo anche che Mouland dice che quattro orsi sarebbero affogati alcuni mesi prima al largo dell’Alaska. Mi si perdonerà il pensiero che anche questa sia una “notizia” falsa, senza neanche investigarvici sopra. A questi giornalisti ecofantasisti una sola domanda: quante volte pensate di poter mentire e storpiare la realtà prima che uno non vi prenda più sul serio? Mi si permetta alcune altre considerazioni. Intanto comunque vorrei tranquillizzare i lettori "appassionati" di quel magnifico animale che è l'orso polare. Non c'è alcuna prova che sia in pericolo, né alcuna prova che quei nove in particolare siano mai stati in difficoltà. L'orso polare è una specie onnivora, capace di adattarsi a diete estremamente varie; è senza predatore alcuno, e anche se vive sulla terraferma nuota normalmente per decine e decine di chilometri nell'acqua ghiacciata. Inoltre il numero di esemplari di tale specie è in aumento negli ultimi 40 anni. Contro queste notizie inventate, tutto sommato, esiste una sola difesa: il proprio pensiero critico. Visti i tempi in cui ci ritroviamo, dovrebbe essere la materia più importante da insegnare a scuola. |