DISCORSO DEL COORDINATORE ALLA FESTA DEGLI AMICI DEL PARCO

Amici del Parco del Delta del Po, il coordinamento delle associazioni ambientaliste polesane che si occupano della salvaguardia del Delta del Po, si prefigge obiettivi che vanno nella direzione opposta rispetto alla tendenza generale italiana di questi ultimi tempi, caratterizzati da continue divisioni politiche.

Non passa giorno, infatti, in cui, per esempio, non nascano nuovi partiti o organizzazioni che, invece di unire le forze in campo, le dividano.

La diversità sembra non essere un valore, una ricchezza, un pregio, come invece dovrebbe essere, ma un motivo di frizione, di divisione, di separazione.

Questo discorso lo possiamo fare anche per il mondo ambientalista. Sempre più numerosi sono, infatti, i movimenti ambientalisti nuovi, che nascono da costole di altri già esistenti, che originano da incomprensioni, malintesi, rivalità, egoismi.

Le forze, perciò, in  questo modo, si disperdono. Gli obiettivi si smarriscono. Il nostro movimento, invece, come detto, si propone lo scopo, ambizioso perché in controtendenza, di unire persone diverse, di assemblare esperienze differenti, di catalizzare gruppi di volontari, perché è questo che, in fondo, siamo noi, che, dietro bandiere diseguali, lottino per la stessa causa comune: la difesa ambientalista del Delta del Po.

Non so se sia a tutti noto che il numero degli iscritti alla pletora delle associazioni ambientaliste, riesce a malapena ad avvicinarsi, per fare solo un esempio con una realtà che dovrebbe essere antitetica alla nostra (mi riferisco alla caccia), a quello degli aderenti alle associazioni venatorie.

Anche la percentuale degli italiani che vota per i "Verdi", che dovrebbero essere i rappresentanti politici con i quali noi dovremmo avere più feeling, anche se, in realtà, tengo subito a precisare che siamo un'associazione apolitica, rappresenta forse solo il 3% della popolazione.

Tutta questa premessa vuole semplicemente precisare che la sensibilità ambientalista non è, purtroppo, molto diffusa nel nostro distratto paese, in cui sembra che i problemi fittizi di Tarricone, Salvo e Cristina preoccupino la gente comune più dei problemi reali.

Per questo motivo, quindi, cioè perché siamo pochi, abbiamo deciso di unirci, per essere più forti e raggiungere gli obiettivi che ci siamo preposti e che trovate nel nostro statuto costitutivo. In fondo non abbiamo fatto una grande scoperta, perché il motto "l'unione fa la forza" ha sempre premiato chi l'ha messo in pratica. Questo vale anche per noi. Non vorrei essere considerato presuntuoso, ma in meno di un anno di attività (siamo infatti "nati" il 15 marzo del 2000) abbiamo ottenuto come gruppo collettivo o come singola associazione aderente, molti importanti risultati, assolutamente al di là di ogni nostra più rosea aspettativa:

-Nostri articoli sono stati pubblicati sulla stampa, dove abbiamo preso posizione in maniera decisa sulle questioni già esistenti che ci stanno a cuore (per esempio l'inquinamento dovuto alle emissioni della Centrale ENEL di Polesine Camerini, l'ipotesi di costruzione del terminal gasifero al largo di Porto Levante, l'ipotesi di costruzione di un inceneritore a Cassella di Porto Tolle, l'ipotesi di allestimento di una discarica, camuffata da campeggio, in località Forti, a Polesine Camerini, ecc.).

-Abbiamo sollevato noi dei problemi, incompatibili con l'esistenza del Parco (per esempio la presenza di campi addestramento cani per la caccia, a suo tempo autorizzata dall'Amministrazione Provinciale di Rovigo all'interno del Parco già istituito, il bracconaggio, l'abbandono dei rifiuti nel Parco, la costruzione di baracche abusive sugli scanni, ecc.).

-Abbiamo dato un forte impulso alle manifestazioni che hanno lo scopo di promuovere la fruizione turistica eco-compatibile del Parco (Parco in bici, Festa delle oasi del WWF, Festa della liberazione dei rapaci della LIPU e del Gruppo iniziativa per l'ambiente di Porto Viro, il Delta in canoa delle locali associazioni canoistiche, ecc.).

-Ci siamo battuti con gli avvocati delle nostre associazioni (WWF ed Italia Nostra), nei processi per caccia nel Parco e per introduzione di armi, costituendoci parte civile (sostituendoci allo stesso Ente Parco, con il quale proprio per questa sua inerzia siamo entrati in disaccordo) e contribuendo, così, ad ottenere i recenti successi processuali di questi giorni, che hanno permesso di fare chiarezza in una normativa che era stata artatamente resa poco chiara da chi il Parco continua a non volerlo.

-Abbiamo aperto un nostro sito internet, dove c'è un sacco di materiale sul Delta, un dossier sulla caccia e bracconaggio, un libro sul Delta in canoa, notizie concernenti le problematiche ambientaliste tratte dalla stampa locale, informazioni per il turista che voglia venire a visitare la nostra splendida terra ed altro ancora. Proprio in questi giorni stiamo raggiungendo quota mille visite virtuali; mediante la nostra posta elettronica riceviamo richieste di guide del Delta (una delle associazioni che formano il coordinamento) un po' da tutta Italia.

-Siamo stati intervistati da Radio RAI ed abbiamo avuto modo, così, di farci conoscere ad una platea ancora più vasta.

-Siamo qui oggi, alla presenza delle Autorità, per lanciare la nostra proposta di adesione al movimento con la cartolina, ed anche questo può essere reputato un ulteriore successo.

Chi non fosse esperto di tematiche ambientali potrebbe chiedersi: <<ma che senso ha un'associazione che si dichiara "amica del parco", che si dovrebbe, cioè, occupare della protezione del parco stesso, se esiste già un Ente Parco che lo dovrebbe fare? Non basta l'istituzione del Parco a far fronte alle varie emergenze e necessità?>>

Tali domande inquadrano perfettamente il problema, perché sono la ragione stessa della nostra nascita.

Il nostro Parco, infatti, esiste dal settembre del 1997, da quando, cioè, è entrata in vigore la legge regionale che ne ha previsto l'istituzione. A monte, però, vi sono almeno venti anni di lotte ambientaliste, di riunioni, di proposte, di discussioni, anche accese, in diverse sedi istituzionali.

Il Parco che abbiamo oggi non è certo quello da noi auspicato: troppi i territori importanti ancora esclusi e troppo poche, perciò, le zone già protette. Oltretutto, noi che siamo quelli che l'hanno voluto, non abbiamo alcuna voce in capitolo per quanto concerne la sua gestione. E' questa una lacuna della legge, forse, fatto sta, però, che, di fatto, nella stanza dei bottoni, siedono molti rappresentanti politici locali che per molto tempo hanno fatto di tutto affinché il Parco stesso non venisse istituito.

Il nostro Parco, tutti i Parchi, in definitiva, finiscono sempre per diventare l'ennesimo carrozzone in cui i soliti affamati di potere si contendono le solite poltrone, fanno le solite alchimie politiche per accontentare le solite lobby...Insomma, nulla di nuovo sotto il sole!

E noi che l'abbiamo fatto nascere, che posto abbiamo? Nessuno! O, per essere più precisi, siamo rappresentati nella Comunità del Parco, organo, però, solamente consultivo, che, tra l'altro, a distanza di tre anni e mezzo dall'istituzione dell'area protetta, non è stato ancora convocato!

E' chiaro, quindi, che i motivi per unirci in questo coordinamento ci sono eccome e siamo qui con voi, oggi, per spiegarveli.

Va da sé dopo la seguente premessa, che noi non siamo "Amici dell'Ente Parco", ma del Parco, inteso come territorio da proteggere, come volevamo da 30 anni a questa parte e che, tutt'ora non siamo riusciti a realizzare appieno.

Ovvio che passi avanti sono stati fatti, rispetto ad allora, anche se, come ho fatto intendere in precedenza, il nostro rapporto con l'istituzione Ente Parco non è tutto rose e fiori. Siamo ben lieti, però, di collaborare con esso e riconosciamo che le manifestazioni da noi organizzate vengono patrocinate e, quando i fondi arrivano, anche finanziate.

Per questo vogliamo continuare il nostro rapporto con l'Ente gestore in maniera costruttiva, ma anche ferma e decisa allorquando se ne ravvisasse la necessità.

torna al documento precedente