Atti Parlamentari. Camera dei Deputati. XIII Legislatura. Seduta dell'8 ottobre 1999. Interrogazione a risposta orale. BOATO. - Ai Ministri dell'ambiente e dell'interno.

Per sapere - premesso che:

negli ultimi anni diversi cacciatori del Delta del Po sono stati scoperti in flagrante e denunciati sia per uso di richiami acustici proibiti (registratori elettroacustici), sia per uso di fucili a più di tre colpi, vietati dalla legge, sia per altri reati;

dopo l'istituzione del Parco regionale del Delta del Po, sono state riscontrate e denunciate da un agente di Polizia di Stato innumerevoli irregolarità e reati, sempre <<sfuggiti>> ai vigili provinciali di Rovigo, nella stagione venatoria 1998-1999;

tra i comportamenti illegali è stato ripetutamente denunciato alla magistratura anche il trasporto di armi all'interno del parco (vietato per legge), creando ulteriori reazioni indispettite dei dirigenti locali e provinciali dei cacciatori;

nel giorno dell'apertura generale della caccia nel settembre 1998, sono stati tagliati i quattro pneumatici dell'auto dell'agente di polizia di Stato <<reo>> di tentare di far rispettare le leggi;

uno dei cacciatori denunciati per trasporto di armi nel parco è stato rinviato a giudizio dal Giudice per le indagini preliminari, confermando la fondatezza della denuncia;

il 15 settembre 1999 un sopralluogo operato dall'agente di Polizia di Stato con due ufficiali della Capitaneria di Porto, ha portato al sequestro di ben cinque appostamenti fissi situati illegalmente dentro i confini del parco e alla denuncia della provincia di Rovigo per mancata rimozione degli appostamenti nel Parco e perché nella zona esterna al parco vi erano più appostamenti di quelli consentiti;

a questo punto anche alcuni vigili provinciali hanno cominciato ad esercitare una certa vigilanza e sono state formulate altre sei denunce per caccia nel parco;

il 24 settembre 1999 i dirigenti della FederCaccia del Delta hanno convocato un'assemblea dei cacciatori locali invitando anche in comandante del commissariato di Polizia di Stato di Porto Tolle e l'assessore provinciale alla caccia. In questa riunione sembra che qualche dirigente dei cacciatori, oltre ad affermare che gli appostamenti illegali devono rimanere dove sono, abbia denunciato i <<metodi da gestapo>> usati dalla polizia locale (con pesanti riferimenti all'agente autore del maggior numero di segnalazioni) ed abbia istigato i cacciatori a scappare nel caso venissero sorpresi a caccia nel parco. Se confermate, queste affermazioni configurerebbero il reato di istigazione a delinquere;

quali iniziative, per quanto di propria competenza, il Governo intenda assumere per:

a)vigilare perché abbia fine la situazione di palese illegalità esistente nel Delta del Po;

b)sostenere l'attività di vigilanza operata da pochi e lodevoli agenti statali e provinciali;

c)verificare eventuali comportamenti omissivi ed eventuali rapporti di connivenza con azioni di bracconaggio;

d)prevenire ulteriori peggioramenti della situazione che deriverebbero dall'allontanamento (richiesto a gran voce dai bracconieri locali e dai loro sostenitori) di un agente di Polizia di Stato che si è particolarmente distinto nella difesa dell'ambiente, non solo in tema di attività venatoria.