Senato della Repubblica. XIII Legislatura. 688ª Seduta (antimerid.) del 12 ottobre 1999. Interrogazioni con richiesta di risposta scritta. BORTOLOTTO. - Ai Ministri dell'ambiente e delle politiche forestali.

Premesso:

che negli ultimi anni diversi cacciatori del Delta del Po sono stati scoperti in flagrante e denunciati sia per uso di richiami acustici proibiti (registratori elettroacustici), sia per uso di fucili a più di tre colpi, vietati dalla legge, sia per altri reati;

che, dopo l'istituzione del Parco regionale del Delta del Po, sono state riscontrate e denunciate da un agente di Polizia di Stato innumerevoli irregolarità e reati, sempre <<sfuggiti>> ai vigili provinciali di Rovigo, nella stagione venatoria 1998-1999;

che tra i comportamenti illegali è stato ripetutamente denunciato alla magistratura anche il trasporto di armi all'interno del parco (vietato per legge), creando ulteriori reazioni indispettite dei dirigenti locali e provinciali dei cacciatori;

che, nel giorno dell'apertura generale della caccia nel settembre 1998, sono stati tagliati i quattro pneumatici dell'auto dell'agente di polizia di Stato <<reo>> di tentare di far rispettare le leggi;

che uno dei cacciatori denunciati per trasporto di armi nel parco è stato rinviato a giudizio dal Giudice per le indagini preliminari, confermando la fondatezza della denuncia;

che il 15 settembre 1999 un sopralluogo operato dall'agente di Polizia di Stato con due ufficiali della Capitaneria di Porto, ha portato al sequestro di ben cinque appostamenti fissi situati illegalmente dentro i confini del parco e alla denuncia della provincia di Rovigo per mancata rimozione degli appostamenti nel Parco e perché nella zona esterna al parco vi erano più appostamenti di quelli consentiti;

che a questo punto anche alcuni vigili provinciali hanno cominciato ad esercitare una certa vigilanza e sono state formulate altre sei denunce per caccia nel parco;

che il 24 settembre 1999 i dirigenti della FederCaccia del Delta hanno convocato un'assemblea dei cacciatori locali invitando anche in comandante del commissariato di Polizia di Stato di Porto Tolle e l'assessore provinciale alla caccia. In questa riunione sembra che qualche dirigente dei cacciatori, oltre ad affermare che gli appostamenti illegali devono rimanere dove sono, abbia denunciato i <<metodi da gestapo>> usati dalla polizia locale (con pesanti riferimenti all'agente autore del maggior numero di segnalazioni) ed abbia istigato i cacciatori a scappare nel caso venissero sorpresi a caccia nel parco. Se confermate, queste affermazioni configurerebbero il reato di istigazione a delinquere;

che la cosa più grave sarebbe stato il fatto che il comandante di pubblica sicurezza e l'assessore presenti, anzichè denunciare gli autori di queste affermazioni, si siano accomiatati da essi con una stretta di mano;

si chiede di sapere quali iniziative si intenda prendere:

affinché abbia fine la situazione di palese illegalità esistente nel Delta del Po;

per sostenere l'attività di vigilanza operata da pochi e lodevoli agenti statali e provinciali;

per verificare eventuali comportamenti omissivi ed eventuali rapporti di connivenza con azioni di bracconaggio;

per prevenire ulteriori peggioramenti della situazione che deriverebbero dall'allontanamento (richiesto a gran voce dai bracconieri locali e dai loro sostenitori) di un agente di Polizia di Stato che si è particolarmente distinto nella difesa dell'ambiente, non solo in tema di attività venatoria.