(4) "lobby dei cacciatori e condizionamento delle amministrazioni locali"

"Esempio" paradigmatico “dell’assoggettamento” di un’amministrazione locale del Delta agli interessi della “lobby” dei cacciatori potrebbe dirsi il Comune di Porto Tolle. Vi è, infatti, uno “stretto legame” tra Federcaccia e Comune di Porto Tolle.

Nelle numerose  riunioni che la Federcaccia ha indetto a Porto Tolle per manifestare la sua contrarietà al Parco del Delta (linea politica sostenuta anche dal Comune di Porto Tolle), a fianco dei dirigenti della summenzionata associazione venatoria vi erano sempre i politici di Porto Tolle (anche perché le due figure, spesso coincidono). Il “vicepresidente provinciale della Federcaccia", infatti, Lorenzo Carnicina, è anche capogruppo di maggioranza in consiglio comunale; Pregnolato Mauro, consigliere di maggioranza, è referente della Federcaccia per la frazione di Pila (come emerge dalla lettura della sentenza nr. 2166/2001, del Giudice di Adria, relativa ad un processo per introduzione di armi nel Parco); Boscolo Angelo, assessore alla caccia del Comune di Porto Tolle, è in possesso di licenza di caccia e fu teste della difesa nel processo per introduzione di armi di cui alla sentenza nr. 2166/2001).

Vi sono anche altri elementi quantomeno “sospetti”: lo spropositato numero di cacciatori tra i consiglieri di maggioranza del Comune di Porto Tolle  (6 su 13), rispetto alla totale assenza di essi nelle file dell’opposizione (che, per la “cronaca”, è ugualmente contraria al Parco!)

Porto Tolle, nonostante abbia la densità venatoria che è doppia del resto d’Italia, annovera,  “solo” 410 cacciatori su 11.000 abitanti (il 3,8% della popolazione). Se tra i membri della minoranza non vi è alcun cacciatore, dunque, siamo nella “norma” con il resto della popolazione; ma se quasi metà, invece, di quelli della maggioranza (“antiparco”) sono “seguaci di Diana”, sorge spontaneo il “dubbio”  che essi siano in grado di “condizionarla” su certe “materie”.

Facendo una semplice proporzione matematica, parlando molto genericamente di “lobby” ed ammettendo, per assurdo, che i consiglieri muniti di licenza di caccia siano i rappresentanti della “lobby” dei cacciatori (e non delle “altre lobby” che, invece, dovrebbero rappresentare gli interessi di tutta la collettività: pescatori, agricoltori, dipendenti dell’Enel, impiegati statali, liberi professionisti, ecc.), essi, per “forza numerica”,  rappresenterebbero non una cittadinanza  di 410 “loro paesani cacciatori”, bensì, addirittura, di 3.300!

Nell’articolo riportato su “Il Gazzettino-cronache di Rovigo” del 20.4.1999 (Porto Tolle. Caccia, via libera alle aree Wilderness. Tuttavia saranno operative se sarà modificata la legge sul Parco), il cronista locale, Enrico Garbin, scrive, ibidem,: <<Al di là di quanto affermato dal sindaco Diego Precisvalle (ex Sindaco di Porto Tolle, quando la giunta era di centro sinistra e l’opposizione era formata dal “partito degli antiparco”; n.d.r.) , nell’ultimo consiglio comunale, non si è avuta <<la dimostrazione della disponibilità della maggioranza a discutere di problemi importanti nonostante ci sia da approvare il Bilancio>> ma di come questa si trovi  (letteralmente) ad inseguire il gruppo Antiparco (allora all’opposizione, nel quale militava Lorenzo Carnicina, vicepresidente provinciale della Federcaccia, presidente della Sezione della Federcaccia di Porto Tolle, ora capogruppo di maggioranza; n.d.r.) su percorsi accidentati…E per chi non si è ancora accorto che il gruppo Antiparco (o almeno una sua parte) è il partito dei cacciatoriSi dice che la vita sia fatta di priorità. Bene: è la dimostrazione che per qualcuno la caccia che sarà consentita nelle Aree Wilderness (una delle proposte del Comune di Porto Tolle. Per giustificare la scelta di non aderire al Parco del Delta, ma di “tenere ugualmente alla protezione del territorio”, il Comune di Porto Tolle ha creato tali famose “aree Wilderness”, in realtà mai attuate per mancanza di fondamenti legislativi, nelle quali dovrebbero essere in vigore gli stessi divieti previsti dalla legge regionale che ha istituito il Parco del Delta, eccetto, naturalmente, il divieto di caccia! N.d.r.) – tenendo presente che queste avranno valore solo se verrà modificata la legge sul parco – viene prima dei provvedimenti presi con il Bilancio che andranno ad incidere negli interessi di tutti i cittadini>>.

Nell’articolo pubblicato su “Il Gazzettino-cronache di Rovigo del 24.4.1999 (Porto Tolle. Molto critici gli ambientalisti. Aree Wilderness. <<Solo una bufala>>), il cronista locale scrive, ibidem,:  <<…E’ la conferma – sostengono le associazioni ambientaliste – di quanto andiamo sostenendo da tempo: l‘Amministrazione comunale e, più in generale , l’intera collettività, sembrano condizionate da un manipolo di cacciatori interessati unitamente a difendere il loro particolare ed anacronistico hobby>>. Il gruppo Antiparco (ribattezzato pro-caccia), con i buoni auspici del consigliere Vidali  (allora consigliere comunale di maggioranza, ora vicesindaco, n.d.r.), è infatti riuscito a far anteporre all’approvazione del bilancio la delibera sulle aree Wilderness che è stata votata all’unanimità permettendo a Lorenzo Carnacina e Natalugo Ortolan (farmacista di Scardovari, cacciatore, allora era il capogruppo degli “Antiparco”, all’opposizione; n.d.r.) di abbandonare l’aula assieme ad un pubblico acclamante. Con il distacco di chi non è coinvolto nelle vicende, W.W.F., Italia Nostra e L.I.P.U. notano <<la gravità dell’accaduto: i pro-caccia, eletti dai cittadini, soddisfatta la maniacale esigenza di vedere tutelato il proprio hobby, hanno abbandonato l’aula non partecipando non solo al voto, ma neppure alla decisione di quello che è il principale atto di un’amministrazione comunale: il bilancio. Prima delle esigenza legate alla viabilità, ai parcheggi, alle mense scolastiche, al funzionamento della macchina pubblica e quant’altro, per questi signori viene la caccia. Anzi, peggio, appena sistemata la questione caccia, tutto il  resto può andare a farsi benedire…>>.

Ma i settori  dove “la lobby” dei cacciatori “insinua” i suoi “tentacoli” non hanno confini. Nell’articolo scritto sempre da Enrico Garbin sul “la Piazza del Delta del Giungo 2000”, infatti, egli porta a conoscenza dell’opinione pubblica  un tentativo di scalata, operato dai cacciatori, per avere la maggioranza alla Pro Loco di Porto Tolle al fine, ovviamente, di “manovrarne” le scelte in senso “antiparco”. Questo il titolo del pezzo giornalistico: <<Pro Loco. Vicenda tesseramento. Un tentativo di scalata. Torbide manovre dietro l’aumento astronomico degli iscritti>>. Tra i vari passi importanti da segnalare, ibidem,: <<L’assemblea straordinaria della Pro Loco ha dato luogo ad un’improvvisa (ed incruenta) guerra di tessere…Ad un cero punto, infatti, si parlava addirittura di un presidente in pectore noto soprattutto per la passione per l’arte di Diana…si stava concretizzando un  tentativo di “scalata” ispirato da ambienti vicini all’attuale maggioranza consiliare (antiparco, n.d.r.)…>>

In un altro articolo pubblicato sul “la Piazza del Delta” di giugno 2000, sempre Enrico Garbin parla dell’approvazione delle Aree Wilderness (gli articoli precedenti che trattavano delle Aree Wilderness si riferivano a riunioni Comunali in cui si discuteva di cosa esse fossero) da parte del Comune di Porto Tolle. Il titolo del trafiletto è: <<Dati tecnici (sulle aree wilderness, n.d.r.)>>. Egli segnala, ibidem,: <<Con due delibere, il Consiglio comunale ha istituito circa 4.300 ettari di Aree Wilderness e circa 7.000 ettari di Aree a Gestione Ambientale…nella disciplina Wilderness  non c’è alcun contrasto con l’attività venatoria…il Comune di Porto Tolle…avrebbe insomma approvato un atto “volto ad aggirare la disciplina restrittiva, in materia di caccia, adottata per legge dai parchi regionali”…>>.

A proposito dello “stretto legame”  tra Federcaccia ed amministrazione di Porto Tolle, nell’articolo datato 20.8.2000, de “Il Gazzettino–cronache di Rovigo” (PortoTolle. Sentenza. Gli antiparco esultano. Ma la festa dura poco), Enrico Garbin racconta la cronaca di una riunione indetta dalla Federcaccia e dal Comune di Porto Tolle per “festeggiare” una sentenza della Corte Costituzionale in cui veniva sancita l’illegittimità costituzionale del procedimento d’istituzione del Parco regionale dei Campi Flegrei. Bastò tale episodio per, ibidem; << far scattare  a Porto Tolle la serata dell’orgoglio antiparco. Dopo avere ripercorso le tappe della lotta, Lorenzo Carnicina (vice presidente provinciale della Federcaccia, presidente della locale Sezione della Federcaccia, nonché capogruppo di maggioranza in consiglio comunale), affiancato dal vicesindaco Vidali, gli assessori Stoppa, Sissa, Pavanati e Boscolo, dal presidente della Federcaccia Pisetti e Antonio Banin dei cacciatori  veneti, ha spiegato…>>.

Su “Il Gazzettino-cronache di Rovigo”del 4.9.2000, nell’articolo intitolato <<La sentenza della Corte Costituzionale. Tutte le bugie di chi si oppone al Parco del Delta>>, Attilio Pezzolato, segretario Sdi di Porto Tolle, consigliere di minoranza, a proposito dei fatti citati nell’articolo precedente, scrive, ibidem,; <<…Un’altra sentenza della Corte, ben più significativa per la nostra vicenda parco, non venne pubblicizzata come sarebbe utile e necessario, perché svela il colossale imbroglio delle Aree Wilderness “castrando” impietosamente l’unico collante della maggioranza. La sentenza 20/2000  afferma inequivocabilmente che le Aree Wilderness  sono un trucco per consentire la caccia dentro i Parchi, ma che questa furbata non è ammessa…>>.

Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 10 Dicembre 2000: <<Porto Tolle. Nuova Frontiera mette con le spalle al muro la giunta costretta a smentirsi. Porta alla luce quello che era sempre stato negato: il riconoscimento ufficiale dell'area. 12 milioni per pagare il parco. Sbirciando fra le pieghe del bilancio, trovate le famose mille lire per abitante>>. «...Le bufale di questa maggioranza Ds-Federcaccia - ha continuato Gibin - non si contano più. Negato il Parco, con le aree Wilderness i cacciatori dovevano essere tranquilli: le denunce, i processi e le sanzioni sono lì a dimostrare il contrario. Poi la dichiarazione programmatica dell'assessore Stoppa che non intendeva inviare all'Ente Parco le pratiche edilizie di sua competenza, posizione corretta con una capriola che gli ha evitato guai ben peggiori. L'esplicitazione solo sul Peg del capitolo di spesa sembra fatta ad arte per fuorviare i consiglieri, salvarsi la faccia e tenersi aperta una possibilità...».

Sul “l’Adige del 6 marzo 2001”, nell'articolo intitolato: <<Porto Tolle. Il presidente dell’Ente Parco, Mainardi, istituisce i permessi per introdurre armi nel parco. Alla conquista dei cacciatori. Ma per la Federcaccia di Carnicina quelle autorizzazioni non sono valide ed è polemica>>.  Il giornalista Guido Laremi scrive, ibidem,: <<Può un Comune iniziare e finire ogni discussione lamentandosi del Parco del Delta del Po?…Ma l’aspetto più inquietante delle decennali battaglie contro il  parco è che a tirare le fila sono i cacciatori…il movimento è stato determinante nelle elezioni amministrative che nella scorsa primavera per la prima volta hanno portato una donna, Paola Broggio, a diventare sindaco di Porto Tolle…le sentenze (per caccia ed introduzione armi nel Parco del Delta, n.d.r.) hanno effettivamente scosso il mondo venatorio. Reazioni scomposte come l’aggressione a due vigili provinciali che stavano controllando una zona preclusa ai seguaci di Diana, le scritte non solo contro il parco, ma addirittura contro la Polizia e la magistratura, dimostrano la rabbia, l’impotenza…(il giornalista parla, poi, dei permessi per l’introduzione delle armi rilasciati dal presidente dell’Ente Parco, onde non incorrere nella violazione penale prevista dalla legge 394/91 e del fatto che Carnacina abbia detto che non sono validi; n.d.r.)…alcuni di questi (i cacciatori che si sono fatti rilasciare il permesso, n.d.r.) sarebbero stati “visitati” da un gruppo di amici cacciatori che avrebbe “requisito” il documento. Ma questo è già un altro discorso che riguarda la democrazia in salsa portollese>>.

Di non trascurabile importanza, quest’altro  episodio, capitato nell’estate del 2001: Ekoclub, una associazione autodefinitasi “ambientalista”, ma dietro alla quale si “nasconde” la Federcaccia, organizzò un’operazione di pulizia  in una delle spiagge comunali. “Dell’evento” diedero  conto diversi articoli sui quotidiani locali (prima e dopo il fatto). Alla pulizia partecipò anche una folta rappresentanza dei consiglieri di maggioranza del Comune di Porto Tolle, oltre, naturalmente, a tutto lo “statomaggiore” della Federcaccia. Emblematica la replica su “Il Gazzettino-cronache di Rovigo” del 24.7.01 : <<PORTO TOLLE. Il leader degli "Amici del parco" lancia pesanti sospetti sull’attività ambientalista della locale associazione Ekoclub. Spiagge, pulizia che non sa di candido. Dice Eddi Boschetti: "È stata un’iniziativa strumentale finalizzata ad avere titoli di merito">> di Eddi Boschetti, responsabile del W.W.F. di Rovigo ed uno dei portavoce degli Amici  del Parco (l’articolo è del cronista locale de “Il Gazzettino”, Enrico Garbin). Tra le altre cose egli sostiene, ibidem,: <<…Eddi Boschetti, degli Amici del Parco, non è assolutamente convinto che l'iniziativa promossa qualche settima fa da Ekoclub sia una cristallina manifestazione di sensibilità ambientale. "Basti pensare che Ekoclub è un'associazione ambientalista sui generis visto che è stata fondata ed è pilotata dalla più importante associazione venatoria italiana, Federcaccia…È il rilievo mediatico dell'iniziativa, insomma, che a Boschetti suona sospetto…Ma un secondo aspetto sospetto sono i rapporti di Ekoclub con l'Amministrazione comunale portotollese: "L'idillio - ironizza Boschetti - si spiega con il fatto che Ekoclub gioca in casa visto che a Porto Tolle governa il partito della Federcaccia che ha piazzato ben sei rappresentanti nella maggioranza e nessuno nella minoranza. Un rapporto assolutamente spropositato perché, se veramente questa maggioranza fosse rappresentativa della popolazione portotollese, ci dovrebbero essere 3.000 cacciatori invece dei 400 effettivi. Impossibile, poi, dimenticare che il capogruppo di maggioranza Lorenzo Carnicina è il presidente della locale sezione di Federcaccia e che il vice sindaco Gianni Vidali, quando ancora era assessore provinciale alla caccia, addirittura testimoniò a favore dei cacciatori sorpresi all'interno della riserva naturale del Bacucco. L'aspetto grottesco nel vedere l'Amministrazione comunale e Federcaccia-Ekoclub raccogliere rifiuti sulle spiagge del Delta è che questi stessi soggetti sono contrari alla gestione del Parco del Delta e favorevoli all'orimulsion per la centrale Enel, al villaggio turistico - discarica di Forti con annessa teleferica, e all'inceneritore di Cassella. Insomma, potranno darsi tutte le mani di verde che vogliono, ma non riusciranno a mimetizzarsi completamente">>.

Il Comune di Porto Tolle “solerte” a partecipare all’iniziativa promossa da Ekoclub-Federcaccia, fa negare però la sua presenza quando sono le associazioni ambientaliste “vere” ad organizzare “eventi” ben più importanti:

Da “Il Gazzettino-cronache di Rovigo” del 09.7.2000 (articolo di Enrico Garbin): <<Porto Tolle. Il Comune ignora le canoa. Centinaia di appassionati e turisti alla manifestazione>>.

Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 28.01.2001 (articolo di Enrico Garbin): <<Porto Tolle. Altrimenti il Comune si irrita. In bici nel parco? Sì, ma non si dice>>.

Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 22 Maggio 2001 (di Enrico Garbin): <<PORTO TOLLE. Neanche una risposta ai promotori. "In canoa nel Delta" fa il bis Ma il Comune si chiama fuori. La manifestazione, ricca di sponsor, il 24 giugno>>.

Come noto, il Comune di Porto Tolle, in data 10.02.1998, ha depositato il ricorso al T.A.R. del Veneto contro la legge regionale 36/'97 che ha istituito il Parco del Delta del Po. Il procedimento, num. reg. gen. 385/1998 è stato discusso il 31.10.2001. Oltre al ricorrente Comune di Porto Tolle è intervenuta anche la Federcaccia a sostegno delle tesi contrarie al Parco.

Da "Porto Tolle Notizie", anno II, nr. 2 - Ottobre 2001, pagina 13: <<La parola alla minoranza. Il futuro a tinte grigio scure>> (articolo di Attilio Pezzolato - vice Capogruppo di Nuova Frontiera): <<...La Giunta infatti si limita a galleggiare...il radicalismo venatorio del "NO! Al Parco" soffoca qualsiasi prospettiva seria...Questa Giunta...Politicamente parlando, è un ibrido indefinibile, fortemente legata agli umori di un'associazione venatoria...>>.

Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 30 Novembre 2001: <<PORTO TOLLE. Ignoti vandali di nuovo in azione. Segate catene e giunti del ponte di Boccasette>>. Danneggiato nuovamente il ponte della spiaggia di Boccasette. In ogni guerra che si rispetti le vie di comunicazione, e in particolare i ponti, sono tra i primi obiettivi ad essere colpiti. E allora, visto che quasi ogni anno il ponte in chiatte che porta alla spiaggia di Boccasette viene danneggiato e reso inservibile, pare proprio che in questa zona si stia combattendo una vera e propria guerra. I fatti risalgono ad una decina di giorni fa: in coincidenza con il fine settimana, il collegamento è venuto meno. Ma cosa ha reso il ponte inservibile? Maltempo, mareggiate ed altre cause naturali vanno subito scartate perchè, dopo l'intervento della ditta incaricata dall'amministrazione comunale, è stato scoperto che il ponte è stato danneggiato dagli atti di qualche ignoto. Meglio, qualcuno si deve essere armato di pazienza visto che ha segato giunti, bulloni e catene che, con l'ultimo intervento comunale erano stati saldati proprio per scoraggiare altri atti vandalici. Se fino a qualche anno fa bastava svitare i bulloni per ottenere il risultato, il ripetersi degli interventi (questa volta dalle casse comunali è uscito circa mezzo milione) aveva suggerito soluzioni che parevano drastiche. Invece, il desiderio di "privacy" deve essere più forte dei rischi. È chiaro che mancano le prove, ma un po' tutti non esitano ad indicare nei cacciatori gli artefici di questo atto che non si può semplicemente liquidare come vandalico. Isolare la spiaggia di Boccasette, infatti, serve ai cacciatori (a quella parte che non tollera controlli o anche solo il rispetto delle regole) per avere mano libera senza "fastidiosi" controlli. Reso inservibile il ponte, infatti, per la breve traversata si rendono comunque necessarie le imbarcazioni che, però, hanno lo svantaggio di poter essere avvistate facendo venir meno l'effetto sorpresa e dando il tempo per la fuga. Sarebbe allora interessante sapere se l'amministrazione comunale, in cui i cacciatori sono ben rappresentati tanto da aver istituito addirittura un assessorato per i rapporti con il mondo venatorio, intende prendere posizione, magari sporgendo denuncia. Oppure se intende rivedere il progetto che prevede il collegamento con la spiaggia di Boccasette con una struttura fissa in legno lamellare: visti i precedenti, chi assicura che la spesa non sia inutile?

Da "L'Adige" del 30.11.01: <<Ricorso al Tar dei Cantieri Visentini per la vicenda che a Porto Tolle li vede opposti all'Amministrazione. Sul recupero dell'ex zuccherificio braccio di ferro tra Comune e proprietà>>.Quando ci si trova a gestire un territorio che è considerato, a ragione, il cuore del Parco del Delta del Po, quali dovrebbero essere le preoccupazioni di una amministrazione comunale? Per chi pensa che nella lista delle priorità ci debba per forza essere la valorizzazione delle risorse ambientali, un impegno (che si può chiamare "sinergia" perché fa "in") per rendere ecocompatibile le varie attività produttive, promuovere il turismo ed altro ancora, non c'è che da scendere a Porto Tolle per rendersi conto che la realtà è ben diversa.Qui è nato un comitato per sostenere la realizzazione di un  termovalorizzatore, i cacciatori hanno formato un gruppo politico per contrastare la nascita e poi lo sviluppo del Parco del Delta del Po e, al secondo tentativo, sono stati determinanti  per eleggere l'attuale sindaco Paola Broggio, mentre è stato dato il via libera ad un insediamento turistico che sorgerà su una montagna di due milioni di tonnellate di rifiuti. A completare il modello di sviluppo desiderato, la lotta politica propone la strenua difesa della centrale Enel di Polesine Camerini e del suo progetto di "ambientalizzazione" che introdurrà come combustibile il famigerato orimulsion...>>

Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 20 Gennaio 2002: <<PORTO TOLLE. La polemica nei Ds. Attilio Pezzolato (Sdi): "Rosso, unico colore". È quello del degrado del Comune>>

Da Attilio Pezzolato, segretario dello Sdi di Porto Tolle, riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera.

Caro cronista,

nel riportare le vicende del rinnovo della segreteria DS di Porto Tolle il cronista definisce "di centro sinistra" la coalizione che governa il comune. Un lettore poco informato può pensare che il comune sia amministrato dall'Ulivo ma così non è. Infatti l'unica forza politica di centro sinistra che compone la maggioranza sono, appunto, i Ds, le altre o sono all'opposizione o sono fuori dal Consiglio Comunale. La coalizione che governa comprende altre due componenti. Una,...(omissis). Vi è poi la componente costituita da una associazione venatoria che, a Porto Tolle, è diventato un soggetto politico ma, come tutte le associazioni, rappresenta i propri associati solo ai fini della propria "ragione sociale", appunto l'attività venatoria. Non è quindi depositaria di una rappresentanza politica etichettabile, di destra o sinistra. Questa coalizione, politicamente indefinibile, ha vinto le elezioni, anche per l'assenza dalla competizione di una lista del centro - destra. Quando i problemi che interessano il territorio (che non sono pochi) vengono affrontati in una dimensione sovracomunale, il ruolo politico dell'associazione venatoria si esaurisce, essendo limitato a un'unica funzione: la non partecipazione del Comune all'Ente Parco...(omissis)