(5)"lobby dei cacciatori e condizionamento dell'amministrazione provinciale"

Per quanto riguarda la capacità della “lobby” dei cacciatori di "condizionare le scelte dell’amministrazione provinciale", si segnala la vicenda che ha visto come "protagonista" proprio l’ex assessore provinciale alla  caccia, G. V. (ora consigliere provinciale e vice sindaco di Porto Tolle). Pare,  infatti, in base a quanto riportato nella motivazione della sentenza nr. 2066/2001 del Giudice di Adria, che sia coinvolto in un "caso" di “produzione di documenti ritenuti falsi”, con i quali, sembra, si voleva consentire ai cacciatori di andare ugualmente a caccia nei territori del Parco solo perché non ancora "tabellati".

Il Giudice di Adria, comunque, aveva già in precedenza sollevato altri “dubbi” sulla “legittimità” degli atti in materia venatoria  firmati dall’assessore alla caccia G. V. Nella motivazione della sentenza nr. 2043/2001 (prima condanna per il reato di introduzione di armi nel Parco), a proposito della lettera 31.8.1998, esibita dall’avvocato della difesa (L. A. C.), nella quale l’Assessore alla caccia scriveva a L. C. (Presidente della Federcaccia di Porto Tolle) che, a suo dire, nel Parco si potevano introdurre armi, purché scariche ed in custodia,  obbietta il Giudice, ibidem,: <<…La lettera è poi irrilevante; infatti la legge esplicitamente dice che il transito con armi è permesso solo a chi è autorizzato, e l'autorizzazione relativa viene data dall'ente parco, mentre del tutto estranea alla materia è la Provincia. La suddivisione delle competenze è talmente chiara che lascia sorpresi il fatto che vi possano essere confusioni o incertezze: l'assessorato alla caccia gestisce l'ordinaria attività venatoria (quella per intendersi disciplinata dalla legge n. 157/92) mentre all'Ente parco è riservata la gestione della caccia, al pari di ogni altra attività umana descritta nella L. 394/1991 e nella legge regionale istitutiva, che interessi il territorio protetto…Pertanto la Provincia non era e non è l'autorità amministrativa competente o interessata o comunque coinvolta nella questione relativa al transito con armi nel parco del delta del Po; per cui la stessa non poteva né può dare pareri né tantomeno interpretazioni autentiche delle leggi in materia. Lo stesso tenore letterale della missiva ("l'accesso...risulta, secondo il nostro punto di vista, possibile...") conferma l'ufficiosità del parere espresso. I motivi per i quali poi venne richiesto un parare su tale questione ad un organo incompetente, e per i quali l'organo medesimo abbia risposto fornendo il parere non rilevano ai fini della presente decisione…>>.

Che l’assessore provinciale alla caccia ritenesse sufficiente  la mancanza di tabelle al fine di  consentire la caccia nelle zone protette, oltre che come attestato nel “documento falso” oggetto di altri procedimenti, si evince anche dalla sua testimonianza di teste (si badi bene: “l’avvocato della Federcaccia”, L. A. C., chiama come suo teste l’assessore alla caccia G. V., compaesano di uno degli imputati (G. V. è di Porto Tolle),  e gli fa domande sulla mancanza di tabellazione in una zona protetta) nel processo che si tenne il 28.9.1996 nella Pretura di Adria per caccia nella riserva naturale (istituita nel 1977) denominata Bonello Bacucco (ora ricompresa nel perimetro del Parco). Con sentenza nr. 254/96, l’allora Pretore di Adria, mandò assolti gli imputati (come si evince dalle motivazioni della sentenza, l’assoluzione non avvenne per mancanza delle tabelle, ma perché l’area protetta era difficile da identificare da parte degli stessi accertatori).

Da “Il Gazzettino-cronache di Rovigo” dell’1.10.1999: <<”Sì agli appostamenti al Parco del Delta”. Il consigliere provinciale Vidali: “Utili per le future aree Wilderness”>>. <<”Altro che smantellarli (a seguito di un blitz delle guardie del W.W.F. e della Capitaneria di Porto di Chioggia, vennero scoperti e sequestrati alcuni appostamenti abusivi nel Parco. La Capitaneria chiese all’Amministrazione Provinciale di demolirli, n.d.r.). Gli appostamenti di caccia in area Parco del Delta del Po vanno mantenuti perché potrebbero servire per le future aree Wilderness”. E’ una voce in netta controtendenza quella di Gianni Vidali, il consigliere provinciale portotollese già assessore alla Caccia nell’amministrazione Brigo…>>.

Da “Il Gazzettino-cronache di Rovigo” dell’8.3.2000: <<Il Caso. Gli ambientalisti “sparano” sulla Provincia. Proteste per l’esclusione di Italia nostra dalla commissione faunistico-venatoria>>.<<…La Provincia di Rovigo ha escluso Italia Nostra dalla commissione faunistico venatoria provinciale…La stretta logica dei numeri…ha fatto preferire una neoassociazione,…”di chiara espressione venatoria” (“Kronos”, afferente a Cacciatori Veneti, n.d.r.)…”Il presidente di Kronos rodigina, designato in commissione, è indicato come titolare di un’armeria a Lendinara. Saccardin, che ha nominato nella Commissione Faunistico Venatoria provinciale un siffatto ambientalista, dovrà spiegare adesso ai cittadini come si possa conciliare l’amore per la natura con la vendita di mezzi per sterminare la componente fondamentale dell’ambiente: la fauna selvatica”>>.

Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 5.3.2001: <<BOTTA E RISPOSTA. Il Wwf rodigino attacca le intenzioni di tre consiglieri regionali. Parco, giù le mani dalla legge. "Vogliono fare un piacere ai cacciatori permettendogli di introdurre armi">>. <<Con solerzia sospetta, i tre consiglieri regionali Campion, Marangon e Tiozzo intendono modificare la legge regionale 36 del 1997 per permettere l'introduzione di un nuovo articolo che consentirebbe l'introduzione di armi nel Parco, andando incontro alle lagnanze dei cacciatori del delta…Una prima considerazione politica è doverosa. Tale decisione è l'ennesimo esempio di assoggettamento dei politici tutti (da destra a sinistra) alla lobby dei cacciatori…Wwf sezione di Rovigo>>. <<LA REPLICA. Campion: nessuna "lobby", è una questione seria>>. <<Mi stupisce la dichiarazione del Wwf di Rovigo…Mi riferisco a chi mi ha accusato di aver risposto ad esigenze lobbistiche per aver presentato con i colleghi Marangon e Tiozzo un progetto di legge che tende a regolamentare il transito nelle aree a parco di chi viaggia legittimamente con armi al seguito…Elder Campion consigliere regionale>>.

Emblematico, infine, è quanto riportato nell’articolo de “Il Gazzettino-cronache di Rovigo” del 7.2.1997, dove il Presidente della Federcaccia, Arnaldo Pisetti,  si lamenta della poca cortesia degli impiegati dell’ufficio caccia della Provincia. Oltre alla “reprimenda”, inoltre, disvela “il rapporto idilliaco” con l’assessore Gianni Vidali. <<”Mi viene riferito dai miei presidenti di sezione o semplici associati che quando si presentano negli uffici caccia della Provincia il più delle volte sono trattati come scocciatori, con sorrisi ironici e battute fuori luogo che non fanno certo onore a funzionari provinciali assunti, e pagati, per essere al servizio dei cittadini “…”E dire – ha proseguito – che l’assessore Gianni Vidali si comporta in modo completamente diverso, capisce i nostri problemi e cerca, nell’ambito del sue competenze e della legge, di venirci incontro…>>.